Il canale TV La 7 – una sorta di Pravda privata al servizio del governo del nulla –  qualche sera fa ha toccato il fondo mandando in onda lo spettacolo più rivoltante visto sinora dentro il kolossal pandemico. Dopo avergli teso una squallida imboscata per mezzo di un agente provocatore, nella trasmissione Piazzapulita hanno approntato, in onore di un medico reo di avere curato e guarito dal supervirus tutti i suoi numerosi pazienti, un plotone di esecuzione che in tempi normali si sarebbe definito caricaturale. Ma oggi rientra tra le cronache di ordinaria repressione. Vedere per credere.

Il dottor Mariano Amici, che gestisce una rete di circa seimila assistiti, ha salvato dal COVID tutti i malati che ha curato, non ha registrato alcun decesso, nemmeno alcun ricovero. Mentre negli ospedali avveniva la strage. Questo è un dato di fatto, oggettivamente e agevolmente verificabile.

Quando il dottore ha osato ricordarlo in studio, il bravo conduttore gli ha risposto: «e checc’entra». E si capisce: per la regia, l’importante non è salvare vite umane, ma rispettare protocolli fallimentari, e i sopravvissuti ai protocolli vaccinarli a tappeto, e andare avanti a tutta velocità senza voltarsi indietro, nonostante quegli strani focolai e tante strane morti contrassegnate da una strana coincidenza temporale. Bizzarre casualità.

Quella di mettere in discussione con dati empirici e argomenti scientifici il fideismo scientista, apodittico e inderogabile, sposato dai programmi di Stato, non può che essere una colpa inestirpabile. Ancor peggio è ottenere risultati dirimenti, perché allora la gente comincia a farsi qualche domanda e a darsi qualche risposta, e sono guai.

PLOTONI DI ESECUZIONE Ecco dunque la triade di prodi giustizieri convocati per l’operazione di pulizia etnica televisiva. Il conduttore, Corrado Formigli è un signore premiato dal sistema televisivo per comprovata obbedienza, dote emersa grazie al lavoro nell’antico latifondo TV dell’ex padrone Michele Santoro. Dopo essersi allenato facendo la posta a Previti, teatrini come quello dell’altra sera gli vengono facili. Come gli viene facile sparare raffiche di accuse all’ospite per poi fargli togliere l’audio appena gli toccherebbe la replica. Prima lo invita, e poi «io non è che le do la tribuna così».

Nel plotone era rappresentato ovviamente anche lo Stato, in persona del viceministro della salute che, per marcare la propria pretesa superiorità sull’interlocutore e sul popolo bue in ascolto, ha subito ricordato a tutti il suo triplo titolo di medico, di professore universitario e di uomo delle istituzioni, così spalancando in un colpo solo un abisso su tutte e tre le categorie. Con la stessa gran classe, Sileri, duettando col padrone di casa secondo copione, ha rivolto una serie di insulti e di avvertimenti al dottor Amici: quello incommentabile, quello che va bene per far tagliate di frutta, quello che nemmeno Vesalio nel 500 scriveva stupidaggini del genere, quello che non stiamo parlando con un medico ma con uno studentello di medicina, quello che ancora non ha aperto manco un libro, quello che non sa neanche cos’è un ribosoma né sa come funziona un vaccino, quello che se mia mamma va su Wikipedia ne sa di più di lui; soprattutto, quello che di sicuro rimarrà ancora per poco al suo posto di medico di base; e che, qualora provasse a denunciare qualcuno, attenzione, ne pagherebbe tutte le conseguenze. Una serie di offese alternate a minacce messe lì in favore di telecamera, senza veli e senza vergogna. Compresa la chiamata in causa del presidente dell’Ordine dei medici di Roma affinché intervenga esemplarmente con sollecitudine contro il pericoloso dissidente (quello che li ha guariti tutti). Alla faccia del diritto e dei suoi inutili orpelli.

