“FUORI MODA”. La posta di Alessandro Gnocchi – rubrica del martedì

Insegnamento della religione cattolica. Per come viene svolto, forse è meglio uscire un’ora prima… e i pochi insegnanti che cercano di farlo sul serio finiscono “sotto inchiesta”.

 

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Ogni martedì Alessandro Gnocchi risponde alle lettere degli amici lettori. Tutti potranno partecipare indirizzando le loro lettere a info@riscossacristiana.it , con oggetto: “la posta di Alessandro Gnocchi”. Chiediamo ai nostri amici lettere brevi, su argomenti che naturalmente siano di comune interesse. Ogni martedì sarà scelta una lettera per una risposta per esteso ed eventualmente si daranno ad altre lettere risposte brevi. Si cercherà, nei limiti del possibile, di dare risposte a tutti.

Il successo di questa rubrica è testimoniato dal numero crescente di lettere che arrivano in redazione. A questo proposito preghiamo gli amici lettori di contenere i propri testi entro un massimo di 800 – 1.000 battute. In tal modo sarà più facile rispondere a più lettere nella stessa settimana. Ringraziamo tutti per la gentile attenzione e collaborazione.

PD 

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martedì 9 dicembre 2014

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Sono pervenute in Redazione:

 

 

Gentile Dott. Gnocchi,

recentemente ho avuto occasione di parlare con una diciassettenne iscritta al quarto anno di un noto liceo classico statale fiorentino, nella cui classe, su un totale di 24 alunni, (…) seguono l’ora di religione solo in cinque (…). Fra l’altro la ragazza mi ha spiegato che, nonostante il professore sia un sacerdote, nel corso delle lezioni non hanno mai parlato di religione, bensì solo di argomenti scelti a piacere dai ragazzi, riguardanti l’attualità e la società. Non hanno né un programma né un libro di testo, e una volta il professore ha giustificato questa scelta “didattica” dicendo che, se avesse proposto un programma attinente alla materia, nessuno avrebbe aderito all’ora di religione. (…) Non solo questi ragazzi non conosceranno la religione cristiana, che, indipendentemente dalla fede personale, è alla base della nostra cultura, ma addirittura vengono lasciati liberi, in modo gravemente diseducativo, di astenersi dalla responsabilità laica del confronto e del dialogo, oggi tanto pomposamente osannato. Com’è possibile che questo avvenga? Quali possono essere le sorti future dell’insegnamento della religione nelle scuole pubbliche se questo è il trend attuale? (…) E nemmeno le scuole paritarie cattoliche danno garanzie: mio fratello minore, che frequentava un liceo scientifico paritario, aveva per professore di religione un soggetto che propose ai ragazzi, quando venne fuori quella bella novità, di compilare il testamento biologico! (…)

La ringrazio per l’attenzione, un cordiale saluto,

Daria Ballerini

 

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zrbrpsGentilissima Daria,

tra le varie domande che pone, prenderei in esame quella in cui si chiede: “Quali possono essere le sorti future dell’insegnamento della religione nelle scuole pubbliche se questo è il trend attuale?”.

Cara Daria, le sorti future dell’insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica, alla quale aggiungerei tranquillamente anche quella privata, possono venire così riassunte: insegnanti che non insegnano ciò che dovrebbero insegnare e studenti con non hanno alcun interesse a imparare ciò che non dovrebbero imparare.

Salvo lodevoli eccezioni, la gran massa delle ore di religione “cattolica” sono fatte di tutto tranne che di qualcosa che sia anche vagamente cattolico. E, allora, perché gli studenti ci dovrebbero andare? Se, nell’ora di matematica non si insegnasse matematica o nell’ora di latino non si insegnasse latino, penso proprio che le aule si svuoterebbero nel giro di una settimana. Perché non deve essere così anche per l’ora di religione “cattolica”?

