Circa l’ennesima strage di migranti nel Mediterraneo, in risposta a mons. Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes – di Clemente Sparaco

di Clemente Sparaco

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Nello stesso giorno (il 24 maggio), in cui a Manchester si lavorava all’identificazione delle vittime dell’attentato al concerto della popstar americana Ariana Grande, nel Mediterraneo, a largo della Libia, si consumava l’ennesima strage di migranti. Almeno 31 le vittime e un numero non definibile di dispersi. Fra essi molti bambini e neonati. “Per uno sbandamento verosimilmente causato dalle condizioni meteomarine e dallo spostamento repentino dei migranti su un fianco dell’imbarcazione, circa 200 migranti sono caduti in mare da un barcone con circa 500 migranti a bordo” – si legge nella nota della Guardia Costiera accorsa sul luogo del naufragio.

All’operazione ha partecipato anche la nave Phoenix del Moas (Migrant Offshore Aid Station), l’ONG con sede a Malta, già oggetto di indagini da parte del procuratore della Repubblica di Catania Carmelo Zuccaro per presunti legami con trafficanti di esseri umani. Nell’audizione del 3 maggio, davanti alla commissione Difesa del Senato, in particolare, il procuratore aveva sostenuto in merito che nelle ong ci sono persone che hanno “profili di dubbia rilevanza, non collimanti con quelli dei filantropi“.

Rispondendo al SIR, Servizio di informazione religiosa, mons. Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, ha dichiarato: “Le vittime di entrambe le stragi sono nostri figli e fratelli. Difendere e salvare la vita soprattutto dei ragazzi e dei giovani, deve rimanere la preoccupazione al centro della politica europea. Se la sicurezza deve interessare tutti, oggi forse dobbiamo scegliere la pace come condizione fondamentale di sicurezza, corridoi umanitari per la sicurezza dei richiedenti protezione internazionale, cooperazione e sviluppo per difendere la libertà di non partire e di vivere nella propria terra. Ogni semplice chiusura, ogni condanna senza impegno rischia di aggravare la situazione“.

In risposta…

a questa presa di posizione sento di dire che difendere e salvare la vita deve rimanere la priorità, ma che anche la verità è una priorità.

E allora, non è vero che si tratta di due stragi! Quella di Manchester è stata una strage, questa no, perché è stato un naufragio. Altre sono le cause di una strage e di un naufragio, perché dietro una strage c’è la volontà deliberata di uccidere, fra la folla, in modo indiscriminato, non guardando in faccia i volti delle proprie vittime e nascondendo il proprio sotto una kefiah con sullo sfondo una bandiera nera (così è apparso un terrorista in un video di rivendicazione).

Quanto a scegliere la pace, monsignor Perego lo dovrebbe predicare ai terroristi islamici che hanno compiuto la strage o agli islamici che hanno inneggiato in varie parti d’Europa e del mondo per i bambini e gli adolescenti di Manchester uccisi da un kamikaze con nello zainetto esplosivo contenente chiodi, per poter fare più male possibile.

E’ vero, viceversa, che chi subisce un attacco terroristico ha il diritto di difendersi.

Né sceglie la pace chi si crede in diritto di colpevolizzare.

Primo: perché la carità non si impone! Si potrà infatti sempre rimbrottare a chi lo fa, come fece Luca Zaia, governatore del Veneto, il 22 agosto del 2015: “Ma voi siete sicuri di aver fatto tutto quello che dovevate fare per i profughi?”.

Secondo: c’è un dovere di verità che impegna a fare piena luce negli intrecci che coinvolgono scafisti, delinquenza mafiosa, coop e ONG (come ha cercato di fare il Procuratore della Repubblica di Catania, Zuccaro), che non si può derogare o derubricare a faccenda che non ci riguarda.

Inoltre c’è la responsabilità, che anche chi predica la pace e l’accoglienza dovrebbe assumersi.

