La spudoratezza democratica ovvero il “Genere ministeriale” – di Patrizia Fermani

Portare a compimento la demolizione della scuola di ogni ordine e grado è un passaggio necessario per annientare l’identità culturale europea e per ottenere anche la “pacificazione” definitiva degli europei… e in tal senso il nuovo governo ha la persona giusta al posto giusto.

di Patrizia Fermani

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Il voto popolare ha bocciato uno che ha introdotto di soppiatto a scuola la sua Buona Scuola, l’insegnamento della libertà di “orientamento sessuale”. Una libertà volta ad incrementare il “genere pederastico” da instillare nelle menti tenere di infanti e adolescenti, perché “è l’Europa che ce lo chiede”. Lo stesso signore, con la “loquela che lo fa manifesto”, aveva raccomandato anche alla senatrice della Repubblica impegnata a far sposare uomini con uomini e donne con donne, cosa tanto naturale da apparire banale, di andare avanti anche su questa buona strada e le aveva assicurato il proprio appoggio incondizionato. La senatrice della Repubblica, incoraggiata e raggiante ha “giurato sui propri cani” di portare l’impresa a compimento. I rappresentanti del popolo l’hanno aiutata a tenere fede al giuramento. Con la benedizione diramata per fatti concludenti dalle stanze vaticane.

Bocciato dunque uno così dal sussulto di amor proprio di un popolo che sa di non essere rappresentato da nessuno di quelli che sono pagati per rappresentarlo, il Presidente, che invece rappresenta alla perfezione l’essenza del progressismo per lo più autocertificato anche come cattolico, dà l’incarico di governo ad un altro, anche lui rappresentante del progressismo sedicente cattolico, che dice le stesse cose del primo ma col mezzo tono dell’ex sessantottino di buona famiglia, che ormai fa parte del salotto borghese come una poltrona Biedermeier, ex catechista, ex potere operaio. Del resto i sessantottini che avevano fatto di Marcuse la propria bibbia, avevano quasi tutti alle spalle anche una solida famiglia borghese o persino aristocratica, capace di mantenerli alla rivoluzione e poi di assicurare loro un posto di lavoro nei nuovi apparati di potere (i sessantottini hanno fatto carriere di tutto rispetto e hanno prodotto un paio di generazioni omogenee per pensiero e censo). Da vecchi continuano a rinverdire e coronare i sogni giovanili, mentre figli e nipoti raccolgono a loro volta una eredità politica che  elargiscono generosamente al popolo incolpevole.

Il sontuoso curriculum deve avere dunque  convinto il Presidente a conferire l’incarico a Gentiloni  che senza perdere tempo  mette  le cose in chiaro con quelli che sono andati a votare: non fatevi illusioni. Non mi manca nulla di quello che aveva Renzi, ma in più, per motivi anagrafici, oltre alle Montessori  ho fatto il sessantotto e fino alle elezioni, se mai vi sarà permesso di votare ancora, farò del mio meglio per servire Bruxelles che ha il compito di distruggere  la vecchia Europa litigiosa insieme alla sua superbia culturale.

Insomma lo schiaffo agli elettori è stato pronto e ben assestato. E la sensazione crescente di essere  imprigionati a vita nella gabbia del catto-progressismo convertito alla religione obbligatoria dell’Unione Europea  è diventata certezza.

Il cattolico adulto europeista tutto d’un pezzo, pensa sia stata cosa buona e giusta consegnare la sovranità nazionale ad uno oligarchia che ha assunto come propria missione precipua l’azzeramento culturale ed identitario dell’Europa. Questa, si sa, ha ricevuto l’eredità del mondo antico, e l’ha conservata almeno fino all’iconoclastia dell’89, creando la cultura occidentale. Dunque c’erano tutte le condizioni  per continuare ad allevare pericolosi e bellicosi esseri pensanti:  ecco la necessità di annientare l’identità culturale europea per  ottenere anche la  pacificazione definitiva degli europei. Non per nulla si continua a ripetere da tempo al popolo mansuefatto che da quando regna Bruxelles, non ci sono state più guerre franco-tedesche. Il gioco vale dunque la candela. Verrebbe in mente l’osservazione di Tacito, sulla desolazione  che viene  chiamata pace, se anche il solo richiamo ad un autore classico non  rischiasse di nobilitare il lavorio ottuso  dei potenti nani al servizio di una idea disastrosa.  

