Maria, patrona delle famiglie cristiane – L’amore non viene mai meno

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Maria, patrona delle famiglie cristiane

10 maggio 1959

Maria ha tanti titoli per essere considerata come la patrona delle famiglie cristiane, e queste hanno altrettanti motivi per sperarne una particolare assistenza. Maria ha conosciuto della famiglia le gioie e le pene, i lieti ed i tristi avvenimenti; la fatica del quotidiano lavoro, i disagi e le tristezze della povertà, lo schianto delle separazioni. Ma ha pure provato tutte le ineffabili gioie della convivenza domestica, allietata dall’amore più puro dì uno Sposo castissimo e dal sorriso e dalle tenerezze di un Figlio che era al tempo stesso il Figlio di Dio.

Maria Santissima compatirà perciò col suo cuore misericordioso alle necessità delle vostre famiglie, e recherà ad esse quel conforto di cui sentiranno il bisogno in mezzo agli inevitabili dolori della vita presente; come sotto il suo sguardo materno renderà loro più pure e serene le dolcezze del focolare domestico. Tanto più che la Vergine Santa non solo conosce per propria esperienza le gravi necessità delle famiglie, ma, come Madre di pietà e di misericordia, Essa vuole di fatto venire in loro aiuto.

Beati e veramente benedetti quegli sposi che iniziano il loro nuovo stato con tali propositi di filiale e confidente devozione alla Madre di Dio, col santo programma di stabilire la loro nuova famiglia su questo incrollabile fondamento di pietà, da istillarsi per trasmettersi, come preziosa eredità, ai cari figli che Iddio vorrà loro concedere.

Ma non dimenticate, figli dilettissimi, che la devozione alla Madonna, perchè si possa dire vera e solida, e quindi apportatrice di frutti preziosi e di grazie copiose, deve essere vivificata dalla imitazione della vita stessa di Colei che ci piace onorare. La divina Madre è anche soprattutto un perfettissimo modello delle virtù domestiche, di quelle virtù domestiche che devono abbellire lo stato dei coniugi cristiani. In Maria l’amore più puro e fedele verso il castissimo sposo, amore fatto di sacrificio e di attenzioni delicate: in Lei umiltà che si manifestava nella paziente rassegnazione alle disposizioni, oh! quante volte ardue e penose, della divina Provvidenza.
Possa, o sposi cristiani, la vostra devozione a Maria costituire una sorgente sempre viva di favori celesti e di vera felicità.

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L’amore non viene mai meno

29 aprile 1942

Interrogate il vostro cuore, diletti sposi. Esso è inscrutabile agli altri, ma non a voi. Se richiamate al pensiero il momento in cui al vostro affetto sentiste pienamente rispondere un altro amore, non vi pare forse come se, da quell’istante fino al sì da pronunziarsi insieme avanti all’altare, fosse stato per voi un avanzare d’ora in ora con passi di ansiosa speranza e di trepida aspettazione? Adesso quella speranza non ha più «fior del verde», ma è rosa fiorita; e l’aspettazione attende altre gioie. Il vostro sogno è forse svanito? No: si è fatto realtà. Chi lo ha tramutato in realtà di unione innanzi all’altare? L’amore, che non è scomparso, ma è rimasto, si è reso più forte, più saldo, e nella sua fermezza vi ha fatto esclamare: questo amore deve rimanere immutato, intatto, inviolato, per sempre! Se l’affetto coniugale conosce albori e aurore, non ha da conoscere tramonti o stagioni, né giornate nuvolose e tristi, perché l’amore vuol essere sempre giovane, incrollabile al soffiare dei venti.

Voi così attribuite al vostro amore nuziale, senz’accorgervene, staremmo per dire, con santa gelosia, quel segno caratteristico, che l’apostolo Paolo ascriveva alla carità, quando, esaltandola, diceva : Caritas nunquam excidit (1 Cor. 13, 8): l’amore non viene mai meno. Il puro e vero amore coniugale è un limpido ruscello che per impeto di natura sgorga dalla rupe infrangibile della fedeltà, scorre tranquillo tra i fiori e i pruni della vita, fino a che si sperde nell’urna della tomba. La indissolubilità del matrimonio è dunque l’appagamento di un impulso del cuore puro e incorrotto, dell’anima naturalmente cristiana, e si dilegua solo con la morte.

Stimate vostro onore e vanto, in un tempo pur troppo improntato di sì largo sviamento dalle leggi di Dio, lo svolgere, l’attuare e il professare in tutta la vostra vita coniugale la grande idea del matrimonio, quale fu stabilito da Cristo. Elevate nella quotidiana preghiera comune i vostri cuori a Dio, affinché Egli, che ve ne ha concesso benignamente l’inizio, si degni con la potente efficacia della sua grazia darvene il felice compimento. Con tale augurio e in pegno dei più eletti favori celesti, vi impartiamo di cuore la Nostra paterna Apostolica Benedizione.

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clicca qui per la NOVENA DEGLI SPOSI, da recitarsi soprattutto nei momenti di crisi e difficoltà

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fonte: Papa Pio XII – Sito ufficiale della Causa di Canonizzazione

3 commenti su “Pensieri del Venerabile Papa Pio XII agli sposi”

  1. 8 marzo: mentre leggo gli splendidi pensieri del Ven. Papa Pio XII sugli sposi, il mondo celebra la festa della donna. Persino il Vescovo di Roma non è da meno e della donna, dalla finestra della sua inabitata stanza esalta i meriti, i pregi e le alte qualità. E lei è lì, “grande” donna, non stamattina in piazza S.Pietro, ma forse in cassa al supermercato, o in aria a pilotare un aereo, alla NASA ad addestrarsi per lo spazio, o in caserma in allerta per una missione di guerra o in parlamento seduta sui più alti scranni; oppure governa le nazioni. Nella società ha conquistato il suo posto finalmente. Che le si faccia festa! Eppure no, sarà forse che non ci vedo bene,ma la vedo ingannata, usata, illusa, trascinata qua e là da un disegno perverso che le ha tolto l’unica bellezza che la contraddistingue: quella per cui la Divina Provvidenza soprattutto l’ha creata, unica e insostituibile nell’universo: essere sposa e madre. E per cortesia, che oggi non mi si facciano gli auguri…

  2. L’8 marzo 1972 la manifestazione della giornata della donna si tenne a Roma in piazza Campo de’ Fiori: vi partecipò anche l’attrice statunitense Jane Fonda, che pronunciò un breve discorso di adesione, mentre un folto reparto di polizia era schierato intorno alla piazza nella quale poche decine di donne manifestanti inalberavano cartelli con scritte inconsuete e «scandalose»: «Legalizzazione dell’aborto», «Liberazione omosessuale», «Matrimonio = prostituzione legalizzata»…
    da Wikipedia

  3. Quanta nostalgia leggendo le parole rivolte da Pio XII agli sposi di allora! Come far tornare in vita quel messaggio in una società tanto mutata e mutata in peggio? Occorre senz’altro maggiore attenzione all’educazione all’amore, al vero amore, perché il matrimonio come oggi è inteso è certamente a rischio. Non sarebbe male se le parrocchie rimaste sane organizzassero non solo corsi in preparazione del matrimonio, ma incontri finalizzati all’incontro di giovani che aspirano al matrimonio cattolico. Non ci si può sposare a casaccio, come si fa oggi, prescindendo dalla verifica della comunanza delle idee di fondo, qual la fedeltà, il rispetto e l’educazione.

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