Cos’è il peccato? La confusione imperante lo ha fatto passare di moda e oggi nessuno lo sa più  –  di Carla D’Agostino Ungaretti

“Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro” (Is 5, 20)

“Orribil furon li peccati miei / ma la bontà infinita ha sì gran braccia, / che prende ciò che si rivolge a lei” (Purg. III, 121 – 123)

Il mondo moderno, come ha escluso Dio dal proprio orizzonte, così ne ha escluso anche il demonio il quale, invece, in questo momento storico esulta e brinda con la sua corte al suo più importante successo che è proprio quello di aver convinto l’umanità della sua inesistenza.

di Carla D’Agostino Ungaretti

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zzzzcdtlcfrUn articolo del Prof. Corrado Gnerre[1] mi offre lo spunto per riflettere (e, lo confesso umilmente, anche il motivo di piangere, dato che lo scristianizzato mondo moderno mi ha fatto diventare una piagnucolona) su un tremendo fenomeno del nostro tempo che sembra dimenticato da tutti, a cominciare (altro motivo di dolore) anche dal clero cattolico: il senso del peccato. E tutto ciò è avvenuto nonostante il XX secolo abbia visto l’avvento di due Papi dichiarati santi (Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II) e di altri due (Pio XII e Paolo VI) che probabilmente saranno prima o poi canonizzati. Come ha potuto verificarsi questo fenomeno, che a me sembra una profonda contraddizione negli eventi, alimentata proprio da colui che vuole apportare divisione e discordia?

Il Prof. Gnerre ha preso lo spunto dal terribile episodio di violenza e di sangue verificatosi recentemente a Roma, in cui dei “giovani – bene” hanno assassinato un loro coetaneo “solo per vedere l’effetto che fa”. A questo io aggiungo la “coppia dell’acido” che a Milano ha devastato per vendetta (sbagliando anche persona) il volto di un disgraziato ragazzo, come aveva fatto precedentemente anche un avvocato (quindi non certo  un ignorante o un essere primitivo) per vendicarsi della fidanzata che lo aveva lasciato. Poi mi torna in mente che alcuni anni fa, due ragazze affiliate a una setta satanica assassinarono brutalmente una povera suora che si prendeva cura di loro e che morì perdonandole. Se a questi episodi aggiungiamo le infermiere che praticano iniezioni letali agli anziani pazienti affidati alle loro cure e gli orrori di cui veniamo quotidianamente a conoscenza dalle cronache, c’è veramente da domandarsi se l’umanità stia perdendo il più elementare barlume della ragione retrocedendo inconsapevolmente sul sentiero della civiltà. Ma non solo questo: quello che si è perso (ed è la perdita più tragica) è il senso del peccato contro Dio e contro il prossimo.  La domanda che mi angoscia è: come è stato possibile che avvenisse tutto questo?

Il Prof. Gnerre dà a questi fatti atroci una spiegazione teologica che io condivido in pieno: in questo inizio del XXI secolo il demonio ha preso il sopravvento sulle azioni umane provocando una “rivoluzione culturale” a 360 gradi che, a sua volta, ha messo in discussione le categorie del Bene e del Male assimilandole e rendendole pertanto indistinguibili le une dalle altre. Non parliamo poi del “peccato mortale” pastoralmente ben delineato dal Catechismo di S. Pio X! Questo è stato completamente derubricato e neppure i Papi che ho citato sono riusciti ad arginare questo nefasto fenomeno, già espresso dal Profeta Isaia nella frase che ho citato in epigrafe e che vediamo verificarsi ogni giorno a livello sociale, politico, antropologico, culturale e, purtroppo, anche religioso. E’ quello che pratica oggi l’umanità contrabbandando certe aberrazioni come intangibili diritti umani, “chiamando bene il male e male il bene” e alimentando così il senso di confusione che alligna nelle menti e nei cuori del popolo di Dio e, aggiungo con dolore, anche della Chiesa istituzionale.

Aggiungerò, perciò, qualche glossa allo scritto del Prof. Gnerre, al quale anzitutto va la mia gratitudine per avermi insegnato col suo articolo un detto (che non conoscevo) di un altro grande Santo, Padre Pio da Pietrelcina, che trovo estremamente veritiero nella sua icasticità, perché mi sembra che accomuni quell’umile e santo frate ai Profeti dell’Antico Testamento: “Verranno presto giorni in cui ai figli non basteranno lacrime per piangere gli errori dei propri genitori …”.

