“Amiamo l’Europa!… Ma detestiamo l’Unione Europea”. Qua la mano Nigel Farage

Così recita un vecchio adagio britannico: “Nebbia sulla Manica, il continente è isolato”. I parlamentari britannici se ne sono andati da Bruxelles al suono delle cornamuse. Non staremo a ricordare che hanno potuto farla finita con questo elefante impazzito, che ingombra sempre di più i salotti degli europei soffocandoli, non perché gli spiccia casa, ma per aver messo a frutto a una politica lungimirante intrapresa a suo tempo dalla figlia del droghiere, Margaret Thatcher. Molti si ricorderanno il famoso “I want my money back!” (Voglio indietro i miei soldi!) della Lady di ferro, ma l’autore attuale della storica ribellione agli eurocrati è senza dubbio Nigel Farage, fondatore dello UKIP e del BREXIT Party, il cui ultimo discorso al Parlamento della nuova Babele, non può che essere condivisibile da tutti coloro che amano ancora la decenza umana in politica quanto in salotto.

“Grazie mille. Così è fatta. Il capitolo finale, la fine della strada. Un esperimento politico durato 47 anni di cui francamente i Britannici non sono mai stati contenti. I miei genitori aderirono a un mercato comune, non a una unione politica, non a bandiere, inni, presidenti. E adesso volete persino il vostro esercito!

Per me sono stati 27 anni di campagna e 27 anni di lavoro in questo Parlamento. Non sono particolarmente soddisfatto dell’accordo che firmeremo questa sera, ma Boris è stato particolarmente coraggioso negli ultimi mesi. E, signora Von der Leyen, ci ha promesso chiaramente che non ci sarà una situazione pari per tutti, e su questo punto gli auguro il massimo successo nelle prossime tornate negoziali, veramente!

Ma il punto più saliente è che oggi alle 11 di venerdì 31 gennaio del 2020 sarà il punto di non ritorno: una volta che ce ne saremo andati, non torneremo più sui nostri passi. Il resto sono dettagli. Una volta andati, saremo andati. E dovrebbe essere l’apice della mia ambizione politica personale. Ho lavorato qua, l’ho detto prima, e tutti lo avete trovato molto divertente, anche se avete smesso di ridere nel 2016, ma la mia visione dell’Europa è cambiata da quando sono arrivato qua. Nel 2005 ho visto la Costituzione scritta da Giscard (d’Estaing) e altri, l’ho vista bocciata dai Francesi in un referendum e poi l’ho vista bocciata dagli Olandesi in un referendum, e ho visto voi in queste istituzioni ignorarli! Riportarla nella forma del Trattato di Lisbona e vantarli di averla fatta passare senza referendum! Gli Irlandesi hanno detto NO a un referendum, ma sono stati costretti a rivotare. Siete molto bravi a far rivotare la gente, ma quello che vi stiamo dimostrando è che i Britannici sono molto grandi per essere presi in giro, grazie a Dio!”

Potrà non piacere quest’uomo che non si vergogna di citare il Padreterno in un’aula di Parlamento, potrà non piacere a quanti guardano con sospetto la perfida Albione, ma in ogni caso non dimentichiamo che parlò in difesa dell’Italia ai tempi del furto di sovranità del governo Monti, più e meglio dei parlamentari italiani, impegnati a non sapere più da che parte girarsi. Parlò in difesa della Grecia messa in ginocchio dalla Troika. E in ogni caso è molto meno simpatico dover rivotare una Costituzione cinque volte fino a quando il NO diventi SI per disperazione, come è stato imposto ai poveri Irlandesi. Dovrebbe bastare questo concetto per fare di ogni europeo un oppositore del Sistema di controllo EU.

“Così sono diventato un diretto oppositore di tutto il progetto europeo. Voglio che la BREXIT sia discussa in tutta l’Unione. Cosa vogliamo dall’Europa? Se vogliamo commercio, amicizia, collaborazione, reciprocità, non abbiamo bisogno di una Commissione Europea, non abbiamo bisogno della Corte Europea di Giustizia, non abbiamo bisogno di queste istituzioni e tutto questo potere.

Vi posso promettere che sia nell’UKIP che nel partito della BREXIT amiamo l’Europa!… Ma detestiamo l’Unione Europea! semplice! Io spero che questo sia l’inizio della fine di questo progetto. Non è un buon progetto, non solo non è democratico, ma è nemico e antidemocratico e mette in primo piano persone al potere senza rappresentatività, persone che non possono rappresentare gli elettori in una struttura inaccettabile! Ed è in atto una battaglia storica in Europa, in America e altrove: è il globalismo contro il populismo e magari disprezzate il populismo ma, ironia della sorte… sta diventando molto popolare! E presenta grossi vantaggi: basta con i contributi europei! Basta con la Corte di Giustizia! Basta con la politica comune della pesca! Basta col farci dire dall’alto in basso cosa dobbiamo fare! Basta con il bullismo! E basta con Guy Verhofstadt!

Lo so che vi mancheremo lo so che volete vietare le bandiere nazionali, ma ve le sventoliamo per dirvi “ciao ciao”!

e non vediamo l’ora, nel futuro, di lavorare con voi da sovrani…”.

Il discorso viene interrotto in modo violento.

Ecco la coda nazista, vera natura della favolosa eurodemocrazia. A questo punto è intervenuta, palesemente inacidita, la vice presidente dell’Eurocamera, Mairead McGuinness, chiedendo che le bandierine fossero ritirate: “Se disobbedisce alle regole, il suo microfono viene tagliato. Per favore rimuova le bandiere! On. Farage, può rimuovere le bandierine!”. Se disobbedisci alle regole ti tagliano, fossero anche gli ultimi trenta secondi di diritto di parola che ti restano nella vita. NIET! Via le bandierine! Una sola bandiera è ammessa, una sola visione del mondo, una sola democrazia: quella che vota per loro.

