Cronistoria di un massacro – di Léon Bertoletti

Dunque è così. Perso nel tempo ogni riguardo per l’Autorità, per lo Ius divino, per la Regola, per la “Salus animarum”, abolita implicitamente ogni “Grundnorm”, ora si è smarrito anche il rispetto per il testo sacro. Lo si dileggia, sminuisce, aggiorna, emenda, stravolge. Gli si fa dire quello che piace, quello che conviene. Ma non sono cose che nascono oggi per caso. Bisogna tornare indietro, agli anni Venti, al 1962 e poi alla “Dei Verbum”…

di Léon Bertoletti

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Dunque è così. Perso nel tempo ogni riguardo per l’Autorità, per lo Ius divino, per la Regola, per la “Salus animarum”, abolita implicitamente ogni “Grundnorm”, ora si è smarrito anche il rispetto per il testo sacro. Lo si dileggia, sminuisce, aggiorna, emenda, stravolge. Gli si fa dire quello che piace, quello che conviene. A Messa, dopo la proclamazione del Vangelo, si arriverà forse a proclamare “Parola del Signore (ma non c’era il registratore)” con la conseguente modifica del Lezionario e dell’Evangeliario. Magari qualche prete creativo l’ha già fatto e a noi la notizia sfugge. Al punto in cui siamo, del resto, l’impossibile è possibile. S’ignora o si vuole ignorare che gli scritti evangelici si attengono strettamente – sì, strettamente – alla predicazione e ai gesti del Maestro, pur non essendo libri di storia né biografie e neppure verbali stenografici o libri dottrinari sistematici. Avevano utilità pratica, fatto che spiega lacune e discrepanze. Il campanile del pensiero cattolico conservava, una volta, due campane: quella che rintoccava per Tomaso (e Aristotele), quella che suonava per Agostino (e Platone). Devono averle sostituite con una che intona Derrida (e il Decostruzionismo: dove il segno, orale o scritto, non significa mai la cosa ma rinvia a un altro segno che rinvia a un altro segno che rinvia a un altro segno… processo interminabile) e l’altra il pensiero debole (Vattimo) divenuto nel frattempo debolissimo.

Secondo il Catechismo vigente, il Nuovo Testamento consegna la verità definitiva della Rivelazione divina. Ma la cronistoria del massacro evangelico porta altrove e lontano. Il tour può cominciare dagli anni Venti del secolo scorso e dall’università di Marburgo, in Germania. È allora, è lì che un docente protestante con i baffi e i capelli radi, un teologo in camicia bianca e cravatta scura avvia l’opera di demolizione. Si chiama Rudolf Bultmann, il professore. Batte sui Vangeli – lo sostiene un suo allievo famoso, Käsemann – come un martello. Smonta, scardina, scassa le parole, i racconti, le certezze dogmatiche, la figura del Gesù storico. La sua corrente, la sua scuola prende il nome di “Formgeschichte”: indicando quindi la storia delle “forme”, le unità microletterarie che tessono i Vangeli, alienata dalla storia della “formazione” di quei testi, creati – secondo Bultmann – da compilatori di miti popolari e in un contesto fertile di immaginazione e leggende. Il 30 settembre 1943, Pio XII pubblica l’enciclica “Divino afflante Spiritu”, testo fondamentale e meritorio realizzato con l’aiuto del padre gesuita Agostino Bea, rettore dell’Istituto Biblico di Roma e poi cardinale. Il documento apre anche al biblista cattolico le strade delle scienze (linguistica, archeologia, critica letteraria e testuale) orientando a lungo la fase nuova della ricerca biblica. Ammette i “generi letterari”, per far emergere il senso autentico dalle parole. Indica come orizzonte esegetico, come principio ermeneutico in grado di tenere la Parola divina, eterna, normativa al passo con l’incarnazione storica in ogni tempo, la santa “paradosis”: la Tradizione nutrita dallo Spirito presente nella Chiesa.