Mai parole, oltre a quelle pronunciate da  Cristo mentre, carico della croce, saliva al Calvario, (“Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli … perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?”, Lc 23, 28 ss) mi sono sembrate più vere. Il momento storico che stiamo vivendo ne è la dimostrazione concreta perché quando l’uomo rifiuta Dio, come è avvenuto nel XX secolo in campo filosofico, politico, sociale e perfino nella vita spicciola quotidiana, allora perde il senso del peccato e inizia la sua irrefrenabile discesa verso la decadenza storica, umana, civile, sociale che già vediamo attuarsi intorno a noi, coinvolgendo tutte le generazioni successive, spiazzate perché non  trovano sicuri punti di riferimento in coloro che sono venuti prima di loro, dato che questi ultimi non hanno avuto nulla da insegnare loro e, come avviene per il “legno secco”, corrono il tremendo rischio di essere bruciati anche più del “legno verde”, sicuramente meno responsabile. E’ la perfetta realizzazione delle profezie di Gesù e di Padre Pio.

Ma che significa la parola “peccato”che ormai sembra passata di moda nella lingua italiana se non per esprimere delusione o rimpianto quando il caso o eventi a noi estranei ostacolano i nostri banali e stupidi progetti?  (“Che peccato! Piove e la gita è saltata …!”)? [2]

Infatti, con grande soddisfazione del demonio, oggi il mondo ha perso ogni dimestichezza con quella parola perché non se ne parla più: nessuno  crede più di peccare e tanto meno considera il “peccato” come una  offesa a Dio e l’allontanamento dalle Sue vie; tutto al più , se il peccato coincide con un reato punito dal Codice Penale, il “mondo” inorridisce, deplora l’evento ed auspica  una severa condanna per il reo; ma se questa coincidenza non esiste, si parla al massimo di “senso di colpa” ( e solo nel caso in cui il “peccatore” abbia in qualche modo nuociuto al suo prossimo) da cancellarsi con molte e costose sedute psicoanalitiche. Infatti il senso del peccato comporta elementi che non si trovano nel senso di colpa e che rimandano ad ambiti diversi da quelli delle scienze umane. Sicuramente la psicologia può aiutare ad affrontare il senso di colpa, ma non può nulla contro il senso del peccato: il terapeuta può fare molto per il suo paziente, ma non può purificarlo dal peccato, perché il Sacramento della Penitenza , o della Riconciliazione, mette il penitente in rapporto con una realtà spirituale e trascendente molto diversa dall’esplorazione del profondo di sé e di cui nessuno sospetta più l’esistenza.

Come sempre, procedo nella mia riflessione con la Bibbia sott’occhio. In tutta la tradizione ebraico – cristiana il peccato è il rifiuto dell’uomo di corrispondere all’amore di Dio obbedendo alla Sua legge, così come, secondo la tradizione, fece Lucifero, il più bello degli angeli , il “Portatore di Luce”, quando si ribellò al suo Creatore lanciandoGli il grido “Non serviam!”.

La tradizione vetero – testamentaria esprime il concetto di peccato con diversi vocaboli dal diverso significato: “hattà” (fallire il bersaglio) indica il fallimento dell’uomo che si allontana da Dio e quindi anche dal prossimo; “awon” (torcere, curvare) indica la deviazione dalla retta via[3]; “peshà” (ribellione al sovrano) indica la rivolta contro il progetto di Dio. Perciò la conversione, sempre auspicata e invocata, è vista come un cambiamento di rotta, un tornare indietro di 180 gradi (mi verrebbe da dire, usando termini automobilistici, una “conversione a U”), un ritorno a Dio (“teshuvà”, ossia la “metànoia” di cui avrebbe poi parlato Gesù). Anche la lingua greca del Nuovo Testamento usa, per designare il peccato, un termine (“amartìa”), che il Dizionario Greco – Italiano di Lorenzo Rocci, fedele compagno quotidiano di tanti studenti della mia generazione, assimila nel dialetto attico (il più puro tra i dialetti dell’antica Ellade), al concetto di “errore”, di “fallo” e addirittura di “errore di giudizio”.

E infatti se noi, che apparteniamo alla grande tradizione ebraico – cristiana, ci soffermiamo un momento a riflettere sul significato di quelle espressioni, sia ebraiche che greche, ci rendiamo conto che i nostri “fratelli maggiori”, sia di lingua ebraica che greca, avevano perfettamente compreso la natura del peccato. Tutti noi abbiamo chiara in mente l’idea del Bene Assoluto, tutti noi vorremmo vivere in un mondo dominato dall’Amore, dalla Pace, dalla Solidarietà e dalla Fraternità tra i popoli ma sappiamo anche, conoscendo bene la storia umana , che questa aspirazione è una mera utopia perché, pur sapendo cos’è il Bene, non riusciamo ad attuarlo. L’esempio storico più eclatante è quello della Rivoluzione Francese – di cui i nostri cosiddetti “cugini d’Oltralpe”, fieri della loro laicità, menano gran vanto  – la quale, al grido delle bellissime parole Liberté, Egalité, Fraternité, immerse la Francia in un bagno di sangue. S. Paolo ha espresso meravigliosamente questo mistero descrivendo la “lotta interiore” che egli stesso combatteva: “Io non riesco a capire neppure ciò che faccio; infatti non quello che voglio io faccio, ma ciò che detesto … c’è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo” (Rm 7, 14 ss).

