Canonizzazioni e infallibilità. Un intervento di Paolo Pasqualucci

Riprendiamo dal sito Chiesa e post Concilio un intervento del prof. Paolo Pasqualucci, che porta un notevole contributo di chiarezza alla discussione che è nata in questi giorni sulle recenti canonizzazioni. (nb: il testo è scritto in forma di risposta a un altro – intervento – linkato – pubblicato sullo stesso sito)

 .

zzcv1Ho letto con grande interesse il suo ultimo intervento intitolato “Il Concilio è infallibile etc.“. Io sono tra quelli che non credono all’infallibilità delle canonizzazioni. Al momento questa nota è quella prevalente tra i teologi. Ma secondo me hanno ragione i contrari. L’argomento su cui anche noi laici si dovrebbe lavorare nelle discussioni è il seguente: la dichiarazione di santità si basa sul vaglio delle testimonianze di fatto.  Ora, in questo campo è sempre possibile l’errore, di fatto appunto. Presupporre l’infallibilità sarebbe pertanto temerario. Nel caso di specie, c’è un altro argomento, su cui battere: la superficialità e il dilettantismo della procedura inaugurata da Giovanni Paolo II.  Bisognerebbe documentarsi in proposito in modo accurato, invece di strapparsi i capelli in pubblico come mi sembra facciano tanti (almeno nei vari siti). Se la procedura è improntata a criteri lassisti, a maggior ragione c’è la possibilità di sbagliarsi nel valutare l’eroismo delle virtù del candidato. Ora il lassismo di Giovanni Paolo II (un solo miracolo, indagini all’ingrosso) si è accentuato con l’attuale Pontefice: per Giovanni XXIII non c’è neanche il miracolo; ed è sicuro che ci sia per Giovanni Paolo II? Inoltre: in passato la Chiesa respingeva sempre le guarigioni improvvise legate in qualche modo a malattie di origine nervosa o coinvolgenti il sistema nervoso, come il Parkinson etc. Anche oggi si osserva questo criterio? Bisogna fare un accurato paragone tra i criteri del presente e quelli del passato. Insomma, materiale per passare all’offensiva su questo campo ce n’è di sicuro. In realtà i meriti invocati per i due “santi” sono soprattutto “ecumenici”. Adesso tenteranno di far santo anche Paolo VI, il distruttore della Messa e della liturgia cattolica. Oltre che di altre cose.

Il Vaticano II non può poi ritenersi infallibile, in nessun modo.  Non ripeterò qui quanto ho scritto nel mio libro [Unam Sanctamqui], lavorando sulla traccia di mons. Gherardini.  Non è dogmatico, non ha voluto esserlo, le due costituzioni definite “dogmatiche” non dichiarano in realtà nessun dogma. E allora? Si tratta di una infallibilità spuria che i neomodernisti hanno voluto fabbricare all’insegna del mito del Concilio “nuova Pentecoste”.  Una concezione irrazionale, da combattere in modo argomentato.

Non dobbiamo scoraggiarci e lei non si scoraggia di certo.  Ed anzi fa egregiamente coraggio agli altri, lo si vede anche da questo suo ultimo articolo. La situazione generale è sempre più difficile perché mancano i capi, molti dei quali hanno tradito.  Tuttavia la ragione, oltre che la fede, è dalla nostra parte.  Comunque vada a finire, ci battiamo per la bandiera e speriamo di tener duro sino alla fine (la persecuzione di massa in Occidente è sempre più vicina).  Sappiamo che per chi non ha tradito ci sarà un giorno giustizia.

Paolo Pasqualucci

5 commenti su “Canonizzazioni e infallibilità. Un intervento di Paolo Pasqualucci”

  1. Marina Alberghini

    Pasqualucci ha ragione. Si ha l’impressione, ormai, che la laurea di santità sia divenuta come tanti altri uno strumento per i propri fini, di potere, o di promozione della Chiesa in un momento difficile, oltre che di spettacolarizzazione.

  2. Caro dottor Pasqualucci, lei afferma che la persecuzione in Occidente si avvicina a grandi passi. Questo è anche il mio parere; però, mi chiedo, lo sarà solamente per i Tradizionalisti od anche per i neomodernisti? Mi spiego, per noi tradizionalisti si potranno avere 2 persecuzioni: la prima dai modernisti (da Simone, non da Pietro), la seconda dai laici anticlericali (mi riferisco in particolare alla dittatura omosessualista e della teoria del gender). Ma quest’ultima non colpirà, secondo lei, anche i modernisti? oppure loro si adegueranno talmente allo spirito del mondo da accettare qualunque deriva omosessualista e del gender? . In effetti c’è già chi celebra matrimoni omosessuali, nel clero; mi sembra di aver letto che in Abruzzo si sia costituita una pseudo chiesa cattolica di stampo gayfriendly. Gradirei il suo parere su questa mia perplessità, egregio dottor Pasqualucci. La ringrazio vivamente.

