I veri motivi della Riforma protestante (prima parte) – di Corrado Gnerre

Lunedì 31 ottobre Bergoglio si recherà a Lund, in Svezia, per partecipare a una cerimonia congiunta luterano-cattolica di commemorazione dei 500 anni della Riforma protestante. E’ utile quindi richiamare i veri motivi della rivolta religiosa di Lutero, e a tal fine riproponiamo ai lettori gli articoli di Corrado Gnerre, già pubblicati su Riscossa Cristiana. Pubblichiamo oggi il primo di questi tre articoli, pubblicato il 19 febbraio 2016 e nei prossimi giorni pubblicheremo gli altri due.

PD

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I veri motivi della Riforma protestante (prima parte)

di Corrado Gnerre

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zzzzltrCon il termine “Riforma” s’intende quella importante rivolta religiosa che diede vita al Protestantesimo. Rivolta che ebbe origine con Martin Lutero (1483-1546), il quale, nella notte del 31 ottobre del 1517, espose al pubblico 95 tesi con cui si scagliò contro la Chiesa cattolica.

Perché nacque la Riforma? Prima di tutto va negato ciò che solitamente si afferma e cioé che la Riforma sarebbe nata dalla cosiddetta “vendita delle indulgenze”. In quegli anni si costruiva la nuova Basilica di San Pietro e per finanziare i lavori si decise di raccogliere in tutta la cristianità offerte per lucrare indulgenze. In Germania l’operazione venne affidata ad un personaggio tutt’altro che edificante, Johan Tetzel. Ma attenzione: questo non fu il vero motivo della nascita della Riforma!

Un altro mito da sfatare è quello secondo cui Lutero avrebbe voluto solo “riformare” la Chiesa. Faccio un esempio per farmi capire. Se prendo un vaso prezioso molto impolverato, un conto sarebbe se mi limitassi a spolverarlo, facendolo tornare alla lucentezza originaria, altro se lo scagliassi a terra facendolo in mille pezzi e poi pretendessi di ricostruirlo a mio piacimento. “Riformare” significa tornare alla forma originaria (ri-formare); ebbene, Lutero non riformò ma distrusse tutto. Un solo esempio: su sette sacramenti ne conservò solo due: il Battesimo e l’Eucaristia (ma sarebbe meglio dire uno e mezzo, poi vedremo perché).

Torniamo alle indulgenze. Che la Chiesa del tempo non navigasse in buone acque, è vero. Era quello un periodo assai triste e non era raro trovare cardinali e prelati che preferissero la lettura di Orazio e Seneca piuttosto che delle Scritture. Ma Lutero era fin troppo intelligente per non poter capire che la possibile non santità degli uomini di Chiesa non compromette la santità della Chiesa stessa. Lo aveva capito san Francesco, certamente più sapiente di Lutero ma indubbiamente meno colto, figuriamoci se non lo poteva capire lui, il monaco che tradurrà l’intera Bibbia in tedesco moderno. Tanto lo poteva capire che quando nel 1510 andò a Roma, da novizio, non si scandalizzò affatto della corruzione nei sacri palazzi e concluse così come dovrebbe saper concludere ogni cristiano: un conto è la fallibilità degli uomini, altro la santità della Chiesa. Ma poi, dopo l’affissione delle 95 tesi, iniziò ad affermare che il Vescovo di Roma (cioè il Papa) era un “anticristo”, e ciò indipendentemente dal comportamento, degno o indegno che fosse. Insomma, è Lutero stesso a dirlo: non faccio quello che faccio perchè scandalizzato da monsignor Tizio o da monsignor Caio, ma perché la Chiesa così com’è non è la chiesa di Cristo. Scrisse a papa Leone X una lettera che accompagnava il suo trattato Sulla libertà religiosa: “Mi sono scagliato contro le dottrine empie, e ho severamente criticato i miei avversari, non a causa dei loro cattivi costumi, ma a causa della loro empietà.”

