Cirinnà, Fedeli e la rivoluzione culturale  –  di Patrizia Fermani

… l’ultimo exploit del progressismo, illuminato e democratico: aver sostituito la resistenza con l’omosessualità, Pertini con Marino… e l’idiota paccottiglia  femminista viene rimessa in circolo per  potenziare la distruzione dei modelli famigliari attraverso la conversione universale alla bellezza della scelta omosessuale che, con  l’eutanasia,  l’aborto e le tecniche riproduttive,  è rimedio infallibile contro la sovrappopolazione e la selezione della specie.

di Patrizia Fermani

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zzdd2L’ approvazione in commissione giustizia del senato del testo sulle “unioni civili”, presentato dalla relatrice Monica Cirinnà, è stata  celebrata quasi in tempo reale, e con la consueta esuberanza speculativa,  dal duo Bignardi – Veronesi  che per spiegare meglio ai fortunati cittadini il  vantaggio di avere un’altra buona  legge, hanno esibito la coppia  di maschi allietata dalla fresca fabbricazione su commissione di tre gemelli,  quale esempio felice di  nuova   specie umana in fase riproduttiva.

In fondo ce lo aspettavamo  tale ulteriore traguardo di civiltà,  anche se qualcuno di noi ha  continuato a sperare che alla fine  un buon senso miracolosamente ritrovato, ci avrebbe almeno  ritardato questa  trionfale marcia verso il nulla. Ma la civiltà avanza inesorabile e si è materializzata già da tempo in un altro disegno di legge, non ancora in discussione, che porta addirittura  il nome del vicepresidente del Senato,  della onorevole del  PD Fedeli,  una con alle spalle una lunga militanza nel sindacato dove deve aver allargato a dismisura il proprio orizzonte di pensiero, affinato sensibilità giuridica e consapevolezza dei compiti della politica, con l’occhio fisso alla Costituzione, e il cuore alla democrazia.  La signora infatti ci propone  nientemeno che la sostituzione forzata,  nelle menti degli studenti di ogni  ordine e grado “degli stereotipi di genere, tradizioni e costumi”  (nella relazione cita con orrore persino il ripugnante “onore” sessuale), con ben altri stereotipi capaci di illuminare  il loro bagaglio speculativo e culturale:  primo fra tutti “ l’ identità di genere”. Questa è la chance liberatoria che il Ministero della Pubblica istruzione deve  assicurare a tutti come forma di un irrinunciabile servizio pubblico.   L’urgenza di un simile intervento, è dato ,  assicura l’onorevole,  dallo stato di oppressione , vessazione e mortificazione costante, persecuzione morale e spesso anche fisica in cui si trovano le donne in questa infelice Italia che a cinquant’anni dalla conquista di tutte le casematte gramsciane versa in una indicibile arretratezza culturale e giuridica.  Le parole non sono queste ma questo è il senso che emerge dalla ossessiva ripetizione di  due o tre simil concetti.

Lì per lì viene da  pensare ad un errore di destinazione,  ad una svista geografica, perché non si capisce bene di quali donne e di quale latitudine si tratti, a quale regime e a quale società  impegnati a mantenere le donne in uno stato di assoluta inferiorità e sofferenza,   si faccia riferimento.  Il linguaggio e  contenuti sembrano riproporre anche  le formule involontariamente  comiche degli inossidabili sessantottini  eternamente perpetuati  e  reidratati,  a dispetto dell’età e della decenza.

Ma  presto si capisce  anche troppo bene che si tratta di ben altra cosa:  c’è in ballo la nuova   strategia  che staccando il sesso dalla natura ne fa una variabile  volontaria, e mira a promuovere ogni scelta di tipo sessuale, quindi in primis quella omosessuale e limitrofe, nella sfera della perfetta normalità.  Forse anche il Gatto Mammone potrebbe essere stato un precursore.

