A San Donato in Poggio i funerali di Antonio Bagni  –  di Pucci Cipriani

di Pucci Cipriani

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“…Fecisti nos ad Te et inquietum est cor nostrum donec requiescat in Te” (Sant’Agostino)

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fn1Venerdì 28 agosto, a San Donato in Poggio (FI), c’erano oltre mille persone ai funerali del quarantacinquenne Antonio Bagni, morto nello stesso giorno del compleanno del figlio maggiore, il nostro Gabriele (19 anni) che così su facebook ha annunziato la morte del suo papà : “Nel giorno in cui sono venuto al mondo, te ne sei andato. Andato non come un uomo normale, ma da uomo cristiano… sarai per me un esempio sempre. Che gli angeli ti accolgano in paradiso”

Sì, Antonio – già paracadutista della Folgore, giocatore di calcio nel San Donato, nella Virtus di Poggibonsi, nella Colligiana, nel Grassina etc, esempio ai giovani come atleta e sportivo, “bruscellante”, membro della pro loco, animatore di ogni iniziativa paesana – se n’è andato, lottando per oltre un anno contro un male inesorabile, ed accettando cristianamente anche “sorella morte” come ha ricordato, tra le lacrime dei presenti, il parroco Don Luca Zanaga, che ha officiato la S. Messa di Requiem nel rito romano antico:

“Soltanto poche parole che, oltre tutto il rito romano, che invita al raccoglimento, alla meditazione, alla preghiera, nemmeno prevede… due parole per dire a tutti – ed è una cosa che capita poche volte di vedere… anche a me, che sono sacerdote, è capitato raramente – come muore un cristiano. Antonio era una persona mansueta come ci raccomandano le Beatitudini evangeliche,una persona che sapeva mettersi in ascolto, sopportare… come ha sopportato senza un lamento le sofferenze in tutti questi mesi… domenica era voluto venire in chiesa, alla S.Messa, e comunicarsi… lo aveva accompagnato Gabriele, in macchina, per fare pochi metri… ormai non ce la faceva più. L’ho visto per l’ultima volta mercoledì a mezzogiorno (lui è morto alle cinque), all’ospedale di Poggibonsi dove era stato ricoverato per un improvviso peggioramento, si è confessato e ha voluto fare la S. Comunione… per comunicarsi ha dovuto togliersi la mascherina che gli serviva per respirare… poi mi ha detto: “Don Luca io sono pronto”… Ecco così muore un cristiano: nella Fede e con la Speranza, dopo aver vissuto nella Carità… anche se, come noi tutti, poveri peccatori, anche Antonio avrà bisogno delle nostre preci… e io vi invito a pregare per l’anima di Antonio…”

Del resto anche Gabriele, prima dell’inizio del rito, aveva esortato i molti presenti che, non potendo entrare tutti in chiesa, si accalcavano sotto il porticato dell’Oratorio di Pietracupa – lì, Antonio, aveva voluto essere “esposto”, in quell’Oratorio, a tre passi da casa, dove era stato battezzato e dove si era sposato – a seguire il rito della Santa Messa di sempre e di tutti, il rito romano antico, cantato in gregoriano, in silenzio, raccoglimento e preghiera, per rispetto del defunto e dei suoi familiari: il padre Giuseppe e la madre Ida, la moglie Ilaria,  i figli Gabriele, Francesca e Giuditta, l’ultima, di otto mesi.

Al termine della Santa Messa – moltissime le persone che hanno ricevuto la S. Comunione in ginocchio e in bocca – anche Gabriele ha voluto seguire il suo parroco, il prof. don Luca Zanaga, che, insieme agli altri sacerdoti, presenti “in nigro” alla celebrazione – Don Isio Cecchini, don Mario Cardoso, don Hernan Garcia Pardo, il parroco di Sambuca don Attilo, don Luigi di Castel San Gimignano e il Diacono don Roberto Donati – ha intonato il “Libera me Domine…” e quindi, mentre la salma usciva di chiesa, portata a spalla da parenti e amici, in un lunghissimo, interminabile corteo funebre, fino al cimitero, quello stesso coro, in cui primeggiava la bella voce stentorea di Gabriele, ha intonato : “in paradisum deducant te angeli…”