Come si spiega tutto ciò? Se è vero che Dio ha creato il mondo per amore e provvede paternamente alle Sue creature, è ovvio che Egli conosce perfettamente (e meglio di noi) cosa è buono e giusto per loro – dato che Lui stesso aveva constatato che la Sua creazione era “cosa  buona” (Gen 1, 25) –  anche se a volte il Suo progetto non collima con il nostro. Per  questo Dio ci ha dato il Decalogo, l’eterna legge di natura inscritta indelebilmente nel cuore e nella mente dell’umanità, da cui discendono in negativo, come in una fitta ramificazione, tutti i comportamenti umani, anche quelli che sembrano più spiccioli e banali. Ma Dio ci ha dato anche la libertà di scegliere tra il Bene e il Male e se facciamo la libera scelta di rifiutare quella legge naturale, che Egli ha reso comprensibile e accettabile da tutti i popoli in ogni tempo e in ogni latitudine, falliamo il bersaglio (“hattà”), sbagliamo la meta del nostro cammino (“awon”),  ci ribelliamo a Lui (“peshà”), commettiamo un enorme errore di giudizio (“amartìa”)  perché l’uomo, quando pecca, crede sempre che il suo atto sia un Bene. Invece è solo un atto “disordinato” che finisce per distoglierlo dal fine per cui l’uomo è stato creato[4]. In questo modo l’uomo finisce per accomunarsi a Lucifero, la prima creatura di Dio che, rifiutando il progetto di Lui, commise il peccato di superbia, perché ritenne di poter essere autonomo dal suo Creatore e costituire legge per se stesso.

Le parole usate da Paolo per descrivere la condizione umana di fronte al Male sono diventate un “topos” letterario e hanno attraversato la storia della letteratura da Francesco Petrarca, a William Shakespeare,  a Ugo Foscolo (“Conosco il meglio et al peggior mi appiglio”) segno che sono riconosciute come profondamente vere dallo spirito umano. Paolo aggiunge:  “Se faccio quello che io non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me” e vivendo sulla sua pelle la tragicità della condizione umana, grida: “Sono uno sventurato!  Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte?”. Infatti il corpo umano è “votato alla morte” perché se ”con la mente servo la legge di Dio, con la carne invece la legge del peccato” (Rm 7, 24). E’quello che fecero Adamo ed Eva i quali, pur sapendo quale fosse il Bene Supremo, dettero retta alla loro “carne” e il loro peccato generò la morte. Il pessimismo sembra totale, ma Paolo conclude il Cap. 7 della Lettera ai Romani rendendo “grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore”, perché può dominare la “carne” tenendosi unito a Lui che ci ha riscattati dal peccato.

Citando queste ultime parole di S. Paolo mi torna in mente l’episodio di Manfredi nel III Canto del Purgatorio di Dante e mi accorgo che sto sfiorando il tema sublime e affascinante della Misericordia Divina, cui è stato dedicato l’anno in corso. In proposito ci sarebbero da dire un’infinità di cose che trascendono le capacità di una semplice cattolica “bambina” e i limiti di questa riflessione. Le rivelazioni  che Gesù fece al riguardo a S. Faustina  Kowalska sono di eccezionale edificazione spirituale ma, sempre riflettendo da cattolica “bambina”, a me sembra che ci sia un aspetto di questo meraviglioso dono fatto da Dio all’uomo che non è stato messo sufficientemente in luce in quest’anno giubilare e che rischia seriamente di essere frainteso perché il mondo moderno è diventato troppo sicuro di se stesso.

Dio conosce bene la nostra debolezza e i nostri innumerevoli limiti ed è vero che non c’è peccato, neppure il più orrendo, che non possa essere perdonato, se accettiamo di riconoscerlo sia pure, come avvenne per Manfredi, negli ultimi istanti di vita “mentre che la speranza ha fior del verde”.  A tutti gli altri viene proposto di cambiare  vita, di invertire il senso di marcia dirigendosi di nuovo verso di Lui.  Le parole pronunciate da Gesù al riguardo sono piene di misericordia, ma anche chiarissime nei confronti di chi rifiuta l’inestimabile  dono dello Spirito : ”Qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata. A chiunque parlerà male del Figlio dell’uomo sarà perdonato, ma la bestemmia contro lo Spirito Santo non gli sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro” (Mt 12, 31 – 32).

