Convegno sul gender a Pavia. Intervista a Patrizia Fermani

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Abbiamo pubblicato ieri, in calce all’articolo “Pavia. Le pretese dittatoriali di Arcigay e M5S”, l’articolo con cui La Provincia Pavese riferiva delle contestazioni mosse a Patrizia Fermani dal M5S e dall’Arcigay, che pretendono di decidere, con insindacabile giudizio, chi abbia il diritto di parlare.

Oggi La Provincia Pavese pubblica un’intervista a Patrizia Fermani. Le risposte sono chiare e nette e questo di sicuro non potrà che aumentare lo stato di democratica ansia dei custodi full-time dei “diritti”…

Vogliamo sottolineare ai nostri lettori solo una cosa: spesso i titoli sono fatti un po’ frettolosamente, senza leggere bene il contenuto dell’articolo da titolare. L’intervista a Patrizia Fermani è intitolata “Non sono omofoba semmai vittima di modelli imposti”. Leggendo il testo vediamo però che l’intervistata è molto chiara laddove dice: “Omofoba è una parola che non mi dice nulla, è un termine che si sono inventati”. Condividiamo in pieno questa risposta, perché già accettare queste parole imposte dalla neo-lingua vuol dire accettare una falsa e mistificatrice affermazione di “valori” e di “diritti”.

Il convegno si terrà giovedì 1° ottobre, alle ore 21, a Pavia, nella Sala San Martino di Tours, in corso Garibaldi. Vedremo e vi riferiremo.

PD

Ecco l’intervista a Patrizia Fermani, pubblicata oggi su La Provincia Pavese:

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5 commenti su “Convegno sul gender a Pavia. Intervista a Patrizia Fermani”

  1. Io davvero non so dove l’ottima Fermani trovi la forza.. a me sembra che la traiettoria sia segnata (con il consenso della stragrande maggioranza dei concittadini, compresa una grande maggioranza di quelli credenti e/o praticanti). Tutto induce a pensare che uno debba aggiustare quello che può e lasciare perdere il resto. Quando non si può aggiustare, non è neppure piu’ un problema. Ma mi rendo conto che questo non è un pensiero cristiano e auguro alla coraggiosa signora di non perdere mai la determinazione.

  2. giorgio rapanelli

    Di fronte all’attacco dei senza Dio mondialisti che voglio eliminare la differenza naturale dei sessi, di fronte ad una Chiesa cattolica ormai in parte asservita agli interessi di questi poteri forti è necessario che ci si organizzi come RETE. Si potrebbe usare il sistema del Movimento 5 Stelle, il quale, malgrado finga di essere un innovatore, segue supinamente gli ordini che il potere d’oltre oceano invia a lui, a Renzi, al PD, e ad altri. Il M5S a firmato la proposta di legge Scalfarotto, legge liberticida ed antidemocratica per tappare la bocca a quelli che questi pagliacci definiscono “omofobi”. La mossa politica è di distruggere il PD, che ha al suo interno un Polo Demoniaco, mentre M5S ha al suo interno ha Casaleggio.
    Però, occorrerà formare una RETE sul tipo di quella di Grillo
    Comunque un sistema per “contarci” e dibattere sul da farsi. Temo che non possiamo più confidare nel papa. Quindi cerchiamo i vescovi che vogliono rimanere fedeli al dogma. La battaglia è appena iniziata.

  3. Quelli del M5S, un branco di utopisti che io rinchiuderei tutti in un manicomio criminale. Più pericolosi dell’antrace e dell’amianto, sono solo funzionali al sistema democraticista, anti-cattolico, mondialista e usuraio.

  4. Ritengo molto valida la proposta di RAPANELLI. Perché non costruire un nuovo partito di ispirazione cristiana usando il metodo della rete come ha fatto Grillo? Oggi in Italia i cattolici contano meno dei verdi perché sono sparpagliati in molti partiti dove debbono fare la volontà dei segretari di partito e votare come vogliono i capi gruppo in parlamento. Oggi un cattolico serio e convinto non sa più per chi votare.

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