Con Formigoni, Lombardia protagonista per 18 anni. Soprattutto in tribunale – di Silvana Carcano

Ben volentieri Riscossa Cristiana ospita il seguente intervento di Silvana Carcano a commento di una recente intervista al leader di Comunione e Liberazione Giancarlo Cesana in difesa di Roberto Formigoni. Silvana Carcano, milanese, è stata candidata alla presidenza della Regione Lombardia nel 2013 per il M5S, di cui è rimasta la presidente del gruppo consiliare per i 5 anni di mandato. La sua attività di consigliere d’opposizione si è svolta in prevalenza in Commissione Antimafia, dove ha svolto un’intensa vigilanza in tema di lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, e dove ha proposto e fatto approvare all’unanimità la legge per la prevenzione e il contrasto della criminalità organizzata e per la promozione della cultura della legalità (L.R.17/2015). Recentemente Silvana Carcano, anche in seguito ad una precisa scelta di fede, che è andata approfondendo negli ultimi anni, e che è sfociata nella realizzazione di un libro sui 10 Comandamenti di imminente uscita, ha deciso di lasciare la politica.

 

 

Ho letto in un articolo online che Giancarlo Cesana avrebbe organizzato per il 3 dicembre scorso un evento pubblico per esprimere solidarietà pubblica a Roberto Formigoni (condannato il secondo grado) e per ricordare le tante cose buone fatte dal Celeste durante i suoi 18 anni di mandato da Governatore lombardo. Titolo dell’articolo: «Con Formigoni la Lombardia ha avuto un grande sviluppo».

Bene. E allora parliamo di questo sviluppo. Il criterio di giudizio dell’operato di un politico può essere formato correndo lungo due binari, non sempre correlati tra loro. Col primo metro di giudizio si valutano i risultati «oggettivi», quelli supportati dai numeri, dalle cifre, dai risultati ottenuti, misurabili, rispetto alle dichiarazioni fatte in campagna elettorale. Col secondo si valuta in maniera «olistica» la coerenza delle politiche attuate rispetto ai valori che dovrebbe esprimere una regione in uno Stato di diritto.

Mi spiego meglio: con la prima strada ci si chiede «faccio meno file negli ospedali pubblici?», «ho acquistato più puntualità come pendolare ferroviario?», «è diminuito il livello di inquinamento dell’aria, del suolo, del sottosuolo e delle acque?», «gli appalti pubblici gestiti dalle controllate regionali sono trasparenti e vinti in maniera regolare?» e via dicendo. Con la seconda scelta ci si chiede «è un politico attento al bene comune?», «lavora per innalzare il livello culturale della popolazione affinché tutti stiano meglio, a prescindere dal colore politico?» o, ancora, «fa crescere nel cittadino un senso e un significato di convivenza civile attiva, responsabile e partecipata»?

Ecco, valutare Formigoni su questi due binari è cosa giusta da fare, considerato che ha governato la Regione Lombardia per ben 18 anni. Partiamo da alcune considerazioni oggettive.

Durante l’epoca formigoniana le mafie, soprattutto quella calabrese, hanno aumentato la loro capacità di penetrazione, anche a livello regionale, e, anche, all’interno del settore sanitario (quello che impegna principalmente la regione). Ricorderete, penso, il caso dell’ex direttore dell’ASL di Pavia, Carlo Chiriaco, a solo titolo d’esempio: condanna a 12 anni di carcere confermata dalla Cassazione per concorso esterno in associazione mafiosa. E ricorderete, penso, il motivo per cui l’ultima legislatura formigoniana si è interrotta bruscamente: a motivo, cioè, dell’arresto dell’assessore alla Casa Domenico Zambetti, con l’accusa di voto di scambio con la ‘ndrangheta, accusa confermata dal primo e secondo grado di giudizio.

