Immigrazione di massa: un’invasione pianificata dal nuovo ordine mondiale (ultima puntata) – di MDG

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Conclusione

 

                          “Dì la verità, anche se conduce alla morte”

                  Antico motto della Cavalleria

 

Le istituzioni europee – della CEE prima, dell’Unione Europea poi –   hanno concordato con l’Arabia saudita, e sotto la supervisione dei potentati mondialisti americani, l’immigrazione in Europa di milioni di islamici. Ultimamente, contano di ripetere l’operazione con gli africani.

Hanno consapevolmente sparso  nella nostra società  semi di potenziali conflitti civili  ( se non di guerre civili vere e proprie) tanto probabili da apparire, in prospettiva, certi.

Tutto questo  avviene  perché,  fin dall’inizio del processo di unificazione politica europea, all’indomani della fine del secondo conflitto, qualcuno aveva  stabilito che la “vecchia” Europa dovesse essere smantellata per far posto alla “nuova” .

Simbolo e realtà del progetto di distruzione della civiltà cristiana europea  è il più volte  citato Bilderberg Group, creato nel 1954.

La CEE, Comunità economica Europea, primo nucleo dell’Europa unita, è nata tre anni dopo, il  tempo necessario perché il Bilderberg predisponesse uomini e mezzi per  orientare la vita del Continente verso gli obiettivi della massoneria euro-americana.

I personaggi più significativi, nel dopoguerra, nel processo di unificazione economica e politica dell’Europa, erano  tutti massoni: il francese  Jean Monnet, il  belga Paul Henry Spaak, (113), il polacco  Joseph Retinger,  (114), amico e collaboratore di Kalergi,  membro della segreteria generale del “Movimento Europeo” creato il 24 ottobre 1948.

Quest’ultimo, in particolare, riassume in sé le caratteristiche della nuova Europa: democratica in superficie, massonica in profondità.

E’ illuminante, in tal senso una circolare del “Bollettino del Centro di Cultura Europea” creato a seguito di una Risoluzione del “Congresso dell’Europa”, tenutosi  all’Aja dal 7 al 10 maggio 1948.

Il Bollettino, con riferimento a Joseph Retinger, scrive: (115)

“ Senza di lui la Lega europea di cooperazione economica, il Movimento Europeo e il nostro Centro di cultura europeo non avrebbe mai visto la luce. Il Congresso dell’Europa all’Aja fu opera sua e il Consiglio d’Europa ne fu la conseguenza. Più recentemente fu lui che ha concepìto e animato  il Bilderberg Group”

In realtà l’artefice del  Bilderberg è stato  David Rockefeller, come è noto. Joseph Retinger non era  più di un suo “uomo di paglia”..

La moderna Europa unita nasce quindi non solo all’ombra della massoneria, ma della massoneria peggiore, quella che ruota intorno ai potentati finanziari che hanno fondato il Sistema all’inizio del secolo scorso e che oggi governano la finanza occidentale.

L’Unione Europea, governata silenziosamente dal Bilderberg Group e della Trilateral Commission,  sta consapevolmente conducendo  i popoli europei verso un declino senza ritorno, fino alla dissoluzione nel pastone razziale e multiculturale che il Sistema ha in serbo per l’Europa sin dai tempi di Kalergi.

In questo,  giova ripeterlo, con il prezioso aiuto dei progressisti di ogni tipo e misura. Non si commetta l’errore, a questo proposito, di credere che il favore da sempre accordato dalla sinistra all’immigrazione, sia legato a motivi tattici e meramente politici, secondo l’idea corrente che un futuro diritto di voto agli immigrati, porterebbe questi ultimi a votare per  forze politiche a loro da sempre favorevoli.

Neppure si creda che la passione per l’immigrazione  sia legata ai profitti che essa porta a tutte le organizzazioni, una più umanitaria dell’altra, che forniscono loro assistenza. La posta in gioco è ben altra.

Siamo di fronte al fantasma del 68 che ritorna  con il suo odio ubriaco per la grandezza e la bellezza della civiltà cristiana.

