Comunione Tradizionale ricorda a Firenze Papa San Pio X – Intervista all’avv. Ascanio Ruschi

Nel corso della giornata sarà il presentato il libro di Cristina Siccardi: “San Pio X. Vita di un Papa che ha ordinato e riformato la Chiesa”. Ruschi: “Restituita verità storica su Pontefice”

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zzspxUna giornata in onore di San Pio X il Papa che condannò e combattè il Modernismo, è l’evento organizzato a Firenze da Comunione Tradizionale ed in programma venerdì 31 ottobre. Alle 11 all’Oratorio “Santa Chiara”, in via Guerrazzi, 52, Don Pier Paolo Petrucci, Superiore della Fraternità San Pio X in Italia, celebrerà la S. Messa piana in rito romano antico a gloria di San Pio X. Alle 17,00 nella Sala delle Feste della Regione Toscana, in via Cavour 18, sarà presentato il libro di Cristina Siccardi “San Pio X. Vita di un Papa che ha ordinato e riformato la Chiesa” con la prefazione del Cardinale Raymond Leo Burke (Ed.San Paolo). Dopo il saluto di Giovanni Donzelli, capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione, introdurranno il Presidente della Comunione Tradizionale Ascanio Ruschi e Guido Scatizzi collaboratore di “Riscossa Cristiana” ed interverrà l’autrice Cristina Siccardi e il Superiore della Fraternità San Pio X in Italia don Pier Paolo M. Petrucci; l’incontro verrà presieduto e moderato dal Direttore di “Controrivoluzione” Pucci Cipriani.

(Clicca qui per la copia in pdf dell’invito alla presentazione del libro di Cristina Siccardi su San Pio X e clicca qui per la cartolina)

Vi proponiamo l’intervista a cura di Bianca Maria Sermattei de Vigny la Tour al Presidente di Comunione Tradizionale, l’avvocato Ascanio Ruschi, a presentazione della giornata in programma a Firenze.

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Dopo l’ultima lettera in cui il Cardinal Betori vi vietava la Santa Messa in rito Romano antico avete desistito e avete tolto la S. Messa dal programma?

Mi permetta di dissentire da questa sua ricostruzione. Comunione Tradizionale, che ho l’onore di presiedere, non ha desistito dalla sua battaglia storica in difesa del Santo Sacrificio della Messa, celebrato secondo il rito di sempre; non ha desistito, né poteva desistere, poiché in questa battaglia si sintetizza, si condensa tutto il concetto stesso di Tradizione. A conferma di quanto siamo distanti non soltanto dal desistere, ma anche solo dall’attenuare il nostro impegno su questo fronte, posso dire che Don Pierpaolo Petrucci, superiore del Distretto Italiano della Fraternità Sacerdotale San Pio X, relatore al nostro convegno del 31 ottobre prossimo dove verrà presentata la biografia di papa Sarto, biografia scritta da Cristina Siccardi, nella mattina di quello stesso venerdì celebrerà, presso la Cappella che la Fraternità ha a Firenze, la Santa Messa di sempre, cui sono invitati tutti coloro che parteciperanno alla presentazione pomeridiana. La sua domanda, però, mi obbliga a far presente quale sia la situazione particolare di Firenze.

La nostra città può annoverare, tra i campioni della Tradizione, persone di grande spessore spirituale e culturale, di grande cuore e di grande penna. Abbiamo avuto persone del livello, ad esempio, di Don Luigi Stefani, eroico interprete della virilità del prete, indomito, ardente e rigidissimo adoratore della Verità, in una coerenza tale da rendere la talare il simbolo della cristiana redenzione dei miseri.

Nella seconda metà degli anni 30, è cappellano delle carceri della natia Zara, dove l’amore verso i detenuti diviene via per il loro riscatto dal male commesso, sulle orme di San Giuseppe Cafasso. Durante la guerra, è cappellano militare degli alpini su quasi tutti i fronti balcanici, per divenire, poi, cappellano della base dell’isola di Arbe, dove i tedeschi installano un campo di concentramento. Qui si prodiga, a rischio della propria vita, per aiutare materialmente, ma, soprattutto, spiritualmente i deportati. Per questo il governo comunista della Jugoslavia gli conferisce l’attestato di partecipazione alla guerra di resistenza, che, però, egli rifiuta: un prete non è un partigiano e tutto ciò che fa non lo fa per una parte, ma solo per nostro Signore Gesù Cristo; un prete non è mai contro qualcuno, ma sempre per la verità ed il bene; un riconoscimento del governo comunista che perseguita la Chiesa sarebbe stata una macchia sul suo onore di prete. A Firenze, dove si stabilisce nel 1946, è l’anima delle associazioni degli esuli giuliano-dalmati, il loro conforto, la loro guida. Ma sempre più diviene fiorentino, prete di questa città di contrasti, di scontri, di passioni, come quando scrive ai preti ribelli dell’Isolotto, per richiamarli alla disciplina.

In un contesto come quello fiorentino, dove i cattolici di Tradizione (mala tempora currunt, se, per indicare coloro che conservano l’integrità della Fede, bisogna aggiungere al termine cattolici la specificazione «di Tradizione») hanno sempre rappresentato il rispetto dell’autorità e, in particolare, la difesa del Vescovo contro il ribellismo modernista come, ad esempio, nell’episodio della lettera di Don Stefani ai preti dell’Isolotto, ci troviamo in una situazione particolare, scaturita proprio dalla lettera del Cardinale Arcivescovo che Ella citava, e, quindi, in questo momento, la presentazione della biografia di San Pio X scritta da Cristina Siccardi assume un significato del tutto speciale qui a Firenze. 