    1. Paolo Pasqualucci

      Caro “Cattolico” – Penso sempre a quello che e’ successo durante la Rivoluzione Francese. La persecuzione del clero fu effettuata dalla parte piu’ fanatica dello schieramento laico ma vi si aggregarono anche spretati. Il clero e i cattolici di tendenze diciamo cosi’ “liberali” in parte aderirono alla rivoluzione, in parte se ne distanziarono, per via degli eccessi. Una parte del cattolicesimo di stampo “liberale” fu sicuramente perseguitata. I cattolici respirarono solo con l’avvento al potere di Napoleone, anche se la Chiesa dovette venire a compromessi con lo Stato laico, nato dalla Rivoluzione, che Napoleone incarnava. E’ vero che molti preti in Francia rimasero “refrattari” alla “costituzione civile del clero” (che creava e imponeva un tipo di sacerdote simile a quello cui aspirano oggi i neomodernisti) e non giurarono fedelta’ ad essa, venendo cosi’ perseguitati. Pero’ molti altri giurarono e presero moglie, preti appunto “costituzionali”, adeguandosi alla svelta al nuovo regime. Il quadro fu composito ma un fatto e’ certo, anche senza andare a riguardare le cifre (sto lavorando a memoria): il clero francese si disintegro’ durante i primi anni della Rivoluzione, quelli terribili. Una parte minima di esso si schiero’ con i persecutori, una parte ben maggiore aderi’ al nuovo regime, una parte (abbastanza sostanziosa) resistette, rischiando la vita (e una parte non piccola fuggi’ in Inghilterra). A ben vedere, un notevole disastro complessivo. Ma come stupirsene, se si pensa che prima della Rivoluzione, alcuni tra gli atei piu’ celebri erano vescovi, che vigeva da tanto tempo il sistema per il quale i figli cadetti dei nobili erano costretti a scegliere tra la vita militare o il sacerdozio, pur non avendovi alcuna vocazione? Cosi’ abbiamo che il vescovo di Autun, il marchese di Talleyrand, famoso uomo politico francese, genio della politica estera nonche’ dell’intrigo (disse, se ben mi ricordo, che il linguaggio ci e’ stato dato per nascondere i nostri pensieri), fu costretto ad abbracciare la carriera ecclesiastica pur non avendo nessuna vocazione, con un vescovado gia’ garantito cone le relative rendite, per via della sua origine di gran signore. Anche alle donne capitava di esser costrette dalle famiglie ad entrare in convento per ragioni economiche, relative al mantenimento del patrimonio famigliare, che non si voleva impoverire con le loro possibili doti. Succedeva anche in Italia, nella Repubblica di Venezia, per esempio. Mi sono sempre chiesto perche’ i Papi abbiano tollerato per tanto tempo una simile disastrosa imposizione da parte della societa’ civile, (Certo, l’odio contro la religione che esplose nella Rivol. Fr. aveva anche altre cause, piu’ profonde, sulle quali non mi voglio soffermare qui, puramente intellettuali e si intrecciava alla crisi momentanea ma seria dell’istituto monarchico francese – Luigi XIV aveva dilapidato le risorse del regno in guerre senza senso in Europa mentre gli inglesi gli facevano a fette il vastissimo impero coloniale, tendenza negativa accentuatasi con Luigi XV, che fece precipitare lo Stato in una gravissima crisi finanziaria senza uscita – situazione generale torbida nella quale pote’ agevolmente inserirsi la massoneria, assai influente nella prima fase della Rivol.),
      Tornando al presente e alla sensazione angosciosa sempre piu’ diffusa di una prova terribile che si sta preparando per noi cattolici, cosa dire? In questo campo e’ difficile fare paragoni e non ci si puo’ improvvisare profeti. Tuttavia, basandosi anche sulle esperienze del passato, possiamo ragionevolmente ipotizzare che nell’incombente persecuzione una parte dei neomodernisti sara’ tra i persecutori, mentre una parte (pur non schierandosi apertamente con i persecutori) aderira’ al nuovo regime. Una parte, piu’ moderata, sara’ forse tra i perseguitati. Del resto, come nota lei giustamente, di tra i cattolici odierni, clero e laici, vi sono “falsi fratelli” che gia’ aderiscono apertamente al ed appoggiano il nuovo regime (libertino, femminista ed omosessualista) basato sul rovesciamento di tutte le leggi di natura e divine. Regime promosso anche da persone che, come il nostro attuale premier, vanno a messa (del Novus Ordo) tutte le domeniche! L’adesione al regime della Rivoluzione Sessuale al potere e’ gia’ diffusa tra i cattolici, anche abbastanza ampiamente, sembra di capire; e anche da parte di rispettabili padri e madri di famiglia, che purtroppo equivocano su di un supposto diritto delle minoranze dei “diversi” ad esser tollerate e riconosciute in nome di mal concepiti “diritti umani”. Ed i giri di vite e le purghe contro i Francescani dell’Immacolata non si devono cominciare a leggere nell’ambito di un quadro persecutorio piu’ generale, che trascende come tale l’ambito ecclesiale? Ma perche’ questa sensazione angosciosa della persecuzione incombente, nella quale saremo chiamati a testimoniare la nostra fede con il carcere o il sangue, non riusciamo a togliercela di dosso? Forse per eccesso di pessimismo, per risibile vittimismo o addirittura per vanagloria di chi si compiace di atteggiarsi ad eroe, a martire quando le carceri ed i supplizi sembrano ancora lontani, qui in Occidente? Non credo. Questa sensazione nasce soprattutto dalla decadenza della Chiesa, anzi della Gerarchia; decadenza che dura da quasi 60 anni ed appare inarrestabile in termini umani; che risulta dal comportamento e dal linguaggio di troppi pastori che, privi del timor di Dio ed affettando sentimenti di umanita’, sembrano intenti soprattutto a compiacere il mondo con i suoi falsi valori e (persino) le sue aberrazioni piuttosto che alla salvaguardia del gregge loro affidato da Cristo Nostro Signore, alla salvezza delle anime. Chi vuol restare oggi fedele al Deposito della Fede si sente del tutto isolato, come un naufrago nel mare in tempesta e poco lo consola il pensiero che i persecutori che gia’ si profilano, dentro e fuori il cattolicesimo, saranno a loro volta perseguitati in questo mondo. Pero’ noi sappiamo che Nostro Signore mai ci abbandona e che l’intera comunita’ dei Santi in cielo in uno con la S,ma Trinita’ ci sosterra’ nel giorno della prova, cosi’ come ci sta sostenendo adesso nella battaglia per la nostra santificazione quotidiana, poiche’ la Chiesa militante, della quale facciamo parte, non e’ separata dalla Chiesa invisibile, la Chiesa trionfante degli Eletti, che fa corona a Cristo Nostro Signore, assiso alla destra del Padre.. Cosi’ dunque di consoliamo e prepariamo al combattimento contro i moderni Farisei, i neomodernisti oggi al potere nella Chiesa, ripetendoci sempre queste parole:
      “Guardatevi dal lievito dei Farisei che e’ l’ipocrisia. Non vi e’ niente di nascosto che non debba essere scoperto, e nulla di segreto che non debba esser conosciuto. Percio’, tutto quello che voi avrete detto nelle tenebre, sara’ udito nella luce, e quanto avrete sussurrato all’orecchio all’interno della casa, sara’ predicato sopra i tetti. Dico quindi a voi che siete miei amici: Non temete coloro che uccidono il corpo, e dopo di cio’, non possono far niente di piu’. Io vi mostrero’ invece chi dovete temere: temete colui che dopo di aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Si’, io ve lo dico: costui dovete temere! Non si vendono cinque passerotti per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi e’ dimenticato dinanzi a Dio. Ma anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete: voi valete ben piu’ di molti passerotti.” (Lc 12, 2-7).
      La risposta alla fine si e’ ampliata anche se non mi sembra di esser andato fuori tema. Ringrazio comunque per la cortese attenzione. PP