Il peccato di cui parla Gesù è chiamato “peccato contro lo Spirito Santo” perché è alla terza persona della SS. Trinità che sono specificamente attribuite le manifestazioni esteriori della bontà divina. Quel peccato è imperdonabile non tanto per la sua gravità e malizia, quanto per la disposizione soggettiva della volontà, tipica di questo peccato, che chiude le porte al pentimento: esso consiste nell’attribuire malignamente al demonio i miracoli e i segni operati da Cristo, l’unico “Agnus Dei qui tollit peccata mundi” (Gv 1, 29). In tal modo il peccatore si scrolla dalle spalle ogni responsabilità personale e, ritenendo di avere comunque diritto alla misericordia di Dio, in realtà si esclude volontariamente e liberamente dal perdono di Lui.

Come riferisce anche l’Evangelista Marco parlando dello stesso episodio evangelico, Gesù aveva già compiuto molti miracoli quando pronunciò quelle parole, ma gli scribi non volevano riconoscere in essi l’opera di Dio che, invece, attribuivano a satana, e accusavano Gesù di “essere posseduto da uno spirito immondo” (Mc  3, 22 ss). Quindi la “bestemmia contro lo Spirito Santo”  è il rifiuto cosciente e libero dell’uomo di riconoscere l’opera di Dio, di ascoltare la voce della sua coscienza, quella “sinderesi” di cui parla S. Tommaso d’Aquino che deve sempre essere orientata su Dio così come l’ago della bussola è perennemente orientata sul Nord; è la voce dello Spirito Santo (altro meraviglioso dono di Dio) che ci fa vedere con estrema chiarezza il male che abbiamo commesso e ci invita a imprimere alla nostra vita la “conversione a U” di cui parlavo poc’anzi. Infatti è il demonio che ci induce a non riconoscere l’opera della Grazia divina facendoci credere di avere comunque diritto alla Sua misericordia.

Ma il mondo moderno, come ha escluso Dio dal proprio orizzonte, così ne ha escluso anche il demonio il quale, invece, in questo momento storico esulta e brinda con la sua corte al suo più importante successo che è proprio quello di aver convinto l’umanità della sua inesistenza. Poiché la Verità non esiste, l’uomo può fare quello che vuole attribuendo la natura di Bene a tutto ciò che gli fa comodo e quella di Male a tutto ciò che non gli piace o è contrario ai suoi progetti. Tanto “i tempi sono cambiati” e Dio, se esiste davvero, ci perdona sempre e quasi ci autorizza a perseverare nel nostro peccaminoso stile di vita, che per noi è un Bene, e di accostarci impunemente ai Sacramenti come è nostro diritto.

Questo è l’equivoco che io vedo circolare oggi tra il popolo di Dio alimentato,  con l’Esortazione post – sinodale “Amoris laetitia”, anche dalla Chiesa istituzionale la quale, per una malintesa ansia di misericordia e di “includere e integrare tutti”, dimentica che non può “includere e integrare “ chi dimostra con i comportamenti concreti di non potere né volere essere “incluso e integrato” o, peggio, ritiene presuntuosamente di averne il diritto, dimenticando il meraviglioso dono gratuito della Grazia, che dà sempre la forza di cambiare vita, quando il peccatore lo desideri veramente.. Invece, in questo modo si  separa la Carità dalla Verità, la Dottrina dalla prassi, il rigore evangelico dalla vita concreta che ottiene sempre maggiori scusanti e attenuanti anche se peccaminosa. Io ovviamente ignoro cosa avverrà nei prossimi decenni ma, anche confidando pienamente nell’assistenza dello Spirito, non credo che ci siano molti motivi per essere ottimisti. Perciò il dramma spirituale che sto vivendo è grande e lo condivido con gli amici di Riscossa Cristiana, stringendomi con loro alla Croce di Cristo.

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[1] Cfr. CONFEDERAZIONE CIVILTA’ CRISTIANA n. 44 del 13.3.2016.

[2]  Sotto questo aspetto mi sembrano molto più sensati e appropriati i termini usati in inglese (“What a pity … !”) e in francese (“Quel dommage …  !”) per esprimere delusione o rimpianto, anziché i termini “sin” e “péché”  che riguardano più propriamente il peccato in senso morale e teologico, come invece avviene nella lingua italiana.