La violenta denigrazione orchestrata e scatenata contro il dottor Amici investe le sue posizioni critiche, oltre che sulla gestione della emergenza e sulla attendibilità dei tamponi, anche sull’efficacia e sulla sicurezza degli ultimi vaccini. Si manifestano ancora una volta, pornograficamente, le mirabolanti capriole dei saltimbanchi pentastellati – di cui Sileri è esponente – che sulla libertà vaccinale avevano costruito una decisiva porzione del loro consenso: circolano ancora in rete i commenti trionfali di Bonafede che si autocelebra presso il mentore Grillo (Beppe) per avere ottenuto per un bambino autistico un risarcimento di un danno da vaccino col suo studio professionale, o i cinguettii della Grillo (Giulia) sulla correlazione tra autismo e vaccini, la bestemmia imperdonabile (o forse no) contro lo spirito santo farmaceutico. 

Quanto a Sileri, lo vogliamo ricordare, è lo stesso tenerone che durante il primo periodo di chiusura rilasciava l’indimenticata intervista in cui lodava gli amici e ne piangeva la forzata lontananza, perché «a un amico puoi dire cose che non dici a tua moglie quando torni a casa»; e li includeva quindi, ex auctoritate, nella creativa nozione di “congiunti”, cioè quelli che si potevano andare a trovare, purché però – attenzione – non fossero semplici amici, ma “amici amici, amici veri”. Non è uno scherzo, è tutto vero. Ora il summenzionato cantore dell’amicizia, nella tenzone col dottor Amici, vive una curiosa nemesi onomastica.

Infine nella terna inquisitoria non poteva poi mancare, in quota rosa, il prodotto di laboratorio massmediatico che va sotto il nome di Selvaggia Lucarelli; una che non più tardi di un anno fa, nello stesso identico studio di Formigli, trangugiava involtini primavera per fermare il virus del razzismo contro i cinesi. Folgorata sulla via di Wuhan, oggi come niente fosse, mostrando in rete un breve video, probabilmente girato dal balcone di casa sua, che immortala la polizia mentre ferma l’unica persona presente in un parco deserto, esulta: «Bene così Milano». Nessuna sorpresa, fa tutto parte del mestiere che fa.

IL SICOFANTE MODELLO DI VIRTÙ Il tema della delazione, tuttavia, non è affatto peregrino. Sia Sileri sia Formigli ammiccavano con beffarda insistenza all’Ordine dei Medici, e personalmente al presidente della sezione romana, Antonio Magi. L’indomani il profilo Twitter della trasmissione Piazzapulita riportava in maiuscolo trionfale la notizia che l’Ordine dei Medici si era già preso in carico il caso Amici. Come dire, c’è chi può: la macchina del fango istituzionale funziona a meraviglia e produce sempre i frutti sperati.

Lo Stato di diritto, quello stupido impianto che ciancia di giusto processo, di diritto di difesa, di principio del contraddittorio, nell’ora presente non vale più una cicca: siccome ho il potere in mano, ti rendo persona non grata, ti tolgo il lavoro, ti distruggo le finanze, ti ridicolizzo in diretta TV. Un servizio veloce e pulito, bando alle formalità.

La delazione, del resto, rientrava tra le luminose raccomandazioni del governo (Speranza lo disse apertamente da Fazio) contro gli assembramenti sediziosi tipo le cene in famiglia. Allora fu la polizia a prendere le distanze dalla trovata ministeriale, ricordando che precedenti del genere erano forse ravvisabili nella Germania degli anni Trenta.

Ma ciò non ha impedito che la pratica delatoria, specie se esercitata al buio, all’insaputa di chi la subisce, si stia affermando come nuova virtù civica. E pensare che era ritenuta condotta talmente ripugnante da fare schifo perfino ai bambini (“Chi fa la spia non è figlio di Maria non è figlio di Gesù quando muore va laggiù”), per gli antichi il sicofante era annoverato tra i tipi umani più spregevoli. Non poteva che esserne questa l’evoluzione, nell’epoca invertita dove l’onore non vale più nulla perché la virilità è considerata sostanza tossica. 