Nei 18 anni di governo di Formigoni sono cresciute esponenzialmente le infrastrutture su gomma, mentre quasi nulla è stato fatto per quelle su rotaie, a discapito, ovviamente, dei pendolari e della salute umana. Tant’è che l’era celeste ha visto perpetuarsi le morti per inquinamento atmosferico (sono circa 10.000 le morti ogni anno per mano di questo killer di cui nessuno si occupa mai). E tant’è che i disagi che devono sopportare quotidianamente i pendolari sono sotto gli occhi di tutti.

L’agricoltura e l’allevamento, durante gli anni del Celeste, sono stati ostinatamente spostati verso il tipo di attività intensiva, con un utilizzo di sostanze dannose per la salute umana come, forse, mai prima, col risultato che siamo decisamente lontani da una qualità del cibo volta a tutelare la nostra salute e dalla sovranità alimentare. Ne è derivata, di conseguenza, una politica molto spinta a favore dei centri commerciali e a discapito dei negozi di vicinato, che non solo erano fattore di aggregazione sociale, ma erano anche sinonimo di maggiore attenzione alla qualità del prodotto venduto, al contrasto della contraffazione e barriera all’omologazione di massa.

La sanità, tanto sbandierata come l’eccellenza formigoniana, dimostra ogni giorno di più il fallimento di una politica che ha investito sul privato, spesso, oltretutto, verso appalti per l’edilizia sanitaria, depotenziando il pubblico. A cui aggiungo l’ormai tristemente nota assegnazione degli incarichi sanitari pubblici per mero rapporto fiduciario politico, che ha creato vaste sacche di incompetenza, inefficienza, sperpero di denaro pubblico, corruzione e malaffare. Non avrei nemmeno lo spazio fisico per elencare tutte le inchieste di corruzione, mafia e malaffare che hanno coinvolto la sanità regionale lombarda.

È da ricordare, inoltre, in un elenco solo parziale e superficiale, il lungo elenco di inchieste che hanno coinvolto consiglieri regionali dell’area governativa per diversi capi d’accusa, uno dei più frequenti dei quali era il peculato. Last but not least, l’utilizzo del listino presidenziale per le elezioni regionali, grazie al quale un numero di poltrone del consiglio regionale era destinato agli amici del Governatore vincente: listino che aveva fatto entrare in Regione Lombardia persone come la Minetti.

C’è poi il secondo criterio di giudizio. Se è vero che la Lombardia offre ancora più possibilità rispetto ad altre regioni d’Italia, del sud in particolare, è anche vero che il divario di progresso lombardo con quello europeo è cresciuto, a nostro sfavore: la Lombardia, infatti, non è stata in grado di guardare al vero progresso a cui tendeva il resto del mondo. Tutt’altro, si è fossilizzata su uno sviluppo che ha favorito solo certi gruppi economici, politici, addirittura legati da fattori religiosi (niente di più fastidioso), in cui il merito e la competenza non erano i fattori determinanti.

Ciò che, infatti, va chiarito è che chi difende Formigoni non conosce la differenza tra sviluppo economico e progresso. Per il benessere di chi governava e di chi gli ruotava intorno sono stati sacrificati gli altri cittadini, anche quando erano più meritevoli e capaci. Dunque, lo sviluppo economico (non il progresso!) da un lato ha derubato intere fette della Lombardia, depauperandola, e dall’altro, paradosso, ha trasformato la povertà all’interno della stessa Lombardia: oggi è facile che un povero «vero» abbia comunque un cellulare, o un elemento della tecnologia attuale, senza che abbia la possibilità di accedere a delle cure mediche pubbliche in tempi ragionevoli, senza la possibilità di disporre di case popolari che non gli cadano in testa o che non siano sotto il controllo di malviventi, senza riavere un ruolo attivo nella società (rimanendo un povero, un escluso), senza avere, ancor peggio, degli stimoli culturali che lo facciano crescere.