Buona allieva del 68, l’odierna sinistra “liberal”, nostrana e d’oltreoceano, è impegnata  nel favorire la costruzione di una società multirazziale e multiculturale in Europa per il solo fatto che questo ucciderebbe la civiltà europea. Finché non si comprenderà che tale è l’intento dei progressisti, non si comprenderà mai che essi sono  la peggior feccia che la storia abbia mai visto. Appassionati di aborto, moschee e omosessualità, essi odiano l’Europa per il solo fatto che  non possono convivere con la sua grandezza: hanno la necessità che l’Europa si abbassi fino a loro.

Chi, come i progressisti, promuove l’iniziazione alla masturbazione e all’erotismo sin dalle scuole materne (116) come da raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dell’Unesco (lo sapevate?) non può vivere nell’Europa delle cattedrali, può  vivere solo nell’Europa del gay pride.

Altro pensiero non hanno, i progressisti figli del 68, se non la distruzione della società nata dalle istituzioni cristiane,  perché è questa, per loro, l’unica strada per esprimere  la subcultura alla quale appartengono.

Un pensiero che marchia anche coloro, tra i progressisti, che nell’immaginario collettivo sono conosciuti come galantuomini.

Galantuomini come Stefano Rodotà, che in occasione del dibattito sulla Costituzione Europea,  scriveva: (117)

«Un demos, un popolo europeo non esiste ancora, ma non si può aspettare che esso nasca per fare passi decisivi verso una vera costituzione europea (…) Attraverso i diritti si pongono le premesse per la Costituzione di uno spazio pubblico europeo e si creano, quindi, le condizioni per la nascita di quel demos».

«Perché non valorizzare il fatto che, salvo limitate eccezioni, i diritti della Carta prescindono dalla cittadinanza nazionale, e parificano così europei e stranieri, immigrati legali e clandestini?»

Tutti concordi: perché un nuovo ordine mondiale possa sorgere, la civiltà  europea deve scomparire.

 

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Quanto segue costituisce davvero la  “Conclusione” del nostro dossier.

Vent’anni fa è stato pubblicato un documento, da un‘Agenzia delle Nazioni Unite, che costituisce una sostanziale ammissione di responsabilità, da parte del Sistema “liberal” che in questo caso parla per bocca dell’ONU (suo santuario),  in ordine al progetto da noi denunciato di una “sostituzione di popoli” in Europa.

La Divisione Popolazione del Dipartimento degli Affari Economici e Sociali (DESA)  ha pubblicato nel 2000 il rapporto: “ Migrazione sostitutiva: è una soluzione al declino e all’invecchiamento della popolazione?” (Replacement Migration: Is it a Solution to Declining and Ageing Populations?”) Nel testo, con  “Migrazione sostitutiva” si intende “…la migrazione internazionale di cui un paese avrebbe bisogno per prevenire il declino e l’invecchiamento della popolazione a causa dei bassi tassi di fertilità e mortalità.” (…international migration that a country would need to prevent population decline and population ageing resulting from low fertility and mortality rates.)

Ebbene, la stessa ONU che ha ininterrottamente pianificato nel mondo i “bassi tassi di fertilità” che essa denuncia, attraverso l’aborto e la contraccezione di massa, presenta il rimedio a questo stato di cose: riempire i vuoti demografici della razza bianca europea con arabi, africani ed asiatici. La conclusione dell’ONU, nel testo: Il declino della popolazione è inevitabile in assenza di una migrazione sostitutiva. (Population decline is inevitable in the absence of replacement migration.

Un documento che, da solo, spiega le inspiegabili – a prima vista- omissioni, da parte delle istituzioni democratiche internazionali, nel porre rimedio al fenomeno delle migrazioni di massa.

In poche righe è infatti certificato l’auspicio, da pare dell’ONU, che la civiltà bianca cristiana europea sia sostituita da una società meticcia,  evidentemente più governabile, in un nuovo ordine del mondo.

