Chi guiderà il popolo del Family Day? – di Tommaso Scandroglio

di Tommaso Scandroglio

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zzzzartscndrglL’eredità del Circo Massimo pare che non abbia successori. Viene infatti da domandarsi: chi potrà guidare in futuro il popolo del Family Day? Chi sarà capace di instradare quel potenziale in una lotta costante e orientata in modo ortodosso alla tutela della famiglia, dell’educazione, della libertà religiosa e della vita? I possibili candidati sulla carta sono i seguenti.

I politici. È di piena evidenza che ad oggi non esiste forza politica che sui principi non negoziabili ieri o oggi non abbia mercanteggiato, chi più chi meno, in cerca del conveniente e non del bene oggettivo della persona e della collettività. Con sano realismo e molto dispiacere bisogna ammettere che la politica su temi come aborto, divorzio, fecondazione artificiale e omosessualità è persona diffidata dal buon senso, se non nemico da cui guardarsi e con cui trattare solo a suon di minacce elettorali, l’unica arma a disposizione del signor Rossi. Alcuni politici hanno dato sicuramente prova di buone intenzioni e a volte di altrettante buone strategie, ma per guidare il popolo della vita e della famiglia non bastano due o tre coraggiosi che difficilmente sarebbero rappresentativi delle istanze di milioni di persone. Non è dunque di un partito politico che ha bisogno la famiglia.

Il mondo ecclesiale. Idem come sopra. Il Family Day è stato spesso osteggiato dalle alte sfere, abbandonato nella giungla pieno di vietcong cirinnati, poi in parte accettato come male inevitabile, anche per il fatto che il numero di adesioni si avvicinava al milione e sarebbe parso inelegante e un pò stupido non saltare sul carro dei vincitori proprio quando il numero di truppe in campo avrebbe assicurato la vittoria.

I tuoi soldati vanno in battaglia e tu generale te ne stai a casa? Che figura avresti fatto? Ovviamente e nei migliori dei casi la benedizione al Family Day è stata impartita dicendo e non dicendo, in quel salmodiare obliquo in cui sono bravissimi alcuni alti prelati. Per tacere di una parte di quelli che, in piena rotta di collisione con il Magistero, hanno detto sì alle unioni civili ma senza stepchild adoption – che è come essere a favore del furto basta che non si faccia male nessuno – e dall’altra di quelli che, anche ai vertici della gerarchia, si sono chiusi in un silenzio omertoso all’indomani dell’adunata oceanica al Circo Massimo.

Silenzio che è invece eloquente e significativo della mancanza di condivisione degli ideali che hanno mosso quella milionata di cattolici qualche sabato fa. Tale atteggiamento oltre a trovare una sua spiegazione nell’ambito ideologico – molti vescovi e cardinali ritengono cosa buona l’omosessualità e le unioni civili – può essere motivata anche sul piano politico-contrattuale. Vi sono infatti voci che indicano l’esistenza di un patto Stato-Chiesa di compravendita della famiglia a prezzo dell’8 x mille, con ulteriore sconto presentando il buono-scuola della Giannini in cui non sarebbero stati cancellati fondi per le paritarie. Ma sono solo rumors.

Le realtà associative cattoliche. Pensiamo – ma forse a torto – che attualmente la gestione del post Family Day non possa venire affidata a nessun movimento. Sia perché alcuni referenti di queste realtà hanno espresso pubblicamente riserve sulla manifestazione di sabato, sia perché strutturalmente i movimenti e le associazioni cattoliche hanno una natura comprensibilmente autoreferenziale e quindi scarsamente rappresentativa degli stati d’animo collettivi. Insomma recipienti troppo piccoli e peculiari per contenere tutti.

Discorso a parte merita il comitato Difendiamo i nostri figli. Aspetto di rilievo è il fatto che il Comitato è composto da soggetti tenuti, fino a ieri, a margine dell’agone culturale sui temi sensibili perché espressione, secondo la vulgata corrente, di sensibilità troppo radicali. È un fatto poi che il Comitato abbia il merito di aver organizzato l’evento, ma come atto conclusivo – seppur importante – di un percorso carsico iniziato in modo spontaneo anni prima sotto la spinta di altre realtà e circostanze.

Da qui una domanda: riuscirà in futuro il Comitato a dare senso e direzione alle istanze della base ed assomigliare – posto che le peculiarità della situazione italiana lo suggeriscano di fare – alla Manif francese che dal 2013 ormai è diventata un punto di riferimento per la battaglia culturale a tutela della famiglia? Riuscirà a trasformarsi da comitato a movimento culturale? Vedremo, la partita è aperta, ma potrebbe chiudersi rapidamente se gli esponenti delle realtà che formano il Comitato non riuscissero a superare una divisione interna che, prima di essere a volte di carattere personale, è di natura culturale. Cioè a dirsi che i presupposti antropologici sono assai differenti da referente a referente.

In termini ancor più semplici: come al Circo Massimo si è levato dal palco il grido «No alla Cirinnà» ugualmente quegli stessi relatori dovrebbero in coro gridare “No alla 194”. Ma di certo oggi non avverrebbe e alcuni di loro inizierebbero a fare sottili distinguo. Una squadra così poco coesa sui fondamenti morali non potrà fare molta strada.