LA DAMNATIO MEMORIÆ DELL’ORA PRESENTE Ora, per capire bene edificanti spettacoli come questo, è opportuno che prendiamo dimestichezza con un neologismo coniato oltreoceano per indicare la damnatio memoriae delle voci alternative: deplatforming. Traslitterato, sta per “de-piattaformazione”. Si moltiplicano i casi di commentatori, aziende, siti, improvvisamente cancellati da Twitter, da YouTube, da Facebook, e su su verso l’app store di Apple e Google (senza i quali non si può arrivare ai telefoni e quindi alle persone), fino all’apoteosi: all’indomani del Campidoglio, Amazon elimina i server che ospitavano Parler, la piattaforma alternativa a Twitter e Facebook, che d’improvviso sparisce dalla faccia della Terra. 

In realtà, non è che ti tolgono solo la voce: vediamo banche che chiudono, senza spiegazioni, i conti delle aziende di Trump; grandi distributori che annunciano la rescissione dei rapporti con imprenditori che si sono esposti a suo sostegno; i fondatori del social Gab che si vedono annullare dalla Visa le carte di credito proprie e perfino dei propri ai loro famigli.

Negli USA, la patria delle libertà, coloro che hanno simbolicamente occupato il Campidoglio (ricevendone in cambio pallottole) sono demonizzati e criminalizzati sotto la definizione nuova di zecca di “domestic terrorist“. Ma i ribelli dell’Epifania non sono che una sineddoche: il problema vero – e l’apparato non lo nasconde – sono tutti i patrioti vecchi e nuovi, i vecchi e nuovi sostenitori del candidato disallineato. Cioè una ottantina di milioni di persone: la più enorme quantità di consensi della storia americana, escludendo ovviamente il presidente in carica, uno talmente popolare da essere votato, come noto, anche dai morti. Vale a dire che una porzione enorme della popolazione, in molti Stati totalmente maggioritaria, riferita dalle istituzioni centrali come un nemico – paragonato nientemeno che ad Al Qaeda sia dal generale McChrystal sia dall’ex capo della CIA Brennan – da sterminare se necessario col pugno duro dell’esercito più forte del mondo e qualche drone assassino. Per non parlare dei discorsi che girano su progetti di deprogrammazione degli elettori trumpiani – concetto psichiatrico familiare a chi combatte le sette e i radicalismi – o su eventuali campi di rieducazione.

NIHIL SUB SOLE NOVI Va poi considerato come il trattamento riservato al dottor Amici non sia una novità. L’opera di demonizzazione e successiva radiazione dei medici non allineati ai dogmi ufficiali dettati dalle multinazionali del farmaco e dai filantropi del mestiere era cominciata ben prima dell’emergenza. Quanto stiamo vivendo non è altro che la riproposizione su scala più ampia della catastrofe sanitaria derivata dal capolavoro della Lorenzin sulla obbligatorietà vaccinale, in conformità all’accordo stipulato a Washington insieme a Ranieri Guerra (il giro è sempre lo stesso) con GAVI, cioè Bill Gates, grazie al quale l’Italia veniva eletta paese cavia delle vaccinazioni selvagge. Le pedine era già tutte al loro posto da allora. Chi ha visto colpire proditoriamente i dottori Gava, Miedico, Rossaro, Lesmo, sa perfettamente cosa tenteranno di infliggere al dottor Amici e agli altri medici liberi che onorano il loro giuramento e la loro coscienza. Chi quattro anni fa ha già visto calpestato l’articolo 32 della Costituzione (“Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario…”) non può stupirsi della voglia matta di imporre TSO permanenti e generalizzati, o dell’orgia di provvedimenti amministrativi monocratici con cui sono state soppresse le libertà fondamentali e sono stati conculcati i diritti costituzionali, a partire da quello al lavoro garantito all’art. 1; non può non capire cosa ci sia dietro l’incredibile divieto di praticare autopsie e dietro l’obbligo disumano di cremare i cadaveri. 