I passi sopra citati  sono evidenziati in grassetto nel testo di riferimento che segue, da noi tradotto. Per il testo  del Rapporto  ONU in lingua originale, forniamo alla fine il riferimento in rete.

NUOVO RAPPORTO SULLA MIGRAZIONE SOSTITUTIVA PUBBLICATO DALLA DIVISIONE DELLA POPOLAZIONE DELL’ONU
17 marzo 2000.

NEW YORK, 17 marzo (DESA) — La Divisione Popolazione del Dipartimento degli Affari Economici e Sociali (DESA) ha pubblicato un nuovo rapporto intitolato “Migrazione sostitutiva: è una soluzione al declino e all’invecchiamento della popolazione?” La migrazione sostitutiva si riferisce alla migrazione internazionale di cui un paese avrebbe bisogno per prevenire il declino e l’invecchiamento della popolazione a causa dei bassi tassi di fertilità e mortalità.

Le proiezioni delle Nazioni Unite indicano che, tra il 1995 e il 2050, la popolazione del Giappone e di quasi tutti i paesi europei probabilmente diminuirà. In un certo numero di casi, tra cui l’Estonia, la Bulgaria e l’Italia, i paesi perderebbero tra un quarto e un terzo della loro popolazione. L’invecchiamento della popolazione sarà pervasivo, portando l’età media della popolazione a livelli storicamente elevati senza precedenti. In Italia, ad esempio, l’età media passerà da 41 anni nel 2000 a 53 anni nel 2050. Il rapporto di sostegno potenziale – cioè il numero di persone in età lavorativa (15-64 anni) per persona anziana – sarà spesso dimezzato, da 4 o 5 a 2 anni.

Focalizzando l’attenzione su queste due tendenze impressionanti e critiche, la relazione esamina in dettaglio il caso di otto paesi a bassa fertilità (Francia, Germania, Italia, Giappone, Repubblica di Corea, Federazione Russa, Regno Unito e Stati Uniti) e di due regioni (Europa e Unione Europea). In ogni caso, vengono presi in considerazione scenari alternativi per il periodo 1995-2050, evidenziando l’impatto che i vari livelli di immigrazione avrebbero sulle dimensioni e sull’invecchiamento della popolazione.
Tra le principali conclusioni di questa relazione:
Nei prossimi 50 anni, si prevede che le popolazioni dei paesi più sviluppati diventeranno sempre più piccole e più vecchie a causa della bassa fertilità e della maggiore longevità. Al contrario, si prevede che la popolazione degli Stati Uniti aumenterà di quasi un quarto. Tra i paesi studiati nel rapporto, l’Italia dovrebbe registrare il maggior calo demografico in termini relativi, perdendo il 28 per cento della sua popolazione tra il 1995 e il 2050, secondo le proiezioni delle Nazioni Unite sulle varianti medie. La popolazione dell’Unione Europea, che nel 1995 era maggiore di quella degli Stati Uniti di 105 milioni, nel 2050, diventerà inferiore di 18 milioni.

Il declino della popolazione è inevitabile in assenza di una migrazione sostitutiva. La fertilità potrebbe rimbalzare nei prossimi decenni, ma pochi ritengono che nella maggior parte dei paesi si riprenderà a sufficienza per raggiungere un livello di sostituzione nel prossimo futuro.

 

Comunicato stampa DEV/2234 POP/735

17 marzo 2000.

 

Una certa immigrazione è necessaria per prevenire il declino demografico in tutti i paesi e le regioni esaminate nel rapporto. Tuttavia, il livello di immigrazione in relazione all’esperienza passata varia notevolmente. Per l’Unione europea, il mantenimento dei livelli di immigrazione osservati negli anni ’90 sarebbe all’incirca sufficiente ad evitare il calo della popolazione totale, mentre per l’Europa nel suo complesso, l’immigrazione dovrebbe raddoppiare. La Repubblica di Corea avrebbe bisogno di un afflusso netto di migranti relativamente modesto – un cambiamento importante, tuttavia, per un paese che finora è stato un mittente netto. L’Italia e il Giappone dovrebbero registrare un notevole aumento dell’immigrazione netta. Al contrario, la Francia, il Regno Unito e gli Stati Uniti sarebbero in grado di mantenere la loro popolazione totale con un numero di immigrati inferiore a quello osservato negli ultimi anni.
Il numero di immigrati necessari per prevenire il declino della popolazione totale è notevolmente maggiore di quanto previsto dalle proiezioni delle Nazioni Unite. L’unica eccezione sono gli Stati Uniti.