Conclusione: difficile andare a pescare il comandante in capo in questi tre ambienti. Ed è forse un bene perché l’attuale lotta non deve diventare ostaggio né della politica (esempi tristissimi li abbiamo in seno ai movimenti pro-life), né degli ambienti ecclesiali, né dell’associazionismo laico cattolico. È un bene sia perché il raggio di manovra sarà più ampio, più libero, sganciato dai soliti interessi particolari, sia perché segno che la questione famiglia ha carattere primariamente antropologico e dunque culturale. Sarà nello spazio culturale che si giocherà questa partita e le sue ricadute saranno poi eventualmente in Parlamento, nelle varie conferenze episcopali e nei movimenti.

La dinamica che ha portato all’evento del Circo Massimo non ci è poi molto d’aiuto nel comprendere chi potrebbe guidare questo sottobosco di persone sterminato. Infatti è un popolo che si è autoconvocato, è una squadra di calcio che ha vinto senza allenatore. Ma come è avvenuta questa autoconvocazione? Molti sono stati gli stimoli: le veglie delle Sentinelle in Piedi, le migliaia e migliaia di conferenze su tutto il territorio nazionale, le testate giornalistiche indipendenti, le campagne di sensibilizzazione, i siti internet nati con lo scopo di far guerra alla teoria del gender, l’uso dei social come cassa di risonanza per questa battaglia, alcuni pastori illuminati che si sono spesi con coraggio.

Ora occorre coagulare gli sforzi, organizzarli sotto una regia, altrimenti il popolo del Family Day farà la fine del Movimento dei Forconi: nato un giorno, morto il giorno dopo. Ovvio che i tentativi di appropriazione indebita di una simile risorsa già ci sono e tutti stanno cercando di metterci il cappello sopra, ma se la meta non è ben chiara – su famiglia, educazione, libertà religiosa e vita non si scende a compromessi – chi si autoproclamerà condottiero di questa folla si ritroverà a breve da solo e con un pugno di mosche, perché la grande famiglia del Circo Massimo ha dato prova di possedere una caratteristica invidiabile: la radicalità delle richieste.

Sì alla famiglia, no alle unioni civili. Radicalità che manca a buona parte di politici, uomini di Chiesa, responsabili di movimenti: da qui lo scollamento profondo tra popolo autenticamente cattolico e vertici delle sfere temporali e spirituali. Se uno si azzarderà a tradire il popolo del Family Day su questo punto verrà gettato a mare (e chi è intervenuto dal palco sabato ha subito capito l’antifona). Torniamo infine alla domanda iniziale: chi potrà dare continuità al Family Day del 30 gennaio? La risposta per ora non l’abbiamo.

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fonte: Corrispondenza Romana

11 commenti su “Chi guiderà il popolo del Family Day? – di Tommaso Scandroglio”

  1. Antonella LIgnani

    Chi ha convocato il popolo del Family Day? Mi sembra che su questo le idee siano.confuse. Il.massimo “motore” è stato il Cammino NC.

  2. Io si.
    Nessuno!

    Senza una gerarchia ecclesiastica degna di tale nome che renda visibile in termini operativi la Santa Chiesa Cattolica non abbiamo alcuna via di uscita.

    Ai tempi di Clemente VII i papi avevano il coraggio di dichiarare: Meglio uno scisma in più che il divorzio.
    Oggi non si trova più neppure un curato di campagna pronto a difendere Cristo dai suoi avversari.

    Ad ogni modo io lo affermo senza timore,
    meglio uno scisma in più per restare cattolici che lasciare la chiesa ridotta come è oggi: un postribolo di eretici.

    Ai signori cardinali faccio un appello:
    smettetela di scrivere libri e ridate alla Chiesa di Roma il papa di cui ha bisogno dopo aver deposto il sudamericano
    col cervello malato.

    Non è più possibile tergiversare, davanti a Dio dovete rendere conto dei vostri doveri,
    se non lo fate, oltre a me e tanti altri, anche le pietre vi accuseranno.

  3. Ottima, e senz’altro vicina al vero, la definizione di “grande famiglia” per chi è andato al Circo Massimo.
    Certamente erano lì per un Family Day, non per un Family Gay.

    Molto pericoloso, invece, il termine “radicalità”. Chi ha qualche figlio e stringe i denti nell’ Italiaccia di oggi non è un “radicale”, ma una persona normale, a cui i “radicali” (laicisti/materialisti) fanno pagare un prezzo altissimo, anche in termini economici.
    Parlare di “radicalità” è prestarsi alla spirale democraticista: “Possiamo forse ricercare soluzioni radicali? Assolutamente no: solo SOLUZIONI CONDIVISE !”

    Per dare idea dell’attuale stravolgimento del Clero, anche “non di primo piano”:
    http://santa-maria-stella-maris.weebly.com/uploads/1/1/9/4/11941284/1455230435.png

    Un’umile Parrocchia presso l’Aeroporto di Fiumicino presenta la (vera) famiglia… a tinte Arcobaleno!