La distruzione della cultura europea e dell’identità europea è progredita attraverso una erosione capillare e ad ampio spettro, ma  il mirino è stato  puntato anzitutto sulla scuola. E su quella italiana in particolare, che avrebbe potuto essere dura a morire.

L’Italia  politicamente disgregata e soggetta storicamente a poteri stranieri, ha sempre trovato il proprio punto di forza in una insuperata e insuperabile ricchezza culturale che ne ha disegnato la fisionomia nazionale,   come ebbe a scrivere Giacomo Biffi, uno degli ultimi, forse l’ultimo grande grande uomo di Chiesa capace di vedere con lucidità anche le cose del mondo. Abbiamo potuto essere depredati dagli eserciti napoleonici e dai collezionisti inglesi, avere le abbazie e i centri storici spianati dai liberatori alleati, e mantenere quella identità culturale irripetibile, in cui si è radicata  anche una  antica capacità di resistere alla desolazione e alla miseria, come  agli oltraggi di invasori abituali. Negli anni sessanta, il governo americano volle studiare il fenomeno per cui un paese povero e distrutto avesse potuto risorgere tanto brillantemente dalle proprie ceneri e mandò i suoi osservatori a studiare la faccenda. Questi conclusero che era stata la saldezza del sistema scolastico a dare tenuta al tutto fornendo anche una classe dirigente ancora capace di governare. Sul sistema di istruzione pubblica l’Italia aveva potuto fondare la propria recente unità  e ora quella di ricostruirsi e preparare un futuro per le nuove generazioni.

Ecco però che  i democratici  ministri della istruzione repubblicana ed europeista, visto che Gentile era stato assassinato dopo aver creato un sistema scolastico oculato e funzionante, hanno pensato, magari anche a scopo scaramantico,  che tutto quel lavoro  andasse demolito e si sono messi alacremente all’opera, in gara fra loro perché vincesse il  peggiore, da D’Onofrio a Moratti e agli altri  di cui è bello tacere. Così è andata avanti la demolizione della scuola di ogni ordine e grado, mentre particolare attenzione è stata spesa nel progressivo affossamento degli studi umanistici. Di riforma in riforma si è arrivati a deprimere il sistema  dalle basi fino ad ottenere una Università in massima parte adibita oggi alla compulsiva produzione di analfabeti di livello superiore.

Ma al disegno  europeista  non bastava ricreare una scuola priva dello obiettivo di una vera formazione culturale: bisognava farne anche un “laboratorio” di snaturamento etico sociale. L’europeo medio va depresso culturalmente perché non ceda alla tentazione di pensare e diventare scomodo per la dittatura mascherata da democrazia, ma bisogna anche snaturarne la sensibilità etica e la dirittura morale.

A questo scopo è tornata utilissima anche la trovata di un manipolo di pervertiti d’oltreoceano con aspirazioni  scientifiche, che mezzo secolo fa, per  vedere realizzate impunemente e su larga scala le proprie insane  fantasie, ha creato l’identità di genere. Il genere, è una idea mobile che nasce per staccare  il sesso dalla natura ma anche dai ruoli sociali ad esso collegati, quindi a giustificare ed incrementare l’omosessualità e a screditare i ruoli femminili universalmente riconosciuti. L’idea, una volta guadagnato l’interesse accademico, viene adottata dagli organismi internazionali che la mettono al servizio della propria opera di decostruzione etica globale.  Per questo, con la prospettiva gender l’indifferentismo morale e sessuale deve essere imposta a tutti, a partire dalla  scuola  dove si hanno in ostaggio i figli degli altri e li si possono lavorare a dovere.