A questa  libertà   della specie umana più evoluta di scegliersi il proprio “genere” in vista della  definitiva normalizzazione dell’omosessualità  e dei suoi  derivati, deve corrispondere dunque un adeguato indottrinamento delle giovani generazioni,  idoneo ad eliminare l’assegnazione preventiva di ruoli e funzioni.  Si tratta di  superare anche la scuola politica sovietica. lo Stato veramente democratico non deve essere costretto ad arrivare ai campi di rieducazione, quando i buoi sono scappati e le teste hanno già cominciato a funzionare per conto loro. No. Bisogna prevenire e “instillare”(il verbo è molto in voga nei progetti educativi del progressismo omofiliaco) nelle giovani menti  la ricchezza delle idee sulla flessibilità del “ genere”  cioè sulla scelta sessuale libera dagli schemi sociali e culturali,  quindi autodeterminata.

Per questo la signora propone democraticamente che alle nuove generazioni sia impedito per legge di pensare cose insostenibili  quali  l’attribuzione di ruoli fatta da madre natura,  e  d’ora in poi debba essere vietato  pensare che la realtà  preceda la volontà. Del resto In tante parti d’Italia avveduti e sensibili pedagoghi hanno già cominciato a vestire i maschietti con le gonne e a dare in mano alle femminucce le pistole,  segno di tempismo e di efficienza della pubblica amministrazione.

 Dunque, secondo il disegno di legge Fedeli,  in cui si riflette tutta la solida cultura democratica della sinistra,  spetta allo Stato armare,  gli “educatori”,  e aspirare  dai cervelli degli scolari, con una ventosa del costo di 200 milioni di euro (tale lo stanziamento proposto per questa opera di bonifica delle teste) ogni idea malsana.

Non è il caso di entrare nel merito della premessa  “filosofica” che vuole la realtà frutto della immaginazione, perché forse a voler dimostrare l’evidenza  si finisce per sminuirne un po’ la nitidezza. In claris non fit interpretatio, dicevano gli antichi.

In ogni caso sappiamo  troppo bene come anche tutta la idiota paccottiglia  femminista venga  rimessa in circolo per  potenziare la distruzione dei modelli famigliari attraverso la conversione universale alla bellezza della scelta omosessuale che, con  l’eutanasia,  l’aborto e le tecniche riproduttive,  è rimedio infallibile contro la sovrappopolazione e la selezione della specie. Con  le stesse  finalità sono  state allestite  le tante  conferenze internazionali  sulla famiglia e sulla donna,  in vista della  rivoluzione culturale, che ora viene finalmente  imposta per legge.   Su  questa via   si compie così con vantaggio reciproco, il nuovo compromesso storico planetario che vuole l’omosessualismo  dei potentati economici capitalisti  promosso e propagandato dal vittorioso  comunismo europeo, post sovietico e senza classe operaia.  Un patto d’acciaio, con prestigiosi precedenti. Con la differenza che qui non si mira neppure formalmente ad una spartizione ma al raggiungimento di un obiettivo ecumenico comune.

Ora dobbiamo però fissare l’attenzione proprio sulla rivoluzione culturale, iniziata  mezzo secolo fa con la “liberazione sessuale”,  ma che sta assumendo un vero e proprio contenuto politico.  È  guidata dalle istituzioni sovranazionali,  e viene realizzata in ’Europa dai  residui dei  passati stati nazionali secondo la tradizione politica locale.

Una rivoluzione culturale che appunto ora viene imposta per legge, da un lato sconfessando  certi principi chiave dello Stato liberale e/o democratico, ovvero dello stato di diritto in senso proprio,  e  dall’altro   imponendo al contempo un cambiamento delle idee, persino  in via amministrativa.

Il progetto Fedeli rappresenta  un campione di questo mesto epilogo delle democrazie occidentali.  Anzitutto vi troviamo  la disinibita  sicumera  con cui si mettono da parte i fondamentali principi di libertà consacrati dalla Costituzione e sbandierati  continuamente dai suoi cantori.  Prima fra tutti ovviamente la libertà di pensiero,  che precede quella della sua manifestazione  sancita  dall’art. 21. Una  norma questa  che  prima ancora di riguardare il giudice e l’interprete si rivolge al legislatore ordinario .  Dunque  colpisce come un simile monstrum che aspira a diventare legge dello Stato sia passato indenne al vaglio della commissione preposta al controllo di costituzionalità. Segno che anche la Costituzione ha fatto il suo tempo? Come è avvenuto che ormai  senza remore e senza pudore si manifesti il proposito di manipolare i processi cognitivi degli scolari di ogni ordine e grado senza mettere neppure in conto la inviolabilità di un principio di civiltà quale quello della libertà di pensiero? Perché, anche mettendo da parte il merito della faccenda, lo sprovveduto contribuente si chiede per quale via  si possa arrivare  alla  manipolazione obbligatoria dei processi cognitivi degli scolari.  Come se  a questi fini ablativi del pensiero e della ragione non bastassero  già di fatto i mezzi di comunicazione, le Bignardi e i Veronesi ,  e tutta quella fauna che affolla i teatrini televisivi, la stampa e perfino  i teatri d’opera.