Essa consiste nel dare risposte o proporre soluzioni, piuttosto che ingiunzioni e anatemi. Perché la pace va a braccetto con la responsabilità quando rispetta la libertà, quando non pretende di coartare la determinazione dei popoli, quando, prima di censurare la chiusura o le presunte condanne degli altri, guarda alle proprie pregiudiziali chiusure e condanne.

Quanto alla sicurezza, essa è un diritto che uno Stato deve garantire come sua priorità ai cittadini, non barattabile con nulla, foss’anche la pace. Altrimenti incorreremmo nell’errore che fu di Chamberlain, quando nel 1938, all’epoca della Conferenza di Monaco, pensò di scegliere la pace, patteggiando la sicurezza con Hitler. Non salvò né la pace né la sicurezza, ma avvicinò la guerra.

13 commenti su “Circa l’ennesima strage di migranti nel Mediterraneo, in risposta a mons. Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes – di Clemente Sparaco”

  1. Stefano Mulliri

    Caro monsignor Perego , hai perso un altra buona occasione per stare zitto. Al di là del fatto che qui si tratta di un invasione programmata di fancazzisti che non portano nulla di vantaggioso, e scusatemi ma quì qualcuno ha a cuore più il cinque per mille , delle pecorelle che gli ha affidato Nostro Signore. E poi sono assolutamente d’accordo con l’autore di questo pezzo perché, la sicurezza nazionale viene prima della carità, anzi ne è uno dei pilastri, e poi non è lecito dare agli altri, ciò che prima devi garantire ai cittadini, che prima di tutti devono vedersi riconosciuti i propri diritti. Detto questo una preghiera per monsignore non costa nulla gliela faccio volentieri, purché anche loro capiscano che tutto questo buonismo si ritorcerà anche contro di loro.

  2. che ce ne scampi e liberi

    Purtroppo questo monsignore tocca a Ferrara, così se già ci sentivamo invasi, ora ci sentiremo stranieri a casa nostra. ma quanto dovremmo ancora sopportarli questi falsi profeti di una pace che non c’è e che certamente non arriverà riempendoci di islamici guerrafondai e tagliateste? Persino la lebbra ci portano (un caso a Rimini diagnosticato in un ospedale di Genova). Ma come ci si salva da questi vescovi e dai loro danni? Ora a Ferrara abbiamo un comune che dichiara con cartelloni rosa che la citta di Ferrara è contro l’omofobia e la transfobia, mi spiegassero cosa significa omofobia e transfobia per loro e dove hanno visto qualche malato fobico terrorizzato dagli omosessuali. Certo ne vedremo e sentiremo delle belle dal 3 giugno in poi, tra comune e vescovado ci sarà un bel connubio: lo in e lo yang si completeranno.

  3. Visto che ha nominato Chamberlain, diciamolo chiaro e tondo.
    Questi signori adottano la politica dell’appeasement. Anziché la Slovacchia vendono noi, i nostri figli, il nostro patrimonio, i nostri beni.
    Personalmente sono stufa di filantropi laici (e massoni) e di pretucoli comunistardi, che ci vendono per 30 denari.
    Sono stufa dei loro ipocriti piagnistei ad ogni naufragio.
    Sono stufa.

  4. Il 13% degli italiani abili al lavoro non ha occupazione. Importare nuovi aspiranti agli (inesistenti) posti di lavoro è un atto stupido e quasi criminale. Il favoreggiamento dell’immigrazione attualmente è una scelta insensata, che gli italiani stanno già pagando. La morale cristiana suggerisce il dono del superfluo. Ma l’invito a condividere l’indispensabile (peraltro carente) è una devastante sciocchezza. La carità non dovrebbe violare il confine stabilito dal senso comune. Non ha senso, è tragicamente ridicolo e surreale proclamare l’obbligo di condividere il pane insufficiente e i posti di lavoro mancanti. La misericordia non deve scivolare nella fantasticheria e nel delirio pseudo ecumenico. E’ strutturalmente demenziale l’invito a condividere i beni che scarseggiano. E’ criminogena la decisione di accogliere immigrati per destinarli alla umiliante disoccupazione e/o alle attività criminose. Infine è assurdo e quasi colpevole pensare che persone refrattarie alla cultura italiana possano integrasi nel giro di pochi mesi.