    1. io sono radicalmente e felicemente radicato in Cristo e nel Magistero e non mi offendo se mi danno del radicale anzi è giusto. 😉

      1. Lei è “radicale” e radicato in Cristo.

        “Alleanza Cattolica” (M. Introvigne) dice che chi è “massimalista” come lei “rischia di rimettere in moto la gioiosa macchina da guerra della legge Cirinnà”:
        http://comunitambrosiana.org/2016/02/19/unioni-civili-alleanza-cattolica-leuropa-non-le-impone-attenti-a-non-confonderle-con-i-diritti-individuali/ , verso la fine.
        È sufficiente votare in poche ore, CON UN VASTO CONSENSO, i provvedimenti di stampo “europeo” a favore dei conviventi omosessuali (alla fine).

        Introvigne dice ciò che i Vescovi pensano ed esigono. Se non tutti, presi singolarmente, certamente la CEI con il Commissario mons. Galantino

  4. giorgio rapanelli

    La prima cosa che vorrei vedere è un elenco di alti e bassi prelati che sono contro ogni forma di compromesso contro i nemici del dogma. Naturalmente, per disconnettere da costoro ed andare a rafforzare con la presenza i veri consacrati fedeli. Noi di Corridonia stiamo tenendo sotto controllo il nuovo parroco e i tre sacerdoti di colore della parrocchia. Occorre tempo per vedere i fatti. Ovviamente, verrà usata la dialettica. Sarebbe stato bello che il nostro arcivescovo di Fermo fosse andato al Family Day. Però, non è che goda ottima salute. Quindi, lo aspetteremo a come si comporterà in futuro.
    I nuovi politici dovremmo prenderli dalla società cristiana che sostiene i principi non negoziabili. In politica occorrono proposte fattibili. Se non puoi eliminare la 194, puoi però aiutare la puerpera a non rinunciare al figlio per motivi economici e mancanza di assistenza.
    Certo, non si inventa in breve tempo una forza politica nuova e cristiana. Ma se mi trovassi il nome dell’avvocato Amato in una qualsiasi lista, esistente o nuova, non avrei alcuna difficoltà a votare il suo nome e quella lista. Mettiamoci in testa che non esiste più una Sinistra, un Centro e una Destra. Sono vecchi schemi mentali. Esistono solo le prospettive verso una società cristiana, oppure una società scristianizzata, come quella che stanno tentando di impiantare con la legge Cirinnà, o la legge Scalfarotto sull’omofobia. Sta continuando la politica ideologica iniziata con il divorzio, aborto, droga, con pedofilia ammessa, poligamia, eccetera, a seguire nel futuro. Tutto per distruggere la nostra civiltà basata sui valori cristiani del Cuore, e costringere l’umanità sulla via della Mente, che è poi la via satanica.
    Comunque, morto un papa se ne farà un altro. Con la speranza che ritorni un Pio XII, che la smetta con la “misericordia” a gogò, per ritornare alle barriere poste da San Paolo.

  5. Non si capisce tutta questa preoccupazione per la guida del popolo del family day. E’ un problema del tutto secondario rispetto alla posta in gioco. E’ chiaro che quella piazza ha avuto ed ha anche riflessi politici nel senso più alto , ma non al punto da richiedere un inquadramento preciso , magari partitico, come insinuano alcuni. Se fosse stata un flop quanti si sarebbero posto il problema? Può darsi che all’atto pratico non ottenga nulla ma era doveroso esserci , al contrario dei dubbi avanzati con le motivazioni più astruse. Si dice che quel popolo dovrebbe chiedere anche la revoca della 194? Ma perchè quando c’è la marcia per la vita non si assiste allo stesso genere di considerazioni da parte
    tradizionalista?

  6. Ricordate OLIMPIA TARZIA,..la fondatrice,vera, del Movimento per la Vita,..che dal 1978 lottava sotto al Senato contro la Legge pro-aborto ?,..poi contro la Legge per il “divorzio”.
    E’ ancora attiva, nella Regione Lazio (anche se l’hanno espropriata del Movimento per la Vita,.e si sono insediati altri: On. C.Casini & comp.), ha fondato il Movimento PER..,scuola di formazione per cattolici impegnati in politica, nel sociale , nella cultura (i Corsi si tengono al Seminario Romano Maggiore di Roma).Occorrerebbe ricontattarla. e’ una biologa specializzata in bioetica c/o il Policlinico Gemelli di Roma. Lei ha sempre lottato apertamente e difeso i Principi NON negoziabili : era una sua bandera,.e allora, L’On. Storace, quando fu Presidente della Regione Lazio la volle proprio con se nella Giunta Regionale affidandole proprio il dicastero della famiglia e salute. E’ rimasta sempre fedele, ..e nelle ultime elezioni regionali del Lazio è stata la più votata . Occorrerebbe ricontattarla.

  7. Sacrosanta la mobilitazione del family day. Molti invasati cercano persino di boicottare la libertà di espressione, negando la verità lapalissiana : ogni bimbo nasce SOLO da un padre e una madre. Ringraziando il Cielo in molti conservano la Fede, la Verità e l’ impegno.

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