Ma è evidente che nel terzo millennio la rivoluzione si fa a colpi di leggi votate dal parlamento democraticamente eletto, o su iniziativa di  governi non eletti,  senza scomodare più la presa violenta del potere che turberebbe  la tranquillità e le vacanze del popolo sovrano. Del resto, a ben guardare, la rivoluzione fatta in via parlamentare è la vera formula innovativa inaugurata  in occidente nel dopoguerra.

Questo sul piano dei principi sanciti dalla Costituzione scritta.  Ma è evidente che il contenuto stesso di ciò che si vorrebbe conculcare,  ha una portata sovversiva della stessa società, tende a scardinare quell’assetto sostanziale che precede la costituzione e le leggi. La sovversione cioè non riguarda semplicemente la violazione delle libertà garantite dalla Costituzione,  e  espresse dai principi generali dell’ordinamento  giuridico che segnano  la fisionomia di un certo modello  di Stato.  Qui si promuove con la forza delle leggi, come si conviene ai regimi totalitari, il sovvertimento di principi di natura che corrispondono alle esigenze profonde e immutabili degli uomini,  alla faticosa ricerca del  bene comune che  di certo con corrisponde all’arbitrio   imposto a tutti.  Il fenomeno riguarda ovviamente anche  il disegno Cirinnà .  Ma rispetto ad esso  questo della Fedeli ,   assume la funzione pratica del bulldozer che spiana il terreno  alla rivoluzione formalmente non violenta  desertificando i cervelli, e lo fa superando anche i connotati minimi di quello stato di diritto che sembrava dato acquisito dalle sbandierate democrazie occidentali.

Dunque proprio per la  insensatezza dei contenuti che si vorrebbero  imporre, e che purtroppo godono una  dissennata fortuna mediatica, un tale progetto , assume  un preciso significato  di contenuto rivoluzionario.  Fa cadere la maschera di un nuovo stato totalitario maturato negli anni e  sempre vagheggiato  dal comunismo nostrano che dopo avere cambiato tanti nomi, tante pelli, tanti santi e papi protettori, e cambiato tante bandiere ha raggiunto  miseramente  il più remoto  degli approdi, quello della sovversione della natura imposta per legge.  Engels  l’aveva teorizzata a grandi linee ma  doveva incontrarsi con i progetti planetari del capitalismo americano per essere realizzata su vasta scala.

 Insomma, sarebbe un grave errore sottovalutare questo ultimo exploit del progressismo, illuminato e democratico che dopo aver sostituito la resistenza con l’omosessualità, Pertini con Marino, e aver gridato ai quattro venti che il comunismo è morto e i comunisti non esistono più,  ora può liberamente dare vita a quel sogno totalitario che un’altra cultura non ancora spenta, un’altra strategia internazionale, e un’altra Chiesa  gli avevano impedito di realizzare, nell’immediato  dopoguerra.

Purtroppo la fortuna del nuovo totalitarismo che  senza veli si affaccia a catturare le giovani generazioni,  sembra inarrestabile per la mancanza di resistenze significative , anzi con l’inerzia accondiscendente di una maggioranza inerte, un po’ ignara, un po’ confusa, un po’ indifferente a tutto. E gli aspetti di questa inerzia collettiva meriterebbero di essere oggetto di una analisi a se stante.

9 commenti su “Cirinnà, Fedeli e la rivoluzione culturale  –  di Patrizia Fermani”

  1. il nuovo totalitarismo ha l’età di Sodoma e di Gomorra e il bel volto di Valeria Fedeli – siamo arrivati alla notte dei viventi morti….