    1. Clemente Sparaco

      Gentile Professor Vassallo, penso che sia demoniaca l’ideologizzazione della misericordia cui stiamo assistendo. La carità viene coartata dalle élites al potere con l’accoglienza forzata di milioni di immigrati mantenuti a spese dei contribuenti e l’imposizione della globalizzazione, del mondialismo e del meticciato culturale e religioso.

  5. Chiedo alla Redazione di non adeguarsi alla terminologia politicamente corretta della SINISTRA. Eliminare per sempre dagli articoli di Riscossa Cristiana il termine migranti volutamente inventato e simile al termine emigranti. Questo perché chi viene da noi in Europa non ha fatto mai alcuna richiesta ( poi accolta in seguito alla domanda) di accoglienza e non emigra. Vi prego di chiamarli da ora in poi con il loro.nome : CLANDESTINI. Grazie, Nicola. P.S. Non adeguiamoci al mondo per favore.

  6. Marina Alberghini

    Questa gente è piena di carità(pelosa secondo me) verso sconosciuti che con prepotenza ci invadono pretendendo di essere mantenuti, per di più di una religione che ci odia, e de gli italiani poveri, maltrattati, derisi, subissati da balzelli ignobili, che nessuno foraggia aggratis, e che con questa invasione continua e spaventosa diventeranno sempre più poveri,non gliene importa niente.Razzisti!!
    Forse Dio preferisce gli africani?Secondo il papa, sì.Non se ne può più ma nessuno ci ascolta!

  7. Non diciamo bestialità, caro il mio (si fa per dire ‘mio’) Perego: tirare per forza l’acqua al proprio mulino, contro ogni evidenza, è davvero da disonesti e prepotenti. Quelli che andavano all’Arena di Manchester vi andavano per divertirsi, bene o male non sono affari di perego o dei devoti di Allah, il misericordioso, certo… quelli che hanno stipato il barcone e dalle onde sono stati travolti, tentavano il colpo grosso della loro vita: la conquista del bengodi a spese nostre ( lasciamo stare la favola dei disperati, che tutti palestrati sono e con soldi in tasca…), a carico di noi, che poi dobbiamo subire, dopo l’accoglienza e le regalie nostre (come, nel caso, le sette mila sterline date allo sciagurato assassino dell’ Arena inglese, per i suoi studi) come portatori di morte contro di noi. Questi ultimi sì, tra loro, figli e fratelli, coi quali io non ho nulla da spartire (e figli e fratelli se li pure pure il Perego suddetto, e il suo Patron in vaticano, tanto loro sono sempre al riparo da queste imprese, vigliacchi nati, gente sterile, che quando hanno…

  8. … che quando hanno salvato se stessi hanno salvato tutto, che figli e nipoti cui pensare non hanno ….)

    E speriamo almeno che come suoi figli e fratelli il Perego nostro geniale consideri anche i 35 morti assassinati cristiani copti in Egitto, che morte hanno avuto, giustamente per volere de Allah, perché non volevano convertirsi al Grande e Misericordioso…

  9. che ce ne scampi e liberi

    Non credo nemmeno più che questo sia buonismo, per me è proprio servizio gratuito, volontario e permanente all’esercito del demonio. Non sono così stupidi e bonaccioni come crediamo, forse sono indottrinati, ma siccome Dio da sempre la possibilità di conoscere la verità e tanto più se uno è vescovo è tenuto a conoscerla questa verità e a trasmetterla (non vivono in mezzo ad una giungla, senza libri, cultura, media). Non sono buonisti sono cattivi è basta.

  10. a vedere questa foto da loro scattata, facile immaginare il fetido orgasmo dei Catramboni – e degli altri tromboni dell’ accoglienza – alla vista di tante prede destinate al loro ingrasso!

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