Il numero di immigrati necessari per prevenire il declino della popolazione in età lavorativa è maggiore di quelli necessari per prevenire il declino della popolazione totale. In alcuni casi, come la Repubblica di Corea, la Francia, il Regno Unito o gli Stati Uniti, sono molto più grandi. Se tali flussi dovessero verificarsi, gli immigrati post-1995 e i loro discendenti rappresenterebbero nel 2050 una quota straordinariamente elevata della popolazione totale – tra il 30 e il 39 per cento nel  caso di  Giappone, Germania e Italia.

Relativamente alle dimensioni della loro popolazione, l’Italia e la Germania avrebbero bisogno del maggior numero di migranti per mantenere la dimensione della loro popolazione in età lavorativa. L’Italia avrebbe bisogno di 6.500 migranti per milione di abitanti all’anno e la Germania, 6.000. Gli Stati Uniti richiederebbero il minor numero di migranti: 1.300 migranti per milione di abitanti all’anno.

I livelli di migrazione necessari per prevenire l’invecchiamento della popolazione sono di gran lunga superiori ai flussi migratori necessari per prevenire il declino demografico. Il mantenimento dei potenziali rapporti di sostegno comporterebbe in tutti i casi volumi di immigrazione del tutto in contrasto con l’esperienza passata e le ragionevoli aspettative.

In assenza di immigrazione, i potenziali indici di sostegno potrebbero essere mantenuti ai livelli attuali aumentando il limite superiore della popolazione in età lavorativa a circa 75 anni.
Le nuove sfide del declino e dell’invecchiamento della popolazione richiederanno un riesame globale di molte delle politiche e dei programmi esistenti, con una prospettiva a lungo termine. Le questioni critiche che devono essere affrontate comprendono: (a) l’età adeguata per il pensionamento; (b) i livelli, i tipi e la natura delle prestazioni pensionistiche e sanitarie per gli anziani; (c) la partecipazione della forza lavoro; (d) gli importi valutati dei contributi dei lavoratori e dei datori di lavoro a sostegno delle prestazioni pensionistiche e sanitarie per la popolazione anziana; e (e) le politiche e i programmi relativi alla migrazione internazionale,

Il rapporto è disponibile sul sito Internet della Divisione della popolazione(http://www.un.org/esa/population/unpop.htm). Ulteriori informazioni possono essere ottenute presso l’ufficio di Joseph Chamie, Direttore, Divisione Popolazione, Nazioni Unite, New York, NY, 10017, USA; tel. 1-212-963-3179; fax 1-212-963-2147.

 


113) Cfr. Epiphanius “ Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia”, Editrice “Ichthys”, Albano Laziale –Roma 2002, pp.428-429.

114) Ibid., p.427

115) Id.

116) Riportiamo integralmente l’articolo di “Libero” (“Libero.it” ,  4 novembre 2013 ,articolo di Gianluca Veneziani ) che ne dava notizia (grassetti nostri):

“D’ora in avanti la masturbazione sarà promossa in tutte le scuole materne ed elementari d’Europa come forma di educazione sessuale.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), di comune accordo con l’agenzia governativa tedesca per l’Educazione sanitaria, sta infatti diffondendo presso tutti i ministeri della Salute e dell’Istruzione d’Europa un documento, chiamato «Standard di Educazione Sessuale in Europa», che invita a una maturazione della consapevolezza sessuale già nei primissimi anni di età, attraverso una conoscenza del proprio corpo e un’esplorazione delle relazioni sessuali – sia eterosessuali  sia omosessuali- – infantili. Il testo, redatto da diciannove esperti, è rivolto a «responsabili delle politiche, autorità scolastiche e sanitarie».(…)

