Casale San Nicola: razzista a chi? – di Piero Laporta

Casale San Nicola: la presenza dell’estrema destra non giustifica né il disagio inflitto ai residenti né i manganelli sulle loro schiene

di Piero Laporta

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zzzzpscslsnclAnna Foa scrive su Pagine Ebraiche: «I ‘cittadini italiani’ che, sotto la guida di forze di estrema destra come Militia e Casa Pound, si scagliano a Roma come a Treviso contro dei profughi, danno fuoco alle loro povere cose, cercano di cacciarli gridando di “non volere i negri”, affermano anche di non essere razzisti ma di agire ‘per paura’. La giustificazione gira da tempo sui media: abbiamo paura di loro, per questo non li vogliamo. Ma che cos’è questa paura e siamo proprio così sicuri che tale paura non abbia proprio niente a che fare col razzismo? Perché questi cittadini tanto paurosi non hanno paura di una persona o di un gruppo di persone determinate, che abbiano fatto loro del male o minaccino di farlo; hanno paura di coloro che hanno un colore diverso della pelle, che vengono da un altro continente, che vivono in condizioni di grande disagio. Hanno cioè paura di chi è diverso da loro. È la paura dell’altro, non una paura specifica, motivata. È la paura di perdere il proprio status, le proprie idee. Personalmente, non provo nessuna pena per queste persone. Tale paura è infatti parte costitutiva del razzismo, della prepotenza, dell’odio del diverso. Sono razzisti, e per di più razzisti paurosi

Foa trascura dati importanti e a lei, prof di storia, ben noti.

Primo. La presenza di Militia e Casa Pound fra i manifestanti di Casale San Nicola è una responsabilità del prefetto Gabrielli, non dei residenti. Il prefetto avrebbe dovuto ordinare alla questura di individuarli e separarli dagli inermi manifestanti di Casale San Nicola. Non lo ha fatto. Anzi, ha usato quella presenta voluta  come alibi per la violenza; come negli Anni di Piombo quando i pariolini in orbace prendevano ordini in questura. Film già visto.

zzzzimmgrtbrglSecondo. Quand’anche Militia e Casa Pound fossero stati assenti, il disagio dei residenti di Casal San Nicola è reale e ingiusto.

Terzo. È un disagio reale perché, ovunque i clandestini siano stati collocati, la qualità della vita del circondario è precipitata, per una quantità di motivi: dalla difficoltà di integrazione alla commissione d’un ventaglio di reati.

Quarto. È un disagio ingiusto perché inflitto in base a un arbitrio, tutt’al più tenendo in massimo conto le esigenze della cooperativa che ha vinto l’appalto per l’accoglienza – con sozzure ben note – e niente affatto l’equanime distribuzione del disagio fra i cittadini.

Quinto. L’equanime distribuzione del disagio fra i cittadini italiani è impossibile. Di questo tuttavia non sono responsabili i residenti di Casale San Nicola. L’accoglienza dei clandestini e dei profughi – Foa non bari, non sono solo “profughi” – colpisce i meno abbienti, i quartieri più disagiati e comunque, fa precipitare la qualità della vita dei fortunati prescelti.

Sesto. L’accoglienza indiscriminata – voluta da Bergoglio e dal trogolo politico – si risolve in un danno ingiusto, al quale giustamente la gente reagisce violentemente e ancor più lo farà in futuro.

Settimo. Sostiene il prefetto Gabrielli “noi siamo titolari dell’uso della forza” e aggiunge “io sono chiamato a fare questo lavoro. Se poi gli immigrati non li vogliamo, si contestano cose che stanno sopra la mia testa”. Due affermazioni temerarie. Il disagio reale dei cittadini e la vulnerazione dei loro interessi concreti non si risolvono col manganello… (per completare la lettura dell’articolo sul sito dell’Autore, clicca qui)

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dello stesso Autore vedi anche: Immigrati UE Bergoglio Renzi, tutto da rivedere  

9 commenti su “Casale San Nicola: razzista a chi? – di Piero Laporta”

  1. Riprendo il quinto punto: l’accoglienza dei clandestini e dei profughi colpisce i meno abbienti, i quartieri più disagiati… Infatti: non mi risulta che vadano ad alloggiare in massa nei quartieri residenziali dei nostri politici che li vogliono ‘accogliere’.
    Fino a quando dovremo sopportare questa classe dirigente? Temo per tanto e tanto tempo ancora… Temo che ormai non ci faranno più votare..

