di Léon Bertoletti

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Succede anche questo. Andando a confessarsi da un prete cieco, che però vede benissimo le anime, il titolare delle presenti righe ha incrociato una donna lamentosa, scattosa, irosa. Una sulla sessantina, diciamo, che ha chiesto, con sorpresa dello scrivente o forse no, dal momento che lui indossava abiti assolutamente anonimi, un jeans e un pullover chiaro: «È un sacerdote anche lei?». No, cara signora, soltanto un penitente. Quella ha assunto un’espressione delusa e ha replicato: «Allora non vada da questo confessore. Non è buono per niente. Le darà sempre torto. La caricherà di colpe».

E voleva proprio trattenerlo, il peccatore; fermarlo, afferrarlo, tirarlo per la maglia. Non si tratta di un racconto: è cronaca vera di una mattinata. Siccome il Sacramento della penitenza ha avuto la priorità rispetto a due paroline che andavano dette, né c’è stata altra occasione d’incontrare la deliziosa e garbata personcina, si vorrebbe rimediare qui.

Dunque, cara signora, stia attenta. Se è alla ricerca di un ministro che dia ragione a lei, alle sue idee, alle sue stramberie, forse alle sue porcherie, chissà, alla sua condotta di vita (non la conosciamo, ma ci consenta legittimamente d’immaginarla), lasci perdere i ciechi rigidi e vada dai vedenti molli. Si rechi da uno di quei pretuncoli alla moda, tutti apparenza e niente sostanza, tutti dolcezze, svenevolezze e misericordie, che popolano le brutte chiese delle nostre città, che hanno gli occhi modernamente aperti sul mondo e, se proprio non lo vedono benissimo, indossano occhiali griffati. Non le costerà molta fatica, ce ne sono moltissimi in giro. Guardi, non le chiederanno sforzi, non la faranno neppure piegare sull’inginocchiatoio. Potrà stare seduta, comodamente, perfino su una poltroncina. Magari non la costringeranno neanche a entrare in chiesa, dunque non servirà un abbigliamento conveniente: verrà ricevuta dritto dritto in canonica, con un buffetto sulla guancia e una pacca sulla spalla (limitiamoci alla spalla, per favore!).

Non le domanderanno da quanto tempo non si confessa, se ha compiuto un diligente esame di coscienza, se si vergogna dei peccati, se è addolorata, se è contrita, se ha la volontà di riparare. Non la costringeranno a recitare l’Atto di Dolore. Anzi, non le diranno neppure che i suoi sono peccati. Suvvia, cose sorpassate! I suoi sono, come dire, esperimenti, tentativi, collaudi, tirocini. Faccia quello che crede e come crede, segua il suo cuore, ascolti la sua individuale coscienza morale, non ingabbi il suo istinto, prenda il volo, si libri e si liberi dal vecchiume e dall’ortodossia! Non ascolti chi predica che l’amore disordinato di sé è il principio di ogni peccato, anzi ne costituisce l’anima; chi insegna, con la retta teologia morale, che questo amore è ignoranza, concupiscenza, malizia. Lasci perdere chi ammonisce che a queste cause interne del peccato vanno aggiunte quelle esterne e indirette (il demonio, lo scandalo, la cooperazione) e quelle remote (l’abitudine, la privazione della grazia…). Ignori l’esistenza dei peccati capitali (superbia, avarizia, lussuria, gola, ira, invidia, accidia) chiamati così non perché siano necessariamente più gravi degli altri ma perché stimolano di più gli appetiti, quindi dispongono e inducono più facilmente la volontà ad altre colpe.

Non si faccia condizionare dai secoli, influenzare dalla Tradizione, ammaestrare da quello che è sempre stato e sempre sarà. Dimentichi la mortificazione, il pentimento, la conversione. Faccia quello che vuole, come vuole, dove vuole. Dica che ha ragione, se ne convinca, trovi un bravo religioso disposto a dirle altrettanto. Non frequenti. Ma, soprattutto, ci eviti. Giri lontano, stia alla larga.

Ecco, cara signora, sì, giusto: si tenga strette le sue idee e non venga a romperci i maglioni.

