Sì, lo vediamo tutti: è in corso una Grande Sostituzione del Capro Espiatorio, del Nemico verso cui indirizzare i “due minuti di odio” orwelliano: non più (o un po’ di meno) il ribelle No Vax (categoria comprensiva di non-inoculati convinti, inoculati per ricatto, inoculati pentiti per gli effetti avversi, scettici, nemici della dittatura sanitaria, scienziati e sanitari dissidenti, politici d’opposizione, giornalisti indipendenti eccetera), ma il Russo: il Russo ricco, anzi oligarca (ma perché Soros, Zuckerberg, Bezos non li chiamiamo “oligarchi”?), il Russo povero di Odessa o del Donbass che cerca di sfuggire ai pogrom ucraini, i Grandi Russi morti come Dostoevskij o Ciajkovskij che la cancel culture liberal-atlantista vuole eliminare dalle nostre biblioteche, dalle nostre università, dai nostri teatri, come è già avvento nelle università anglosassoni con Shakespeare, Chaucer, Milton.

Però l’odio per i no vax non si è del tutto sopito, come non sono venuti meno tutti i provvedimenti punitivi e persecutori, mentre la struttura organizzativa della dittatura sanitaria è stata solo “messa in sonno”, pronta a essere risvegliata dai Signori del Vaccino quando decideranno di fare un altro passo in avanti sulla strada del Grande Reset.

Il più recente dei provvedimenti punitivi è destinato agli insegnanti che si sono rifiutati di farsi inoculare: potranno sì tornare nelle scuole, ma dovranno stare lontano dalle loro cattedre e soprattutto dai loro discenti. Chiusi nelle segreterie, negli sgabuzzini, negli archivi, nei depositi di materiale scolastico. Una miserabile rappresaglia, un mobbing di Stato. Cosa succederebbe se uno studente incontrasse un professore “ribelle” nel corridoio e volesse abbracciarlo, per il piacere di rivederlo e per ringraziarlo per l’insegnamento, dato con l’esempio, di cosa è il vero coraggio? Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, parlando anche a nome del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, ha così giustificato l’odiosa discriminazione: “La violazione di un obbligo non può restare privo di conseguenze. Si tratta di un messaggio forte che si è voluto dare ai nostri giovani. Gli insegnanti inadempienti disattendono il patto sociale ed educativo su cui si fondano le comunità nelle quali sono inseriti”. Dopo la rappresaglia, gli insulti.

Eugenio Capozzi, docente universitario di Storia a Napoli, intellettuale anticonformista, autore di libri coraggiosi come Politicamente corretto e L’autodistruzione dell’Occidente, ha così efficacemente commentato: “Si tratta di parole di una gravità inaudita, se possibile ancora più vergognose della violenta discriminazione che tentano ridicolmente di motivare. Parole che in qualsiasi paese appena civile susciterebbero scandalo, ma che nell’Italia del regime draghiano passano nella più totale noncuranza, come fossero normali, per un popolo asservito che ormai si è abituato a qualsiasi abominio. Con queste parole il governo rivendica apertamente che lo scopo della discriminazione verso chi non accetta di farsi imporre dallo Stato col ricatto un trattamento sanitario è quello di umiliare i disobbedienti, degradarli, privarli della dignità, dando un chiaro messaggio “educativo” agli studenti”:guardate che fine fa chi non china la testa, chi non dice signorsì. Imparate a essere un gregge di pecore zitte e buone, non vi permettete di pensare con la vostra testa e di contestare leggi che la vostra coscienza considera ingiuste. “In questa ‘giustificazione’ disgustosa si riassume tutto il senso dell’abiezione morale e civile in cui la dittatura tecno-sanitaria ha precipitato la nostra società.”

Nel frattempo, un altro atto di rappresaglia: sono in arrivo due milioni di multe per gli ultra-cinquantenni che hanno rifiutato il diktat sanitario. In ritardo, perché l’amministrazione pubblica è inefficiente. Talmente inefficiente da spedire l’iniqua sanzione a una donna morta da 23 anni. Morta a 28 anni, oggi ne avrebbe 51. Di grazia, visto che la pandemia sembra essere in esaurimento, perché questo accanimento contro gli ultracinquantenni? Poi, è normale che la nostra privacy sanitaria sia oltraggiata con la trasmissione dei nostri dati all’Agenzia dell’Entrate?

