Müller: dottrina non è teoria  –  di Marco Tosatti

In un’intervista al giornale francese « La Vie » il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il card. Gerhard Ludwig Müller: “Non è possibile adattare la dottrina della Chiesa ai nostri Paesi secolarizzati, a meno di accettare un cristianesimo superficiale”.

di Marco Tosatti

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zzzzMullerIn un’intervista al giornale francese “La Vie” il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il card. Gerhard Ludwig Müller ha risposto ad alcune domande relative al Sinodo sulla Famiglia, e alla proposta del card. Kasper.

L’intervistatore ha chiesto se fosse reale l’impressione di forti tensioni fra i partecipanti al Sinodo.

“Il cardinale Kasper ha presentato un’ipotesi per aiutare le persone che vivono un legame che secondo la Chiesa non è sacramentale – ha risposto Müller -. Siamo tutti unanimi sul fatto di volere aiutare i nostri fratelli e sorelle coinvolti in questa situazione. Ma come? La dottrina della Chiesa non è una teoria, essa riposa sulla fedeltà alla parola di Dio. Il matrimonio fra due battezzati è un sacramento effettivo, una realtà oggettiva. Dissolvere un patrimonio sacramentale con tutti i suoi attributi costituivi di libertà, di indissolubilità, di fedeltà e di fecondità è impossibile. Come prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede devo presentare la dottrina della Chiesa. La Chiesa non può cambiare la sacramentalità dei matrimoni: si promette di essere fedeli fino alla morte”.

Secondo Müller l’obiettivo principale del Sinodo non è quello di discutere il problema dei divorziati risposati, ma di riaffermare il ruolo del matrimonio come fondamento della società civile e della comunità della Chiesa. “E’ grande il rischio di concentrarsi su questa questione particolare dimenticando l’essenziale”. “Non si tratta di dire quello che vorremmo, ciascuno nella sua situazione particolare…fare dei compromessi sarebbe più facile per noi, ma il buon rimedio è quello che permette di vedere la situazione con verità e di superare la situazione che ha reso possibile l’incidente. Non è possibile adattare la dottrina della Chiesa ai nostri Paesi secolarizzati, a meno di accettare un cristianesimo superficiale”.

Questa la definizione di cristianesimo superficiale: “In un buon numero di Paesi d’Europa, i cristiani sono dei battezzati non credenti e non praticanti. Non accettano la sostanza del cristianesimo, il cui effetto è di produrre un cambiamento nel pensiero e nel comportamento: una conversione…basta guardare la percentuale di battezzati non cresimati o la moltiplicazione degli aborti per vedere che l’esistenza di un cristianesimo superficiale è una realtà”.

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fonte: La Stampa

13 commenti su “Müller: dottrina non è teoria  –  di Marco Tosatti”

  1. È evidente che l’intenzione del Cardinale è ben altra, ma l’uso del concetto di “Cristianesimo superficiale” è pericoloso, ed è a sua volta di stampo gnostico. Intendo dire che l’idea sottostante è “Se questi Battezzati studiiassero la Dottrina, si farebbero cresimare, non abortirebbero e non convivrebbero un po’ con l’uno e un po’ con l’altro”.
    Ciò è del tutto falso: i nonni degli attuali fornicatori -con sistemi “tecnologici” per la non-concezione o l’eliminazione dei figli- non passavano certamente il tempo sui libri. “Sapevano” di Cristo (nel senso della dottrina e nel senso di averne il “sapore”) tramite una società sostanzialmente cattolica, il culto dei Santi, la predicazione ordinaria e straordinaria della Chiesa, l’esempio dei Religiosi.

  2. Il divorzio è stato il grimaldello con cui si è aperto a tutti gli altri orrori: se la “Chiesa” (non chiamerò mai “Chiesa Cattolica” un’istituzione che dovesse tradire gli insegnamenti di Cristo), dovesse cedere su questo argomento (con annessa profanazione di Gesù), prima o poi cederà anche su tutto il resto: contraccezione, contraccezione abortiva, aborto, FIVET, sodomia, eutanasia, ecc. (su alcuni di questi argomenti rischia di capitolare già al Sinodo di Ottobre)!
    Ma noi sappiamo che la Chiesa di Cristo non aprirà mai a tali abomini: se apertura ci sarà, quello non sarà stato un Sinodo ma un CONCILIABOLO, rovinato dai lupi travestiti da pastori e approvato da un antipapa, niente a che vedere con la Sposa di Cristo, la cui dottrina è IMMUTABILE come Dio stesso!
    Non si potrà dire che il cambiamento sarà solo PASTORALE: è dottrinalmente corretto dire che ci si può Comunicare anche in peccato mortale e/o dire che in certi casi l’adulterio non è più peccato mortale? Certamente NO!!!

