I Chierici di San Viatore e la devozione agli Angeli – di Don Marcello Stanzione

di Don Marcello Stanzione

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querbes

p. Louis-Marie-Joseph_Querbes, fondatore dell’Istituto dei Chierici di San Viatore

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I Chierici di San Viatore sono un istituto religioso maschile di diritto pontificio; i membri sono oltre 600 e hanno oltre cento case religiose in circa 20 paesi dei 4 continenti. I viatoriani appartengono alla categoria delle congregazioni clericali insegnanti, la cui implicazione nell’insegnamento fu molto ben tollerata dai poteri pubblici nel XIX secolo, malgrado le leggi anticlericali Ferry-Goblet (1881-1882 e 1886).

Sotto la Restaurazione, padre Luigi Querbes (1793-1859), curato di Vourles (Rhône), fonda l’istituto dei Chierici di San Viatore i cui membri erano inizialmente semplici maestri di scuola e catechisti popolari che si applicavano a propagare la dottrina cattolica. L’obiettivo del fondatore era di far fronte alla carenza numerica e qualitativa di catechisti dopo la Rivoluzione francese. All’insegnamento catechistico, i Viatoriani aggiunsero presto il servizio degli altari e la cura delle chiese: nel 1838 venne loro affidata la sagrestia del santuario di Nostra signora di Fourvière.  Nato in un ambiente rurale, l’Istituto conta, ripartiti su più province, alcuni orfanotrofi, numerose scuole elementari e qualche collegio. Poco tempo prima della sua morte, Padre Querbes crea, nella sua parrocchia di Vourles, la Piccola Associazione dei Santi Angeli, che egli concepisce come uno stadio preliminare all’integrazione nella congregazione dei Bambini di Maria. Non è indifferente a questo riguardo che la prima confraternita fondata da Luigi Querbes all’inizio del suo sacerdozio fu proprio una confraternita del Rosario.  Il reverendo Querbes intitolò l’istituto a san Viatore, vissuto nel IV secolo, collaboratore del vescovo Giusto, chierico  lettore e istruttore dei catecumeni presso la cattedrale di Lione. Il motto dei Viatoriani è “ Sinite parvulos venire ad me”. Un altro membro dei chierici di san Viatore molto devoto agli spiriti celesti fu Celestino Souques che nasce nel 1834, a Bessuéjols, villaggio situato a una ventina di chilometri da Rodez. Dapprima membro della comunità dei Fratelli di San Giovanni – che saranno affiliati ai chierici di San Viatore nel 1854 -, poi prete, egli occupa simultaneamente o successivamente le funzioni di insegnante, direttore, maestro dei novizi, cappellano, superiore provinciale, vicario ed economo generale in seno alla congregazione. Nel 1884, egli fonda la confraternita dell’Angelo custode a Camomil (Aveyron). Nel 1891, questa confraternita ormai fissata a Oullins (Rhône), riceve i suoi statuti ufficiali: è dapprima approvata dall’arcivescovo di Lione, poi affiliata all’Arciconfraternita romana dei Santi angeli.

Con la promulgazione, nel 1969, del Calendario romano generale riformato secondo il Concilio Vaticano II da parte del papa Paolo VI, la festa dei santi angeli custodi si vede ridotta a una semplice memoria, certamente obbligatoria. Pertanto, né i fedeli cattolici del XX secolo che si conclude né coloro dell’inizio del XXI secolo hanno completamente abbandonato la devozione ai santi angeli. Per convincersene, oltre agli esempi citati precedentemente, basta constatare che la confraternita dei Santi Angeli-Custodi fondata dai chierici di San Viatore alla fine del XIX secolo s’è perpetuata fino ai nostri giorni. Situata a Lione, essa porta oggi il nome di Associazione dei Santi Angeli Custodi e conta circa 14.500 associati.

In apparenza meno legato alla prova della tentazione e alla preoccupazione della buona morte, l’angelo custode proposto dai Viatoriani investe il quotidiano del protetto e dei suoi vicini. Egli diviene un intercessore privilegiato della lotta contro l’infortunio, uno specialista dell’intervento in extremis.

Anche se domiciliata a Lione, l’associazione guidata dai Viatoriani recluta membri attualmente nella Francia intera ma anche al di là, in Africa particolarmente. Esiste anche una filiale canadese molto attiva. I nuovi aderenti si vedono rilasciare un “diploma d’attestato”, documento che certifica la loro iscrizione nella confraternita e che rinvia alle vecchie procedure scolastiche, alla stessa maniera delle piccole immagini di pietà distribuite agli associati che evocano i “buoni voti” un tempo attribuiti agli alunni meritevoli e specifici di una certa pedagogia del catechismo. Secondo il direttore dell’associazione, l’immagine dell’angelo custode si ritrova volentieri sospesa “sopra la culla” a casa degli associati. È vero che i genitori hanno la possibilità di sollecitare l’iscrizione dei loro bambini e sono molto spesso delle “intere famiglie” che si consacrano agli angeli, in particolare con l’intermediazione della nonna. Ma la rivista pubblicata dall’associazione, L’angelo custode, non ha per sottotitolo Vita cristiana al focolare?