Tuttavia nelle parole di qualche scientista ultra-vaccinaro sembra comparire, se non qualche dubbio, qualche implicita ammissione sul sistema menzognero che abbiamo subito e che ancora subiamo: il professor Bassetti, l’iracondo clinico genovese, ha dichiarato: “Il green pass ha esaurito il suo compito, che era quello di far sì che le persone si vaccinassero”. Ma guarda, non lo sospettavamo. Ma allora, perché ci hanno mentito dicendo che era un provvedimento sanitario? Perché il Presidente del Consiglio ci disse che il malefico lasciapassare era “la garanzia di trovarsi tra persone che non sono contagiose.”? Un’affermazione temeraria, dopo quella secondo cui: “Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire”.

Donato Greco, membro del famigerato Comitato Tecnico Scientifico, ha ammesso che l’illustre consesso aveva suggerito: “misure di contenimento la cui dimostrazione scientifica di efficacia era debole, mentre invece i costi sociali erano certi”. Commento della professoressa Maria Rita Gismondo: “Sentir dire che i lockdown non sono serviti non è banale, visto che quelle chiusure hanno prodotto una crisi economica terribile, problemi psicologici enormi, nonché la pandemia parallela dell’assenza di cure mediche per tante altre patologie.”

Non c’è stato mai un vero dibattito scientifico. Solo carrettate di insulti, di diffamazioni, di censure verso chi non aderiva, anche solo in parte, alla narrativa ufficiale. Anche se era un Premio Nobel per la Medicina come Luc Montagnier, o clinici di chiara fama, ricercatori di caratura internazionale. Ci ben ricorda il clima di allora, ma anche di oggi, Francesco Borgonovo: “Bollando i critici della gestione governativa come “negazionisti”, li si screditava. Ecco il punto: il negazionista, oltre a sostenere tesi sbagliate, è moralmente deprecabile. La sua parola non va tenuta in considerazione perché è schifosa, intollerabile. Egli non deve essere smentito o contraddetto, ma processato e poi punito”.

Eppure la Scienza dovrebbe essere antidogmatica per definizione, probabilistica, scettica, pronta a ridiscutere certezze consolidate. E, ancor di più, lo dovrebbe essere la Medicina. Invece non è stato così, forse non è mai stato così: molti si ricorderanno di aver letto del dottor Ignaz Semmelweis, che nella Vienna dell’Ottocento scoprì che l’alto numero di donne decedute per febbre puerperale era dovuta alla scarsa pulizia dei medici. Rivolta dei suoi colleghi: cacciato dall’Ordine, venne fatto morire in manicomio. E vale la pena ricordarsi anche del dottor Thomas Allison, medico vittoriano che avanzò l’ipotesi che il fumo potesse far male: anche in questo caso, rivolta della casta dei medici e cacciata dall’Albo. Oggi viene cacciato chi nega, o solo minimizza, il dogma anti-tabagistico.

Quanti dottor Purgone ci sono in giro, quanti all’Istituto superiore della sanità, quanti nelle facoltà di Medicina, quanti nel Comitato Tecnico Scientifico, quanti tra i primari negli ospedali? Perché sono stati criminalizzati medici che avevano trovato cure efficaci, immediatamente vietate, fatte diventare clandestine? E ci siamo già dimenticati del grottesco, criminale protocollo “paracetamolo e vigile attesa”?

Una delle più note e attive virostar televisive, il professor Pregliasco, quello che nel suo ospedale si rifiutava di operare i non vaccinati, ci ha stupito tutti dichiarando che dovremmo arrivare “a una fase di pacificazione”. Sorprendente. L’illustre clinico invoca la fine dell’odio, della persecuzione e della discriminazione dei no-vax? Ammette che nei confronti di una parte consistente della popolazione italiana è stata scatenata una guerra sociale? È una compiaciuta, autoassolutoria offerta di generoso perdono (ma come noto, il perdono presuppone una colpa del perdonato)? Tutte queste cose insieme? Tuttavia, la reazione di molti è stata: non è che la fa troppo facile? Siamo al partenopeo “Chi ha avuto, ha avuto, e chi ha dato ha dato, scordiamoci il passato”?