Per quanto invece riguarda il secondo mito (cioè che Lutero avrebbe voluto solo riformare la Chiesa), basti vedere ciò che fece il monaco tedesco. Abolì: il sacerdozio ministeriale, il primato di Pietro, il potere temporale. Affermò la salvezza solo attraverso la Fede, una giustificazione non reale ma apparente (la Grazia non rende veramente giusti ma spinge Dio a considerare giusto l’uomo quando invece non lo è davvero), la libera interpretazione delle Scritture. Negò l’esistenza del Purgatorio. Ridusse i sacramenti da sette a due: Battesimo ed Eucaristia; ma, come ho detto prima, sarebbe meglio dire a uno e mezzo, perché dell’Eucaristia rifiutò il concetto di transustanziazione per accettare solo quello di consustanzazione. In parole più semplici: con l’Eucaristia, secondo Lutero, l’ostia non si trasformerebbe solo in Corpo di Gesù, ma, accanto alla sostanza dell’ostia ci sarebbe la sostanza del Corpo di Gesù. Ciò comportava l’impossibilità di adorare il Santissimo Sacramento perchè l’adorazione sarebbe stata rivolta non solo al Corpo di Gesù ma anche all’ostia e ciò avrebbe comportato un atto d’idolatria. Si capisce bene come questa teoria luterana costituisca la possibilità per i suoi seguaci di arrivare a negare totalmente la presenza reale di Gesù nell’ostia consacrata. Infine Lutero apportò modifiche sostanziali alla cristologia.

(continua)

11 commenti su “I veri motivi della Riforma protestante (prima parte) – di Corrado Gnerre”

  1. Che qualcuno regali al Pontefice regnante una copia del Catechismo di San Pio X (costo pari a meno di dieci euro… con trenta denari si ha anche il resto)

  2. luciano pranzetti

    E Bergoglio ha avuto il coraggio, giorni or sono durante la sacrilega udienza pubblica concessa alla statua di Lutero e ai suoi amici scismatici, di affermare che, tra loro eretici e noi cattolici, minime e poche sono le differenze e moltissime le concordanze. Che lo Spirito Santo gli consigli una ripassatina di Storia della Chiesa e di Teologìa Dogmatica.

  3. I Papi ed i Padri della Chiesa che si sono succeduti dal 1516 al 1958 sono stati forse dei gran somari perché non si sono mai accorti delle minime e poche differenze né delle moltissime concordanze esistenti tra il Cattolicesimo ed il Luteranesimo. Ci volevano i Papi conciliari e, in particolare, Papa Francesco, che ha il dono della scienza infusa, per scoprire le moltissime concordanze che ci uniscono con gli scismatici protestanti.

  4. Papa Bergoglio dovrebbe ‘ripassare’ un pochino di storia e, magari, prendere spunto dai suoi predecessori, in primis San Pio V. Non c’è niente da fare: i danni maggiori provengono, allora e soprattutto oggi, dai cattolici. Si parlava in questa sede di tradimenti e tali furono della classe sociale, politica e aristocratica dell’epoca. Pietro ebbe molto da lamentarsi nel corso di quel periodo di guerre, tutte stimolate, cercate e volute dalla feccia luterana. E i tradimenti nei confronti di Cristo Gesù, Roma e la sua Chiesa, proprio dai cattolici, furono tanti. Oggi viviamo tra i frutti di quella cosiddetta libertà religiosa che, formalmente, decretò il prevalere cattolico, ma, di fatto, fu un’effettiva vittoria luterana, fonte di ogni nefandezza che seguirà. Ma Bergoglio ha altro per la testa, come tutto il clero ha altro per la testa. Teste vuote, al servizio di ogni apertura modernista a fronte del totale fallimento dei documenti conciliari. Una sorta di affanno teologico a fronte di una incapacità di sostanziare le loro stesse nefandezze. Bel risultato!