  3. giorgio rapanelli

    Comunque, i battezzati rimangono nel Corpo Mistico del Cristo, volenti o nolenti, fino alla morte. Io non sono per la comprensione delle debolezze umane, giustificandole e rendendole dogmatiche. Il Cristianesimo non è una strada larga e lastricata con cui accedere alla vita eterna, sempre e comunque. E’ duro doverlo riconoscere. Ma se le Scritture sono la legge per portati in Alto, non puoi adattarle ad ogni costo in Basso.

  4. Sono d’accordissimo come sempre con quanto scrivono Raffaele e Diego.
    Mi permetto invece di dissentire su un punto del commento di giorgio rapanelli: io non
    credo che i battezzati rimangano nel Corpo di Cristo se commettono peccati mortali,
    perché si donano al demonio.
    Non so se sbaglio.

    1. Propriamente parlando, e a quanto ne so, chi (battezzato) commette peccato mortale diventa un “tralcio secco” della Vite Vera/Cristo (Vangelo di ieri). Se supera la soglia della morte in questo stato, viene “gettato nel Fuoco” (Eterno).
      Chi invece è ufficialmente “estraniato” dal Corpo Mistico – cioè contro di lui esiste una sentenza, particolare o già emessa per i casi consimili- è lo scomunicato.

      Per i primi (peccatori gravi, con piena avvertenza e deliberato consenso) è necessaria la Penitenza (confessare sacramentalmente il peccato e fare le opere di penitenza prescritte); per i secondi (scomunicati) occorre la riammissione nella Chiesa da parte del Vescovo

    2. Cara Paola, i battezzati entrano nel Corpo Mistico e vi rimangono fino alla morte, a meno che non incorrano in una scomunica, automatica o inflitta dalla legittima Autorità, (quest’ultimo tipo di scomunica deve essere inflitto per un VALIDO motivo: ad esempio le scomuniche che ricevette Sant’Atanasio furono nulle e personalmente credo che fu nulla anche la scomunica che ricevette Mons. Lefebvre (credo anzi che prima o poi sarà canonizzato)!

      1. Bravo Diego! anch’io penso che il più grande santo della 2^ metà del xx secolo sia indubbiamente Mons. Léfèbvre, poi i papi modernisti canonizzino chi gli pare e piace, tanto dovranno rendere conto di tutto a Nostro Signore, a Cristo Giudice, non certo alla Massoneria oggi imperante in ambito civile (vedi USA, UE, ONU…) e religioso (modernismo cattolico).

  5. Il Cardinale ha usato un dolce eufemismo. Ha parlato di un Cristianesimo “superficiale” per definire con un solo aggettivo una realtà che diviene sempre più tragica. Avrebbe avuto motivo di invitarci a piangere con le parole stesse di Gesù … In modo incisivo ha riaffermato – ancora una volta – che non è lecito disprezzare la vita umana, calpestarne la dignità, distruggerla sin dall’atto del suo concepimento ; che il Battesimo non è un Sacramento “virtuale” e come tale vincola il Credente a uniformare la propria vita a quella di Gesù. Attraverso il sacrificio e la rinuncia. Non esistono scorciatoie che consentano di “aggiornare” il Vangelo e l’ insegnamento degli Apostoli. Ringrazio Sua Eminenza unitamente a tutti coloro che si impegnano per restare saldi nella Fede.

    1. Non intendo assolutamente fare polemiche, ma mentre sono di nuovo pienamente d’accordo
      con Raffaele, cioè se i peccati mortali non sono confessati fanno diventare l’uomo tralcio secco
      e quindi staccato dalla vite, per questo motivo dissento (caso rarissimo) da lei caro Diego,
      Dissento anche dal “dolce eufemismo” di lei cara Francesca: come già detto, condivido
      pienamente quanto scrive al riguardo Raffaele, specialmente l’aggettivo “pericoloso”.

      1. Grazie, cara signora.
        Cerchiamo semplicemente la Verità – o meglio, cerchiamo di restare fanciulli allievi del Divino Maestro, con la mano nella mano di Sua Madre.

        Vogliamo essere pignoli? Il tralcio “secco” (nel quale non circola più la Linfa della Vite, perché esso stesso ha posto un blocco alla comunicazione con il Fusto), tagliato dal Padre, giace “ai piedi” della Vite: ha comunque una parentela con Essa (indelebilità del “carattere” battesimale).
        Solo dopo la morte -se è morto da “morto”, cioè privo di Linfa- viene gettato nel Fuoco. E anche lì sarà un Cristiano dannato, purtroppo, e non un “errore di lavorazione di Dio”.

      2. Cara Paola, sono d’accordissimo anch’io sul fatto che il peccato mortale faccia diventare un tralcio secco e che morendo in quello stato si va all’Inferno, dico solo che per SEPARARSI dal Corpo Mistico è NECESSARIA la scomunica (vedere l’enciclica MYSTICI CORPORIS CHRISTI, di Pio XII, in cui è specificato tutto molto chiaramente)!

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