Silvana De Mari aveva pubblicato su LaVerità del 28 febbraio un istruttivo elenco di insulti rivolti da medici, giornalisti, amministratori, politici, personaggi pubblici di vario genere ai no vax & co. A futura memoria e per consentirci di avere qualche elemento di valutazione in più circa la richiesta di “pacificazione”, eccolo di seguito riprodotto: “Campi di sterminio per chi non si vaccina” (Giuseppe Gigantino, cardiologo). “Mi divertirei a vederli morire come mosche” (Andrea Scanzi, giornalista). “Se fosse per me costruirei anche due camere a gas” (Marianna Rubino, medico). “I cani possono sempre entrare. Solo voi, come è giusto, resterete fuori” (Sebastiano Messina, giornalista). “Vagoni separati per i non vaccinati” (Mauro Felicori, assessore). “Escludiamo chi non si vaccina dalla vita civile” (Stefano Feltri, giornalista). “I no vax fuori dai luoghi pubblici” (Eugenio Giani, presidente regione Toscana). “Potrebbe essere utile che quelli che scelgono di non vaccinarsi andassero in giro con un cartello al collo” (Angelo Giovannini, sindaco di Bomporto). “Stiamo aspettando che i no vax si estinguano da soli” (Paolo Guzzanti, giornalista). “Verranno messi agli arresti domiciliari, chiusi in casa, come sorci” (Roberto Burioni, virologo). “Non chiamateli no vax, chiamateli con il loro nome: delinquenti” (Alessia Morani, deputata PD). “Vorrei un virus che ti mangia gli organi in dieci minuti riducendoti a una poltiglia verdastra che sta in un bicchiere per vedere quanti inflessibili no vax restano al mondo” (Selvaggia Lucarelli, giornalista). “Chiedo formalmente al governo di fare leggi speciali contro i no vax come quelle che vennero fatte a suo tempo per abbattere le Brigate rosse” (Roberto Dipiazza, sindaco di Trieste).

Voglio dare all’elenco anche il mio modesto contributo: Giuliano Cazzola, membro dell’intellighènzia liberal, ex sindacalista, giornalista ed esponente dei radicali di +Europa, in una trasmissione televisiva ha insultato i no vax, invitato la Celere a massacrarli di botte, cosa che stava già avvenendo, e ha categoricamente intimato il ministro Lamorgese “a richiamare in servizio Bava Beccaris” per “dare piombo a questi terroristi”. E il sottosegretario Sileri, da tutti ritenuto un “moderato”, minacciò: “Renderemo ai non vaccinati la vita difficile”.

In effetti ci sono riusciti: pensiamo ad esempio ai medici e al personale sanitario: non solo i non vaccinati, ma anche tutti coloro che, magari sommessamente, magari in un tweet tra amici, esprimevano qualche educato dubbio sui vaccini, sono stati colpiti dagli strali della dittatura sanitaria, sospesi dalla pratica medica, sospesi dagli ospedali, sospesi dall’Ordine. E lo sono tutt’ora: nonostante la sanità pubblica soffra di enormi carenze di personale, migliaia di professionisti vengono, per pura rappresaglia, lasciati fuori dalla porta. Chiediamo loro cosa ne pensano dei sicuri danni che la loro scelta coraggiosa ha recato alle loro carriere: tra un conformista e ubbidiente medico vaccinaro e un preparato e bravo medico dubbioso sul vaccino chi nei prossimi anni diventerà primario? Riusciranno questi medici a sentirsi “pacificati”? Riusciranno a dimenticare le umiliazioni subite, gli insulti, le calunnie, le diffamazioni?

E i cacciati dai luoghi di lavoro, privati del sostentamento, umiliati dalle loro stesse aziende, sono pronti a dimenticare? E i lavoratori come Stefano Puzzer, leader dei portuali no vax triestini, licenziato dalla sua azienda? E le centinaia di manifestanti manganellati, fermati dalla polizia, denunciati, accoglieranno entusiasti l’invito di Pregliasco? Ancora, i milioni di cittadini privati della vita sociale, del caffè al bar, del ristorante con gli amici, delle visite a un museo, non si sentiranno presi in giro da questa richiesta di “pacificazione”?