Nel piccolo e raccolto cimitero di San Donato in Poggio bruciava il sole mattutino, mentre le centinaia di persone avevano seguito il commovente rito della S. Messa e il mesto corteo funebre in silenzio, in pieno raccoglimento – non un applauso, simbolo dell’attuale imbarbarimento – e quella enorme folla – composta da parenti e amici di Antonio, dal “vivaio giovanile” delle squadre calcistiche del Chianti, dai “bruscellanti”, dai confratelli delle varie compagnie di San Donato in Poggio (Gabriele è il sapiente cerimoniere di don Luca Zanaga), dagli amici della Comunione Tradizionale e di Riscossa Cristiana  – ha risposto, mentre veniva coperta con la “nuda terra” la cassa, all’ultima benedizione e all’ultima preghiera di don Luca:

De profudis clamavi ad te, Domine : Domine exaudi vocem meam.

Fiant aures intendentes in vocem deprecationis meae.

Si iniquitates observaveris, Domine, Domine qui sustinebit?

Quia apud Te propitiatio est, et propter legem tuam sustinui te, Domine.

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Già, se Tu, o Signore guarderai alle nostre colpe chi resisterà… ma Tu o Signore, sei clemente e io ho confidato in Te:

Sustinuit anima mea in verbo eius, speravi anima mea in Domino.

A custodia matutina usque ad noctem speret Israel in Domino.

Quia apud Dominum misericordia, et copiosa apud eum est redemptio.

Et ipse redimet Israel ex omnibus iniquitatibus eius.

……………………………………………………………………………………………………

Grande è la misericordia del Signore… e, per la sua misericordia, saranno redenti i figli di Israele… quelli che confidano nel Signore.

Sciama la folla, ma molti si raccolgono intorno all’amato parroco di San Donato, pieno di sollecitudine pastorale, e lo ringraziano: “grazie don Luca, ci ha fatto assaporare, con questa Messa, un po’ di cielo…”

E poi a stringere la mano a Gabriele, questo ragazzo sempre in prima fila, con straordinaria generosità, in tutte le battaglie che, in abito scuro, con il groppo alla gola, saluta e ricambia gli abbracci dei tanti amici che gli vogliono bene. E anch’io sono costretto, non lo nego, ad ingoiare qualche lacrima nel vedere don Luca e Gabriele, due persone per le quali ho affetto paterno e fraterno, che mi riportano un po’ indietro nel tempo… a quel tre dicembre 2014 quando, con grande carità cristiana, corsero a Borgo San Lorenzo, perché li avevo chiamati, perché anche la mia mamma avesse il conforto della S. Messa di sempre.

Furono aggrediti, in sagrestia, prima del sacro rito, in maniera bestiale dal prete – imam di Borgo San Lorenzo don Maurizio Tagliaferri, l’allievo di don Lelio Cantini e della “veggente” Rosanna Severi che, pur aveva dato il permesso di celebrare la Messa che infatti si celebrò, ma che “perse la testa”, preso dal “Demone Meridiano” dell’invidia e dall’odio per la Tradizione…

“Lasci perdere… anzi, mandi un’offerta per la chiesa e lo ringrazi lo stesso per l’ospitalità… non si faccia prendere anche Lei dall’ideologia…” E feci come loro mi avevano detto.

E, anche in questa occasione, i due amici, insieme a Guido Scatizzi, mi dettero una lezione di carità cristiana e di stile.

Per questo, da due giorni, ho “piantato la tenda” a San Donato per essere vicino a Gabriele, questo eccezionale “vandeano”, e, parafrasando Giovannino Guareschi, mi vien di dirgli: Coraggio Gabriele, “nel nostro cielo di uomini all’antica, non navigano sputnik e missili, ma le ombre dei nostri Morti… si parla tanto di dialogo tra chi sta sulle opposte sponde. Queste anime che noi ricordiamo stanno sulla sponda della morte e parlano a noi che stiamo sulla sponda della vita. Ascoltiamo ciò che ci domandano e il nostro cuore troverà la giusta risposta.”

