Cittadini turchi in Europa senza visto (terroristi compresi)

zzmnstrtrchIl presidente turco, Recep Erdogan, nell’annunciarlo, non ha nascosto la propria euforia. Né, da musulmano, avrebbe potuto: «La porta d’Europa senza visto turistico – ha dichiarato – sta ormai per essere aperta». Lo ha sancito la firma di un accordo sottoscritto col Commissario per gli Affari Interni dell’Ue, Cecilia Malmström (nella foto). Dov’è il problema? Che le frontiere turche consentono il transito dei terroristi anti-Damasco; che la metà dei miliziani islamici del Fronte al-Nosra in Siria sono turchi; che turca è anche buona parte dei quadri degli altri gruppi armati jihadisti, dall’Isis al Fronte Islamico. E’ tutto questo a render pericolosissima la libera circolazione nello spazio Schengen ai cittadini di quel Paese.

E caso mai qualcuno nutrisse ancora dubbi, ecco i risultati di un recente sondaggio messo a punto dall’Università di Sanbancu: il 40% della popolazione turca ha «un’opinione negativa dei Cristiani». E l’Europa se li porta in casa, senza nemmeno chieder loro di bussare… incredibile! Chiunque e con qualunque intenzione, acquistando un banalissimo biglietto aereo, può automaticamente dalla Turchia raggiungere qualunque città europea, senza che alcuno Stato dell’Unione possa opporsi: a smorzar sul nascere qualsiasi titubanza ed a render violazione sanzionabile qualsiasi resistenza, provvedono la ratifica del trattato d’Amsterdam, avvenuta nel 1998, e quella del trattato di Lisbona, avvenuta nel 2007.

Per l’Italia, Cecilia Malmström, firmataria per l’Europa di questo accordo bilaterale effettivo dal primo gennaio, rappresenta una vecchia conoscenza: è la stessa che, sempre come Commissario per gli Affari Interni dell’Ue, ha avviato un’indagine contro il nostro Paese, contestandoci lo stato di degrado del centro d’accoglienza di Lampedusa. Ma, già in passato era assurta agli “onori” della cronaca, per aver salutato con entusiasmo due anni fa le dichiarazioni del Presidente Usa, Obama, a favore delle “nozze gay”, nonché per aver, come primo ministro svedese, preso parte a varie edizioni del Gay Pride, all’estero – Varsavia 2007, ad esempio – e in Patria – prima oratrice alla parata del 2008 -; oltre a distinguersi per una frenetica attività nel gruppo di lavoro per le questioni Lgbt, interno all’Europarlamento. Ed ora si cimenta in questa nuova apertura, stavolta verso l’islam militante. Apertura, il cui costo, in termini culturali, sociali e di sicurezza interna, potrebbe essere, ancora una volta, enorme.

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fonte: NoCristianofobia

Vedi anche: Isis: ecco perché la Turchia è un pericolo per l’Europa

5 commenti su “Cittadini turchi in Europa senza visto (terroristi compresi)”

  1. Cesaremaria Glori

    Che aspetta l’Ungheria a cambiare alleanza e passare dalla parte di Putin? Se non lo farà si ritroverà presto in casa i Turchi come avvenne già quattro secoli fa. Speriamo che cominci Budapest e chissà, potranno seguire anche altri stanchi dell’apostasia suicida di questa Europa. Ecco a che cosa miravano coloro che vollero negare le radici cristiane dell’Europa: la sua Scristianizzazione completa surrogata da un Islam capace di rimpiazzare l’antica fede. Ci riusciranno questi figli della vedova? Sovente sono proprio coloro che non t’aspetti a far fallire certi progetti. Certo che Putin non può vedere di buon occhio un’Europa islamizzata, perché ciò significherebbe un accerchiamento mussulmano su una gran parte delle frontiere russe: dalla Finlandia agli Urali.

    1. Mi ripeto (ormai se qualcuno mi riconosce sa che mi ripeto spesso):
      Papa G.P.II dichiarò che l’Europa senza il riferimento alle radici cristiane sarebbe
      diventata un’Europa senza futuro.
      E che cosa è l’Europa ora?

  2. Fino a quando sopporteremo le folli iniziative europee? Se ai vertici di questa burocratica e antidemocratica organizzazione, vi sono persone malate di ansia suicida, noi dobbiamo dissociarci immediatamente denunciando il trattato di Shenghen e successivamente ed iniziando un percorso di ripristino delle nostre sovranità, in primis quelle economiche e monetarie. Facciamo capire, ad Erdogan ed alla Malstrom, che in Italia la percentuale che ha in sospetto (per usare un eufemismo..) l’islam è ben più che il 40%. Riprendiamoci la nostra libertà! Meglio poveri, ma liberi!

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