Altra tappa: novembre 1962. Durante la prima sessione del Vaticano II, i padri conciliari bocciano clamorosamente lo schema “De fontibus Revelationis” preparato da una commissione presieduta dal cardinale Alfredo Ottaviani. Nel 1964, la Pontificia Commissione Biblica fa uscire il documento “Sancta Mater Ecclesia” che strizza l’occhio, per così dire, ai tedeschi, scrutandone le idee. Dichiara che i Vangeli sono come una formazione geologica a tre strati: sopra c’è quello redazionale dei singoli evangelisti; sotto, quello della predicazione orale apostolica; ancora più sotto, quello del Gesù storico. Ne risulta che non siamo in presenza di annali, copie servili, registrazioni, verbali giudiziari, trattati teologici o catechetici ma di memoriali storico-teologici, insomma di interpretazioni “pasquali” degli ammaestramenti, delle azioni, della storia di Gesù. In questo clima, il 16 novembre 1965, viene approvata dal Concilio la Costituzione “Dei Verbum” che puntualizza il rapporto Scrittura-Tradizione, sostituisce il concetto di “verità” a quello di “inerranza” (la Bibbia non può sbagliare), attizza l’ispirazione e la ricerca passionale e libera nei campi dell’esegesi, della teologia biblica, della critica storica e letteraria. “Raffinata architettura teologica” la definisce Karl Rahner. Mentre il teologo René Latourelle annota: “Dopo aver incontrato molte resistenze e subìto parecchie tempeste, essere sfuggito addirittura al naufragio, e dopo una storia redazionale particolarmente tormentata (cinque schemi) questo testo, uno dei più brevi dei sedici documenti del Concilio, è tuttavia uno dei più importanti, insieme alla ‘Lumen gentium’. Si può addirittura affermare che, nella sistematizzazione conciliare, esso svolga una funzione ermeneutica fondamentale che ne fa il documento base”. Da allora, proprio l’ermeneutica ha guadagnato un ruolo preponderante tra le discipline della ricerca metodologica biblica, lo “statuto epistemologico” ha cercato le attualizzazioni del messaggio evangelico, ci sono state avventurose letture psicanalitiche e socio-politiche, applicazioni strutturaliste (Roland Barthes e Starobinski), esegesi filologiche, nuove traduzioni “in lingua corrente” e addirittura in latino (la revisione della Vulgata di San Gerolamo voluta dal Concilio e promulgata da Giovanni Paolo II il 25 aprile 1979).

La “Formgeschichte” è stata superata con la “Redaktiongeschichte”, per studiare in che modo Matteo, Marco, Luca, Giovanni o altri al posto loro hanno sfruttato il materiale originario, elaborato le voci, riportato le informazioni ricevute. E tutto questo per cosa? Perché ognuno possa vedere, considerare, leggere nei Vangeli quello che gli pare, interpretarli a suo capriccio, insinuare che dicono balle?

Gran risultato, indubbiamente.

7 commenti su “Cronistoria di un massacro – di Léon Bertoletti”

  1. Proprio gran risultato. Mi sento come se mi tremasse la terra sotto i piedi, ma con un terremoto diverso da quello che ci perseguita. Questo è un terremoto che scuote l’anima e la fa soffrire come mai prima. Dove è finita la nostra religione di un tempo? Chi ci parlerà di Dio come allora, se ora fanno a gara per chi sfascia di più? Dicono che Padre Pio poco tempo prima di morire disse a una figlia spirituale che non voleva perderlo: “Figlia, devo andare per salvare il salvabile” . E ancora: “Vedrete, vedrete dove andremo a finire”. Preghiamo che ci pensi lui, insieme alla Madonna Santissima a salvare questo povero mondo.

  2. “Altra tappa: novembre 1962. Durante la prima sessione del Vaticano II, i padri conciliari bocciano clamorosamente lo schema “De fontibus Revelationis” preparato da una commissione presieduta dal cardinale Alfredo Ottaviani.” Per caso è uno dei 7 schemi che vennero “censurati” per la nefasta opera della scuola belga e sotto il patrocinio di papa Roncalli, detto il “buono”?

  3. E che dire delle moderne traduzioni della Bibbia della CEI da parte di Gianfranco Ravasi? Fredde, prive di fede e con un lessico di cattivo gusto a mio avviso ; le vecchie traduzioni quelle delle Bibbie dei nostri nonni per intenderci erano molto più sacrali e solenni…

  4. No. Non insinuare che dicano balle. Anzi, lo scopo che ci si propone e’ proprio quello di affermare come dalle Sacre Scritture non ne può derivare altro che la verità. Ma – ed è qui la coda del diavolo – non più quella eterna, ossia la Parola di vita eterna che salva. Ma una parola che può essere “interpretata”, ossia adattata allo spirito del tempo. In termini più brutali: il Vangelo deve essere trasformato in una specie di fisarmonica, allungabile e flessibile ad ogni circostanza, ed utile per emettere ogni suono. Anche i peggiori.

  5. Penso a Martin Lutero: se la sta ridendo a crepapelle vedendo tutto quello che sta succedendo oggi. Ma è anche sbalordito e impressionato perché è stato superato di gran lunga dai suoi seguaci di oggi e , quando vede che lo vogliono farlo anche santo…. beh, dal profondo dave si trova sarà costretto a ringraziare qualcuno! Ma chi?

  6. Forse non é un caso che negli ultimisecoli Gesù é apparso e ha mostrato la sua vita e passione attraverso visioni mistiche ad alcune persone (Caterina Emmerich, Teresa Neumann, Maria Agreda, Maria Valtorta…) sapendo che in questi tempi molti avrebbero dubitato anche della Sua Parola scritta nei Vangeli.
    Io personalmente ho letto tutti i dieci volumi della Valtorta e ho trovato piena corrispondenza coi quattro Vangeli. Poi se teologi, dotti e sapienti vari dubitano anche della Sacra Scrittura la quale fino a qualche decennio fa era considerata ispirata dallo Spirito Santo; un giorno se la vedranno con Dio.

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