    1. “Ma Bergoglio ha altro per la testa, come tutto il clero ha altro per la testa.” : di quello che gli gira per la testa, a questo clero modernista, nun me po’ fregar de meno, come dicono a Roma. Ciò che mi conforta e mi consola sono le parole profetiche della beata Katharina Emmerick, quando parla della Chiesa all’epoca dei 2 papi, cioè ai giorni nostri, nella quale venivano ammessi eretici, scismatici, musulmani, ebrei, ecc., mentre i veri cattolici ne erano scacciati…”ma il Signore aveva altri progetti” aggiunge la beata Katharina. Attendiamo fiduciosi (come il cinese seduto sull’argine del fiume) e ne vedremmo delle belle, ma non saranno belle per il clero modernista, questo è poco ma sicuro.

      1. La Chiesa è di Cristo Gesù, capo supremo e invisibile della sua Sposa. Pietro é il suo Vicario. Carissimo, Gesù ci ha messo in guardia sul costante tentativo dell’omicida e delle sue schiere di prevalere, inutilmente, e della tiepida fede dei suoi che, a fronte del vento e del mare in tempesta, non ebbero fede in Lui. Da cattolici noi siamo sicuri che Egli non ci lascerà maiin balia del mondo. I suoi, come riportato dal passo evangelico, non ebbero fede. Carissimo, a me invece interessa molto quello che ha in testa il.Papa perché noi siamo, costantemente, chiamati al martirio. Testimoniare Cristo Re dell’Universo, Signore al cospetto del quale ogni ginocchio si piega nel Cielo, in terra e negli inferi.

    1. Il 31 ottobre, caro Ivan, è il nefasto giorno di Halloween, quando si celebra il diavolo, come asseriva P.Amorth. E caso vuole(?) che quel giorno avverrà questa scandalosa partecipazione ci colui che attualmente riveste il ruolo di Vicario di Cristo alla commemorazione di Lutero. Si dovranno fare preghiere di riparazione.

      1. Aggiungo pure che è significativo che dopo questo giorno di buio oscuro, il giorno che segue segni il trionfo di tutti Santi, quelli che non si sono allontanati da Cristo, ma lo hanno testimoniato con la forza della loro fede e della loro adesione alla Chiesa da Lui fondata. E’ la dimostrazione che il male non prevarrà.

  5. Grazie del bellissimo articolo. Un solo chiarimento : si parla di ‘riforma’ protestante.
    Ho ascoltato una conferenza del Prof. Roberto De Mattei. Diceva che i riformatori sono i santi, perché riformare vuol dire ripristinare nella verità, nella bellezza della forma originaria (diceva press’a poco così il Prof. De Mattei ) ; mentre di Lutero non si può dire che sia stato un riformatore, ma un rivoluzionario. Sono i rivoluzionari quelli che vogliono cambiare distruggendo tutto e Lutero nutriva odio verso la Chiesa cattolica e voleva distruggerla. Mi potete chiarire ? Se ben capisco, sentiamo parlare di Lutero come riformatore piuttosto che rivoluzionario proprio per seminare confusione …. E’ così?
    Grazie mille.

    1. Cara signora, direi:
      1- che il termine “Riforma” è appunto elogiativo/giustificativo, e proviene da ambiente protestante. Oggi usato anche da Cattolici, solo perché questi Cattolici si sono protestantizzati
      2 – che il termine “Rivoluzione”, usato dalla fine del Settecento a oggi con orgoglio (“adesso facciamo la Rivoluzione, uccidiamo tutti i preti e le suore e mandiamo i nobili a morire nei campi di lavoro. Le chiese serviranno come stalle”), è di provenienza esoterica. Pare che sia stato estratto dal titolo “De revolutionibus orbium coelestium”, cioè “Sui moti orbitali dei corpi celesti” di Copernico (un chierico polacco), pubblicato a Norimberga nel 1543.
      L’idea degli esoteristi, e poi dei Massoni, era ed è: “Copernico ha dimostrato che la Bibbia -in cui c’è scritto che il sole trattenne la sua corsa per dare tempo agli Israeliti di vincere una battaglia- è falsa. Adesso noi ROVESCEREMO il mondo terrestre, come Copernico ha rovesciato quello dei Pianeti”.
      E anziché pernacchie, hanno raccolto ammirazione e timore

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