Dio liberi Alfie (e tutti noi) dai liberatori – di Patrizia Fermani

Quelli che si misero la divisa dei liberatori in nome della democrazia sono gli aguzzini di un bambino di venti mesi. A Dresda liberarono 138.000 persone col fosforo, e poco dopo allo stesso modo i 50.000 di Chemnitz. I piloti della Raf avevano già l’ordine di mirare ai centri storici partendo dalla piazza del mercato, notoriamente affollato dalle donne a dai bambini, mentre specialità americana era mitragliare a bassa quota le colonne dei fuggiaschi, anche queste formate da donne, vecchi e bambini. In Italia hanno liberato le inermi cittadine medievali italiane radendole al suolo, con la rabbia invidiosa dei miserabili che odiano la storia altrui. In nome della democrazia fu bruciata Hiroshima coi suoi abitanti e il giorno dopo Nagasaki. Little boy e Fat man scrisse la iena ridens sugli ordigni. Anche in questo si è espresso al meglio il pragmatismo anglosassone.

Era il fuoco liberatorio della democrazia contro i misfatti della tirannia. Poi a Norimberga la democrazia si è messa in testa la parrucca della Giustizia per gli altri, e più tardi il cappuccio del boia per impiccare Saddam colpevole di avere troppo petrolio. Anche Assad è colpevole di stare in un posto strategicamente allettante, e la Giustizia democratica anglosassone ne brucia i bambini con rabbiosa insistenza, e distrugge anche i centri chemioterapici, perché non può rassegnarsi al fatto che tanta gente resista ancora al massacro collettivo. Altrove i bambini in esubero democratico vengono aiutati ad essere abortiti da Save the Children. Ma siccome la distruzione ad ampio spettro, in ogni caso umanitaria, non basta ad installare la democrazia moderna intesa come sottomissione uniforme di una massa addomesticata, è stato necessario anche produrre consenso preventivo sostituendo nei cervelli il microchip del pensiero collettivo alla intelligenza delle cose e al senso comune.

Per questo la nuova massa democratica è capace di pensare come normale che un bambino sia fatto morire di fame per il suo bene, che ai genitori sia impedito di metterlo in salvo perché costretti dalle forze di polizia a rimanere prigionieri con lui dentro un ospedale trasformato all’occasione in carcere di massima sicurezza. E può trovare normale che sia stato uno travestito da giudice a decretare la pena capitale contro un infante colpevole solo di essere nato da un uomo e una donna, per di più cattolici, e dunque non prodotto in laboratorio per la soddisfazione di due omosessuali, e in ogni caso di essere diventato un individuo inutile perché antieconomico.

Il precedente da seguire l’aveva già creato suo malgrado Terri Schiavo, nella terra della dichiarazione di tutti i diritti. Con il cervello forgiato negli anni dal pluralismo delle idee uguali per tutti, il suddito di sua Maestà britannica e della Unione Europea che ha consacrato la Democrazia in ogni pagina dei suoi mastodontici e caotici “Trattati”, incapace ormai di formulare in proprio il pensiero più elementare, può pensare tranquillamente che chi fa morire volontariamente un altro essere indifeso non sia un omicida. Che impedire la libertà di movimento a chi non è detenuto in carcere non sia sequestro di persona. Che questi fatti perseguibili penalmente dalla Svezia al Burundi da chiunque siano commessi, possano essere ordinati uno che chiamano “giudice”.

Il quadro surreale del manipolo di subumani inebriati dalla possibilità di stritolare tra le proprie mani la vita altrui, e assistito dal proprio governo e da tanti propri simili, riproduce sinistramente lo quello spettacolo degli umani sbranati dalle fiere nel circo che lo Stato offriva a sue spese per il sollazzo del popolo.