19 commenti su “Confessione – di Léon Bertoletti”

  1. Questo bell’intervento mi ha richiamato alla memoria alcune mie passate disavventure “penitenziali”.1) il prete mi riceve in sacrestia, mi confessa in piedi e senza scapolare: ovviamente con una certa “speditezza”.2) lo stesso prete, in altra occasione, mi ascolta in confessionale, dopo la messa. Mentre sto ancora “confessando i miei peccati” mi interrompe e mi dà l’assoluzione (non ci sono più tornata).3) Altro prete: mi riceve in canonica, in poltrona, non ricordo se avesse o no lo scapolare: più che atto penitenziale si avvicinava ad una chiacchierata amichevole. Invece dell’atto di dolore mi ha fatto scegliere, tra diverse possibilità, una massima edificante newage.4) Altro prete, un francescano in “borghese”: mi riceve in canonica, indossa lo scapolare, si secca molto quando gli comunico la mia intenzione di confessarmi non seduta ma in ginocchio.5) altro prete: chiedo quali sono i peccati contro lo spirito santo: non lo sa.Grazie a Dio, ho trovato alla fine un vero padre spirituale (con scapolare, inginocchiatoio, atto di dolore) che dice messa v.o. in latino la…

    1. Beata te che almeno hai trovato il padre spirituale……
      Io cerco e trovo……. disastri. La 3 mi è capitata di recente e, addirittura, il “prete” mi ha detto di buttare via i miei libri di preghiera….. ( li avevo con me, perchè avevo appena visitato il SS) e di non perdere tempo con il SS! Naturalmente costui è molto accreditato nella “città in”…… e presso il vescovo. Sic!

  2. Una volta, in confessionale, a me un prete disse:” con questo peccato a Dio gli hai dato gioia ! “.
    E’ vero che non si trattava di uno dei peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio ma era pur sempre un peccato: quella frase è stata talmente inaspettata che non ho saputo rispondere a tono.

    1. Caro Diego, anche a me, purtroppo, è toccato di sentire in confessione una frase totalmente inaspettata a cui non ho avuto la prontezza di rispondere. Ancora oggi me ne rammarico, soprattutto perché riguardava la Madonna di cui sono tanto devota e ‘guai a chi me La tocca’.

    2. Ad una affermazione non si risponde mai, al massimo si ribatte, ma in casi del genere è vano, basta alzarsi ed andarsene per cercare un prete vero.

  3. Se penso che la Confessione e’ il momento in cui si possono denunciare i propri peccati, chiamandoli per nome (“offese alla Bontà divina”), mi viene da piangere. Teniamoci ben saldi a questo Sacramento: e’ la linea di confine tra la salvezza e la dannazione.

  4. Davvero non è strana la reazione della signora in questione: si è giustamente stizzita perchè proprio a lei è toccato di trovare il classico “ago nel pagliaio”. Io faccio una fatica terribile a trovare nella mia zona un sacerdote che amministri validamente il sacramento della penitenza; di norma sono costretta a fare dei chilometri per poi alle volte trovarmi dinanzi un sostituto modernista del sacerdote che mi aspettavo…. Una vera tristezza!

    1. È un tema tremendo.
      Ricordiamoci che per i Protestanti e i Massoni (che sono quasi la stessa cosa), il cattolico è “colui che commette DUE peccati imperdonabili”: si confessa al Ministro di Dio e segue il Papa.
      Da moltissimi anni, molti Ministri hanno assorbito e fatto circolare la mentalità “Non ci parlate di peccati impuri: arrangiatevi” (prodromo dell’attuale “Non esistono peccati impuri”). Il Papa -o colui che impersona quel ruolo- ha smesso di “sentirsi Papa”.
      Porte spalancate alla protestantizzazione: “Meno male che ci siete voi protestanti a insegnarci la vera via cristiana ! “. e alla massonizzazione: “Cristo è un leader sognatore”.

      In termini pratici: qualcuno conosce sacerdoti con cui discorrere con animo disteso, senza timore di sentire improvvidi e sperticati elogi della “Nuova Chiesa, scaturita dallo spirito del Concilio”?