Su questo sfondo, quale specialista della materia, e sua convinta missionaria, qualche tempo fa balza improvvisamente alla ribalta Valeria Fedeli, donna di pensiero e con la stoffa del comando, i cui studi modesti le impediscono un uso  appropriato delle parole, ma non le hanno impedito  di diventare sindacalista di professione, e neppure vice presidente del senato.

La signora del sindacato, che non per nulla si qualifica  in pubblico come legislatore, elabora un disegno di legge che manda in visibilio la casta pederastica e quella contigua del femminismo lesbico. Il programma normativo prevede che a scuola si “estirpino” dalle teste dei figli degli altri le malsane idee che essi possano avere ancora ricavato dalla propria personale esperienza di vita famigliare. Anzitutto bisogna insegnare alle  femmine di stare  alla larga dal modello materno, di evitare di procreare, specialmente se con metodi naturali, e  di dedicarsi ad accudire ed educare la prole (il marito divenuto per nemesi storica uomo oggetto secondo la mistica emancipatoria di Donna Moderna, non va accudito da un pezzo anche perché, si sa, ormai  conta come il quattro a tresette). Invece soprattutto ai maschi, in base alla libertà di orientamento sessuale, viene riservata  la facoltà di cambiare sesso quando vorranno, e a spese della Sanità pubblica; una volta  “estirpati gli stereotipi di genere” si procederà ad “instillare” nelle giovani menti questa nuova categoria dello spirito, il genere come libertà e come privilegio.

“Estirpare” e “instillare”, sono verbi inquietanti che alla persone normali incutono timore. Richiamano l’idea di una violenza manifesta o subdolamente perpetrata da chi con prepotenza e arbitrio è in una posizione di forza rispetto a chi quella violenza subisce. Eppure questi verbi, senza destare scandalo, vengono incastonati dalla nostra legislatrice in un testo che dovrebbe diventare legge dello Stato. Segno che l’arroganza non ha più neppure bisogno di nascondersi sotto un falso pudore. Del resto la signora del sindacato ha troppa famigliarità con l’arroganza del potere per cedere a remore di ordine lessicale. E mette a frutto i propri talenti, oltreché i propri studi. Prima ancora dei fasti cirinniaci, riesce ad inserire il proprio progetto “educativo” nella scuola renziana per renderla ancora più Bella. Non che sia facile per l’ignaro elettore cogliere a prima vista come il Disegno Fedeli sia stato assorbito dalla legge 107 dove il suo succo va scoperto attraverso il gioco dei rinvii alla famosa legge su femminicidio, a sua volta applicazione della Convenzione di Istanbul, in base alla quale la leggendaria sottomissione della donna musulmana  viene   assunta a paradigma della condizione femminile in generale, che ovunque sarebbe contrassegnata da violenza e discriminazione, e ancorata ai famigerati  stereotipi.  Su violenza, discriminazione e stereotipi, il piagnisteo femminista crea  una immensa minoranza oppressa in ragione del proprio genere.La Fedeli assume come missione il riscatto di questa come di quell’altra moltitudine oppressa in ragione del proprio “orientamento sessuale”, e vuole procedere con la bonifica dei cervelli degli scolari. Il piano Fedeli deve essere realizzato attuando la legge sulla scuola, ma  la gente se ne deve accorgere  soltanto quando i danni saranno irreversibili. Infatti bisogna continuare a giocare su tavoli diversi con le due facce del gender. Quando diventa imbarazzante ammettere che ai bimbi si vuole insegnare il bello di scegliere il proprio sesso in base alla libertà di “orientamento sessuale” di cui siamo dotati, basterà spostare l’attenzione sul sacrosanto proposito di difendere il genere femminile da violenza, discriminazione, e stereotipi. Infatti nessuno ha più il coraggio di negare che ci sia la “violenza di genere”, la “discriminazione di genere”, lo “stereotipo di genere”, E tutti finiranno prima o poi per ammettere che è doveroso educare gli scolari a  combattere questa santa battaglia.