Noi li salutiamo con una certa invidia, non perché siano nostri fratelli o nostri vecchi commilitoni, o perché ci illudiamo che la libertà altrui sarà un bene per l’Italia. Non sarà un bene per l’Italia, finché l’Italia resterà nell’Unione. Li salutiamo perché hanno spezzato un tabù, che l’Europa sia il bene assoluto, e in quanto tale, un processo irreversibile. Costi quel che costi. Li salutiamo perché hanno mostrato, non a noi che ormai abbiamo fallito l’appuntamento con la storia, ma ai nostri figli che nessuno dei due assunti è vero.

Non dobbiamo collaborare con chi regge il proprio potere sulla menzogna. I nostri giornali si erano affrettati a informarci delle terribili conseguenze cui sarebbero andati incontro gli Inglesi, mancanza di cibo e medicinali, dipingendo un Regno Unito in preda al caos. Altre menzogne. Ricordiamo la lezione di un grande pensatore russo: “il prezzo della vigliaccheria è sempre e solo il male”. Lo stesso insegnante di quella “vita senza menzogna” – cui si ispira anche il nostro sito – Aleksandr Isaevič Solženicyn (1918 – 2008). Gli Inglesi sono sopravvissuti a Napoleone e a Hitler, ben supereranno una Von der Leyen.

Così come nessuna delle storiche grandi Unioni imposte con la forza della menzogna e dei poteri finanziari internazionali è mai stata un bene (Unione yankee Americana che portò alla guerra civile, Unione Sovietica russa, che portò alla guerra civile e molto altro) per i popoli ad essa assoggettati, se non si correrà ai ripari al più presto, anche questa Unione Europea porterà il suo tremendo carico di dolore.

Il tema dell’uscita dalla moneta unica (ITALEXIT) e dalle pastoie burocratiche della “Kommissione” deve essere prioritario in agenda. Se qualche parlamentare europeo avesse interesse a considerare seriamente la vicenda BREXIT e non solo a fare comparsate TV o spot esterofili perché ha un bel faccino telegenico, dovrebbe battersi per salvare l’identità dell’Italia e la libertà degli Italiani dalle soperchierie di questi misuratori di zucchine, di queste improvvisate nursery di vongole indifese e di questi allarmati foratori di cucine altrui, sconsiderati che i morti da fuga di metano sono una percentuale ridicola rispetto a quanti si sono tolti la vita a causa delle politiche di austerity imposte dall’alto.

Invece, pare non sia così, nessun italiano ha alzato la voce, ma, ben contento della presidenza di turno, collabora per migliorare le condizioni dall’interno, non rendendosi conto del proprio collaborazionismo. Come scriveva sempre Solženicyn nel 1983 in Non aspirate a una vita facile: “in ogni apparato c’è un numero sufficiente di persone pronte a mettersi al servizio della tirannia comunista. Perfino in Polonia, un paese legato da un forte spirito nazionalista e religioso, perfino lì si è trovato un numero sufficiente di carnefici e collaborazionisti“. Oggi il muro è crollato, ma i suoi zelanti costruttori si sono riciclati, non si chiama più Unione Sovietica, ma Unione Europea, non si chiamerà più comunismo, ma democrazia – o magari sardine. Se anche oggi non lo chiamano muro, ma ponte, la sostanza è la stessa.

Oggi come ieri molta gente è disposta a supportare un apparato di burocrati e finanzieri, eletto da nessuno, che non verrà giudicato da nessuno se non da Dio, e che sta silenziosamente fagocitando ogni libertà economica, politica e militare degli Stati e dei popoli che dovrebbe in teoria difendere. Se prima l’Occidente era persuaso che i popoli dell’Est comunista appartenessero ai propri governi, oggi si è lasciato convincere dalle quinte colonne giunte al potere con mezzi colpi di mano, come quello di Monti, che sia un fatto normale, di routine, l’appartenere de facto alla Banca Centrale Europea, alla Commissione Europea, per loro vivere e lavorare. Ciò che osservavamo nei paesi comunisti, mutatis mutandis, oggi sta prendendo corpo in tutta l’Europa “libera”. Perciò i primi a rendersi conto del pericolo mortale sono i paesi che si sono formati gli anticorpi tramite cinquant’anni di povertà, privazioni e sangue: Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria.

La tirannia trova ovunque gente disposta a servirla. Perciò, parafrasando il pensatore russo, è meglio combatterla adesso, finché abbiamo le mani libere.

5 commenti su ““Amiamo l’Europa!… Ma detestiamo l’Unione Europea”. Qua la mano Nigel Farage”

  1. L’ultimo discorso di Nigel Farage “non può che essere condivisibile da tutti coloro che amano ancora la DECENZA UMANA in politica”.

    Del tutto d’accordo! Grazie.

  2. Farage è giustamente critico verso l’Europa. Ma lo sarà davvero per i motivi giusti? I motivi giusti sono quelli additati dal citato Solzhenycin, i quali sono morali e non politico-economici. Bisogna dire che, vista da fuori, l’Inghilterra non appare affatto messa meglio di noi in quanto a dissoluzione in corso.

  3. stefano raimondo

    Ottimo articolo. Bene Thatcher. Bene Farage. Io sono tranquillo perché sono sicuro che l’Unione (Sovietica) Europea imploderà da sola.

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