Cattivi maestri: Roberto Saviano. I pessimi insegnamenti del santino laicista (seconda e ultima parte) – di Marco Manfredini

Per leggere la prima parte, cliccate qui

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Introduzione alla prima parte:

Tra i tuttologi progressisti che ci ammaestrano ogni giorno dai media, ve n’è uno degno di particolare nota, in quanto giovane (e quindi potenzialmente molto dannoso sul lungo termine), e specializzato nel non perdere mai occasione per mostrarsi fedele propagatore di quell’umanitarismo chic che, a dirla tutta, ci ha un po’ frantumato gli zebedei.

E questo già dai tempi di “Vieni via con me”, la trasmissione di successo mandata in onda da Rai3 nel 2010 in cui il trio Fazio-Saviano-Benigni, in una memorabile serata, provocarono il guinness world record di salita del latte alle ginocchia ad alcuni milioni di italiani.

Visto che capita ancora di incontrare amici che subiscono il fascino dell’ “intellettuale perseguitato”, e che tale intellettuale, come del resto quasi tutti i suoi colleghi, ha il vizio di esprimersi su tutte le questioni di una certa importanza, ho pensato di produrre questo piccolo vademecum commentato del Saviano-pensiero.

Molte delle citazioni riportate vengono dalla rubrica “L’antitaliano”, da lui tenuta su l’Espresso, rubrica che mantiene ciò che il titolo promette, traducendosi in un martellante tentativo di demolire quel poco che ancora rimane di buono della civiltà italiana tradizionale.

Un’avvertenza: in questo testo i titoli dei vari argomenti, nonché i commenti, sono espressi senza tante perifrasi, in barba al politicamente corretto, ma credo a tutto vantaggio della chiarezza.

di Marco Manfredini

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Sodomia per tutti, adozione inclusa

Anche qua troviamo posizioni aberranti ma perlomeno chiare:

E comunque il dibattito sulle adozioni si è focalizzato essenzialmente su due punti: il presunto egoismo di chi a tutti i costi desidera diventare genitore e l’assunto, che non ha alcuna controprova nella realtà, che un individuo dovrebbe nascere, crescere o essere adottato solo da una famiglia tradizionalmente composta da madre e padre, donna e uomo.

Verrebbe da chiedere a Saviano se ha una qualche idea di come sia stato concepito. O se sia mai stato bambino, cosa di cui inizio a dubitare. Probabilmente è nato adulto, laureato, calvo, e con la scorta.

Verrebbe da chiedergli se per lui sarebbe stato lo stesso avere due padri (o due madri) al posto dei suoi genitori, che supponiamo felicemente normali, cioè maschio e femmina.

Affermare quanto afferma lui è come dire che “l’acqua è bagnata” è un “assunto che non ha alcuna controprova nella realtà”. Di quale controprova c’è bisogno? É evidente anche ad un bambino che è così, come è evidente che lo stesso bambino ha bisogno di un padre maschio e di una madre femmina. Ma siccome alcune menti sono così illuminate che non riescono più a vedere la realtà ad un palmo dal loro naso, qualcuno si è dovuto prendere la briga di provare scientificamente l’ovvio.

Affermare quanto afferma Saviano perciò è un assurdo che ha solide radici nell’ideologia radical-prog-chic di cui è fortemente imbevuto il nostro autore.

Che scrive anche:

Considerare solo la famiglia “tradizionale” come “naturale” è una barbarie.

No, è un dato di fatto. Barbarie è piuttosto far crescere un bambino tra due genitori con la barba.

Per concludere l’argomento:

In Colombia hanno deciso che le coppie omosex potranno dare una famiglia ai figli dei caduti nel conflitto civile. Una lezione di umanità e di civiltà.

Ma si può sapere cosa vi hanno fatto di male questi bambini, che dopo i traumi della morte in guerra dei genitori volete far subire loro anche quelli di un’adozione contro natura?

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Produzione e selezione di bambini

Sulla procreazione, come sempre non ci delude:

La storia della fecondazione eterologa in Italia si ricollega a quanto scrivevo in questa stessa rubrica la scorsa settimana sulla ricerca scientifica che è anche e soprattutto ricerca della felicità. Fino al 2004 era possibile accedere all’eterologa purché vi fosse anonimato sui donatori e ovuli e spermatozoi non fossero ceduti dietro compenso. Poi fa la sua comparsa la legge 40, un abominio che l’Associazione Luca Coscioni (nella persona di Filomena Gallo) sta contribuendo a smantellare punto per punto, per restituire al nostro Paese quella dignità in materia di procreazione medicalmente assistita che una politica bigotta, reazionaria e soprattutto ipocrita prova costantemente a sottrargli.