[3]  La frase del Profeta Isaia che ho citato in epigrafe mi sembra particolarmente adatta a descrivere lo stato di peccato in cui versa il mondo moderno, teso soltanto alla realizzazione del proprio piacere, del proprio tornaconto e del proprio desiderio che, solo per essere tali, diventano un “bene”.

[4] Cfr. S. Ignazio di Loyola, Esercizi spirituali, n. 169.

26 commenti su “Cos’è il peccato? La confusione imperante lo ha fatto passare di moda e oggi nessuno lo sa più  –  di Carla D’Agostino Ungaretti”

  1. “Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro” (Is 5, 20) : splendida frase per descrivere l’Amoris Laetitia, chi l’ha scritta e chi l’ha approvata: vero e proprio ANTIMAGISTERO, che nega l’esistenza delle azioni intrinsecamente cattive, anzi addirittura INVITA la “coppie irregolari” all’ADULTERIO (vedere l’orrenda nota 329)!

    Uno scandalo inaudito nella storia della Chiesa che deve far riflettere i Prelati: o il Magistero non è infallibile o Bergoglio, in quanto eretico, non è Papa: si è violato in modo gravissimo e palese il principio di non contraddizione con il Magistero Perenne, oltre ad aver sfidato apertamente la Rivelazione!
    Se ciò che ha prodotto Bergoglio fosse “Magistero”, crollerebbe il “mito” della Sua infallibilità, ecco perché è molto più prudente dire che il Biancovestito, in quanto eretico formale, è uno pseudopapa!

  2. E’ una strategia studiata: “far bollire la rana” lentamente per creare pazientemente il CAOS massonico: nessuna certezza, tutto è opinabile, tutto è relativo, compreso il peccato! Satana, grazie anche ai suoi “illustri” sudditi, sta vincendo questa battaglia. Ci rimane la certezza della fede che non vincerà la guerra.

  3. Stiamo vivendo davvero un dramma spirituale, carissima Signora Carla, sempre così attenta e precisa nei suoi ragionamenti ad indicare la via giusta per salvarci l’anima, l’operazione più importante, al di là di ogni ricerca di felicità o di ogni diritto ( è di stasera la notizia del richiamo all’Italia dove dicono sia sempre più difficile abortire per il numero crescente di obiettori (grazie a Dio!); così come ritengono compromesso il diritto alla “salute”; -ma alla salute di chi?- penso io, se vi è di mezzo l’eliminazione cruenta di un innocente). Ma tant’è, che come vediamo, il mondo gira al contrario e quello che per duemila anni è stato un peccato, d’un tratto è guardato con una benevolenza così falsamente misericordiosa che suscita la nausea anche agli stomaci meno delicati. Ed è un dramma tanto più grave perché causato dal dissennato giudizio di chi invece dovrebbe indicare la via maestra. Costa così tanto dirlo che il dolore aumenta e lo si sente nel profondo. E’ il castigo per i nostri peccati, proprio quelli che ormai non esistono più.

  4. Donato Franchino

    Grazie Carla per i tuoi bei pensieri così elegantemente espressi. Mi hai dato il sano spunto di rileggere il III° Canto del Purgatorio. Il peccato spacciato per diritto, è l’ennesimo affronto alla vita perpetrato dai ben pensanti ipocriti e maestri del nulla del Consiglio d’Europa. “Il Consiglio ha accolto il ricorso della Cgil, affermando che le donne in Italia continuano a incontrare notevoli difficoltà nell’accesso ai servizi abortire, nonostante la legge sull’aborto. Non solo, afferma anche che l’Italia discrimina medici non obiettori di coscienza, sostenendo che sono vittime, loro non i bambini ammazzati. La UE In poche parole dice che i forni crematori in Italia funzionano poco e hanno bassa produttività. La cattolicissima Lorenzin si è affrettata subito a rassicurare l’Europa e che controllerà. Stringendoci alla Croce di Cristo, cara Carla, confidiamo in Lui affinché qualcuno in Vaticano alzi la voce a difesa degli innocenti e scomunichi chi attua e favorisce in ogni modo il crimine…

    1. L’europa chiede all’Italia più forni crematori e la “cattolicissima” Lorenzin obbedisce: CHI finirà in quei forni non è un problema per lei…potrebbero essere ebrei, bambini già nati, bambini non ancora nati, donne, uomini, anziani…non importa, l’europa chiede forni e Lorenzin obbedisce!
      E questa è l’ipotesi più benevola nei suoi confronti, perché il pensare che alcune vite umane siano meno importanti di altre e che quindi siano eliminabili solo i membri di una o due di quelle categorie sarebbe anche diabolicamente incoerente, oltre che sommamente anticattolico!