Ma c’è un’altra categoria che difficilmente potrà perdonare e unirsi al festoso clima di “pacificazione” auspicato da Pregliasco: le dimenticate, ignorate, spesso vituperate vittime degli “effetti avversi”. Quanti sono stati i decessi a causa dei vaccini? Quanti sono stati correttamente inseriti in statistiche ufficiali giudicate da molti di dubbia affidabilità e addomesticate ai fini di propaganda? E potranno dimenticare le migliaia e migliaia di connazionali, spesso giovani e giovanissimi, che stanno vivendo gli effetti delle inoculazioni: inspiegabili malori, miocarditi che dureranno tempi lunghissimi e non sempre saranno reversibili, con crisi epilettiche, con trombosi, con sintomi neuromuscolari?

Abbiamo vissuto, e stiamo ancora vivendo, un periodo che storici e sociologi onesti dovranno un giorno analizzare e raccontare come un esempio di “scatenamento dell’odio” verso una minoranza trasversale da un punto di vista politico, sociale, generazionale, geografico, con l’unanimità pressocché totale dei media di ogni genere, dei vertici sanitari, degli intellettuali, degli opinion leader che incitavano alla gogna mediatica, all’emarginazione sociale, al silenziamento. Nella migliore tradizione totalitaria, nessuna posizione intermedia era tollerata; chi, per prudenza, per moderazione, per compostezza dialettica, per esercizio del dubbio cercava solo di capire le posizioni, tra l’altro assai variegate, dei cosiddetti no vax veniva comunque accomunato, dalla canea urlante e incitante all’odio, a tutti coloro che erano bollati con l’infamante epiteto di “negazionisti”, termine che è diventato il plotone d’esecuzione semantico dei guardiani della dittatura sanitaria e della dittatura tout court.

Così come non bastava esserti vaccinato, magari per pressioni ambientali, per ricatti professionali, per l’odioso obbligo imposto dal regime. No, dovevi – devi tuttora – essere un Vaccinato Entusiasta, prostrato orante, adorante e ringraziante quella Divinità che è diventata la Scienza per averci concesso quella blasfema e sacrilega nuova eucarestia che è il Santo Vaccino, terribile sacro graal emblematico degli inferi tempi moderni. Dovevi – devi – in quanto vaccinato, avere quella infantile giocondità dei pagliacci che cercano di intrattenere e distrarre i bambini in attesa dell’inoculazione. L’obbligo sociale di essere Vaccinato e Contento. Altrimenti, ti meriti la Geena degli ingrati “negazionisti”.

Circola, in questi giorni, una statistica che vuole convincerci che il vaccino ha salvato 150.000 persone dalla morte certa. Può darsi. Ma, di grazia, ci vogliono informare anche sulla metodologia clinica e statistica che giustifica questo propagandistico vaticinio? La lettura dei fondi di caffè? I tarocchi? Qualche oscura profezia Maia?

Siamo vissuti, e viviamo ancora, in quello che può essere tranquillamente definito un “sistema della menzogna”. Come è potuto accadere? Come abbiamo potuto consentirlo? Perché abbiamo quietamente, o quasi, qualcuno ha resistito, permesso l’instaurazione di una dittatura sanitaria, anticamera, forse, di un futuro regime ancora più crudele e antiumano? Le cause prossime sono molte, ai nostri lettori ben note ed evidenti. Ma c’è una causa remota: alla domanda “perché il comunismo?” Aleksandr Solgenitsin rispondeva: “Gli uomini hanno dimenticato Dio, perciò tutto questo è accaduto.” Ecco, questa è la risposta finale a tutto.

No, non riusciremo a dimenticare. Magari riusciremo a perdonare perché siamo cristiani. Ma dimenticare no.

2 commenti su “Ci dimenticheremo del loro odio?”