Le prove generali erano già state fatte e il terreno era bello che pronto.

UNO PER TUTTI TUTTI PER UNO Né si fermeranno al dottor Amici. Verranno a cercare anche voi. Sanno cosa pensate e vi staneranno perché pensate e quindi siete pericolosi. Ciò che succede negli USA succederà anche nelle colonie dell’impero. Il potere mondialista non vuole convincervi, vuole schiacciarvi. Non vuole ascoltarvi, vuole zittirvi. Non vuole comprendervi, vuole annientarvi. I lacché di questa macchina infernale stanno nei media e al governo, diade unita oggi come non mai.

Noi stiamo con il dottor Amici, e non con la sozzura dell’establishment, perché il dottor Amici ha curato migliaia di persone senza che gliene morisse una. Noi stiamo con il dottor Amici perché crediamo in quello che dice sulla psicopandemia, sui tamponi, sulle cure, sul vaccino. Stiamo con il dottor Amici, e con i medici liberi e perseguitati, con i giornalisti indipendenti, con chiunque stia combattendo la sua personale battaglia contro un sistema liberticida e criminale, perché quel sistema vorrà anche la nostra pelle. Stiamo con ogni “strega” che il farma-maccartismo vuole bruciare. Perché se ci salveremo, ci salveremo insieme. Perché vogliamo riprenderci la vita e la libertà.

18 commenti su “Contro il “farma-maccartismo””

  1. E il primo, il decisivo, l’inaspettato (tranne che dalla Massoneria) Gestore del Sistema è colui che veste di Bianco.
    Anche lui è in azione per de-piattaformare le persone normali, quelle con due buchi al naso anziché tre (faccio riferimento alle vignette di Guareschi): i Cattolici che credono in Dio e non in lui.
    Il passo fondamentale, a mio giudizio, è stabilire in se stessi un’estraneità TOTALE rispetto a questi personaggi

  2. Leopoldo Barbieri Manodori

    Sono felice di non essere il solo a cui il programma dell’altra sera è sembrato immediatamente uno degli spettacoli più insopportabili a cui abbiamo dovuto assistere nell’ultimo anno.
    Resistere, resistere, resistere, altro che Borrelli!

  3. Questa vicenda è la prova che la Storia non ci insegna nulla e anche chi si ritiene più colto forse ha la memoria corta. Vico aveva ragione: i cicli si ripetono: corsi e ricorsi. Chiusi tutti i teatri, l’Inquisizione, risorta dalle ceneri, sta invadendo la scena televisiva e tutti i media per imporre la sua intolleranza e la sua violenza. Processi già letti e studiati sui libri, si stanno riproponendo agli occhi di chi ricorda ed è in grado di collegare. In Campo dei Fiori a Roma Giordano Bruno veglia su questi tempi difficili e oscuri, in cui è necessario fare scelte importanti, come quella di stare dalla parte della verità. L’aggressività e il disprezzo di chi accusa le persone oneste e coerenti con la propria coscienza sono figli di un grande paura; politici e scienziati lestofanti pieni di ignoranza e di presunzione, altro non sono che misere pedine impaurite, burattini mossi da padroni senza scrupoli. Questa oggi è la nostra tragedia. Grazie a chi, come la dottoressa Frezza, è sempre in prima linea per dire la verità in nome della libertà. Resistiamo e diventiamo tanti.

    1. Lasciamo perdere Giordano Bruno la spia degli inglesi, il traditore degli amici cattolici, sciamano autogestitosi ! Ci manca proprio lui dato che i suoi seguaci sono milioni e sguinzagliati alla caccia degli “untori” che pensano con la loro testa !

  4. Roberto Smaniotto Brinc

    Ottimo articolo. Occorre fare aprire occhi, cuore e mente atrofizzati di tanti attorno a noi! Far capire che da una malattia si può guarire se uso medicine appropriate e mi affido a bravi medici. Personalmente non penso che mi lascerò vaccinare come vorrebbe Big Pharma.

