E’ morto Dario Fo. Io piango Sergio, Virgilio e Stefano – di Irma Trombetta Marzuoli

zfrm.

Consentitemi una breve premessa, da milanese, scandalizzato (ma non stupito) dalla santificazione di Dario Fo. Non voglio parlare del cosiddetto “funerale laico”, vero inno alla disperazione; voglio aggiungere due parole su Sergio Ramelli. Il ragazzo morì il 29 aprile 1975, dopo un’agonia di 48 giorni. Gli assassini gli avevano spaccato la testa a colpi di chiave inglese. Vidi con i miei occhi le oscene scritte, ripetute più volte sui muri della via in cui avvenne il crimine: “Dieci, cento, mille Ramelli!”. Esattamente un anno dopo, il 29 aprile 1976, in viale Lombardia a Milano, i delinquenti comunisti uccisero a colpi di pistola l’avvocato Enrico Pedenovi, consigliere provinciale del MSI. Nel pomeriggio di quel giorno l’avvocato Pedenovi avrebbe dovuto partecipare a una commemorazione di Sergio Ramelli. Questo era il “bel mondo” che tanto affascinava i ricchi comunisti Dario Fo e Franca Rame. Ognuno valuti.

E ora lascio la parola all’amica Irma Trombetta Marzuoli, il cui articolo condivido in pieno.

PD

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E’ morto Dario Fo. Io piango Sergio, Virgilio e Stefano

di Irma Trombetta Marzuoli

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zprmvllE’ morto Dario Fo, ed è la seconda o terza volta nella mia vita che non riesco a sentire nemmeno un briciolo di umana compassione.

E’ una mancanza che dovrò sicuramente pagare e che peserà sulla mia coscienza, ma così è!

Il dolore che non sento per la fine di Fo ha un nome, anzi tre: Sergio Ramelli, Virgilio Mattei e Stefano Mattei.

Lo rivedo lì, Virgilio, con una mano attaccata allo stenditoio del balcone della sua povera casa di periferia, ormai ustionato a morte e col viso deformato e vicino a lui so che c’è il fratellino di otto anni, ugualmente massacrato dal fuoco: il muro ci impedisce, grazie a Dio, di vederlo, perché un bambino bruciato vivo dall’odio politico è cosa che l’Altissimo ha avuto la pietà di non mostrarci.

Nessuna pietà, invece, ebbero Dario Fo e sua moglie, Franca Rame, che scrissero una ormai famosa lettera di affetto, di vicinanza e di comprensione verso la bestia, Achille Lollo, che aveva appiccato l’incendio in casa Mattei.

Questa missiva, che è anche la promessa, indegna, vergognosa e bastarda, di un aiuto materiale e morale, supera di molto le già numerose colpe dei coniugi.

Lui, prima “repubblichino” e poi rinnegato, ateo convinto, nemico giurato della Chiesa di Cristo, pacifista a targhe alterne, comunista fino al midollo quando fu conveniente esserlo, miracolato dalla politica che intorno alla sua persona ha costruito il personaggio del grande artista che non era; lei abortista, femminista, per l’amore libero, ovviamente divorzista, comunista e, come ricordato, spalleggiatrice di assassini feroci.

Dario Fo la chiamava la sua “accademia”. Franca era la sua donna e la sua musa. Da lei non prese mai le distanze. Mai! Neppure quando la musa difendeva il carnefice di un bambino di otto anni.

Nemmeno dal figlio Jacopo si distanziò, allorché costui pubblicò delle vignette ignobili e irriverenti sulla strage di Primavalle!

Alla morte di Sergio Ramelli, il diciottenne militante del Fronte della Gioventù, massacrato dagli antifascisti a colpi di Hazet 36 sulla testa, commentò: “Vabbè, in fondo è morto solo un fascista”.

Lo accompagnino al suo triste funerale laico le belve che in Consiglio comunale, a Milano, applaudirono alla morte di Sergio; piangano la sua fine i compagni di Soccorso Rosso che aiutarono Lollo.

Io oggi non ripeto il gesto di quei balordi e non applaudo alla morte di Fo.

