Cristina Campo. Un convegno internazionale la ricorda a quarant’anni dalla morte – di Giovanni Lugaresi

A Firenze, sabato 25 marzo, nel salone Luca Giordano del Palazzo Medici Riccardi. È necessario prenotare la partecipazione al convegno entro il 15 marzo. Pubblichiamo il programma completo.

di Giovanni Lugaresi

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Ricordare Cristina Campo, al secolo Vittoria Guerrini (Bologna 1923-Roma 1977), quarant’anni dopo la morte, appare un atto nettamente anticonformista e fortemente significativo, in nome di quella cultura che affonda le radici nella tradizione, e in nome di quella fede religiosa cristiano-cattolica ai cui principi e valori questa straordinaria donna e studiosa restò sempre fedele, a incominciare dalla liturgia, quella liturgia che all’indomani del Concilio Vaticano II veniva devastata da innovatori superficiali (a dir poco) e che oggi appare spesso una sorta di area aperta ad ogni forma di… sperimentalismo,  protagonismo da parte di certi preti ignari (probabilmente) del significato vero di una messa, qualsiasi messa, celebrata sia in una solenne cattedrale, sia nella più modesta chiesa di uno sperduto borgo di montagna.

Cultura, fede e testimonianza furono gli elementi distintivi di Cristina Campo, figlia di un musicista e compositore (Guido) originario di Faenza, che avrebbe occupato ruoli importanti ad alti livelli, prima a Bologna, poi a Parma, a Firenze, a Roma.

E fu in questo peregrinare di famiglia, per così dire, che Vittoria ebbe modo di formarsi e confrontarsi: Leone Traverso e Mario Luzi, per dire, a Firenze, Elémire Zolla a Roma. Poetessa, scrittrice, traduttrice (si veda, per esempio Simone Weil), pubblicò con Scheiwiller, Vallecchi, Rusconi, fu tra i fondatori del movimento tradizionalista “Una Voce”, per la conservazione della liturgia antica e del canto gregoriano, quel canto gregoriano che, mentre schitarrate varie e “canzonette” (copyright Riccardo Muti) dilagavano nelle chiese, veniva difeso ed esaltato da personaggi come Mauriac, Maritain, Montale, Quasimodo, Del Noce, Devoto, Borges, Graham Green, Segovia, Marcel, De Madariaga, Luzi, Zolla, e dalla Campo, ovviamente.

Alla sua morte pochi la ricordarono – significativamente: il laicissimo Roberto Calasso e il cattolico Alfredo Cattabiani.

Ma il ricordo della presenza di questa donna di alto spessore intellettuale e religioso, di ricca interiorità, è rimasto in tanti, anche giovani che l’hanno conosciuta magari soltanto attraverso le poesie e le traduzioni.

Ecco, allora, il Centro studi Famiglia Capponi di Firenze promuovere e organizzare un convegno internazionale sabato 25 marzo nel salone Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi di via Cavour 3 a Firenze, all’insegna di “Chi ci insegnerà la disciplina della gioia?” – espressione tratta da una lettera scritta da Cristina due anni prima della scomparsa.

Il programma (curatrici scientifiche: Maria Pertile e Giovanna Scarca), con il coordinamento fra l’altro di Arturo Donati e Piero Mazzucca, prevede l’apertura del convegno alle 9 con il “Ricordo di un’amica”: Giuseppina Cardillo Azzaro, presidente dell’Accademia Italo-Russa Sapientia et Scientia di Roma, un ambiente al quale la Campo era molto legata. A seguire, fra mattina e pomeriggio, le relazioni di Emanuela Trevis, José Tolentino Mendonca, Luca Maccaferri, Giuseppe Goisis, Maria Josep Balsach, Sauro Albisani metteranno in evidenza i diversi aspetti della personalità e dell’azione di Cristina Campo – con titoli che richiamano la bellezza, la contemplazione, la verità e i simboli, nonché “L’avventura immensa del credere”. Tutte eloquenti voci a testimonianza di una lezione che quarant’anni dopo appare ancora viva.

Un omaggio musicale sarà dedicato alla memoria della studiosa dagli allievi del Liceo Dante di Firenze diretti da Claudio Teobaldelli (Leonardo Ruggero pianoforte, Andrea Sernesi violoncello, Rebecca Cinquina voce).

Nel presentare il convegno, una nota degli organizzatori avverte che il salone del Palazzo Medici Riccardi, dispone di posti limitati, per cui è necessario prenotare la partecipazione al convegno entro il 15 marzo, comunicando nome, cognome e indirizzo alla segreteria (mironeffuso@libero.it; convegno2017@pec.it).

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Riportiamo qui di seguito la locandina con il programma del Convegno

Per scaricare la locandina in formato pdf, clicca qui

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3 commenti su “Cristina Campo. Un convegno internazionale la ricorda a quarant’anni dalla morte – di Giovanni Lugaresi”

  1. Piero Vassallo

    nel giudicare personalità mutanti come la Campo occorre (a mio avviso) cautela e misericordia
    non dubito (ci mancherebbe!) sulla conversione della Campo e ne gioisco
    tuttavia la pietà non esclude la cautela con cui esaminare la maggior parte degli scritti della Campo
    d’altra parte, il tenebroso Calasso e l’oscillante Cattabiani non sono difensori attendibili

  2. Scusate, ma la Campo si convertì? Forse è la mia ignoranza, ma non ho mai capito se, alla fine, si convertì. Sulla rottura con il parvenu dei salotti bene e iniziatici Zolla (il quale tenne sempre nascosta la sua frequentazione al barone di Corso Vittorio Emanuele, cosa che fece girare le scatole al barone stesso, in perenne ricerca di consenso e riconoscimento) non dubito, è la stessa Guerrini che ne scrive, ma è molto difficile appurare la sua conversione. Mi sbaglio? Stesso problema che tocca la “Santa” protettrice della Guerrini, Simone Weil. La rottura con Zolla pare sia avvenuta proprio in relazione alla presunta conversione della Campo. Personaggi e ambienti molto strani quelli, figure altalenanti e profondamente segnate.

  3. Concordo con quanto scritto sopra, per non parlare di Zolla….
    Di certi personaggi quali Calasso parla diffusamente Blondet nell’eccellente “Gli Adelphi della dissoluzione”.

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