Con Trenitalia il “gender” viaggia in prima classe  –  di Cristiano Lugli

di Cristiano Lugli

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La rivista “La Freccia” pubblica un articolo a cura di Serena Bernardi dal titolo “Modern Family: la società cambia, la famiglia pure: allargata, monogenitoriale o arcobaleno“.

Dall’immagine soprastante si può osservare il nuovo stereotipo di “famiglie mulino bianco”, rappresentato da una coppia di lesbiche e una di gay, con tanto – pare ovvio – di prole inclusa.
Nello scritto viene lasciato spazio agli interventi di Francesco Remotti, docente di Antropologia all’Università degli Studi di Torino, il quale dice queste agghiaccianti parole:

“La famiglia è un prodotto culturale: può assumere forme diverse in relazione alla società, ai suoi orientamenti, valori e concezioni. E possono essere differenti le funzioni che gli si attribuiscono: dalla cooperazione tra adulti, alla gratificazione sessuale, dalla procreazione all’allevamento dei figli.”

I patron di Trenitalia si servono anche di Chiara Lalli, “esperta” di famiglia ed inviata speciale all’incontro “Famiglia punto zero” tenutosi a Roma il 20 marzo scorso, per dire che esistono ” tanti tipi di famiglia e nessuno di questi, intrinsecamente a priori, è preferibile agli altri”.

Lalli conclude dicendo che

 “è necessario non abbandonarsi a credenze primitive e irrazionali, e non giudicare qualcosa come buono e giusto solo perché ci è famigliare.”

In tutto questo non stupisce come anche la più grande azienda italiana di trasporti ferroviari si sia resa assolutamente disponibile alla propaganda omosessualista, per acquistare ancor più credibilità/fiducia da parte di lobby LGBT e compagnia bella: chissà che non venga voglia di prendere qualche Freccia in più.

FS Italiane informa inoltre che proseguirà la stretta collaborazione con la onlus “WeWorld”, combattiva per i diritti rosa. Dal 7 al 13 marzo sui monitor di bordo di Frecciarossa e Frecciargento andrà in onda il nuovo spot contro la violenza di genere, oltre alle 40.000 brochure informative che sono già stata distribuite negli help center.

Niente da dire, il meccanismo di propaganda omosessualista è proprio un treno in corsa.

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fonte: Osservatorio Gender – Famiglia Domani  

15 commenti su “Con Trenitalia il “gender” viaggia in prima classe  –  di Cristiano Lugli”

  1. Università di Torino.
    Sotto un titolo formulato, ovviamente, nella lingua di chi ha vinto la guerra contro di noi, “Patria morale” della Famiglia a livello mondiale.
    La stessa lingua di chi mandò il “fratello muratore” Giuseppe Garibaldi a fare il percorso Sicilia-Roma, che fu ripetuto poi nel 1943-’44.

    Garibaldi fu fermato a Teano dall’arrivo dei Piemontesi, che strada facendo avevano occupato gran parte dello Stato della Chiesa, e imposero la (breve) attesa di un momento più propizio per portare a Roma la “vera religione”: quella anglo/valdo/massonica

  2. AncheTrenitalia?! Da oggi per i miei spostamenti eviterò accuratamente Frecciarossa!!! Passo ad Italo, sperando che tra non molto non mi tocchi andare in bicicletta!

  3. L’esimio professore di antropologia all’università usa un linguaggio che la dice lunga: ” l’allevamento dei figli “. Fino a non molto tempo fa ho sempre visto il termine allevamento solo in ambito zootecnico. Ricordo ancora qualche titolo di libri di agraria: l’allevamento della vacca e del vitello. Ora invece apprendo che si usa anche per i bambini. E’ proprio vero che l’evoluzione non è finita. E’ tuttora in divenire…

  4. Mio padre ha lavorato, come suo padre e in qualità di Capo Stazione, 44 anni in Ferrovia quando questa era ancora la benemerita FFSS (Ferrovie dello Stato).Simili sconcezze allora erano impensabili! Oggi,accanto al pessimo servizio che spesso Trenitalia offre, dobbiamo anche sorbirci simili cose vergognose e ributtanti.

    1. Caro Ettore Mario, simili sconcezze erano bandite in tutte le amministrazioni statali, quando erano dirette da persone modestamente pagate, ma ligie al loro dovere. Poi sono arrivate le privatizzazioni e si sono impossessati delle istituzioni pubbliche. Ora abbiamo dirigenti pagatissimi ligi alle forze politiche che li nominano.