Una volta bambini reali vennero soffocati nella torre di Londra. C’era di mezzo la sete gelida del potere e l’episodio è ricordato ancora come un ripugnante misfatto. Così non appare l’uccisione programmata di questo bimbo indifeso a tante anime belle con o senza talare, né alla famiglia reale imbalsamata nei rotocalchi, o a tanti sacerdoti del fuoco sacro di Bruxelles. E in virtù dei cervelli artificiali creati dalla democrazia liberatoria e libertaria, nessuno dei comprensivi spettatori sentirà mai neppure di essere diventato complice degli esecutori diretti di questo orrendo delitto. Nessuno, carnefice o spettatore, si laverà mai le mani come lady Macbeth, e tanto meno si suiciderà per l’insostenibile peso della coscienza schiacciata dal rimorso dell’orrore commesso. La naturale inespressività di politici e di intellettuali impegnati democraticamente non verrà scomposta.

Nessuno di costoro pare in grado di comprendere che ormai le belve idiote di Liverpool, come i loro precursori, minacciano tutti da vicino perché ogni suddito del sistema potrà essere democraticamente abbandonato in balia del proprio simile. Ogni norma di civile convivenza è saltata. Il precedente è ora alla portata di tutti i giudici, immancabilmente democratici. Ma chi lo intende sa quale sia il nemico da combattere con tutte le forze, quale la sua maschera oscena da strappare, quale il lessico contraffatto da smascherare per continuare a vivere umanamente.

32 commenti su “Dio liberi Alfie (e tutti noi) dai liberatori – di Patrizia Fermani”

  1. Un articolo molto fazioso.Che ripete argomenti di quelli che non furono vittime ma carnefici.Sono passati più di 70 anni.La storia di Alfie c’entra nulla.Cose ancora peggiori accadono in Olanda e Belgio.Paesei liberati non liberatori.E da noi Eluana Englaro.
    Non voglio scrivere su argomenti oggetto di amplissimi studi.Ma semplici domande.Voleva che non fossimo liberati.O l’avremmo fatto da soli?Voleva che il Giappone continuasse la guerra?Per favore,non usate un argomento così importante come il dominio dello stato sulle persone e il caso di Alfie,per un astioso revisionismo storico molto banale.

    1. Patrizia Fermani

      ho parlato di pragmatismo, cioè di una visione “filosofica” con cui si può giustificare tutto. Lo era anche quello di Eichmann ma non credo che qualcuno ci metta una pietra sopra perché sono passati settanta anni. sono le idee degenerate che creano i mostri e non è salutare non guardare alla radice del male che si nasconde nelle idee.

    2. Gentilissimo signor Bianchi,
      noi pubblichiamo tutti i commenti, purché non violino il codice penale. Dunque abbiamo riportato anche il suo. Ciò non toglie che le si faccia notare che non ha capito nulla di quanto scritto da Patrizia Fermani. Ed è inutile spiegarglielo in breve se non lo ha compreso in lungo. Quanto al preferire le bombe atomiche piuttosto al fatto che il Giappone continuasse la guerra, ognuno ha il suo parere: il suo ci fa leggermente orrore. A meno che non volesse dire altro. Forse, caro signor Bianchi, si troverebbe più a suo agio frequentando un sito “liberato”. Le comunichiamo che Riscossa Cristiana, grazie a Dio, non lo è.
      Cordiali saluti
      la Redazione

      1. La Madonna a La Salette lo disse: “avranno la mente obnubilata”
        …rendiamo grazie al Signore Dio onnipotente che per una grazia del tutto immeritata ci ha dato la luce della Sua Sapienza, che scova gli inganni del nemico infernale e del mondo. Analisi veramente lucida, lucidissima. Deo gratias!

        Ave Maria

  2. Indubbiamente.Tolgo il disturbo.Non l’ho compreso “in lungo”.Forse solo in “largo….”sono gli stessi”.Si, che morirono per liberarci dai tedeschi e dal fascismo.70 anni vuol dire che non sono gli stessi.70 anni fa ci sarebbe stato un caso Englaro? O le leggi attuali in Belgio e Olanda?Ma vedo che ho sbagliato sito.Il revisionismo di questo tipo non mi si confà.Potrei dire che mi fa quasi orrore.Ma questo lo lascio a voi.E spero di non aver infranto qualche legge.