Piuttosto che i ragazzi, come lei stessa testimonia, imparino dal professore di religione a stilare il testamento biologico è meglio che escano un’ora prima. Stia ben certa che quello del testamento biologico è solo il timido prodromo di peggiori sviluppi. Come si fa sempre più spesso nelle aule di catechismo, anche in classe si arriverà a trasformare l’ora di religione cattolica in ora educazione all’affettività e, da questa porta spalancata, entrerà tutto quanto di più deviato ha a che fare con la sessualità.

Cara Daria, non so quanto sia stupita dal fatto che, nella scuola di cui lei scrive, “nonostante il professore sia un sacerdote, nel corso delle lezioni non hanno mai parlato di religione, bensì solo di argomenti scelti a piacere dai ragazzi, riguardanti l’attualità e la società”. Se, normalmente, oggi i sacerdoti non lo fanno in chiesa, non si vede perché dovrebbero farlo a scuola.

Ma questo, per quanto grave e tragico, è il risvolto meno inquietante del fenomeno. Perché, dopo averne constatata l’estensione ormai generalizzata, bisogna porsi la domanda delle domande: se, durante l’ora di religione cattolica, non viene insegnata la religione cattolica, che cosa si insegna? Ebbene cara Daria, bisogna avere il coraggio di dare la risposta delle risposte: si insegna una religione “non cattolica”, vale a dire un’altra religione.

Le ragioni sono le più disparate: dal timore, come nel caso da lei riportato, di perdere anche i pochi affezionati clienti, fino alla convinzione che ormai la religione cattolica è superata. In tutti i casi, si tratta del solito, avvilente inchino al mondo che, nelle intenzioni, nelle modalità e nei risultati ricorda tanto quello della nave Concordia davanti all’Isola del Giglio.

Forse è meglio uscire un’ora prima.

Alessandro Gnocchi

Sia lodato Gesù Cristo

 .

Caro dott. Gnocchi,

sono costernato, profondamente deluso e scandalizzato dopo aver letta la notizia che il prof di religione dell’istituto superiore Cardano di Milano è stato sospeso dalla Curia, addirittura gli è stata revocata l’idoneità all’insegnamento della religione cattolica per mancanza dei requisiti minimi (che assurdità), nella fattispecie per il venire meno della necessaria “abilità pedagogica”, ai sensi del canone 804 comma 2 del Codice di diritto canonico (così come riporta la Repubblica.it del 28/11). E tutto questo perché? Semplicemente perché ha mostrato in classe un video documentario su un aborto chirurgico, l’ormai famoso “Urlo silenzioso”, nel tentativo di spiegare alle studentesse di 16 anni come si fa un’interruzione di gravidanza, e convincerle a non farlo. Sono sconvolto dalla decisione della Curia (…). E poi ho un’altra domanda da porle: se questo insegnante non ha i requisiti minimi, chi è che li possiede, secondo la Curia milanese? Forse chi insegna l’ideologia del gender? O chi insegna che tutte le religioni sono buone? (…)

Grazie per l’attenzione,

Riccardo D’Antonio

 .

zzcnfsnCaro D’Antonio,

torno volentieri sul caso da lei citato e lo faccio per più di un motivo. Primo tra tutti, che molti lettori hanno scritto dicendo quanto dice lei.

Poi, perché fa da contrappunto a quanto segnalato nella lettera della signora Daria mostrando che qualche insegnante di religione cattolica che sia cattolico esiste ancora e a quale prezzo faccia il suo mestiere.

Infine perché mi preme mostrare la beata ingenuità di coloro che si affrettano a specificare che la Curia di Milano ha “soltanto” avviato un procedimento per verificare a norma di diritto canonico l’idoneità dell’insegnante in questione senza averlo ancora sanzionato.

Forse costoro non si rendono conto della mostruosità che avallano, tanto più se sperano in una decisione magnanima che scagioni il malcapitato professore.

Qui ci troviamo davanti a una diocesi, una di quelle che purtroppo fanno scuola, che apre un procedimento per stabilire se un insegnamento palesemente cattolico sia effettivamente cattolico. Il che conduce a concludere che la diocesi in questione manifesti un preoccupante deficit in questioni dottrinali.