A questo proposito è utile ricordare la esilarante commedia per idioti con cui, a ridosso della entrata in vigore della legge 107, quando qualcuno ha cominciato a sospettare l’esistenza di un disegno devastante, la  ministra Giannini ha tranquillizzato tutti proclamando che nessuno porterà il gender nella scuola per il semplice fatto che quella  presunta teoria non esiste. Le farà eco la diocesi di Padova confermando che di genere c’è solo quello cattolico: la Giannini conferma la conferma della diocesi. La farsa continua finché la Fedeli, in un incontro pubblico organizzato dai piazzisti della Buona Scuola per fugare i sospetti sulle intenzioni governative, e sui contenuti reali della legge, ammette soddisfatta che ritirerà il proprio Disegno di legge perché Renzi ne ha già fatto graziosamente un pilastro della Buona Scuola.

Tuttavia il diavolo fa le pentole ma non i coperchi e la sicumera gioca  brutti scherzi anche al sindacalista scafato. Ecco che nostra signora dei sindacati, dopo avere negato che sia intenzione della Buona scuola incrementare la scelta e la “cultura” omosessista, quando qualcuno le chiede se ritiene normale che  leggi come quella sulla scuola siano state scritte dalle 29 associazioni LGBT che occupano l’anticamera del presidente del Consiglio, risponde un po’ interdetta che no, in realtà non sono 29 ma 25, e che comunque non si vede di cosa ci si possa lamentare oggi se “sono già dieci anni che facciamo  esperimenti sui bambini”. Il talento della diplomata in servizi sociale emerge dunque con prepotenza. Tuttavia la sicurezza che volge in sicumera, può riservare ancora qualche sorpresa. La signora dei sindacati pensa di tagliare la testa al toro citando a mente  la Costituzione che un anno fa, ai tempi di questo incontro, era ancora la più bella del mondo. Così dice con disinvoltura  che l’articolo 3  assicura  il principio di non discriminazione per motivi di razza, sesso, opinioni politiche e “orientamento sessuale”. Ma come tutti sanno quest’ultimo nel testo dell’articolo 3  proprio non compare, anche perché una simile idiozia non sarebbe venuta mai in mente neppure ai padri costituenti di antica fede bolscevica. Lapsus freudiano, espediente di strategia comunicativa, o mera ignoranza? Difficile azzardare una risposta. Ma la ultima possibilità  ha buone ragioni di essere quella giusta.

Ora alla signora dei sindacati, esperta di servizi sociali, già vicepresidente del senato, e quindi sfuggita per caso alle discriminazioni di genere insieme a tante altre vestali sue compagne, votate a custodire i progressivi valori tutelati dall’Unione Europea, è stato affidato il ministero della Pubblica Istruzione, Università e ricerca. E a chi  le contesta una certa inadeguatezza culturale, risponde che rimarrà comunque ad assolvere l’alto compito affidatole  per senso del dovere, rispetto verso le istituzioni, sensibilità politica, e perché “ognuno ha il proprio punto di vista e io ho il proprio”.  Ora, non preoccupa più tanto il problema del deficit letterario. Del resto già adesso la Boldrini fa il presidente della Camera e Angelino Alfano il Ministro degli esteri. Quello che un po’ dà da pensare è la convinzione, da parte della Fedeli, della  moralità della propria inadeguatezza. Cioè le manchi quel naturale senso del pudore che impediva anche a Cicciolina di andare nuda per strada. Mancanza che condivide con la signorina dell’Etruria. L’Unione Europea può dormire sonni tranquilli quasi al pari del popolo italico. Per  non dire quanto siano al sicuro la cultura e la morale.  Ma per fortuna Gentiloni c’è.