  3. A me le bombe atomiche hanno sempre fatto orrore per il misfatto e per la scientificità dell’applicazione che porta all’indifferenza : mi appaiono qualcosa di diabolico. Condivido la profezia dei microchips nel cervello -ma temo che, dato il rivelarsi di un conformismo sempre più esteso-
    i Signori di Tutti i poteri potrebbero giudicarli superflui. Giusto alludere a un taboo come le bombe al fosforo. Non bene -invece- accettare
    la consolidata fake-news sul calunniato Riccardo III che fu innocente di quel delitto.Complessivamente concordo -però c’è troppa carne al fuoco su una grigliata limitata dallo spazio.-

    1. Patrizia Fermani

      Gentile lettore,
      visto che Ella ha nominato Riccardo III,e non io, troverà il riferimento calunnioso nella omonima tragedia di Shakespeare, atto IV scena II. con annessa famosa descrizione dell’eccidio fatta dal sicario. Ma ovviamente questo è insignificante. Il riferimento contenuto nell’articolo è al fatto che ancora oggi è sentita la atrocità di quell’episodio il cui ricordo viene custodito accuratamente nella torre di Londra. ma fatti altrettanto tragici possono non essere sentiti allo stesso modo per ragioni che deviano anche i normali processi emotivi. In ogni caso è indubitabile che tutti i pesci non possano essere grigliati a puntino per tutti i gusti.

  4. Il male è male ed occorre riconoscerlo e combatterlo sempre, senza preconcetti di natura ideologica. Colui che si macchia di un crimine, lo agevola, o scientemente tenta di sminuirlo o nasconderlo, è colpevole sotto ogni latitudine, in ogni tempo, a prescindere dal colore della sua casacca. La Germania ha conosciuto l’abominio, la personificazione stessa del male. Il Venerabilissimo Papa Pio XII l’ha testimoniato in prima persona tentando di reprimerlo con ogni mezzo, offrendo sofferenze, suppliche ed Esorcismi, ma purtroppo non è bastato. Inascoltata l’ammonizione della Beata Vergine a Fatima, l’Europa e quindi il mondo hanno bevuto l’amaro calice della devastazione. Molti dei “liberatori” hanno seguito lo stesso copione, e le loro politiche di oppressione e morte sono ancora oggi di tragica attualità. Ad esempio in America Latina e in Cina. Ma non è di moda ricordarlo. E’ dunque quanto meno singolare che l’Inghilterra, democratica per definizione, attui politiche di aperto disprezzo della vita umana. Queste scelte possono essere spiegate solo dal sistema giuridico (common…

  5. le vere prostitute di oggi sono le parole. del resto lo stato orwelliano srebbe inconcepibile senza una neolingua.
    e poche parole sono state prostituite come “Stato”,” legge” e “democrazia”. e aggiungerei anche ” diritti” e “liberta’”

  6. dott.Fermani :Calma :”Lei “ha fatto riferimento a quell’episodio storico pur senza nominare il duca di Gloucester (poi divenuto riccardo III). Che significa? Vi ha fatto riferimento o no?
    Grazie per aver citato i passi della tragedia -,la sapevo par coeur fin dall’adolescenza.-Lei non ha capito :1) che inserire un elemento “falso” in mezzo ad elementi “veri” fa dubitare il lettore della verità dell’assunto.Nei decenni lo hanno fatto in talmente tanti (storici e giornalisti) che non
    ci si bada praticamente più -me ne rendo conto- però in questa sede mi aspettavo un livello di approfondimento maggiore. 2 Pretendevo – visto l’argomento -che non si facesse di tutta l’erba un fascio accostando realtà tragiche e documentate a voci tramandate per interesse politico e ridotte oggi a pettegolezzi da “Chi”? Consiglio di cercare una rostiera e un piatto di servizio più grande.