Si dirà che vengono messe sotto accusa le modalità utilizzate dall’insegnate, considerate traumatiche. Ma anche questo è tristemente ridicolo se si pensa a cosa sono abituati a sentire, vedere e pensare i ragazzi del giorno d’oggi. Si tratta di una striminzita fogliolina di fico che non riesce a mascherare il tremore di certi pastori davanti ai lupi. A meno che il loro pensiero non coincida o sia in qualche modo collaterale a quello dei lupi stessi.

E ora, secondo alcune anime candide, si dovrebbe sperare che il professore venga assolto. Assolto da che cosa? Da manifesta cattolicità? Ma, per il solo fatto che il procedimento sia stato aperto, risulta evidente che la manifesta cattolicità, come minimo, per certi pastori risulta imbarazzante.

Alessandro Gnocchi

Sia lodato Gesù Cristo

18 commenti su ““FUORI MODA”. La posta di Alessandro Gnocchi – rubrica del martedì”

  1. Dott. Prof. G. Gervasi

    La situazione é analoga in diversi paesi dell’Europa occidentale. Alcune conferenze episcopali contemplano addirittura la possibilità di sostituire l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole con dei corsi interreligiosi o con l’insegnamento dei “valori”. I giovani cattolici che escono dalla scuola dopo anni di insegnamento di religione cattolica non superano il livello dell’analfabetismo religioso. Se a ciò si aggiunge che anche nelle prediche domenicali gli argomenti teologici non vengono trattati sistematicamente ed ad un certo livello di approfondimento, perché molti sacerdoti trovano difficoltoso il preparare bene una predica e preferiscono risolvere il problema dell’omelia domenicale con dei moralismi psicologizzanti a buon mercato, non é da meravigliarsi che
    “il popolo (analfabeta) di Dio” non capisca piú niente delle verità cattoliche fondamentali. Questi mali hanno cause del tutto evidenti, che non abbisognano di studi approfonditi per essere individuate e curate.

  2. c’è del metodo in questa follia clericale. Chi avversa il Cristianesimo è incoraggiato, chi è Cattolico viene punito. C’è altro da aggiungere?

  3. Il professore in questione ha specificato in un’intervista che aveva avvertito gli alunni di quello che avrebbe mostrato e che loro erano d’accordo, quindi l’accusa alle modalità utilizzate dall’insegnate, considerate traumatiche, è un fogliolina di fico talmente striminzita da non essere visibile neppure al microscopio elettronico!
    La mia conclusione è la stessa di Gnocchi: la diocesi in questione manifesta un preoccupante deficit in questioni dottrinali (la pavidità non basta a spiegare quello che è successo, qui si vuole proprio essere LUPI a tutti i costi e con quale coraggio si potrebbe anche solo pensare che i “lupi” siano di sana dottrina? Chinque sia di sana dottrina non riuscirebbe a comportarsi da lupo, per nessun motivo, neppure se ciò gli fosse ordinato da un superiore)!

  4. Encomiabili le lettere, encomiabili le risposte, tutte accorate, pregne di dolore, amarezza, delusione, rassegnazione, scoramento, solitudine… Tutte denunciano la difficoltà, il disagio di vivere, di testimoniare la fede, di essere di Cristo oggi. Satana si è insinuato nel mondo, sembra avviato ad impadronirsi del mondo, tanti uomini Chiesa sembrano vacillare.. ci sentiamo traditi, abbandonati. desolati. Tutti lamentiamo la mancanza di una luce, di una traccia, di una parola, di una guida sicura .. Sono tutte vicende, situazioni che il popolo cristiano ha sempre vissuto, dalle origini, periodicamente. Il Cristiano è sempre stato messo alla prova, perseguitato, condannato come il Suo Fondatore. Basta compiangerci, fratelli, urgono preghiera, coraggio e azione, scrolliamoci di dosso questa abulia, usciamo dal segreto, facciamo sentire forte la nostra voce, fiduciosi nella Sua Promessa, il Signore ci donerà di incontrare un nuovo Battista, un nuovo Paolo e di nuovo Pietro.

