Amor di Dio. Preti, parlatene qualche volta!  –  di Giovanni Lugaresi

di Giovanni Lugaresi

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zmmgrtGiovedì 9 giugno 2016, nelle pagine di provincia (Saonara) del Gazzettino, edizione di Padova, titolo a tutta pagina: “Il prete a messa: ‘Ospito 5 profughi’ ”. Bravo – vien da osservare: predica bene e razzola altrettanto bene…

Si scorre il testo e si leggono diversi virgolettati dai quali si apprende che la parrocchia in questione un anno fa (circa) ha ereditato un appartamento al secondo piano di una palazzina, eccetera eccetera. Si va avanti e sempre la dichiarazione del parroco annuncia che cinque persone, cinque somali, avranno un’opportunità di vita migliore, e via con la Caritas, la Cooperativa…

Non sappiamo se tra i virgolettati riportati il cronista abbia omesso un qualcosa che a noi sta particolarmente a cuore. E se lo ha omesso, il nostro discorso finisce qui.

Ma se invece, fra le varie espressioni, il sacerdote non ne ha pronunciata una (che ci sta a cuore), eccola.

Fra le tante ragioni, spiegazioni, eccetera eccetera, quel tale sacerdote non avrebbe potuto dire magari un grazie alla Provvidenza per l’eredità ricevuta e aggiungere che quello che si faceva per i cinque profughi somali lo si faceva “per amor di Dio”?

E’ qui che vogliamo arrivare, infatti.

Non si sente più alcuno (preti, frati), o lo si sente raramente ringraziare la Provvidenza e parlare di “amor di Dio”.

E, naturalmente, non esprimendosi in tal modo, non citando cioè “l’amor di Dio”, anche del “timor di Dio” si è persa traccia – e non sarebbe male invece qualche volta ricordarsene, perché se Dio è misericordia infinita, è del pari giustizia.

L’impressione di vecchi cattolici come noi è che non si parli più di compiere le buone azioni seguendo l’insegnamento evangelico, sì che pare di avere a che fare con un generico buonismo, filantropismo (magari di sapore massonico) che non occorre essere cattolici per esercitare.

Ama il prossimo tuo come te stesso – sta scritto. A volte è difficile amare perfino se stessi, figuriamoci il nostro prossimo!!!

Ma se io amo il mio prossimo, lo faccio… per amor di Dio, amor di Dio, amor di Dio!!!

Preti – ditelo qualche volta.

3 commenti su “Amor di Dio. Preti, parlatene qualche volta!  –  di Giovanni Lugaresi”

  1. Condivido pienamente l’osservazione. Il mancato riferimento all’ amore di Dio sottindende sempre: ho fatto il bene perchè sono buono io! (Bergoglio insegna….)

  2. Restando nell’ipotesi più amara della non omissione giornalistica bensì effettiva dimenticanza dell'”amor di Dio”, c’è anche un aspetto contingente e secondario -ma forse non troppo. Un tempo chi lasciava eredità alla Chiesa (quella con la C maiuscola) lo faceva generalmente, al di là delle sempre imperscrutabili disposizioni profonde del proprio cuore, perchè sapeva che ciò avrebbe in qualche modo aiutato altri ad avere più presente Nostro Signore Gesù Cristo. Era un modo, per chi donava in morte, di ringraziare Lui per essere stato presente a sè in vita. Chissà se in casi come questo un vero “amor di Dio” non espresso nei proclami parrocchiali c’è stato almeno nell’intenzione del defunto. Se no, si può nominare erede chiunque, restando una questione personale del defunto. Se sì, è molto peggio: triste, e anche un po’ irritante, che la chiesa (“c” minuscola) perda di vista non solo la propria missione, ma anche il rispetto della sacra e santa volontà di chi vi si affida e le affida qualcosa.

  3. E’ la Verità, i 2 comandamenti della Carita’ amerai il tuo Dio sopra ogni cosa, con tutte le tue forze, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, e con tutta la tua mente, e amerai il tuo prossimo come te stesso, ma sembrerebbe che nella Vita quotidiana, quando succedono come buone, nessuno, ma sopratutto le creature consacrate a Dio, che dovrebbe portare il buon esempio, non lo dice piu’ che e’ stata opera di Dio, sommo bene, infinitamente buono e perfetto, ed è per lui, che vengono le grazie e i tanti benefici che riceviamo, e secondo me, questo allontanamento da Dio, nostro creatore, da Gesu’ nostro redentore, e dallo Spirito Santo nostro Santificatore, incomincia dalla Santa Messa, da tutti i tabernacoli non piu’ al centro delle Chiese, a dare le spalle a Gesu’ Sacramentato, la comunione sulle mani, balli e canti nella liturgia, dissacrano la Trinita’ Divina, CON AMORE E TIMORE AMATE IL VOSTRO PADRE CELESTE
    Sia Lodato Gesu’ Cristo

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