      1. Ma ci stiamo accorgendo di come sia in crescita il numero di vegani e di categorie simili? Gente ossessionata dall’idea di poter nuocere persino al ragno turchino dell’asia minore perché, a loro dire, ogni vita, qualsiasi vita deve essere rispettata, qualsiasi vita. E se la prendono con quello che in televisione ha insegnato a cucinare il piccione, portano le scarpe di plastica e auspicano leggi contro l’ apologia del consumo di carne. Ma poi, se gli vai a toccare il diritto di abortire si inalberano subito, ché quello sì che è sacrosanto, perché fa accedere alla salute, come affermano gli ammirabili consiglieri europei. E poverini, quelli che non sono obiettori, così ligi al dovere eppure così discriminati che nemmeno gli si dà la possibilità di far carriera. Ma non si preoccupino, la faranno lo stesso: fra le fiamme dell’inferno dove siederanno ai primi posti.

        1. Splendido commento, cara Tonietta: non c’è niente di più stupido e incoerente dell’animalista abortista (soprattutto se vegano)!
          Gente che ha buttato il cervello all’ammasso e che “ragiona” ad istinti e sensazioni, usando pesi e misure diversi e SBAGLIATI!
          Il loro burattinaio è (soprattutto) Peter Singer (alcuni di loro lo difendono ostinatamente, altri non sanno neppure chi sia ma ne hanno assorbito le perverse idee)!

          1. Sì, caro Diego, l’illustrissimo Peter Singer, il fautore della “parità” tra uomini e bestie, filosofo della liberazione animale per cui ha anche ricevuto onorificenze e soprattutto sostenitore della soppressione dei neonati malformati e della cd “eutanasia non volontaria” dei disabili gravi, onde abbattere i futuri costi sanitari. Un fringuellino delicato, dunque, a cui il malefico potere che governa il mondo non volta certamente le spalle.

  5. E’ un abbrutimento dilagante. E lo sconforto cresce. Dobbiamo pregare affinché il Signore ci confermi nella Fede e nella testimonianza.

  6. Come ha detto l’articolista questi anni sono dominati da satana; ciò era stato predetto fin dai primi anni sessanta dalla stigmatizzata tedesca Teresa Neuman che disse: “LA GRANDE PIAGA SI APRIRA’ NEL 1999 E SANGUINERA’ PER 18 ANNI, SARA’ QUESTA L’ETA’ DI CAINO”
    Quindi questo predominio satanico è probabile e sperabile che termini nel 2017 col centenario di Fatima e l’auspicato trionfo del Cuore Immacolato di Maria.

  7. Con un papa che ha eliminato il peccato, e ci parla “solo” di Misericrdia…in questa società marcia fino al collo, certo è, che parlare di peccato, può apparire un grave peccato!

  8. Ieri è stato davvero agghiacciante sentire le prese di posizione contro chi non ha reso, non rende abbastanza facile l’aborto!! Mi sono chiesto: sto sognando o sono sveglio? Salvaguardare il “diritto” di una mamma a uccidere il proprio figlio? Ma in che mondo, o meglio in che inferno viviamo? E ancora più agghiacciante per me è stata l’assenza totale di una voce contraria! La cristianità, la cattolicità, sono morte del tutto? Mi chiedo: ha vinto Hitler e il suo “amore” per l’essere umano?
    Qualcuno mi aiuti: mi sembra di impazzire! E il “papa” dov’è? Ah si! Lui è impegnato a promuovere l'”Amoris laetitia” ignorando che saranno in tanti a utilizzare quella “laetitia” per procurare altre occasioni di “diritto all’aborto”! Certo lui non vuole questo ma ritengo sia grave, visto l’andazzo corrente, non mettere in guardia da una simile deriva. Scusate se ho esagerato, ma sono proprio stravolto da questo silenzio nella chiesa.

    1. Caro Giorgio, Adolf Hitler e le sue bestie, Himmler in testa, hanno trionfato. Ha Vinto quell’ “amore” che i nipotini di Crowley, Blavatsky e Darwin hanno partorito. Tout se tient nella visione satanica, teosofica, occultistica dei padri del New age, strumento della ‘verde’. La Rivoluzione ha una caratteristica: cambia il pelo ma mai l’obbiettivo. Essa può essere nera, rossa, bianca, arcobaleno…ma ha sempre solo uno scopo: la distruzione dell’Uomo perché a immagine di Dio. Meditate, vegliate e state attenti alle trappole, soprattutto del web: apparentemente incontrerete amici che altrettanto apparentemente conducono una battaglia simile. In realtà sono lupi mascherati. Non fidatevi mai di nulla e nessuno, soprattutto quando il tutto puzza di dottrina pentastellata. Discernimento. Viviamo in tempi in cui non ci è lecito scegliere anche perché inutile, ma cercare di rallentare il progetto del dragone, già escogitato dalle logge attraverso i catari di oggi.