Nelle 83 pagine del documento vengono definite le varie fasce d’età e, per ciascuna, stabiliti gli obiettivi da raggiungere e i relativi compiti dell’insegnante. Ai bimbi dagli 0 ai 4 anni, si legge, «gli educatori dovranno trasmettere informazioni su masturbazione infantile precoce e scoperta del corpo e dei genitali, mettendoli in grado di esprimere i propri bisogni e desideri.. Dai 4 ai 6 anni i bambini dovranno invece essere istruiti «sull’amore e le relazioni con persone dello stesso sesso», «parlando di argomenti inerenti la sessualità con competenza comunicativa». 

La vera crescita avverrà coi bimbi tra i 6 e i 9 anni, cui i maestri terranno lezioni su «cambiamenti del corpo, mestruazioni ed eiaculazione», facendo conoscere loro «i diversi metodi contraccettivi». Su questo aspetto i bambini tra 9 e 12 anni dovranno già avere ampia competenza, diventando esperti nel «loro utilizzo». (…)  Ecco il decisivo balzo in avanti: nella fascia puberale tra i 12 e i 15 anni (…), secondo l’Oms, i ragazzi dovranno essere informati sulla possibilità di «gravidanze anche in relazioni omosessuali» (…)

 

117) Stefano Rodotà, “La Carta come atto politico e documento giuridico”, in A. Manzella – P. Melograni – E. Paciotti  – S. Rodotà, “Riscrivere i diritti in Europa. La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea”, Editore “ Il Mulino”, Bologna 2001, pp. 57-90, citazioni a pp. 67 e 76.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

6 commenti su “Immigrazione di massa: un’invasione pianificata dal nuovo ordine mondiale (ultima puntata) – di MDG”

  1. Ua politica di sostegno alla natalità a favore delle popolazioni autoctone europee non si può fare: è fascismo; Incrementare e favorire la sostituzione del patrimonio umano autenticamente europeo, con quello di provenienza barbara, è invece da criminali patentati, che vogliono farsi passare per illuminati. E noi ci lasciamo fare: una riivoluzione per qualche decimo d’aumento della benzina, sì, ma niente contro il rapido inesorabile annientamento come popolo. Sarà che a impresa completata, cesseranno anche le rivolte, e tutti zitti i nuovi arrivati come schiavi? Dopo toccherà a questi. La pacchia finirà anche per loro…

    1. Ieri sera vergognoso siparietto su Sky, con servizio tendenzioso dall’Ungheria dove Orban dà (molti) soldi a chi fa figli UNGHERESI. Tutto il testo sottotraccia era: questi sono FASCISTI. L’Europa, se non vuole morire, deve sperare in dieci, cento Orban.

  2. Forse sono i conati di vomito che mi impediscono di comprendere: ma questa della “possibilità di gravidanze anche in relazioni omosessuali” mi rimanda davvero oscura.

  3. E’ la verità che forse riassume il significato di tutte e dieci le puntate, meritoriamente pubblicate da Riscossa Cristiana: inutile tentare di spiegare quanto accade con il calcolo dei voti che verranno dagli immigrati o il guadagno di chi sfrutta economicamente la loro presenza. Una spiegazione di tal genere è chiaramente superficiale, banale, carente. Solo un odio folle (“ubriaco”) e totale per noi stessi e ciò che nel mondo noi rappresentiamo (leggi: la civiltà cristiana) è in grado di dare conto di questa nostra irrefrenabile corsa verso l’autodistruzione.

  4. Bellissimo lavoro di informazione in tutte le sue dieci puntate. Ringrazio. E’ una questione di salvezza della Chiesa, del nostro popolo, della civiltà stessa.
    Possiamo sapere chi è MDG?

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