  1. Lettura lucida della realtà attuale che molto si avvicina al mondo orwelliano. Complimenti!

    Porto la mia esperienza nel mondo della scuola.
    Oggi ho scioperato per un reintegro degno dei miei colleghi sospesi (alcuni addirittura mai sospesi, ma demansionati dal 1 aprile pur avendo il super green pass rafforzato da guarigione…)
    Non è stato facile trovare chi facesse sorveglianza oggi nelle mie classi perché il personale “COVID”, una ragazza giovane vaccinatasi a gennaio-febbraio solo per non perdere il lavoro, era a casa con il COVID…, ovviamente, molto amareggiata…
    L’insegnante di sostegno che questa sfortunata docente sta attualmente sostituendo per 9 ore è a casa SANO, ma non vaccinato e il 1 aprile, piuttosto che rientrare demansionato e con il relativo danno erariale, ha preferito licenziarsi.
    E questi sarebbero gli insegnanti, cosiddetti no-vax, che tradirebbero il patto educativo? Questi possiedono una cosa che nessuno di chi ci governa ora sembra lontanamente conoscere: DIGNITÀ! Peccato che per lo Stato non siano DEGNI di insegnare, perché non sia mai che chi pensa possa EDUCARE! Per avere dei futuri “bravi” cittadini bisogna ADDESTRARE e per tale scopo meglio non assumere chi ha un pensiero proprio (giusto o sbagliato che sia), ma utilizzare fedeli servitori che propinano gli slogan e le mode che il Ministero dell’istruzione si inventa di concerto con l’Europa.
    Dimenticare è impossibile, perdonare forse. Ma una cosa serve: la verità. Come dice S. Agostino, “Occultari potest ad tempus veritas; vinci non potest. Florere potest ad tempus iniquitas, permanere non potest”.
    Purtroppo la verità è sepolta sotto un cumulo di menzogne, per trovarla servirà molto tempo. Ma verrà fuori in tutta la sua bellezza così come fu per Pompei ricoperta da una coltre di materiali piroclastici. E sarà quella bellezza che salverà il mondo!

    Una docente di scuola secondaria di I grado, al momento in servizio, FG

  2. Jb Mirabile-caruso

    Antonio de Felip: “Come è potuto accadere? Come abbiamo potuto consentirlo? Perché ………………………………abbiamo quietamente, o quasi, qualcuno ha resistito, permesso ………………………………l’instaurazione di una dittatura sanitaria, anticamera, forse, di un futuro
    ………………………………regime ancora più crudele e antiumano?”.

    Da siciliano quale sono – anche se lontano dalla mia Sicilia da oltre cinquant’anni – penso di poter rispondere alle Sue inquietanti domande con l’affermare che noi Italiani – a causa del susseguirsi senza fine di dominazioni ora straniere ora locali, principalmente dovute alla particolarissima posizione geopolitica della nostra penisola – siamo una massa di individui che, in grande maggioranza, ci ritroviamo con la tipica schiena rotta dei SUDDITI congeniti la cui capacità “razionale” si è afflosciata al punto, per disuso, da essere rimpiazzata in toto dall’istinto proprio degli animali chiamato “emotività”. Si aggiunge, poi, a questa un’altra massa, anch’essa remissiva, costituita da individui che la facoltà della ragione ce l’hanno eccome, ma hanno scelto di sopravvivere sulla scia della logica secondo cui “un asino zoppo si gode la via, e l’uomo fesso si gode la vita”.

    Entrambi queste masse abbisognano di essere riportate, la prima all’uso della ragione così da non cadere facilmente vittima della paura fabbricata ad arte dai terroristi della propaganda mediatica, la seconda all’uso sano della ragione secondo cui “la vita priva di libertà non è vita”!

    Il recupero di queste due masse, che costituiscono l’ottanta percento circa del corpo elettorale, NON è per nulla compreso da quella minoranza che dovrebbe attivarsi per il loro recupero, e questo è il vero “nodo” della nostra realtà italiana!

    Escludo che in Italia non ci siano persone votate al Bene capaci di comprendere il gravissimo problema in questione, unitamente alle gravissime conseguenze che inevitabilmente si riversano su loro stesse. Il problema deve essere affrontato ed avviato a soluzione, non importa il dispendio di energie, di tempo e di denaro ch’esso richiederà.

    I nostri cosiddetti padri costituenti lo ignorarono, così hanno fatto i nostri politicanti della nostra supposta Democrazia, così continuano a fare i capoccioni di questi nuovi partitini aspiranti ad un posto al sole alle teoriche elezioni del prossimo anno 2023.

    E tuttavia io rimango fermo nella mia incrollabile certezza che questa nostra Italia ha dei figli e delle figlie che, prima o poi, verranno avanti e allo scoperto per essere autori ed autrici della riscossa e della nostra Patria e dell’Umanità a cui tutti e tutte apparteniamo!

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