Questa pia associazione cattolica di fedeli retta dai Viatoriani ha per obiettivo onorare l’angelo custode e tutti gli angeli ma anche la Vergine e i santi. In compenso, la distribuzione delle preghiere in funzione della cosmologia neoplatonica delle gerarchie angeliche, che ha potuto prevalere in un certo numero di confraternite in un’epoca passata, non è all’ordine del giorno. Una certa preferenza sembra andare all’arcangelo Raffaele, la “medicina di Dio”, l’angelo considerato come il prototipo dell’angelo custode.

Tutti i martedì, alle 7, viene celebrata una messa secondo le intenzioni degli associati e, tutti i primi sabati del mese, un ufficio liturgico di preghiere è specialmente dedicato alle intenzioni dei “membri attivi” così come numerose orazioni sono rivolte  al “Cuore immacolato di Maria”. La cappella situata nella sede dell’associazione è un locale molto piccolo dove il prete-direttore, sempre membro dell’istituto dei Chierici di san Viatore, celebra generalmente da solo, presentando le preghiere che gli sono state inviate tramite posta o internet dai devoti cattolici degli angeli. Le intenzioni di preghiera redatte dagli associati sono ugualmente trascritte nella rivista pubblicata dall’associazione. Malattia, decessi, disoccupazione, difficoltà scolastiche, droga, divorzio, disaccordo, incidenti, malattie degli animali…Quasi tutte le prove sociali, fisiche e morali vi sono rappresentate. L’insieme costituisce un’enumerazione enorme dove le  preoccupazioni per la salute, economiche e sentimentali sono oggetto di preghiera a Dio attraverso il ministero dei santi angeli.

Fortunatamente, l’associazione guidata dai Viatoriani prende anche atto dei benefici e degli altri favori imputabili all’intercessione degli angeli. Le liste  delle grazie permettono di intravedere le molteplici preoccupazioni legate ai genitori vicini, e chiaramente ai bambini e ai neonati. Si tratta essenzialmente di ringraziamenti per delle guarigioni, delle riconciliazioni, degli esami superati e, beninteso, una protezione contro gli incidenti.

Il racconto delle azioni di grazie contrasta con lo stile telegrafico utilizzato per descrivere le difficoltà. Mentre le disgrazie sono descritte succintamente, succedendosi in modo così interminabile quanto terrificante, il ringraziamento è fortemente circostanziato, in una volontà descrittiva che richiama alla codificazione della descrizione votiva. Se il rafforzamento della coscienza morale sembra poco all’ordine del giorno, le occasioni di sollecitare l’aiuto degli angeli custodi non sono molto cambiate dalla metà del XVII secolo.

Invocate dunque queste sante intelligenze in tutte le vostre necessità corporali; nei vostri dispiaceri, affinché essi vi consolino; nelle vostre malattie, affinché essi vi guariscano; nei vostri viaggi, affinché essi guidino; nelle vostre persecuzioni, affinché essi vi fortifichino; nei vostri mancamenti delle cose necessarie nella vita, o al sostentamento della vostra famiglia,  affinché essi vi provvedano; nei vostri studi affinché essi vi dirigano; in una parola sola, in tutto il corso della vostra vita, affinché essi la conservino,  evitando gli ostacoli che potrebbero togliervela improvvisamente.

Tradizionalmente, una lettera indirizzata al Cristo, alla Vergine o a un santo non è destinata a essere letta da una terza persona,  ma depositata o inviata il più vicino possibile al supporto della devozione, messa preferibilmente ai piedi stessi della statua, ed è così conservata per un tempo più o meno lungo secondo i santuari prima di essere infine bruciata durante una liturgia.  Si conosce bene ormai la pratica che consiste nel depositare un “biglietto” in prossimità dell’immagine o del reliquiario, in un’urna alla maniera convenzionale o, secondo un procedimento più informale, sotto forma di graffiti. Le intenzioni di preghiere indirizzate oggi  all’Associazione dei Santi Angeli Custodi, private di questa contiguità con una immagine sacra o delle reliquie, sono destinate ad un altro trattamento che prende effetto durante la messa settimanale celebrata dal sacerdote Viatoriano responsabile della confraternita.  Quest’ultimo, che ha meticolosamente depositato le richieste in un quaderno, procede dunque alla loro lettura. A partire dal ricevimento dell’intenzione di preghiere, si opera un triplo lavoro sulla scrittura: dapprima c’è la trascrizione, poi la lettura nel corso dell’ufficio liturgico e infine la pubblicazione nella rivista. Questa forma epistolare e la sua diffusione sono molto appropriate, infine, in considerazione della proprietà essenziale degli angeli affermata dall’etimologia e che fa di loro dei messaggeri celesti intenti a collaborare con Dio per il benessere fisico e spirituale dei loro protetti.

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