Mi limito a ricordare chi davvero sia stato questo premio Nobel senza nobiltà e quale canaglia abbia sempre corteggiato.

Per onorare la verità, per onorare Sergio, per onorare Virgilio e Stefano!

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fonte: Ordine Futuro   

33 commenti su “E’ morto Dario Fo. Io piango Sergio, Virgilio e Stefano – di Irma Trombetta Marzuoli”

  1. “Ora lui starà ridendo con la mamma” Queste sono parole del figlio Jacopo al funerale del padre Dario. Chissà se stanno ridendo insieme agli assassini da loro così affettuosamente compresi e protetti…e chissà DOVE ora staranno ridendo! Non commento neanche la (chiamiamola così) incongruenza di pensiero che ha condotto il figlio a “vedere” i genitori (atei e materialisti, per non dir altro) che se la stanno “spassando” nell’altro mondo….

  2. E’ morto un guitto che ha fatto la sua fortuna portando sul palcoscenico spettacoli blasfemi degni di una bettola-bordello da Suburra.
    Una vita spesa a omaggiare l’ideologia imperante di turno, con continue giravolte di giacchetta tese sempre a raggranellare “quattro paghe per il lesso”.
    Che Dio abbia pietà della sua anima. Spero per lui che non rida con la sua Franca, ma che pianga pentendosi del male che ha fatto con le sue opere.

  3. Ho sempre pensato che Fo e moglie non fossero due belle persone, ma ciò che ho letto sull’appoggio al criminale Lollo (NON chiamatelo bestia, le bestie sono senz’altro molto migliori!) fa si che possa solo sperare che la Giustizia Divina provveda a tenerli ben lontani dalla Pace dei Giusti in Paradiso
    Dio abbia pietà di loro, io non ci riesco

  4. Il commissario Calabresi venne ASSASSINATO su istigazione di personaggi oggi in voga presso i salotti bene dei ricchi sinistroidi radical chic

  5. Penso che il signor Fo insieme ad altri degni compagni di battaglia quali i signori,Pannella,Eco,Ciampi,che hanno lasciato questo mondo nel 2016, abbiano ricevuto tutta la gloria ,la fama ,il denaro,il potere che il principe di questo mondo potesse loro dare….da ora conosceranno per l’eternità la Giustizia di Dio e sia umanamente che cristianamente sono loro da compiangere;offriamo preghiere per riparare a tutto il male che questi eroi laici hanno diffuso in questo povero mondo,sperando che almeno all’ultimo istantante abbiamo preso coscienza di come abbiamo sprecato la loro vita e abbiano rivolto a Dio un loro ultimo grido di pentimento ….speriamolo dal profondo del cuore!!!

  6. A mettere l’aureola sopra la testa di Dario Fo ci pensano i soliti frati di Assisi: “Ci legava un rapporto di amicizia…Dario Fo è sempre stato legato da affetto e ammirazione per San Francesco, lo testimoniano alcuni suoi scritti … Il San Francesco di Dario Fo era voce della pace contro tutte quelle forme di ingiustizia sociale nel mondo” . Così Padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa e del mensile del Sacro Convento di Assisi. E gli fa eco Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento: «Si è spenta una voce critica che è stata da stimolo per l’attenzione verso gli ultimi e le periferie della storia».
    Per fortuna!

    1. Ecco l’immancabile padre Fortunato………fortuna che non lo conosco!, questi chierici con pruriti mondani ,non perdono mai un’occasione sono veramente scaltri, però l’occasione di tacere quella la perdono sempre. forse l’essere direttori di sale stampa , gli fa perdere per così dire la bussola cara Tonietta , in ogni caso quando ho sentito del “lutto” ho chiuso porte e finestre e mi sono tappato occhi e naso…..così spero di aver passato indenne la ventata puzzolente.