  7. Non concordo con l’articolo, anche se di solito mi trovo in sintonia con la dottoressa Fermani di cui ho sempre apprezzato l’impegno e la capacita’ di scomporre problemi difficili in argomenti di piu’ facile comprensione. E non mi trova d’accordo soprattutto sulla chiusa del suo intervento quando dice che ogni convivenza civile e’ saltata e grazie a un precedente, e in futuro saranno molti, siano i giudici “democratici” a decidere sul diritto di vita e di morte come nell’arena dei gladiatori. E’ il ritratto perfetto dell’Italia non del Regno Unito che si e’ staccato con coraggio dalla EU non condividendone le linee guida. Anch’io ho notato il riferimento al Riccardo III, dove ci si domanda se il potere debba avere un limite, ma e’ proprio un autore come Shakespeare che rende un Paese libero. Una nota a margine: “History is written by victors”.

  8. Ottima analisi.
    Grazie dott.ssa Patrizia Fermani, lucido esempio di un cuore e una mente veramente libera, ed essendo libera sa analizzare la storia e gli avvenimenti alla luce della nuda e cruda realtà.

  9. Tra i vari ” liberatori” io inserirei ( ma è SOLO un parere personale) le Ong ( sappiamo di quale colore politico sono e da chi sono sponsorizzate) che vanno nei paesi del cosiddetto terzo mondo presentando questa ” proposta di libertà ” :” O accettate la nostra mercanzia per la “pianificazione familiare ” ( traduzione = contraccezione abortiva) oppure non vi aiutiamo e morite di fame. Sciegliete voi. Aggiungo che c’e’ una variante al ricatto , quella di inserire anche l’ideologia gender ed omosessualista nei programmi scolastici pena i mancati aiuti. E pensare che questi personaggi sono considerati i nuovi ” eroi ” dal mondo occidentale politicamente corretto…….

  10. Per quanto abbia sempre apprezzato la Dottoressa Fermani, questa volta no. Concordo con Marco Bianchi. Il caso Alfie non mi pare retrodatabile al secondo conflitto mondiale. E anche a me quel revisionismo disturba parecchio, non tanto perché non si possa fare, ma perché strumentalizza evidentemente il presente per reinquadrare un passato col quale temo non c’entri proprio nulla. O perlomeno non in questi termini. Gino Bortolan

  11. Cara dottoressa Fermani, la sua lucidità e finezza di pensiero è sempre gratificante per la testa e per il cuore.
    Mi auguro che prima o poi RC voglia raccogliere in volume il meglio dei suoi innumerevoli articoli.

  12. Non riesco a capire come appaiano qui diverse voci alterate per quanto scritto dalla Dott.ssa Fermani. Bisognerebbe pulire bene le lenti dei nostri occhiali per renderci conto che la realtà (purtroppo) è quella da lei così attentamente analizzata. E’ finito il tempo degli inganni e a dire la verità, quel “revisionismo” di cui parlano il signor Bianchi e il signor Bartolan (a me perlomeno) non disturba affatto, anzi. I mali presenti affondano le loro radici molto lontano, quando i nostri cari liberatori ce ne davano a bere di cotte e di crude, nel mentre, con le loro bombe liberatrici ci distruggevano cortesemente mezza Italia. E vado fuori tema, ma vi dico grazie, cari benefattori, anche per averci aperto gli occhi mostrandoci i modelli del vostro vivere civile, per esempio nei vostri film (e non ridete, voi che per caso mi leggete) dove di divorzi ce n’è in abbondanza,applicati con facilità e vissuti felicemente. Anche in questo ci avete liberato. Eravamo così arretrati nella nostra piccola Italietta.