  5. Oltre a far sentire a questo coraggioso professore il sostegno fraterno e orante dei veri cattolici non sarebbe anche il caso di ipotizzare un aiuto concreto verso una persona che ha perso il lavoro a causa della propria fede?

    1. Ciò che Lei ha proposto è la cosa più saggia da farsi, ed oltre ad aiutare una persona meritevole e ingiustamente punita, dimostrerebbe che i cattolici, quelli veri, non hanno paura di prendere di petto il mondo e le gerarchie che ammiccano ad esso: se li immagina gli “strilli” della stampa laicista e di molti pastori modernisti quando si diffonderà la notizia che colui che si è opposto all’aborto in modo così deciso è stato addirittura premiato?
      Credo inotre che molti pro-life farebbero a gara a chi offre di più: finora la società è abituata alla persecuzione degli anti-abortisti, sarebbe fantastico riuscire a creare un precedente unico e inaspettato, tutti coloro che rischiano di perdere il posto di lavoro (insegnanti, medici, farmacisti, infermieri) per opporsi all’aborto (chimico o chirurgico) o all’ideologia gender, verrebbero incoraggiati a non mollare!

      1. Gent. Sig. Diego , sono assolutamente d’accordo con Lei : premiando la Resistenza attiva si otterrebbero piu’ risultati . Il Mondo , sicuro e tronfio della sua facile vittoria contro il grande ed unico vero nemico di sempre , subirebbe uno shock tremendo , capendo che quello che riteneva un mite agnello rassegnato al sacrificio puo’ trasformarsi in animali che hanno ben altri mezzi per passare alla controffensiva . Gli indecisi e gli impauriti si farebbero coraggio sapendo di non perdere i mezzi di sussistenza e non si ritrarrebbero di fronte al pensiero di dare testimonianza . Inoltre , ‘ last but not least ‘ , i vescovi e le curie resi pavidi dal terrore capirebbero finalmente quale opinione il popolo cattolico ha di loro , e la notizia si spargerebbe , tramite Internet , alla velocita’ della luce . Ho molte altre idee in serbo , ma le vedremo piu’ avanti ….una fondazione in stile americano , per cominciare , non sarebbe male…

  6. luciano pranzetti

    Caro Gnocchi: io ho inviato una aperta e severa lettera all’arcivescovo sottolineando la pavidità di cui ha dato prova in questa circostanza e rappresentandogli il pesante giudizio di Dio pendente sulla sua coscienza. Speravo che il tono, lo stile e il contenuto della mia, che il monito di Gesù “Chi si vergognerà di me davanti agli uomini, anche io mi vergognerò di lui davanti a Padre mio”, potessero provocare una risposta. Niente: muro di gomma! Continua la genìa dei cardinali alla Martini. . .

    1. Una gran brutta genia, caro Pranzetti, brutta davvero. Un piccolo dettaglio: ma con quale faccia vengono a chiederci offerte, questi pavidi pastori? con quale faccia chiedono il nostro sostegno, anche solo morale? e la nostra collaborazione alle tante loro iniziative (peraltro tutte oltremodo moderniste)? mi viene una rabbia, a leggere certe cose (come la mancanza di educazione ed oestà nel non rispondere che ha chi li incensa, o si dimostra prono a questo mondo perverso). Certo, io non i giudico e non li condanno, ma prego il Signore che li tenga lontani da me, non sono sicuro se saprei controllarmi, avendoli davanti. Già adesso, non appena vedo che parlano di Bergoglio, in TV, cambio subito canale. Che il signore ci aiuti e la Vergine ci protegga, caro Luciano. Buon Ntale.

  7. luciano pranzetti

    Carissimo Pascaliano: il Signore che nasce, rechi a tutti noi suoi fedeli, e anche a coloro che quotidianamente lo tradiscono, il dono della sapienza e dell’umiltà. A te e ai tuoi cari l’augurio mio sincero, fraterno di un Santo Natele foriero di serenità e di fede.