  3. Mi sembra di aver studiato a suo tempo che i miracoli sono opera di Dio e che i Santi, come la Madonna e gli Angeli, sono i nostri intercessori ed avvocati. Ora, è evidente che il fedele tenderà a rivolgersi a questo fine a un personaggio che la vox populi dichiara santo subito e non ad altri, parimenti in via di canonizzazione, che sono sepolti nella dimenticanza. Ma in che misura la vox populi è attendibile? Questa è la questione. Infatti essa è manipolabile, e al presente è governata dai media. Con la duplice canonizzazione e la contemporanea presenza di due Papi in piazza san Pietro la Chiesa di Roma sembra aver dato prova di grande potenza ma io dubito, visto che comunque le chiese sono vuote, che invece essa ha dato prova di essersi arresa la mondo.

  4. Federico Fontanini

    Davvero queste canonizzazioni mi sembrano un pò forzate e – come altri hanno subito sottolineato – finalizzate alla “canonizzazione del Concilio Vaticano II.” Lessi anni addietro una biografia di papa Giovanni Paolo II, e non ho dubbi sulla sua santità. Assai meno conosco papa Roncalli, di questi mi lasciano perplessi alcuni atteggiamenti da lui tenuti come papa, evidenziati da alcuni critici come De Mattei. Che i due papi possano essere in Paradiso, non ne discuto, ma quanto all’opportunità delle due canonizzazioni, nutro alcune perplessità. Vi è troppo lassismo nelle procedure di canonizzazione moderne, è un dato di fatto giustamente sottolineato dall’articolo.

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