Sì, Gabriele, mettiamoci in ascolto, e stasera sentiremo la voce del tuo babbo che ci parlerà di perdono, di amore, di “mansuetudine”… e noi ci commuoveremo e staremo ad ascoltarlo.

Continuiamo la nostra battaglia per la Verità, ma cerchiamo di bandire l’dio e l’orgoglio dai nostri cuori perché per tutti verrà quell’ora fatale; e allora cerchiamo di esser sempre pronti – come il tuo papà – a quel passo e pascolianamente diciamo:

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…buoni veda (noi) dormir nei lini

placidi e bianchi, quando non intesa,

quando non vista, sopra (noi) si chini

la Morte con la sua lampada accesa.

(clicca sulle fotografie per ingrandirle)

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8 commenti su “A San Donato in Poggio i funerali di Antonio Bagni  –  di Pucci Cipriani”

  1. Roberto Incagli

    Condoglianze a Gabriele e ai suoi familiari…abbiamo pregato per Antonio e con quella Messa abbiamo davvero avuto un “assaggio” di cielo. Grazie a quel parroco che tutti vorremmo avere.

  2. MOLTO COMMOVENTE questa lettura.
    Sono certissima che Antonio farà poco o punto purgatorio (stasera pregherò
    per lui), perché era un santo: lo dimostra la educazione di Gabriele, lo dimostrano
    la sua forza e il suo coraggio nella malattia e nella morte.
    Gentile Pucci Cipriani, sono certa che si rende conto di avere avuto un dono
    bellissimo dal Signore: conoscere persone molto molto rare!!!

  3. Ho partecipato alle esequie del babbo di Gabriele e durante lo svolgimento del sacro rito ho potuto riflettere, fra l’altro, sulla bellezza della vera liturgia cattolica, lontana anni luce dai riti promiscui e scomposti a cui in altre circostanze capita di assistere, dove si cerca di soffocare la disperazione con gli applausi anziché guardare in faccia la realtà della vita dell’uomo, segnata dalla morte ma illuminata da Cristo unica speranza.
    Nella forma straordinaria del rito latino ho visto il commiato commosso ed austero, l’abbraccio ad un tempo materno e virile, con il quale la Chiesa cattolica affida alla misericordia del Redentore crocifisso e risorto la creatura che muore.
    Procuriamo senza timore di disporre affinché anche alla nostra morte sia questa la liturgia che vogliamo celebrata e adesso frequentiamo la Santa Messa nella forma straordinaria del rito latino, la Messa di San Gregorio Magno, di San Francesco d’Assisi, di San Giovanni Bosco, di San Pio X, veramente la Messa di sempre.

  4. Tutto ha un inizio nel cammino della fede e così che ho avuto l’onore di conoscere Antonio con il camminare in accoglienza soave che solo il figlio di Dio dona a coloro che lo cercano. Siamo stati in ascolto e ci siamo sentiti Amati. Questo è la risposta, Si Gesù Ameremo il nostro prossimo come tu ci hai insegnato ed Ameremo Dio con tutto il nostro cuore e con tutta la nostra forza e nella mente, implorero’ la tua presenza nella nostra vita. Io sono così. Ma Antonio è stato ed è forza che io minimamente immagino di avere. Ma siamo stati Amici, questo mi basta per ricordarmi di te nelle preghiere. So che tu pregherai per tutti noi, che siamo in terra, a imitare quello che hai fatto con noi ( andando avanti con le preghiere). Ci incontreremo amico mio Antonio Bagni.

  5. Sono una nonna….. ti ho conosciuto nel 1989…. eri giovanissimo, ma già la tua dolcezza e la tua forza d’animo mi davano forza, coraggio e speranza…..ti voglio bene! Sei stato un genitore meraviglioso e quando ti guardavo speravo che anche mio figlio un giorno si sarebbe convertito…….pensando a te ancora spero, perché so che in cielo pregherai per tutti noi!!!!! Grazie Antonio, spero di incontrarti un giorno quando Dio vorrà.

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