      1. Cinque stelle… i vertici del pentacolo satanico, visti tante volte in film e fatti di cronaca, o sulla copertina di dischi inascoltabili. Ci sono arrivato adesso: meglio tardi che mai, visto che stavo per cedere alla tentazione di votarli.

    2. Caro Giorgio, lei non ha affatto esagerato: ha detto delle cose giustissime!
      Viviamo in un vero e proprio inferno, reso tale anche da molti che si autodefiniscono “cattolici”!
      Chi ha preso quelle stupide e patetiche prese di posizione verso i medici obiettori (che non si piegheranno…hanno tutti i mezzi, legali e non, per obiettare a volontà) si sta’ prenotando un posto all’Inferno…e un posto dei peggiori: quella non è gente che cade nel peccato per debolezza ma gente che AMA il male e l’ingiustizia (e l’omicidio dell’innocente è un male e un’ingiustizia di una gravità inaudita) e che li difende!
      Il loro parlare di “diritti” è un delirio, i loro “ragionamenti” sull’argomento aborto sono degni di un pollaio!

  9. Attendevo questo secondo articolo della Sig.ra Carla. Come il precedente, una preziosa fonte di spunti e riflessioni. Non voglio aggiungere nulla in più di quanto il bellissimo articolo riporta in modo chiaro e profondo. Mi limito a sottolineare che il dramma di oggi è relativo alla frenesia di non riconoscere il peccato e ignorare il maligno. Allora dovremmo chiederci a che pro Nostro Signore si è incarnato ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. Se il maligno non c’è e il peccato è qualcosa da ritrattare, ignorare, cancellare, allora Cristo Gesù non ha svolto nessun’opera salvifica. Cristo Gesù è venuto solo a dire belle parole zuccherose, come vogliono coloro che citano i Vageli e, un minuto dopo, dichiarano che i Vangeli sono falsi (se sono falsi perché pretendono di spiegare le parole di Cristo dei Vangeli riconosciuti dalla Chiesa?). È troppo comodo rigettare il peccato. Ecco perché il più grande colpo di satana è stato l’orientalismo e le sue dottrine malvagie.

  10. L. ENC. QUANTA CURA, S.S. Pio IX: “Molto bene sapete, Venerabili Fratelli, che in questo tempo non pochi si trovano, i quali, applicando al civile consorzio l’empio ed assurdo principio del naturalismo, secondo come lo chiamano, osano insegnare “l’ottima ragione della pubblica società e il civile progresso richiedere che la società umana si costituisca e si governi senza aver alcun riguardo alla religione, come se ella non esistesse, o almeno senza fare alcun divario tra la vera e le false religioni”. (…) Ed ancora….

  11. Colla quale idea di sociale Governo, assolutamente falsa, non temono di caldeggiare l’opinione sommamente ruinosa per la cattolica Chiesa e per la salute delle anime, dal Nostro Predecessore Gregorio XVI di venerata memoria chiamata delirio, cioè “la libertà di coscienza e dei culti essere un diritto proprio di ciascun uomo, che si ha da proclamare e stabilire per legge in ogni ben costituita società, ed i cittadini avere diritto ad una totale libertà che non deve essere ristretta da nessuna autorità o ecclesiastica o civile, in virtù della quale possano palesemente e pubblicamente manifestare e dichiarare i loro concetti quali che si siano, ossia con la voce, ossia coi tipi, ossia in altra maniera”.

  12. purtroppo la liberta’ e il relativismo nel clero, a premesso l’ apostasia della società, molte creature umane stanno perdendo la fede, o non l’ hanno mai avuta, e il buon senso di camminare rettamente non viene piu’ messo in pratica, cosi lucifero gioca e attacca le creature umane, indebolite dal peccato originale, e le fa’ camminare nel cattivo senso, la penitenza non c’e’ piu’ la preghiera non c’e’ piu’ i precetti divini non si mettono piu’ in pratica, il peccato per molti non esiste piu’ molte creature peccano mortalmente, e non si rendono contro, lucifero e’ un omicida nelle persecuzioni sanguinose, padre ella menzogna, nelle eresie, e nei discorsi ambigui, che sono alla base delle rivoluzioni, delle guerre, mondiali e di quelle civili, ed e’ quello che stiamo vivendo nel mondo
    SIA LODATO GESU’ CRISTO

  13. Segnalo al vostro discernimento la gravità di quanto viene affermato al punto 122 dell’Amoris Lsetitia, nel quale implicitamente si nega la Grazia intrinseca al sacramento del matrimonio, affermando che Dio elargisce i Suoi doni gradualmente nel matrimonio e, quindi, gli sposi non sono immediatamente in grado di vivere santamente la loro unione e questo renderebbe un peso insopportabile il paragone trs il loro amore e quello di Cristo per la Chiesa! Gravissimo, intollerabile per un Papa! Peccato contro lo Spirito Santo???? Me lo sto chiedendo e spero che la mia analisi sia sbagliata.

