Affidamento di una minore di tre anni ad una coppia convivente di uomini omosessuali – comunicato stampa dei Giuristi per la Vita

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COMUNICATO STAMPA 19-2013

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I Giuristi per la Vita contestano fermamente, sotto il profilo giuridico e morale, l’inaudito provvedimento adottato dal Tribunale per i minorenni di Bologna, presieduto dal Dott. Giuseppe Spadaro, con il quale è stato disposto l’affidamento di una minore di tre anni ad una coppia convivente di uomini omosessuali.

Il Tribunale per i minorenni di Bologna ha commesso un gravissimo errore nel considerare tale anomala coppia quale «ambiente familiare idoneo» ai sensi dell’art. 2, primo comma, della Legge 4 maggio 1983, n. 184, in grado di assicurare al minore affidato «il mantenimento, l’educazione, l’istruzione e le relazioni affettive di cui egli ha bisogno».

Il Tribunale per i minorenni di Bologna non ha considerato che l’ammissione dell’affidamento all’interno di una coppia di uomini omosessuali significa privare deliberatamente il minore dell’esperienza della maternità, ed introdurlo in un ambiente sociale che, proprio per l’assenza della bipolarità sessuale, non favorisce il suo pieno sviluppo umano.

Il Tribunale per i minorenni di Bologna ha palesemente violato il principio, riconosciuto anche dalla Convenzione dell’ONU sui diritti del fanciullo, secondo il quale l’interesse superiore da tutelare, in tema di affido, è in ogni caso quello del bambino, la parte più debole e indifesa. Quel documento internazionale proclama, infatti, che «in tutte le decisioni relative ai fanciulli, di competenza sia delle istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, dei tribunali, delle autorità amministrative o degli organi legislativi, l’interesse superiore del fanciullo deve avere una considerazione preminente» (art.3). Quello stesso documento, inoltre, riconosce «il diritto di ogni fanciullo ad un livello di vita sufficiente per consentire il suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale» (art. 27). E ancora quel documento sancisce che l’educazione del fanciullo deve avere come finalità quella di «di favorire lo sviluppo della sua personalità nonché lo sviluppo delle sue facoltà e delle sue attitudini mentali e fisiche, in tutta la loro potenzialità» (art.29).

Il Tribunale per i minorenni di Bologna, disponendo l’affidamento di una bambina di tre anni a una coppia di omosessuali, sembra aver ceduto, purtroppo, all’insensata arroganza di quanti pretendono oggi di sovvertire ogni criterio di giudizio e di valore, e il discernimento stesso della realtà delle cose. Spiace che ciò sia accaduto attraverso il sacrificio di un soggetto inerme, che lo stesso Tribunale avrebbe avuto il compito di difendere e tutelare dallo strapotere di adulti senza scrupoli.

I Giuristi per la Vita richiamano l’attenzione delle istituzioni e di ogni uomo di buona volontà sul sovvertimento della ratio della legge e dei criteri fondamentali di retta ragione che, sempre, dovrebbero sostanziarla, e si riservano di valutare eventuali iniziative in sede giudiziaria per contrastare ed opporsi al citato provvedimento del Tribunale per i minorenni di Bologna.

IL PRESIDENTE

Avv. Gianfranco Amato

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per scaricare il comunicato stampa in formato pdf, CLICCA QUI

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vedi anche l’articolo “Una discesa nell’orrore per una bimba di tre anni…”

2 commenti su “Affidamento di una minore di tre anni ad una coppia convivente di uomini omosessuali – comunicato stampa dei Giuristi per la Vita”

  1. grazie Signor Avvocato, e grazie Giuristi per la Vita, parlate piu chiaro e forte perfino di chi ha in custodia la sorte delle nostre anime.

  2. Mi associo all’appello in toto, alla lettera. Auspico che la testimonianza non resti isolata, se ancora resta vivo in coloro che si professano cristiani un barlume di senso etico e religioso. “Duc in altum” esorto’ il Beato Giovanni Paolo II, non e’ piu’ possibile opporre la semplice indifferenza alla deriva umana e civile ormai dilagante. Occorre contrastare in tutte le sedi istituzionali il provvedimento giudiziario adottato nei confronti della minore, vittima indifesa. Alla competente Autorita’ Ecclesiastica e’ demandato il compito di vigilare sulla rispondenza delle dichiarazioni rilasciate all’Ansa dal Vescovo Vicario della Diocesi in questione al Magistero della Chiesa Cattolica.

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