Caterina Labouré e la Medaglia Miracolosa di Maria in un libro di Don Marcello Stanzione  –  di Carlo di Pietro

di Carlo di Pietro

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zzlbrstnznIn tutte le librerie cattoliche si trova il libro edito dalla Gribaudi di Milano, scritto da don Marcello Stanzione, intitolato “Caterina Labourè e la Medaglia Miracolosa di Maria”. Il 27 Novembre la Chiesa fa memoria liturgica delle apparizioni mariane a Rue du Bac a Parigi. La devozione della Medaglia miracolosa è appunto la perenne memoria dell’apparizione della Vergine a Caterina Labouré nel 1830, la prima delle dodici manifestazioni  mariane riconosciute ufficialmente dalla Chiesa fra l’Ottocento e il Novecento.

Caterina era nata nel 1806, figlia di un agiato coltivatore, e sin da piccola aveva percepito il desiderio di consacrarsi a Dio. In un misterioso sogno si era sentita chiamata da san Vincenzo de’ Paoli a entrare tra le Figlie della carità, da lui fondate. Novizia nella Casa madre di rue du Bac, ebbe visioni di san Vincenzo e di Cristo. Le venne allora il desiderio di vedere anche la Madonna, e come “viatico”, decise di ingoiare un pezzetto  di  una veste del santo per implorare tale grazia. Nella notte del 18 luglio effettivamente una voce la svegliò: “Alzati subito e vieni in cappella,  la santa Vergine ti aspetta”, disse un bimbo vestito di bianco. Fu un lungo discorso, quello di Maria, con il personale invito: “Il buon Dio vuole incaricarti di una missione. Avrai molte sofferenze, ma le supererai pensando che lo farai per la gloria del buon Dio”.

Nel pomeriggio del 27 novembre 1830, una nuova apparizione. La descrizione fu molto precisa: “I piedi erano appoggiati su una metà di sfera. Le sue mani, alzate all’altezza dello stomaco, mantenevano un globo. Gli occhi erano elevati verso il cielo… D’un tratto le sue dita si sono rivestite di anelli e di pietre belle e preziose, che gettavano raggi”. Il globo, le fu spiegato, rappresentava il mondo, mentre i raggi simboleggiavano le grazie sparse dalla Madonna sulle persone che gliele domandavano. Poi attorno alla Vergine  si formò un quadro ovale sul quale era scritto:  “O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi”. La Vergine le disse: “Fai coniare una Medaglia su questo modello. Tutte le persone che la porteranno riceveranno grandi grazie, specialmente portandola al collo. Le grazie saranno abbondanti per coloro che la porteranno con fiducia”. Poi Caterina intravide anche il rovescio della Medaglia  e un altro giorno, sentì una voce che affermava: “La M e i due Cuori dicono abbastanza”.

Attualmente sul retro della Medaglia si vede una “M” intrecciata con una croce sovrastante, mentre in basso ci sono due Cuori con i simboli della passione (uno incoronato di spine e l’altro trafitto da una spada). E tutt’intorno dodici stelle. Nella ricorrenza del 27 novembre, intorno alle ore 17.30 c’è la consuetudine di recitare la supplica alla Vergine della Medaglia miracolosa. Il messaggio di santa Caterina Labourè è di  “portare” con noi la Medaglia e, nello stesso tempo è un invito a “pregare” e vivere in modo da poter portare degnamente l’effige di Maria al collo. Così fecero numerosi santi come padre Kolbe e Teresa di Calcutta, che la diffusero insieme alla loro preghiera. In appendice al libro di don Marcello Stanzione, insieme alla novena a Santa Caterina Labourè e al rito di consacrazione all’Immacolata, sono raccolte numerose preghiere e la novena perpetua alla Vergine della Medaglia Miracolosa.

4 commenti su “Caterina Labouré e la Medaglia Miracolosa di Maria in un libro di Don Marcello Stanzione  –  di Carlo di Pietro”

  1. Sono anni che alla fine di un mistero o di un’Avemaria e quando posso a fine di una telefonata, dico o diciamo
    la giaculatoria “O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi.
    Lei protegga i suoi fedeli e la Chiesa.

  2. Quanti dolci ricordi mi ha suscitato questa lettura! Quando andavo a scuola dalle suore, mi fu raccontata la storia della medaglia miracolosa di Caterina Labouré e sento che oggi potrà essere di grande a iuto a me e a tutti i veri credenti.

  3. Porto da dieci anmni la Medaglia al collo . VA portata al collo, perché stia sul cuore. Posso testimoniare di aver ricevuto una grande grazia di guarigione fisica, aiuti in svariate circostanze, insieme con tante grazie per la conversione e il cammino spirituale. Consiglio a tutti di portare questa medaglia e di dire spesso la frase che Maria ci ha consegnato: O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te. Faccio notare anche che quest’apparizione , legata a questa specifica frase, è stata determinante, come segno dall’Alto, perché 24 anni dopo venisse proclamato il dogma dell’Immacolata Concezione.

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