Siamo d’accordo che la legge 40 è un abominio, ma ancora una volta per il motivo contrario rispetto a quello che intende Saviano: lo è perché consente la fecondazione omologa; e nessuna FIVET, sia essa omologa od eterologa, dà risultati senza sacrificio di embrioni, cioè di vite umane (indicativamente il 90% di “scarti”). Tramite queste procedure il concepito viene ridotto ad oggetto e ritornano in gran voga le pratiche di selezione eugenetica un tempo tanto deprecate anche a sinistra.

La dignità per il nostro paese passerebbe quindi dal consentire una strage di esseri umani?

Si tratta certamente del frutto di una politica ipocrita, ma non in quanto bigotta e reazionaria, bensì perché progressista e a piccole dosi, con la diabolica capacità da fare assimilare il veleno senza apparentemente nuocere.

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Invasione straniera

L’immigrazionismo tocca, col nostro autore, vette di boldriniana elevatezza:

Del resto italiani che in Puglia, in Campania, in Calabria, in Sicilia ma anche in Lombardia vanno nei campi a raccogliere pomodori, arance e meloni per due, tre, quattro euro all’ora non li vediamo da vent’anni. Quindi sì, mi sento di dire che gli immigrati vengono a fare lavori che gli italiani non vogliono più fare e, aggiungo, che i sindacati non vogliono tutelare.

Se i lavori sono questi, te lo credo che gli italiani non li vogliono più fare! E non dovrebbero farli nemmeno gli stranieri a queste condizioni. Solo che essendocene troppi, c’è chi se ne approfitta sfruttandoli. I profittatori vanno puniti, ma è una bella utopia pensare di poter accogliere chiunque, senza  tenere minimamente conto della scarsità di lavoro e delle incompatibilità culturali.

È passato quasi un mese dall’attacco al centro per disabili e il problema degli Stati Uniti sembra essere più l’arrivo di stranieri che la facilità con cui è legalmente possibile procurarsi armi.

Sono problemi entrambi, anche se inizia ad apparire evidente la sinistrissima sindrome dell’ “accogliamoli tutti, nelle vostre case”.

Alla strage di San Bernardino hanno fatto eco le parole di Donald Trump, che ha accusato Obama di avere una posizione troppo debole e ha suggerito di chiudere l’accesso agli Stati Uniti per i musulmani «fino a quando i nostri rappresentanti non avranno capito cosa sta succedendo». Non si fa attendere la risposta di Obama, secondo cui: «Si deve rispettare la libertà di tutti».

Beh, la posizione di Trump come sempre è di gran lunga la più sensata. Non credo che se qualcuno entrasse in casa di Obama ed iniziasse a sparare a tutti, il padrone di casa proverebbe ad intrattenerlo con un pistolotto sulla libertà.

Un buon esempio di accoglienza è quella di Walt Kowalski in “Gran Torino”, non quella di chi fa il generoso con la sicurezza degli altri.

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Lo Stato spacciatore

Si può capire che Saviano veda la criminalità organizzata ovunque e si senta investito del dovere morale di denunciarla e combatterla, ma farlo a tal punto da preferire che lo stato si sostituisca ad essa, diventando criminale a sua volta, non mi sembra la più brillante delle idee.

Oggi [le droghe leggere] si assumono a 11 anni perché si possono acquistare ovunque, nelle quantità desiderate, basta avere soldi. La qualità di ciò che i ragazzi fumano è pessima e fa danni incalcolabili ai loro organismi. Oltretutto, se e quando le droghe leggere saranno legali, seppure il mercato nero non dovesse finire, sarebbe costretto ad aumentare la qualità.

Da ciò si evince che dovrebbe potersi fare le canne anche chi non ha soldi, quindi canne di stato a prezzi calmierati grazie al contributo di tutti, magari istituendo una bella tassa sulla canna. Aumentiamo esponenzialmente gli schiavi del fumo, garantendogliene anche di quello buono, visto che grazie ai noti miracoli del libero mercato la qualità si alzerà e il prezzo si abbasserà.

Ognuno avrà il suo soma col quale rilassarsi, farsi i suoi bei viaggi e non disturbare, come prescrissero i poteri forti molti anni fa.

Ecco che l’osannata vittima di tutte le cosche si rivela come un conformistissimo propagatore di ciò che fa comodo al vero potere; uno dei tanti “Ribelli di regime”, molti dei quali nemmeno consapevoli.

