Ci “salverà” l’Isis? – di Mario Bozzi Sentieri

di Mario Bozzi Sentieri

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zzrsA’ la guerre comme à la guerre : accontentiamoci di quel che passa il convento in questa strana guerra-non guerra con cui, volenti o nolenti, dovremo, sempre di più,  imparare a fare i conti.

L’ISIS è alle porte o forse è già qui e non sarà certamente qualche gazzella della polizia o le rassicuranti dichiarazioni dell’Alfano di turno a risolvere il problema. La questione è purtroppo complicata. Investe le nostre capacità militari ed insieme quelle negoziali, riguarda la geopolitica e – più in generale – la tenuta “culturale” del nostro “sistema”.

I settant’anni di pace ci hanno tolto – come ha osservato Galli della Loggia – la capacità di pensare alla guerra. Diciamo che – a differenza di quel scriveva Ardengo Soffici, che lo considerava connaturato alla natura dell’uomo  – l’istinto bellico si è perso, ma non è detto che prima o poi non riemerga, sull’onda, tutt’altro che metaforica, di un attacco esterno.

“Non siamo crociati” dice il ministro Paolo Gentiloni, cercando di raffreddare gli animi – come se poi fossimo stati noi europei a riscaldarli. D’accordo,   parlare di Crociate è un po’ grossa, anche perché per fare le Crociate bisogna avere il physique du rôle e gli italiani – al momento – non sembra che lo abbiano.

C’è però un’altra “Crociata” che prima o poi dovremo imparare a fare:  è quella verso noi stessi, verso  le nostre debolezze antropologiche, verso i nostri tentennamenti civili, verso il nostro barcamenarsi etico. Guardiamoci allo specchio: ancor prima di quelle materiali, abbiamo le “armi culturali” per contrastare l’ISIS ? Siamo dotati dell’ arsenale politico ed ideale necessario per affrontare l’attacco esterno?

Settant’anni di pace non hanno aiutato, convincendoci che l’istinto alla guerra  – evocato da Soffici – apparteneva al più brutale primitivismo, che parlare di  Crociate era aberrante, che la guerra era “da ripudiare” a prescindere, anche là dove sono i gioco le ragioni stesse del nostro esistere civile.

Ora non possiamo più fare finta di niente. Ad imporci una nuova consapevolezza sono gli uomini incappucciati che maramaldeggiano a qualche centinaia di miglia dalle nostre coste meridionali.

Certamente  potremo  proporre di “metterci intorno ad un tavolo” per discutere e fare discutere, potremo presidiare gli obiettivi sensibili interni o essere parte di una missione internazionale d’intervento. Resta il fatto che comunque dovremo,  prima di tutto,  guardarci allo specchio e domandarci se siamo disposti a reintrodurre nel nostro lessico collettivo principi quali il senso del sacrificio, l’etica dell’onore, la fedeltà alla parola data, l’appartenenza patriottica.

Ancor prima che a colpi di Kalashnikov, su questi crinali ci sfida l’integralismo islamico, invitandoci a dare risposte coerenti alla nostra scelta di civiltà. La “salvezza” dipende tutta dalla nostra capacità di risposta a questa sfida.

8 commenti su “Ci “salverà” l’Isis? – di Mario Bozzi Sentieri”

  1. ” Resta il fatto che comunque dovremo, prima di tutto, guardarci allo specchio…” e cosa vedremo? Degli infingardi che permettono che uno Stato straniero ci tenga in ostaggio da tre anni per mezzo della cattura con l’inganno di due militari che facevano il loro dovere su una nave italiana, su ordine del loro Stato. E ben tre governi, evidentemente espressioni delle nostre “potenzialità”, non sono riusciti a sbrogliare questa matassa.

  2. Per parlare di guerra occorre che qualcuno ci attacchi ma, mi chiedo, ci sarà davvero qualcuno che pensi di muoverci guerra?
    L’Isis ? Con l’Isis andremo a discutere: non ci riuscirà nessuno a discutere con loro, ma noi si’. Perché? Perché offriremo quel che nessuno è in grado di offrire, il nostro territorio e la nostra neutralità.
    Potranno entrare e uscire a loro piacimento, potranno portare armi e uomini ovunque e sotto i nostri occhi ma, statene certi, non vi sarà mai alcun attentato di sorta.
    E’ già accaduto ai tempi di Andreotti e Craxi con i palestinesi: accadrà (anzi, forse sta già accadendo …) oggi con l’Isis e con il beneplacito della sinistra, della destra e di Francesco.
    Forse inizieremo la guerra bombardando da qualche parte in Libia, assieme ad una qualche coalizione ma, ben presto, cambieremo bandiera e fronte, come ormai da tradizione. I voti sono voti.

  3. CAMERATA GRAFFIGNA

    Oggi le nuove generazioni di smidollati e bamboccioni,ormai esenti anche dalla leva militare da molti anni,non sarebbero certo in grado di difendere la Patria da un attacco esterno nemico.Esiste ancora l’amor patrio?Sono state educate le ultime generazioni a questo sentimento?Al sacro trinomio “DIO,PATRIA,FAMIGLIA” quanti credono ancora?Ci crede ancora mio padre ultranovantenne poiché è cresciuto nell’era fascista!E qui sposto il discorso sul tanto vituperato ventennio mussoliniano che avrà avuto tutti i torti,però educava le nuove generazioni ad ideali e sentimenti che oggi si sono persi.E vero che l’Italia fascista perse la guerra,ma gli italiani erano stati forgiati come dei futuri combattenti;pagine valorose come El Alamein o Giarabub,dimostrarono che la sconfitta venne poiché “mancarono le forze,non il valore”.L’Isis non è un fenomeno assimilabile alle Brigate Rosse che erano terroristi “interni” e quindi potevano essere combattuti solo dalle forze dell’ordine,per l’Isis occorre un…

  4. Per difendere la Patria occorre che il popolo non abbia smarrito la Fede. Senza questa componente saremo sconfitti in partenza.
    L’ISIS mi fa meno paura dei subdoli attentati alle anime e alla negazione della Verità di NSGC perpetrati dai nemici interni. Ma la certezza che le porte degli inferi non prevarranno contro la Chiesa (quella vera) mi sorregge.

  5. giorgio rapanelli

    L’Isis non si fermerà andandoci a parlare sulla mula bianca. Sono psicotici che vogliono annientarti, come in alcune sure viene ordinato da Dio con il jihad “minore”, in quanto il jihad “maggiore” è quello che si combatte contro le proprie passioni. Per ora abbiamo un maggiore pericolo, che è quello dell’ideologia del Gender. Un sistema psichiatrico da regime totalitario per deprogrammare la mente dei bambini e dei giovani dell’appartenenza al sesso maschile o femminile, e portarli, privi così di identità, verso l’omosessualità. E’ sostenuto da PD, Sel, M5S e Scelta Civica. E Probabilmente, un grosso aiuto ci verrà contro questi criminali proprio dai musulmani, che condannano l’omosessualità e l’imposizione di una educazione che non sia quella familiare. Tornando all’Isis, qualche attentato dovremo aspettarcelo, ma mai una invasione in grande stile. I mezzi da sbarco verrebbero affondati prima di giungere sul “bagnasciuga”. Ma, sarebbe meglio essere preparati con la lanterna in mano e il…

    1. Verissimo quanto dice lei e quanto dice Rue de Bac: i martiri uccisi dall’Isis
      sono morti con il nome di Gesù sulle labbra, perché loro uccidono i corpi, non
      l’anima come stanno invece facendo nella Chiesa! Con un silenzio sempre
      più assordante!
      E chi tace acconsente!!!

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