    1. Cara Maria,
      Quell’esortazione è puro VELENO ERETICO:
      “Tuttavia, non è bene confondere piani differenti: non si deve gettare sopra due persone limitate il tremendo peso di dover riprodurre in maniera perfetta l’unione che esiste tra Cristo e la sua Chiesa” questa frase è FUORVIANTE, non c’entra nulla…ci sono sposi (la maggior parte) che non raggiungeranno mai un livello anche solo vicino a quella perfetta unione…ma questo cosa c’entra con il concedere la Comunione agli adulteri e/o con il giustificare l’adulterio o addirittura ELOGIARLO (vedere nota 329)?
      Obbedire ad una precisa disposizione divina “NON COMMETTERE ADULTERIO” è alla portata di TUTTI!

      Concilio di Trento: «Se qualcuno dice che anche per l’uomo giustificato e costituito in grazia i comandamenti di Dio sono impossibili a osservarsi, sia anàtema».

    2. CATECHISMO DI SAN PIO X

      165. I comandamenti di Dio si possono osservare?
      I comandamenti di Dio si possono osservare tutti e sempre, anche nelle più forti tentazioni, con la grazia che Dio non nega mai a chi lo invoca di cuore.

      166. Siamo obbligati a osservare i comandamenti di Dio?
      Siamo obbligati a osservare i comandamenti di Dio, perchè sono imposti da Lui, nostro Padrone supremo, e dettati dalla natura e dalla sana ragione.

      167. Chi trasgredisce i comandamenti di Dio, pecca gravemente?
      Chi DELIBERATAMENTE trasgredisce anche un solo comandamento di Dio in materia grave, pecca gravemente contro Dio, e perciò merita l’inferno.

      Gli adulteri che vogliono comunicarsi trasgrediscono DELIBERATAMENTE e anche CONTINUAMENTE e IMPENITENTEMENTE: per loro la Comunione NON è possibile, pena il SACRILEGIO, checché ne dicano Bergoglio e papolatri vari!

    3. Al punto 122 viene citato quanto affermato testualmente al punto 9 della Familiaris Consortio di San GPII, non c’è nulla di equivoco,” un processo dinamico, che avanza
      gradualmente con la progressiva integrazione dei doni di Dio” gradualmente cioè man man che i coniugi fanno propri i doni di Dio.

      1. Caro hr, il punto 9 della Familiaris Consortio da Lei citato NON E’ RIFERITO AL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO, ma parla, giustamente, della GRADUALITA’ DELLA CONVERSIONE di ogni persona e della società tutta intera, sul piano sociale, economico e scientifico, conversione che deve aiutare la famiglia nei suoi diritti (bada bene “diritti”; quindi, non riferendosi ai doveri degli sposi sta parlando di quella conversione della società necessaria alla piena realizzazione della famiglia). Quindi, niente a che vedere con i sacramenti nè tantomeno con quello del matrimonio, che, contrariamente a quanto affermato dal 122 della AL, integra immediatamente i doni di Grazia e santifica nell’immediato il matrimonio, non costituendo “tremendo peso” per gli sposi (“Il mio giogo è soave e il mio carico è leggero” dice il Signore….). Si legga, piuttosto, il Catechismo della Chiesa Cattolica, ai punti 1615-1617 e 1639-1642 e, forse, capirà il baratro che si sta scavando nella Chiesa……

  14. Amici miei, da che cosa siamo stupefatti? E’ dal 1789 che predichiamo la libertè, ed adesso vogliamo piangere? Di che cosa? Divorzio, aborto, eutanasia (per grandi e piccini), trans-gender, LGBT, libera droga, lager, rivoluzione (sessuale, morale, etc.), satanismo sono tutti diritti di chi ha deciso che la città di Dio e la città dell’uomo dovessero essere due parallele destinate a non incontrarsi mai. Mettere la dea Ragione sull’altare significa eliminare (consapevolmente e volontariamente) Gesù, con quello che ne consegue, cioè cancellare l’idea stessa del peccato, da intendersi quale insubordinazione dell’uomo verso i limiti definiti da Dio. E se io sono il mio dio, perchè non dovrei fare delle mie voglie il mio unico limite?

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