Dalla perversione sociale si può tornare indietro – di Piero Nicola

La Spagna cerca di rimettersi nuovamente sulla strada della civiltà. E altre Nazioni suscitano speranze

 di Piero Nicola

l43-manifesto-vita-aborto-120727203650_bigChe il progresso innaturale sia reversibile lo dice il fatto della sua infermità. La malattia suscita nell’organismo impulsi diretti alla guarigione.

  Il comunismo instaurato in un paese strapotente perì anzitutto per la messa in pratica d’una ideologia contro natura. Il nazismo avrebbe fatto la stessa fine, anche se avesse vinto la guerra. Le democrazie del libertinaggio e dei soprusi perpetrati dalla finanza imperante devono affondare nello sfacelo. È questione di legge di natura – prima ancora che di Giudizio divino: nella trasgressione pervicace agisce il batterio della morte.

  Però, non è detto che il processo degenerativo debba raggiungere l’acme. In mezzo alla caterva delle cattive notizie giornaliere, arrivano fausti avvenimenti. Dopo la diga innalzata da Putin contro la marea omosessualista e contro altre libertà o diritti inesistenti; dopo che l’Ungheria ha fatto valere, per sua Costituzione, i valori cristiani e tradizionali; dopo diversi sussulti reazionari in varie parti del mondo, una buona novella, un esempio confortante, uno straordinario regalo di Natale ci giunge dalla Spagna.

  Il governo di Mariano Rajoy ha proposto una legge controcorrente destinata a fare epoca. Se il progetto governativo sarà approvato in Parlamento (cosa assai probabile, poiché il partito di governo, Partido Popular, ha la maggioranza assoluta), in Spagna l’aborto sarà vietato, tranne che quando la gravidanza metta in pericolo la vita della madre o quando il frutto della gestazione si debba ad uno stupro. Anche tali eccezioni non sono ammissibili, tuttavia il passo indietro è stato notevole, e c’è speranza che possa compiersi del tutto.

  I lividi oppositori, i detrattori, le protestatrici snaturate e chiassose, che andrebbero avanti sino a rompersi la testa piuttosto che abbandonare il loro orgoglio mortifero, rispolverano bolsi cavalli di battaglia, penosi sofismi. Il semplice ritorno all’usato buonsenso, al rispetto della vita, fa loro vomitare accuse di oscurantismo et similia. Quindi, bestemmiano che l’aborto non si sopprime e le donne lo praticheranno nella clandestinità, con tutti i mali che ne conseguono. L’illogicità criminale  distingue i senza Dio, come distingue gli stolti machiavellici, convinti di farla franca adoprando il delitto per il loro scopo di felicità, propria o del genere umano.

  In questo caso, la stoltezza è grande. Per vivere meglio, la donna uccide, uccide direttamente la vita serbata dal proprio grembo, e non ha speranza di rifugiarsi nell’illusione di non aver commesso un omicidio.

  Riguardo all’aborto clandestino, bisogna ripetere i soliti incrollabili argomenti. La violazione di una legge giusta, e che può farsi rispettare, comporta una colpa le cui conseguenze ricadono soltanto sul reo. Lo sciagurato fenomeno del ricorso a levatrici o a medici senza scrupoli che procurano un’interruzione della gravidanza, non ha niente a che vedere con la prostituzione regolamentabile o con a un’altra infrazione inevitabile e sostenibile, cui può applicarsi la tolleranza.

    Infine, non tralascio Recep Tayyip Erdogan perché appartiene all’area islamica. Egli ha dimostrato come un primo ministro possa respingere le volontà dell’Occidente, che intende dettar legge ai suoi alleati. Già dalle violente manifestazioni di quest’anno, allorché, con pretesti ecologisti si diede la stura a moti di piazza, a rivendicazioni liberali per una rivolta che abbattesse il governo in carica, era chiaro che l’Occidente intendeva togliere di mezzo il capo dell’esecutivo turco, da sostituire con una persona condiscendente. Allora Erdogan si mosse tempestivamente, levando subito la voglia agli agitatori di provocare la rivoluzione.

  Adesso, il risoluto uomo di stato ha detto papale papale agli ambasciatori di certi paesi che li caccia a pedate, se continuano con le provocazioni, in occasione d’una sorta di tangentopoli scoppiata or ora in Turchia. E, per non sapere nè leggere né scrivere, ha fatto arrestare un bel po’ di  agenti di polizia, dando un sonoro avvertimento ai magistrati che li hanno messi in moto al fine di giungere all’incriminazione dei ministri.

  Sarà comunque difficile stabilire se la corruzione c’è stata e se i ministri meritino la messa sotto accusa. Dopo la nostra tangentopoli, è assai plausibile l’ipotesi che ci sia stato un complotto con l’appoggio, o più che un appoggio, da parte dell’Occidente.

  E dire che Craxi, da noi, sembrava un duro statista! Rispetto a Erdogan, fece la figura – parlandone come da vivo – di un pappa molla rassegnato all’esilio. Nel caso in cui, al presente, Erdogan dovesse soccombere, cadrebbe in piedi da uomo. Che cosa ne sarebbe di lui in seguito, Dio solo lo sa.

2 commenti su “Dalla perversione sociale si può tornare indietro – di Piero Nicola”

  1. Satana si manifesta in diversi modi. Si insinua nei cervelli disponibili che non hanno una morale. Ma noi con il Cristo nel cuore non lo remiamo e finiamo sempre per vincere. Non abbandoniamo la lotta. Grazie alle nostre guide presenti e combattenti in queste pagine

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