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Diritti incivili

Se qualcuno avesse ancora dubbi, ecco una piccola “summa” del Saviano-pensiero sulle questioni eticamente sensibili:

Non ho sentito pronunciare da questo governo [il fu governo Renzi] la parola “carceri”. […] Non ho sentito pronunciare la parola “eutanasia” eppure dal nostro Paese si emigra non solo per trovare lavoro, ma anche per trovare una morte dignitosa. Non ho sentito la parola “aborto” nonostante la 194 in gran parte del sud Italia sia costantemente tradita dalla incredibile mancanza di medici abortisti nelle strutture ospedaliere, nonostante ci siano farmacisti che si rifiutino di vendere la pillola del giorno dopo. Non ho sentito parlare di “fecondazione eterologa”, nonostante da Roma in giù vigano ancora le vecchie linee guida della legge 40 dichiarata incostituzionale lo scorso aprile dalla Consulta. Ora anche le coppie sterili potranno accedere alla fecondazione, ma in molte città questo resta un diritto tradito. Non ho sentito parlare seriamente di “coppie di fatto”, ho sentito invece troppe parole inutili e assurde sul “matrimonio gay” e sull’ “adozione gay”. Non ho sentito pronunciare la parola “migrante” se non dopo l’ennesima strage in mare, ma mai per affrontare l’emergenza senza toni razzisti o caritatevoli […].

Non mancano nemmeno gli elogi alla Bonino, il sostegno all’associazione Luca Coscioni, eccetera. Ma questo più che un Saviano pare la reincarnazione di Pannella, e con tutto il rispetto per i defunti, non ne sentivamo proprio la mancanza.

Questa più che una lotta contro la corruzione è una lotta contro l’uomo e la sua intrinseca ed immutabile natura.

A dirlo è stato soprattutto chi non ha chiaro un meccanismo fondamentale: dove non ci sono leggi, non ci sono diritti. Dove non ci sono leggi, ci sono vittime.

Sì, ma le vittime ci sono anche, e in quantità industriale, dove vigono leggi sbagliate, come le leggi che piacciono tanto a Saviano: in Italia solo la 194 ne ha fatti circa sei milioni. Qualche altro centinaio di migliaia la legge 40/2004. Meglio quindi che non ci sia una legge, piuttosto che ci sia ma sbagliata; almeno lo stato non risulta direttamente complice di un crimine o di un’ingiustizia. E’ chiaro che il massimo sarebbe uno stato che facesse leggi giuste, le quali andrebbero nella direzione esattamente opposta a quanto auspicato da Saviano, perchè sarebbero leggi che proibiscono l’aborto, la fecondazione artificiale, il riconoscimento delle coppie di fatto soprattutto se omo, manco a dirlo le di loro adozioni, la locazione di uteri, le droghe pesanti e leggere, e via dicendo.

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Allora, tutto qua?

No, ce n’è ancora. A proposito del già citato Pannella, eccone la scontata epigrafe:

Sono stato anche in disaccordo con te – sottolinea Saviano – ma più spesso sono stato in armonia, in entrambi i casi le tue battaglie ridavano senso all’agire politico, volando alto su ogni mediocrità. Addio Marco, sembrava che nulla potesse fermarti e in qualche modo non lo farà la morte.

Il defunto in effetti volava alto su ogni mediocrità: visto che si era prefisso di dissolvere la società, lo faceva al sommo livello. Una vita dedicata al male. Il male, certo, ma allo stato dell’arte, senza compromessi.

Sembrava che nulla potesse fermarlo, invece, come prima o poi accade a tutti, ha tolto il disturbo, anche se noi pagheremo ancora a lungo le abnormi conseguenze del suo microscopico consenso.

Poi, visto che siamo in tema di defunti, c’è anche la beatificazione di Dario Fo:

[…] i santi laici non sono consentiti. I santi laici sono censurati, allontanati, vituperati, criticati. I santi laici devono essere dimenticati.

Censurato Fo? Ma quando mai?

[…] Le sue opere sono racconti fondamentali, goduriosi, potenti, fisici, portati in mezzo mondo. Fo è un grande artista perché anche se non lo si condivide suggerisce, fa ridere e fa riflettere.

Fondamentali, come no. Fo è stato fondamentalmente un anticlericale che strizzava l’occhio al potere, vale a dire il massimo dell’omologazione culturale. Un tipico caso, particolarmente riuscito, di artista che se non fosse stato dalla parte “giusta” in tutti questi decenni, sicuramente non saremmo qua a parlarne; se non avesse basato la sua attività sull’irrisione sistematica della Chiesa cattolica e sulla professione di culto del sinistrismo à la page, il premio Nobel lo avrebbe visto forse dal divano di casa.

Saviano in questo articolo si lamenta di come sia stato trattato Fo da morto, in particolare perché qualcuno si è permesso di ricordare che prima di essere stato comunista, fu repubblichino. Qualche becero giornalista conservatore ha osato tirare fuori questa vecchia storia… anatema! Toccare l’intoccabile! L’icona dell’antifascismo (a fascismo sepolto) impunemente macchiata! Farà pure male, ma la verità è questa, quella che lui ha sempre cercato di non fare emergere, perché avrebbe mostrato in modo irrimediabile la sua straordinaria abilità, più che a saltellare oscenamente sul palco, a saltare sul carro del vincitore al momento giusto.