  5. Non ho visto il dott. Amici da Formigli, ma un po’ da Giletti sì. Solo un po’, per l’ indignazione che ho provato vedendo trattare in modo semplicemente vergognoso un medico che ha fatto bene il suo lavoro con onestà e senza condizionamenti.

  6. ” […] La delazione, del resto, rientrava tra le luminose raccomandazioni del governo […] fu la polizia a prendere le distanze dalla trovata ministeriale, ricordando che precedenti del genere erano forse ravvisabili nella Germania degli anni Trenta ”

    Casomai, si trattava della Germania Est degli anni ’70/’80… 🙄
    In merito al lavaggio del cervello a reti unificate, ne hanno recentemente accennato sia il giornalista Claudio Messora che la soubrette Lorella Cuccarini: alla TV funziona così e se non ci si adegua, non si lavora più non solo presso l’emittente dalla quale si verrebbe sicuramente cacciati qualora saltasse in mente di manifestare la propria reale opinione in merito a qualsivoglia argomento (dal Covid-19 al BLM, passando per l’ossessione del “politicamente corretto”) ma nemmeno presso tutte le altre emittenti, sia televisive che radiofoniche. Ovviamente, tutti quanti… “tengono famiglia” e quindi si adeguano!

    Anni fa, ci fu un opinionista – successivamente silurato a vita – che, pubblicamente, definì l’attuale classe giornalistica come “pronisti” anziché “cronisti”, cioè, gente che è capace di spingersi (in basso) ben oltre l’arci-classico “lecchino”…

  7. piero domenico rolle

    L’omino bianco e la sua cricca fanno parte del gioco e lo stanno conducendo alla perfezione, cerchiamo di resistere finchè possiamo, ci sono alcuni medici che come il dottor Amici hanno presente la situazione e usano cure appropriate, ma molti per il dio denaro si comportano come dei veri criminali, Mengele rispetto a costoro era un dilettante, speriamo che non mettano obbligatorio la vaccinazione, comunque sarà durissima.

  8. Non ho mai visto ne mai vedro’ Piazza pulita! Voglio limitarmi ai commenti presenti in questa pagina. Vedo una mandria impazzita che reclama il diritto di continuare ad impazzire e di trascinare nel proprio furore chiunque! E vede in chi ha l’obbligo di provvedere alla salute e all’ordine! Qualcuno dovra’ assumersi questo dovere! A proposito di delazione: come e’ facile portare esempi a sproposito tipo gestapo! Ne voglio portare uno anch’io, esagerando naturalmente! Se venite a conoscenza che un vostro vicino sta armeggiando con un ordigno (nucleare?), e’ delazione denunciarlo?

  9. Cari Amici,
    Questi, purtroppo, sono i nuovi orizzonti della comunicazione. Definire giornalisti gente come Formigli, Gruber e compagnia cantante del teatrino mainstream ci vuole un bel coraggio!
    Le chiamerei piuttosto marionette appese al filo delle lobby di potere.
    Il loro modus operandi adottato da tempo lo conosciamo bene.
    Sono mortificato per il trattamento riservato al Dott. Amici, ma certi inviti vanno declinati onde evitare di assumere le sembianze di una sagoma da tiro a segno.
    Quello è un salotto per Travaglio, Severnini e Freidman, creato ad hoc per soddisfare i loro uditori ignoranti.
    Esisto altre vie per comunicare la verità, e questi canali vanno cancellati dalla memoria del telecomando.

    claudio servalli

  10. E’ sempre il solito problema di libertà di scelta e di libera espressione di opinioni anche mediche. Forse che Sileri è più competente del medico in questione, o Galli? In ogni caso anche se lo fosse, Galli o chicchessia non può imporre con la forza delle pistole governative le sue tesi o protocolli, che devono avere valenza di raccomandazioni se si vuole salvare ancora la libertà dell’individuo, che solo ha il diritto di scegliere. Siamo in pieno regime sanitario ed ora anche ecologico-finanziario. I dittatori oggi sono più sottili e meno visibili di Hitler e Stalin.

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