  8. I genitori devono insegnare loro stessi la religione cattolica ai figli. Mandare i figli a questi professori per un cattolico è inammissibile. Ho visto il programma di una collega intitolato Insegnamento della Religione Cattolica ma all’interna era tutto fuori che cattolicesimo anzi era contro la chiesa cattolica. In ogni caso temo non ci siano molti genitori cui interessa insegnare la religione ai figli. Troppo impegnati in carriera e procurare beni materiali. I genitori che ci tengono trovano sempre la soluzione con l’istruzione a casa. Oramai non si può più mandare i figli nemmeno alle scuole ad “indirizzo cattolico”. Solo i più coraggiosi cattolici che si organizzeranno con la “scuola parentale” potrà salvare i figli dalla dittatura oramai in atto in tutto l’occidente opulente e senza Dio con la scuola il luogo d’eccellenza per inculcare le virtù del laicismo e della nuova religione del umanitarismo.

  9. Caro Dani, caro Alessio, caro Fabio,
    Questa iniziativa deve assolutamente partire, non possiamo lasciarci sfuggire l’occasione di ricavare buoni frutti da un cattivo comportamento di una Curia ma, posto che sarei felice di donare la mia parte, devo ammettere che non ho le competenze per organizzare il tutto, non saprei neppure da dove cominciare!
    Se qualcuno di voi (o qualche altro lettore del sito) ha delle idee concrete su COME fare, le esponga pure…dal basso della mia incompetenza in materia posso solo suggerire che forse sarebbe il caso che se ne occupasse un’associazione già esistente (sarebbe forse troppo lungo crearne una per lo scopo): io propongo l’Associazione Lepanto (se ciò dovesse essere per lei oneroso, potrà trattenere la giusta percentuale sulle donazioni)!
    Il suo Presidente è il Prof. Roberto de Mattei ma credo che l’ottimo Direttore di Riscossa Cristiana possa già dirci se la mia proposta è fattibile o utopistica.

    1. Caro Diego , personalmente , essendo stato impiegato di banca , ritengo che un conto corrente ( bancario o postale , ma ormai sono piu’ o meno la stessa cosa ) sarebbe dal lato pratico una valida soluzione per cio’ che riguarda la gestione degli introiti . L’ esperienza del conto per la famiglia Palmaro mi sembra abbia funzionato. Piu’ arduo e’ determinare come verificare i singoli casi , quanto erogare e sopprattutto decidere chi e in base a quali leggi debba prendere le decisioni . Suppongo una commissione , ma come composta e se vincolata a normative specifiche , non so . Ritengo che qualcuno del gruppo ‘ Lepanto – C.R .- Riscossa cristiana ‘ o qualche gruppo pro – life abbia il know – how di base per casi simili . Partiamo con il sentire un’ opinione del Dr. Deotto o del Dr. De Mattei ?

      1. Sono d’accordo per la donazione immediata. Si potrebbe anche fare un fondo per aiutare casi analoghi, ma più di tutto sarebbe utile dare a questo insegnante un posto di lavoro in qualche istituto privato disposto a metterci la faccia. A tal fine perché non creare una rete? Lepanto, Riscossa e relativi lettori lo sono già.

  10. Normanno Malaguti

    Se a tante brave persone corrispondessero tanti buoni parroci, saremmo già sulla via buona per riprendere il primo dovere di un cristiano: trasmettere la fede.
    propongo un sondaggio fra vari parroci non infettati di viltà-apostasiaca, che soffrano anch’essi di questa situazione e proporre loro di tenere dei corsi non di generica dottrina ma di religione secondo i canoni del catechismo classico di San Pio X o per i più ‘fondati’ del Catechismo Tridentino, poi raccogliere gruppi di genitori per sostenere l’iniziativa di educare bimbi che divengano cattolici con tanto di spina dorsale e di buone spalle atte a portare con fierezza la Croce.
    Pregando e provando, Dio non farà mancare il Suo aiuto onnipotente.
    Io lo credo.

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