Non per niente da ultimo si era convertito al credo pentastellato. Per non farsi mancare nulla.

Dario Fo è morto e già questa a me sembra una bestemmia. Un uomo con la sua vitalità e la sua energia, un uomo capace fino alla fine di provare passioni forti non è associabile alla morte.

Invece a somigliare tanto ad una bestemmia era quel suo ghigno dissacratore e irridente nei confronti della Chiesa, quando era in vita.

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C’è altro?

Sì, per gli amanti della legalità, mi risulta che tra le altre cose il nostro autore è stato giudicato dalla corte d’appello di Napoli molto abile… nel copia e incolla. Sì, condannato in appello per plagio, più precisamente:

[…] per l’illecita riproduzione di articoli nei brani del libro “Gomorra” pubblicati dal quotidiano Cronache di Napoli, nonché per l’illecita riproduzione in quanto priva dell’indicazione della fonte dell’articolo, pubblicato dal quotidiano Corriere di Caserta.

Ma di questo, tutto sommato, dopo ciò che abbiamo visto prima ci importa il giusto. Quel tanto che basta per dire che “chi di legalità ferisce, di legalità perisce”.

Però adesso basta, mi sembra più che sufficiente.

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Conclusione

In un’intervista gli chiesero se avrebbe mai fatto un programma politico. Risposta:

No, mai. Farei molto volentieri una trasmissione su qualcosa di molto più pericoloso: i libri. Le polemiche passano veloci, la vera differenza è fare approfondimento.

Uno: ogni volta che lui compare nello schermo, il programma, anche se non lo è, diventa politico, perché il personaggio non solo è altamente intriso di politica, ma ben di più: è inequivocabilmente imbevuto della peggior ideologia, come ho cercato di spiegare sopra.

Due: certo alcuni libri sono pericolosi. Pericolosi perché sostengono idee sbagliate; in questo senso anche le sue trasmissioni non scherzano. Altri sono pericolosi per coloro che detengono il vero potere, ma costoro non hanno nulla da temere da Saviano, che come abbiamo visto, porta avanti le loro stesse disastrosissime istanze.

Tre: l’approfondimento va bene, ma quando lo fa lui, in particolare sugli argomenti dettagliati sopra, è a senso unico, e non va più bene. Soprattutto perché il senso è quello sbagliato.

Ora mi si dirà: ma Saviano è un campione di lotta alla mafia, un paladino della legalità, uno che ha rinunciato alla sua vita privata e vive sotto scorta per aver denunciato un sistema di soprusi ed ingiustizie, non può nemmeno andare al bar, è stato defraudato della sua vita privata, e via dicendo. Non si può trattare così.

Sì, anche ammettendo che tutto ciò sia vero, l’aver fatto una cosa giusta, e grazie a questa avere acquisito una certa notorietà ed autorevolezza, non rende automaticamente giuste tutte le altre cose che fa o esenti da errore tutte le altre idee che sostiene. Potrebbe anche essere, come forse è, una persona irreprensibile, dedita alla sua causa in modo totale fino ad essere disposto a dedicare l’esistenza ad essa, ma questo non ne fa una persona infallibile in merito agli altri mille argomenti su cui sentenzia, e su cui  ha una visione quantomeno parziale e sicuramente ideologizzata.

Anzi, come abbiamo visto sopra, la sua notorietà è di fatto dannosa, in quanto grazie ad essa si può permettere di accreditare come buone idee che invece sono assolutamente deprecabili. “L’ha detto Saviano”, come fosse un oracolo, e molti ci credono.

Ma Saviano, questa specie di Pannellino in salsa antimafia, in realtà ha detto un sacco di fesserie.

(fine)

3 commenti su “Cattivi maestri: Roberto Saviano. I pessimi insegnamenti del santino laicista (seconda e ultima parte) – di Marco Manfredini”

  1. Delirio di onnipotenza. Ha sempre una risposta, pontifica ed elargisce consigli all’umanità senza l’ombra del dubbio. Senza nessuna remora di ordine morale. Va giù piatto. Forse guarderebbe dall’alto in basso anche Socrate. Al contrario del grande filosofo infatti, egli è ben consapevole di conoscere tutto.

  2. Che piacere, quando si parla chiaro . Senza tanti giri di parole : “Pane al pane, vino al vino! ”
    Gesù insegna.
    Altro che quello che si legge e si sente in giro, in questi ultimi tempi ! Sia lodato Gesù Cristo.

  3. Saviano, un povero parassita, che vine a spese della comunità…
    La (sporca) sinistra, l’ha portato alla ribalta, e gli ha dato da vivere, ma tanto da vivere, che si è comprato un appartamento a NY
    Oramai,per quanto mi riguarda, la Fede in nostro Signore Gesù è la mia unica Speranza.e non mi sembra poco.

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