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Cop. San Pio XPerchè la presentazione del libro di Cristina Siccardi su San Pio X in questo momento assume un significato speciale?

Questa biografia, a differenza di altre, mi viene alla mente quella del professor Romanato, che, di fatto, uniformandosi in maniera pedissequa al clima di questo pontificato, tenta di trasformare San Pio X in un anticipatore del Concilio, ci restituisce il Santo Pontefice nella sua verità storica, vale a dire quella di chi ha solo sempre combattuto le eresie, tanto “di destra” (il Giansenismo e le sue pericolose infiltrazioni nella Chiesa), quanto “di sinistra” (il Modernismo).

Nel contesto fiorentino a cui abbiamo accennato, questo saggio ci permette di riflettere su quale sia il valore dell’autorità, quali siano i doveri di chi detiene un potere all’interno della Chiesa, quanto sia una virtù l’obbedienza e, soprattutto, il destinatario primo e ultimo di tale obbedienza. Ci pare, veramente, un’occasione preziosa per chiarire come Tradizione ed obbedienza siano sinonimi, ma come l’obbedienza debba essere integrale e, quindi, gerarchica: l’obbedienza deve coinvolgere tutti e tutti i gradi della gerarchia, nel senso che ciascuno deve obbedire al proprio superiore, ma nessuno può invocare l’obbedienza ad un superiore mondano, anche ecclesiale, per giustificare la disobbedienza nostro Signore Gesù Cristo. Sarebbe bello che, su questo tema, l’Arcivescovo volesse far sentire a noi ed a tutta la diocesi la sua voce.

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Ecco un libro scritto dalla biografa di San Giovanni Paolo II, su un papa Santo, con la prefazione del Prefetto della Segnatura apostolica, edito addirittura dalla Società San Paolo, sarà dichiarato “eretico” dal Cardinal Betori? Il Cardinale, come molti credono, parteciperà alla manifestazione? Voi lo avete invitato?

Io sinceramente non penso che né il Cardinale Arcivescovo, né nessun altro possano definire il testo della dottoressa Siccardi come “eretico”, ma siamo in tempi strani, in un’epoca in cui si afferma che l’indissolubilità del matrimonio è compatibile con il divorzio ed una nuova unione more uxorio, purché timbrata dal governo: l’adulterio illecito a livello personale diviene lecito se approvato da un sindaco, magari il sindaco Marino di Roma. Se Sua Eminenza Reverendissima ci facesse l’onore di partecipare alla nostra iniziativa ne saremmo oltremodo lieti, perché questo significherebbe il superamento di quella situazione particolare a cui accennavo prima, nata con quella lettera, che mi si permetta di definire improvvida. Noi, da parte nostra, lo abbiamo invitato di tutto cuore e, se dovesse partecipare, gli abbiamo, ovviamente, riservato ampio spazio per intervenire, come si conviene al nostro Ordinario. Desideriamo ribadire che siamo disponibili a fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità per mostrargli e dimostrargli la sottomissione che gli è dovuta, se possibile con uno slancio di cuore supplementare. Ma, come accennavo, esiste una impossibilità morale assoluta a deflettere dalla verità e dal bene: non possiamo né tacere, né mentire. Questo è il limite della nostra obbedienza e della nostra sottomissione, perché nella Chiesa la sottomissione della libertà sono sinonimi e, come dice nostro Signore Gesù Cristo, «la verità che vi farà liberi» (Gv 8,32).

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E quale sarà il vostro prossimo appuntamento?

Il nostro prossimo appuntamento sarà la presentazione del libro di Roberto Dal Bosco «Incubo a Cinque Stelle», edito da Fede & Cultura, prevista per la fine di novembre, sempre al palazzo della Regione. L’appuntamento è, se vogliamo, più politico, anche se le venature gnostico-sinarchiche del movimento di Grillo implicano questioni dottrinali ampie.

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fonte: Il Sito di Firenze

1 commento su “Comunione Tradizionale ricorda a Firenze Papa San Pio X – Intervista all’avv. Ascanio Ruschi”

  1. E’ assolutamente scandaloso che nel clero , a qualunque livello , ci sia qualcuno che cerca di ‘ vietare ‘ cio’ che non e’ MAI stato proibito in tutta la Storia della Chiesa , cosa confermata dalla Lettera Apostolica , cioe’ un documento PAPALE, ‘ Summorum Pontificum ‘ nel 2007 , in cui si specifica fra l’altro che non occorre nessun permesso od avviso preventivo . Forse il Papa in questione non e’ quello ‘ giusto ‘ ? O si teme che una Santa Messa , la Messa di SEMPRE si trasformi in una sorta di manifestazione controrivoluzionaria da parte degli ‘ ostili ‘ ? Bene ha fatto l’organizzazione ad invitare Don Petrucci : se e’ necessario ricorrere alla FSSPX per far rispettare la ‘ legalita’ liturgica ‘ , lo si faccia pure ed anche a testa alta ! Qui qualcuno si deve vergognare e questo qualcuno non sono certo gli organizzatori !

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