11 commenti su “La spudoratezza democratica ovvero il “Genere ministeriale” – di Patrizia Fermani”

  1. La strega diplomata ha detto: “sono già dieci anni che facciamo esperimenti sui bambini”?!
    E’ lei che dovrebbe essere condannata ed “estirpata” sul posto!!!

  2. Silvia Elena Masetti

    Dal primo giorno che Berlusconi lasciò, si assiste al film ” Il Padrino”, in cui diverse famiglie mafiose litigano per trovare la miglior maniera di sfruttare ognuno la sua “zona”.
    Li unisce solo un accordo tacito, cioè come spogliare i “deboli” ed anche la lotta nella scelta, di chi dovrà, cambiato mano mano il governo non eletto, questo è il quarto, ripartire i soldi. Niente di nuovo. Però stavolta , visto nessuno sa giocare bene a scacchi come Putin, e nemmeno conoscono la Storia, la battaglia finale è fra Religioni, il sionismo diviso in due: da un lato c’è il sionismo puritano, dall’altro il sionismo cattolico-protestante, il primo vorrebbe un mondo ebreo senza la razza bianca, e adopera l’immigrazione, mentre altri vorrebbero la supremazia bianca e la fine degli ebrei. Torre, Re, Regina, Cavallo, non cadono, è l’Alfiere minacciato.

  3. Questa specie di governo d’Italia ottiene la fiducia al Parlamento e, al di là di qualche articolo di giornale, non accade niente, nessuna manifestazione di piazza, nessun corteo, nessun girotondo appare all’orizzonte. Dopo il sussulto referendario sembra che il popolo si sia assopito. Eppure nella Società esistono parecchie Persone con la testa a posto, capaci, con una eccellente dose di cultura, non compromesse col sistema, ci sarà qualcuno in grado di saperle aggregare per avere finalmente una alternativa all’attuale marcio sistema o dovremmo rassegnarci a precipitare nell’abisso?
    francesco

  4. È davvero inquietante constatare come già le facce palesano qualcosa di malvagio. Quella della Cirinnà ne è un esempio straordinario, come quella della Fedeli.

  5. Il degrado fisico, morale e politico italiano è sotto gli occhi di tutti. Probabilmente la nomina della Fedeli aggiunge un qualcosa in più a questa situazione, in peius naturalmente ma, sicuramente non può esserne considerata responsabile, come i vari soggetti che a vario titolo occupano i posti di vertice politico, sociali e ( perchè no?) anche ecclesiastici i quali, pur ereditando una situazione volgente al basso su di un piano inclinato e molto difficile da riequilibrare, ne sono diventati corresponsabili per inerzia, viltà, incapacità etc.

    E la situazione è tanto più grave in tutti i campi e a tutti i livelli, perchè non si vedono sbocchi ed anzi si dice, ad ogni cambio di governo, che si è toccato il fondo, per poi ritrovarci in una situazione peggiore. Ma dopo la Fedeli che ha mentito sulla laurea e che non ha neanche i 5 anni di scuola superiore, cosa ci potrà capitare di peggio come Ministro della P. I.? Chissà!

  6. Come lavoratore della scuola speravo che almeno nominassero Pera ministro dell’istruzione dato che l’avevano indicato fra i papabili!

  7. Perchè dobbiamo continuare a pagare le tasse ad uno Stato che ha al suo interno persone che il popolo italiano non ha votato e non vorrebbe nemmeno avere come vicini di casa? Se il goberno è illegale, perchè imposto come dittatura, non siamo obbligati all’obbedienza e al sostentamento di questi. C’è nessuno tra i politici di opposizione che ha intenzioni serie al riguardo? O dobbiamo sorbirci altri disastrosi anni di dittatura liberale?

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