In una regione in cui per 18 anni ha regnato il clientelismo, il favoritismo, l’appartenenza allo stesso gruppo, il cittadino escluso ha incrementato il suo disagio e il suo rancore verso le istituzioni democratiche che avrebbero dovuto rappresentarlo. L’arroganza e il potere detenuto nelle mani di un uomo solo sono sempre uno smacco alla cultura democratica e generano i loro effetti culturali nefasti lentamente, col passare del tempo, anche dopo la caduta dell’uomo solo al comando.

Chi difende questo sistema politico degradante, a mio avviso, è semplicemente perché stava seduto al tavolo del potere del Celeste, in senso ampio, mentre tutti gli altri, seppur competenti, dovevano accontentarsi delle briciole se non, talvolta, di tozzi di pane bruciato.

Per fortuna, la storia insegna che qualsiasi potente ha sempre una sua fine, anche quando l’impero che ha costruito sembrava granitico e inamovibile. Quella indistruttibilità, infatti, si è dimostrata essere fragilità mascherata.

La vera forza, e chissà se qualcuno lo imparerà mai, nonostante ci sia stato un Re duemila anni fa che l’abbia dimostrato egregiamente sino alla morte, sta in chi si mantiene distante dal potere, con umiltà e spirito di servizio verso gli ultimi degli ultimi. Questo è il vero progresso di cui si ha tanto bisogno

19 commenti su “Con Formigoni, Lombardia protagonista per 18 anni. Soprattutto in tribunale – di Silvana Carcano”

  1. prof. Quatermass

    Non ho capito la ragione di pubblicare questo articolo, che contiene tante critiche a Formigoni e non contiene prove. E poi vi sembra giusto dimenticare le azioni a favore della famiglia, come il fondo nasko, il sostegno ai centri di aiuto alla vita?

  2. No, no, non ci sto. Non perché sia ciellino. Io provengo dal vecchio, glorioso MSI e ne rivendico orgogliosamente tutta l’eredità. Formigoni non l’ho mai votato. Ma non accetto che da una militante 5 stelle, movimento che viene dalla violenza teppistica dei centri sociali, dai terroristi NO TAV, NO TAP, NO TEM, no tutto, dal cretinismo ecologista, falsario e falsificante, della intellettualmente miserabile “decrescita felice” , si attacchi Formigoni, a mio parere un buon presidente di Regione, perseguitato e condannato ingiustamente da giudici di ultra-sinistra. E, ripeto, non l’ho mai votato. Ma non accetto che dall’estrema sinistra si attacchi una persona, che non appartiene alla mia area politica, e il cui pensiero politico non molto condivido, ma che ha svolto più che dignitosamente il suo ruolo, difendendo anche la presenza cattolica nelle istituzioni. A una esponente 5 stelle, “convertita” quanto volete, non riconosco questo diritto. Formigoni poteva essere, come avrebbe detto Almirante, un mio cortese avversario. I 5 stelle sono miei nemici.
    Silente

  3. Giusto ricordare il fondo nasko, ma giusto pure ricordare la clinica santa Rita che ti asportava un rene perché così prendeva più soldi grazie alle riforme di Formigoni.

    1. prof. Quatermass

      Se in Lombardia il sistema non fosse misto (pubblico-privato) non ci sarebbero servizi a sufficienza per tutti. Gli episodi di malcostume ci sono dappertutto, purtroppo. Ma vi siete chiesti perchè ci sono persone che arrivano anche dalla Sicilia o dalla Calabria per farsi curare in Lombardia? Se la sanità lombarda fosse così da buttare, non succederebbe questa migrazione interna. E come mai Formigoni è stato rieletto così a lungo? Gli elettori sono proprio tutti scemi?