    1. Ha scritto una cosa esattissima!!
      Anche io è da tempo che penso e dico: perché non li accolgono nei “quartieri
      bene”???
      Hanno case spaziose, con molte stanze disponibili…
      E il Vaticano? bergoglio va a Santa Marta perché non gli piace stare solo!!!
      Perché non mangia in Vaticano insieme agli immigrati???
      Perché non li manda tutti a Castelgandolfo????

      Ps.
      Mi sono dimenticata: quanti immigrati accoglie in casa sua LA foa??????

  2. Alla disonestà intellettuale di Anna Foa e alla sua PAURA di pensare logicamente grido: VERGOGNA! VERGOGNA! VERGOGNA!
    Sto ancora aspettando che Bergoglio apra agli immigrati CLANDESTINI il Vaticano: già lo dissi e ora lo ripeto: è troppo facile dire accogliamoli a casa VOSTRA: dopo la visita a Lampedusa perché non ha tolto il reato di clandestinità dal Vaticano?
    Perché obbligare gli italiani ad impoverirsi e ad andare in miseria a causa del suo ecumenismo e del suo terzomondismo?

    1. Carla D'Agostino Ungaretti

      Per carità, caro Diego, speriamo che non lo faccia! Se li immagina lei i giardini vaticani, i musei vaticani, la stessa basilica, invasi da quegi disgraziati? Cosa diventerebbe Roma? Già in passato la navata centrale della splendida chiesa di S. Maria in Trastevere fu adibita a mensa dei poveri e diventò un bivacco. Sono la prima a provare compassione per quei poveretti ma anche la prima a temere che il Papa, dato il suo stile, faccia seguire i fatti alle parole pronunciate sull’auspicata povertà della Chiesa. Se ci si mettesse anche il Papa finiremmo per rimpiangere il sindaco Marino! Per il resto sono totalmente d’accordo con lei. Le soluzioni vanno cercate altrove, ma la nostra classe dirigente non ne è capace.

      1. Beh, il Palazzo Apostolico, snobbato da Bergoglio, comprende 1000 stanze; il Quirinale 1200. Hai voglia a metterci dentro “profughi”, magari tenendoli sotto controllo.
        Solo che lì non ci guadagnerebbe nessuno…

  3. Esiste, ed è visibile sui temi che di volta in volta turbano la popolazione, una centrale del Linguaggio (“corretto”). I soliti Illuminati decidono quali siano i termini da utilizzare nella comunicazione pubblica e fanno partire le “veline”.

    Su una radio locale – ciò significa che il cappio al collo è presente anche per chi lavora ai livelli bassi- ieri un giornalista ha detto “gli scontri a Roma per l’arrivo dei MIGRANTI…”. Immediatamente zittito da un collega con la velina del giorno: “dei PROFUGHI ! “.
    L’altra espressione nuova lancaita in questi giorni è quella di “Terra Promessa” (l’Italia).
    Perciò: i “PROFUGHI” (già “clandestini”, poi “Disperati”, poi “Migranti”) lasciano l’Inferno in cui vivono attratti dalla Terra Promessa. Una volta giunti in essa (con una valida mano del Clero eretico, impegnato a sostituire i “Cristiani ammuffiti e ipocriti” che lo nauseano con i “Miserabili di ogni lingua, colore e religione”), tutto è loro dovuto. A loro le chiavi – ai Cattolici il marciapiede.

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