      1. Come ci ha detto Gesù, chi cerca trova. Bisogna durare una grande fatica, (probabilmente è una penitenza preventiva), ma ancora, grazie a Dio, che non abbandona mai i suoi figli che tentano di camminare sulla sua strada, qualche prete vero, con tonaca, stola, rosario e breviario c’è ancora. Speriamo che nevichi tanto, così questi due o tre pretacci, all’antica e vestiti di nero si individuano meglio. Che Dio c’è li conservi.

        1. Su questa materia, l’abito fa il monaco, certamente.
          Il mio carissimo padre tornò una volta turbato perché si era recato in una chiesa retta da Religiosi per confessarsi, e gli si era presentato un “signore” in maglione e scarpe da ginnastica.
          Aveva circa sessant’anni (papà)

  5. “confesso” :-)che l’unico prete che mi ha dato soddisfazione,nel senso che non sonnecchiava, e non mi ascoltava tanto per ascoltarmi,è stato nella splendida Basilica della Nostra Madonna del Rosario, a Pompei…
    ebbene, davvero mi sono trovata di fronte un parroco, che mi ha saputo infondere fiducia,speranza e consolazione…
    ricordo chge ad un certo punto mi ha citato anche ciò che è scritto nel Vangelo,dove è scritto che Gesù non abbandona i gigli del campo…,del un passero che si vende per due soldi, e che Egli mi sarà accanto tutti i giorni fino alla fine del mondo!
    Che bello.Grazie Gesù

  6. Consiglio a tutti i lettori di seguire il Sacerdote (è veramente un uomo di Dio) Don Leonardo Maria Pompei . Il suo sito è www LeonardoMaria Pompei.it. che è in costruzione ma già ci sono molte sue prediche,omelie,lezioni. Ma si possono trovare anche su youtube e gloria tv. È un Sacerdote straordinario secondo il cuore del Signore. Mi sembra un Don Bosco moderno. Era avvocato ma sentendo la chiamata ha abbandonato tutto per seguire il Signore.. È moderno nel senso che adotta la tecnologia (internet ) per diffondere il Vangelo, ed è antico perché parla con parole semplici della Parola di Dio ,senza sconti, come si faceva una volta. È straordinario,credetemi, ed attira tanti giovani, come ho visto nella sua ex Parrocchia in provincia di Latina. Le prediche /lezioni/omelie vanno dai 10 comandamenti ,ai Vizi Capitali,a come fare una buona confessione, ai nuovissimi,a prediche per la famiglia per essere veramente cristiana, commenta le Parabole del Vangelo,e non tace sui peccati che oggi vengono considerati “normali” da alcuni Prelati della Chiesa. Datemi retta,seguirlo,Nicola.

  7. Ed inoltre Don Leonardo Maria Pompei ha trattato in conferenze che sono nei suoi video,tutte le Apparizioni Mariane. Le sue sono omelie,prediche e conferenze su tutta quella che è la vita del cristiano, dal lavoro al tempo libero.

  8. Ormai da oltre due anni, frequentando il sito di Famiglia Cristiana, portabandiera ufficiale della neo-religione (non me ne vogliate: per combattere il “nemico” bisogna conoscerlo), mi inserisco nelle varie rubriche con commenti vari e, quando l’argomento me ne dà occasione, lancio la seguente domanda: “Perché il Direttore del settimanale che si fregia del titolo di “Cristiano” ( fino a poco tempo fa il notissimo Don Sciortino) nella sua foto ufficiale che compare sulla rivista stessa, non indossa MAI l’abito religioso? Non dico l’abito talare, ma neppure il c.d. clergymen, oppure il colletto rigido bianco, oppure semplicemente una piccola crocetta come distintivo all’occhiello della giacca? Forse si vergogna dell’abito che DOVREBBE portare, e che non è un opzional, ma un obbligo sancito, così come chiaramente precisato a suo tempo (Vaticano, 8/12/2003) dal Prefetto della Congregazione per il Clero, Card.Dario Castrillon Hoyos, il quale chiaramente parla di “obbligo”. Questi signori dovrebbero almeno avere il coraggio delle loro opinioni, ma non mi hanno mai risposto.

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