  4. Domenico Carlucci

    Non condivido, almeno nel tono. Non sono simpatizzante di CL ma credo che Formigoni comunque abbia difeso i valori cristiani, pagando di persona. Poi, nessuno è santo, tutti siamo peccatori e se lui ne ha commessi credo glieli abbiano fatti pagati anche caramente. Avrei voluto vedere fosse stato di un’altra corrente politica! Circa l’ultimo capoverso, contesto apertamente questa gnostica visione sociologica del ‘Re di duemila anni fa, lontano dal potere e vicino agli ultimi”. Cristo scappò quando volevano farlo re. Ha trattato con tutti, indipendentemente da ogni ceto sociale, politici e non, ricchi e poveri, ed ha accolto solo quelli che hanno veramente creduto e cercato Lui, non tutti; vale a dire i ”poveri in spirito”, ai quali è ”annunziata la buona novella”, cioè quelli che hanno un cuore mite e umile, come Lui, e si arrendono alla Verità. Che facciamo come il Papa attuale, che parla della povertà e degli ultimi in termini solo economici e sociali? Vangelo morto, falso Cristo, ”sale insipido, che viene calpestato dagli uomini”.

  5. Il ragionamento di Silvana Carcano è improntato alla logica. Purtroppo in questo paese, mai come ora , tutto viene reinterpretato in base alla consorteria o partigianeria vigente in quel momento , quindi anche il celeste – personaggio poi di una supponenza ed ipocrisia unici – può contare, incredibilmente, su una schiera di fans convinti. Il vero problema è: per quali ragioni il popolo italiano si è reso così incapace nella scelta della sua classe dirigente?

  6. La distinzione tra “cortese avversario” — ricordiamo che il delfino di Almirante si chiamava G. Fini — e “nemici” è un artificio. Provenire dal MSI non è, in sè, un merito: soprattutto se poi si è legati a FI, con la Meloni che si è detta “antifascista” (e i vertici del MSI sono stati quasi sempre atlantisti e sionisti). L’Autrice dell’articolo ha abbandonato non solo i 5S, ma anche la politica — rara avis! E non avrebbe neppure il diritto di raccontare ciò che ha visto –: ella ha elencato fatti: che Silente non smentisce. E allora attacca la decrescita felice: dobbiamo forse consumare più popcorn e Mccheese? Tra l’altro, i 5S coi centri sociali c’entrano come i cavoli a merenda. Sulla Tav, forse sarebbe bene invertire l’accusa di terrorismo: facile parlare, quando non si abita in Val di Susa, facendo il (presunto) duro pseudonimo da un divanetto della Ritter.
    Se Silente crede che F. sia stato “un buon presidente cattolico”, allora crederà pure alla Befana. Il “non ci sto”, poi, mi ricorda un certo presidente della repubblica antifascista: evidentemento un…

  7. Domenico Carlucci

    No. Non stravedo per CL ma Formigoni ha difeso valori cristiani mettendoci la faccia. Poi, nessuno è santo e se ha commesso errori o peccati glieli hanno fatti pagare caramente, perché cattolico e non di sinistra. Non condivido affatto l’ultimo capoverso dell’articolo. Il Re nato duemila anni fa non era ” re di questo mondo”,….”scappò quando lo volevano fare re”. Ha avuto contatti con tutti, ricchi e poveri. Ha accolto però solo coloro che lo cercavano con fede, cuore sincero, bisognosi della sua grazia. Sono questi gli ultimi, i ”poveri in spirito”, cioè quelli che, indipendentemente dalla loro condizione economica e sociale, si arrendono alle Verità. Non facciamo come il Papa attuale, che parla di poveri in senso strettamente economico. È una lettura gnostica di Cristo e del Vangelo, che diventa falso, ”sale insipido che viene calpestato dagli uomini”. E ciò accade ormai da troppi anni. ”È tanto difficile per un ricco rinunciare alle proprie ricchezze, quanto per un povero rinunciare ad ambire di possederle” (Lanza del Vasto).