  2. Ciò che soprattutto preoccupa è proprio questo: la mancanza di resistenze efficaci.Sale da qualche parte ogni tanto una debole voce, poi però si spegne nell’indifferenza generale. I diretti interessati (genitori, ad esempio) non si infervorano per evitare il preannunciato scempio delle anime dei loro figli; vi è una desistenza paurosa, un’accettazione rinunciataria che inevitabilmente fa il gioco del nemico. Alla maggioranza non ribolle il sangue e non si combatte alacremente in nome e per la difesa della verità, piuttosto alla fine, perché no, ci si ritrova ribaltati senza troppi problemi dalla parte avversa. In fondo, lo dice pure qualche vescovo: quello che conta è “credere negli esseri umani”…

  3. Camera dei Deputati, venerdì 20 febbraio 1976: nel dichiarare il voto di sfiducia del MSI-DN al Governo Moro, Giorgio Almirante Capo indiscusso della Destra ebbe modo di affermare:
    «Al tempo della campagna per il referendum sul divorzio (1974, ndr), il sottoscritto, già segretario di questo partito, ebbe occasioni ripetute (ma soprattutto una, alla televisione) per prendere ufficialmente posizione. In quella occasione io presi ufficialmente posizione sul divorzio e la posizione la ricordate, anche se successivamente qualcuno tra voi si espresse, sempre alla televisione, nei nostri confronti in guisa tale da contribuire a far perdere a quella specie di coalizione la prova che poteva anche essere vinta. [..] In quella occasione, alla televisione, mi espressi anche sull’aborto e non solo sull’aborto, perché la tesi che allora sostenevo – e che purtroppo si è rivelata esatta – era la seguente: «italiani, oggi vi chiamano al referendum sul divorzio, vi invitano a votare in certa guisa; attenzione, perché non soltanto questo vostro voto sarà politicamente sfruttato (e più di così era impossibile sfruttarlo: penso che ve ne siate resi conto), ma il voto eventualmente favorevole al divorzio sarà la premessa alla sollecitazione a voi rivolta dalle stesse forze in favore dell’aborto e della droga; qualche volta aggiungevo perfino, ma lo facevo polemicamente, della omosessualità. Siamo arrivati quasi al referendum in favore degli omosessuali, per lo meno tentativi – voi
    mi intendete – di mitizzazione degli omosessuali sono in corso e sono largamente avvenuti».

    CHE PROFEZIA!!!!

  4. Cara Tonietta, perché ribolla il sangue, ci vuole il sangue, ma i morti viventi non ce l’hanno… All’autrice un enorme grazie per Guinizzelli, uomo di quando a Bologna si guardavano ancora le donne dal volto al Cielo (e non dal petto a terra…) Un cavalcantiano “Chi è questa che ven, ch’ogn’om la mira…” può cambiare la vita a un quindicenne, più di tanti discorsi.
    L’esatto opposto delle Donne che ci hanno ispirato propositi giusti e santi, che hanno al vertice la Madre di Dio, sono invece quei figuri che partoriscono il vento fetido del Nulla, che in più ci obbligano a respirare. Ma avranno in risposta solo vomito!
    Davvero Satana odia in particolare colei che, collaborando con l’amore alla Creazione, lo schiaccia sotto i talloni…se riesce a stravolgerla a tal punto!

  5. Sono dei demoni incarnati (anzi demonesse, sennò la Boldrini s’arrabbia). Sempre più in basso…. c’è da avere il voltastomaco un giorno sì e l’altro pure!

  6. Il crescente fetore è incoraggiato anche da lupi travestiti da pastori, sia per vergognosi atti concreti sia per vigliacchi atti d’omissione. Basta vedere i semplici fatti da “chi sono io per giudicare”,ora il motto più gettonato (assieme alla foto “no 8” ) dalle lobby LGBT ed abortiste, fino all’incontro con il trans iberico e “fidanzata”… A voi completare l’elenco, aberrante per chiunque.
    S. Pietro esorta di obbedire a Dio e non agli uomini (At 5,29) e S. Paolo “se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato,sia anàtema! L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!” (Gal 1, 8-9).
    Sufficiente sarebbe solo queste due citazioni per farci capire che i danni più gravi vengono da uomini di Chiesa (conciliare). Finche non arriverà il bambino (vescovo Cattolico sostenuto da fedeli) che dirà “l’imperatore è nudo”siamo indegni di chiedere l’aiuto di Dio.

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