  13. basterebbe leggere l’osceno comunicato dell’ alder hey per capire quanto stretti siano i legami fra il caso Alfie, la seconda guerra mondiale e l’eugenetica di darwin, haeckel e galton. (inglesi, guarda caso).

    certo bisogna conoscere anche un minimo di storia e sapere dove, da chi e perche’ il nazismo è nato, prosperato e sostenuto. (in funzione antibolscevica per es)

    hitler è stato nient ‘altro che un saddam ante litteram. un servo sciocco che si è ribellato al padrone.

    1. Ma allora voi avreste preferito Aushwitz col dottor Mengele? E le soppressioni di portatori d’ handicapp cominciate ancor prima della guerra? Credo che questo sia il minimo della storia da conoscere. Sarebbe questa l’alternativa che avreste voluto per la nostra nazione? Hitler e Saddam, questi i vostri eroi? Il primo gassatore di ebrei il secondo di curdi. Non ho parole. Gino Bortolan

  14. Credo che l’autrice dell’ articolo abbia centrato il problema:la mentalità, anzi, l’ideologia che ha portato all’ omicidio del piccolo Alfie è la medesima che ha causato la IIWW. La storia d’altra parte é un insieme di fatti conseguenti, non tanti fatti disgiunti che si seguono cronologicamente.

  15. Ma quali eroi. La dott.ssa Fermani non ha detto questo. Ha richiamato i crimini che hanno insanguinato ANCHE la civile Inghilterra. Nelle opere dei grandi drammaturghi c’è sempre un fondo di verità. E’ evidente che dopo quattro o cinque secoli sia alquanto difficile se non impossibile raccogliere prove documentali, soprattutto se queste sono state cancellate; ma la Storia insegna. Sono stati commessi molti delitti, regicidi; un grave scisma ha lacerato il Paese. Basti pensare ai Martiri Tommaso Moro e Giovanni Fisher, alla condanna di Maria Stuarda. Spesso per comprendere le cause recondite di scelte politiche disumane come quelle che hanno interessato il piccolo Alfie occorre riflettere sul passato con onestà intellettuale. Senza pregiudizi. Per onorare le Vittime e perché il passato nefasto – prossimo o remoto che sia – non ritorni mai più.

    1. Ci sono lettori che hanno sostenuto questo e a loro rispondevo. Comunque l’articolo della dottoressa va nella direzione almeno di un’equiparazione tra i due fronti e questo mi sembra francamente inaccettabile: sul fronte alleato non c’è stato nulla di paragonabile ai Lager nazisti e alla macchina distruttiva della Shoah, se non sul fronte staliniano. Ma Stalin era inizialmente alleato di Hitler, e questo va ricordato a chi sostiene che il nazismo sia “stato creato in funzione antibolscevica”, del resto il suo nome preciso era: nazional SOCIALISMO. Hitler e Stalin INSIEME scatenarono la guerra spartendosi la Polonia. Penso che la storia vada maneggiata con molta, molta prudenza. Rispettosamente Gino Bortolan

  16. il nazismo altro non è stato che un figlio (in provetta) del capitalismo, creato in funzione anticomunista.
    come sempre, il Frankenstein si è ribellato al suo padrone.
    malthus e smith (per non parlare degli epigoni di darwin) sono colpevoli tanto quanto hitler.
    i loro
    c’e’ un cingulum diaboli che parte dalla rivoluzione francese , passa per il liberalcapitalismo e le due guerre mondiali e arriva ad Alfie.

    interessante sarebbe analizzare cosa c’e’ stato prima della rivoluzione francese

    grazie a Patrizia.

  17. emanuel tribbia

    un grande articolo, grazie alla dott.ssa Patrizia.
    a chi non ne ha capito la sostanza, un poco di silenzio per favore.

    1. Guardi che la sostanza l’abbiamo capita tutti bene, solo che lei e la maggioranza dei lettori qui la condivide, due lettori no. Ma lei vorrebbe silenziali. Evidente lo schieramento per cui nella II WW lei simpatizza. Grazie al cielo ha perso e possiamo tutti dire la nostra. Cordialmente Gino Bortolan

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