  8. Claudia Lucchesi

    Quand’ero giovane mi disgustava la moda invalsa nei movimenti ecclesiali postconciliari (neocat, rinnovamento, etc) di esibire nelle loro riunioni i neo convertiti: più ne avevano fatte prima e più anticattolica era la loro provenienza, più aumentava la loro credibilità ora. Noi povere ragazze di campagna e di parrocchia (le parrocchie non erano ancora così devastate) non potevamo essere altrettanto promozionali… Ma il mio vecchio padre spirituale sentenziava: il vero convertito sta zitto, penitenza e silenzio, finché non si espia tutto. Quelli invece tanto erano stati bravi a insegnare l’errore e a praticarlo, tanto lo erano adesso nell’insegnare la verità, sempre sul pulpito,sempre in vista. La volpe aveva indubbiamente perso il pelo, ma il vizio? Questo mi è venuto immediatamente in mente quando ho letto l’articolo qui sopra. Scusate la franchezza, Claudia

  9. Gabriel Garcia Moreno

    Complimenti alla dottoressa Silvana Carcano per questa mirabile analisi del ventennio formigoniano. C’è tutta la parabola di un politico (e di un Movimento) sedicente cattolico, che non ha mai realmente messo in pratica la Dottrina Sociale della Chiesa e ha fatto della politica clientelare e corrotta i cui esiti sono sotto i nostri occhi. Significativa anche la foto del “Celeste” con una giacca che dice tutto del personaggio. L’analisi dell’ex consigliera regionale mi è parsa sobria, misurata, documentata. Non così i commenti livorosi, specie quelli del militante missino che evidentemente non si ricorda più dei bei tempi in cui il suo partito denunciava i “forchettoni”, i politici che crapulavano a nostre spese. Complimenti a Riscossa Cristiana per essere sempre una voce libera, coraggiosa, controcorrente, autenticamente cattolica.
    Garcia Moreno

  10. Qualcuno mi dovrá spiegare il senso di questo articolo. Mi sfugge. E mi sfugge sopratutto il contributo “valoriale”.
    Scagli la prima pietra (o la prima stella) chi non ha peccato!
    E´ probabile che Formigoni abbia commesso errori, anzi é certo!
    Ma é insopportabile l´elevarsi a duri e puri da parte di certi soggetti.
    Dico solo che, essendo del settore, criticare la sanitá lombarda é ridicolo.
    Ed é ancora piú triste che un sito cattolico faccia proprie affermazioni dichiaratamente contrarie alla Dottrina sociale della Chiesa. Criticare l´apertura verso il privato, quando questo concorre, in qualunque settore (sanitá, scuola, etc), a fornire un servizio pubblico, é triste.
    Condannare illegalitá é doveroso, esporre al pubblico ludibrio il peccatore é indegno.

    P.S. non sono ciellino ma sono vostro attento e fedele lettore

  11. Sono felice per la nuova scelta di vita, illuminata da una fede ritrovata (?) di Silvana Carcano, la stessa che si é prodigata, quale consigliere regionale dell’epoca, in una serie di commenti diffamatori e di condanna anticipata nei miei confronti (video documentali ) in quanto accusato di corruzione quale Sindaco del comune di Sedriano, subendo lo scioglimento dello stesso consiglio comunale, solo perché consiglieri e assessori sono rimasti in carica “sfidando” con l’innocenza l’ipotesi accusatoria della procura di Milano. Dopo cinque lunghi anni di sofferenza sono stato assolto con formula piena perché “il fatto non sussiste”, sentenza divenuta definitiva perché non impugnata dalla procura. Non ho letto commenti della signora Carcano di condanna per la gogna mediatica e l’ingiustizia subita da un innocente né tanto meno le scuse della stessa per le parole gustizialiste e affrettate lanciate nel 2015 in quel di Sedriano. La preghiera e la fede sono state le mie armi vincenti, che auspico siano continua compagnia anche all’ex politico.
    Alfredo Celeste

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