  5. Andrea Peracchio

    E ancora una volta occorre ringraziare – per chiarezza, se non altro – le autorità ecclesiastiche Romane e mondiali. Dall’alto clero ai tanti religiosi, dagli intellettuali e politici ai giornalisti sedicenti cattolici, “praticanti” la neo chiesa post conciliare, per il loro insistito silenzio, per le loro ammiccanti compiacenze, per le performance omosessualiste e pedofile di diversi loro singoli esponenti, sostanzialmente lasciati operare di parrocchia in parrocchia, di diocesi in diocesi, di incarico in incarico, con troppo pochi evidenti ed efficienti allontanamenti. Si tratta di omissioni e disinteressi lunghi ormai più di mezzo secolo, in cui la pastorale del volemmosebbene ha tralasciato qualche informazione di base della deprecata “dottrina di sempre”. Qualche dimenticanza, qualche superficialità, perché tanto il Signore è buono e misericordioso. Qui ci sono alcuni frutti di questa malapianta della nuova società, del Mondo Nuovo, tanto vezzeggiato dalla chiesa d’oggi! Che il Signore ci…

  6. Questo non è il solo caso in cui la rivista di Trenitalia si inchina alla correttezza politica. Ricordo anni fa un racconto in cui le vicende del 1849 a Roma erano presentate in chiave rigorosamente garibaldesca

  7. In nome del dio denaro…cosa non si fa!!!!!
    Trenitalia, si sa ,è da sempre una sporca comunista!!!!!!!!!!!!! quindi poteva mia non essere d’accordo con il gender in treno???

  8. La società cambia, la famiglia pure …
    I dirigenti di Trenitalia che hanno avallato questa porcheria soltanto per inchinarsi alla satanica lobby LGBT , sanno bene che la famiglia, la VERA famiglia, non cambia, non può cambiare perché è un’istituzione divina (non un prodotto culturale, capito professor Remotti?) ed è quella formata da un uomo ed una donna, uniti davanti a Dio col sacramento del matrimonio cattolico, e dai loro figli.
    Tutte le altre sono parodie di famiglia, squallide imitazioni di essa, peccaminose convivenze more uxorio o, addirittura, unioni contro natura abominevoli agli occhi di Dio.
    Quando il Signore, Re dell’universo, dirà ai suoi angeli che è venuto il momento di far squillare le trombe dell’Apocalisse e di chiedere conto a questa depravata umanità di tutti i suoi misfatti, di questa putrida gentaglia non resterà nemmeno il più labile ricordo.

  9. In un momento di avventatezza ho voluto autopunirmi leggendo per intero l’articolo su La Freccia. Inizialmente ho pensato che fosse uno scherzo, ma poi ho dovuto capire che purtroppo il grottesco non era volontario. Ad esempio, fra altre perle, ad avallo che per un bambino “…è un bene avere più madri e/o padri” e altre faccende simili, vengono citate a luminoso esempio nientemeno che la civiltà dell’isola di Tikopia in Polinesia, il gruppo etnico africano dei Senufo e i Na della Cina meridionale. Non scherzo, c’è scritto proprio così. Beh, certo: altro che quel nostro solito trito e ritrito paio di millenni di civiltà cristiana! la quale anzi, al solito, è indicata con biasimo come la principale artefice dell’imposizione di un modello, lo “schema incombente della famiglia nucleare” da cui, secondo gli ineffabili relatori, faremmo tutti bene a cercare di liberarci.
    Scusate le citazioni, ma mi parevano significative. Ci sarebbe da sbellicarsi dalle risa, se non fosse una cosa seria e devastante. E la cosa peggiore è che i relatori sono un docente universitario e una giornalista (anche studiosa, pare), ossia persone che fanno rispettivamente la formazione e l’opinione (ma evidentemente oltre a “farle” le “seguono” anche, in un circolo perverso). E non sono certo i soli. Con quali esiti, lo stiamo vedendo tutti.

  10. Queste ‘Pubblicità Progresso in salsa Lgbt’ a me sono davvero utili: così sono sempre aggiornata su cosa non devo più comprare, al supermercato o altrove, e cosa non prenotare.
    Fondiamo il movimento Boy-Kott e cominciamo a boicottare con puntualità ed efficacia chiudendo il portafoglio. E’ efficacissimo.

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