      1. Molti francescani sin dall’inizio hanno dimostrato passione per le cause deleterie. Si ricordi frate Elia, che prese “la mala via”, come cantavano i bambini del tempo

      2. E’ una catastrofe,.da ogni parte si volga lo sguardo. Lo spirito del mondo è entrato -da tempo- dentro i sacri conventi e sacri palazzi., e la Parola di Verità è dai vertici,.. divenuta “elastica” con uso di parole “talismano”,. creando tanta confusione, tenebra, rinnegamento , disorientamento e perdita della fede .Dopo questo triste evento-funerale che rievoca funesti tempi di odio, morte, .arrivano altri dolori e pene nel vedere..la statua dell’eresiarca Martin Lutero omaggiata dentro il Vaticano: questo è l’abominio della desolazione , orrore. La storia ed il Magistero della Santa Chiesa cattolica di oltre 500 anni,. viene cancellata, reinterpretata , riscritta. Preghiamo e tanto la S. Vergine Maria- con il s. rosario,.tanto oramai…solo LEI ci può salvare.

    1. Fo è un perfetto discepolo del crocifisso a sinistra del Redentore. Che, a differenza del suo sodale, pentito, continuava a bestemmiare.

    2. Di sicuro non si è pentito pubblicamente; mentre tutto ciò che ha fatto, e che avrebbe richiesto il pentimento, è stato assai pubblico/pubblicizzato/strombazzato/incensato, non certo suo malgrado né a suo detrimento. Ma comunque assumiamo pure, a tutto concedere e com’è giusto, che un eventuale vero pentimento sia stato dolorosamente privato e negli ultimi istanti: va bene, buon per la sua anima, che ne sappiamo. La grande (posso dir così?) Irma non ha fatto altro che fare memoria di ciò che ha davvero fatto in vita, oltre a discutibilissimi lavorucci teatrali, e che proprio per quei delitti morali è stato ed è (bisogna anche temere che sarà) ricordato e “laicamente” santificato. Qui è il vero scandalo.
      Per inciso, chissà poi cosa ne penserà il povero (in tutti i sensi) San Francesco d’Assisi, che sempre più spesso viene tirato in ballo per le cause mondane più improbabili, epperò tanto di moda negli ambienti cristiani a propria insaputa.

      1. È solo una speranza. Nn dico sia così. Come dici anche tu dobbiamo sempre augurarci che un peccatore incallito si penta…anche se qualcuno diceva che si muore come si vive. Ma dobbiamo sempre sperare e pregare.

        1. Siamo d’accordo. Ciò che c’è stato nell’ultimo istante fra lui e il Padreterno lo sanno solo loro due, e la pietas cristiana ci fa sempre pregare per il pentimento e la conversione, anche dell’umanamente peggiore fra i soggetti. Dispiace, caso mai, che i suoi cari probabilmente non preghino per lui, bensì strombazzino canzonette al suo cosiddetto “funerale laico” e pensino che lui se la stia spassando chissà dove in barba ai delitti morali (lo ripeto, perchè di ciò si tratta) che ha commesso in vita.

  7. Carla D'Agostino Ungaretti

    Le persone consacrate, come Mons. Bruno Forte ( v. Corriere della Sera del 14 ott. pag. 8) e i frati di Assisi, potrebbero almeno tacere e pregare.

    1. Esattissimo, cara Signora Carla. Mi urge una precisazione, però: al di là delle parole dei frati che ho trascritto, non mi azzardo a dare giudizi sulla sorte eterna di questo personaggio il cui destino solo da Dio è conosciuto.

  8. Il dario e compagnia brutta fa parte della solita feccia sinistrosa!(Casaleggio, Pannella, Ciampi e … Napolitano)
    Cosa ci si poteva mai aspettare?!
    Gli hanno concesso pure p.zza Duomo,il sagrato davanti alla Chiesa di Cristo,vergognoso…..
    L’avete sentito il delirante discorso del ricco comunista (il figlio Jacopo)?
    Si sono proclamati, al suono di “bella ciao”, comunisti ed atei, però siccome il padre (secondo loro)è stato troppo importante per finire nel nulla, ha avuto l’ardire di dire che da qualche parte il padre c’è.
    Certo…all’Inferno!
    Premio Nobel a un pagliaccio,ridicolo e blasfemo.

  9. Tutto quello che è stato scritto finora su Dario Fo e’ molto interessante. Ma lo sarebbe di più (eccome!) se fosse accompagnato da qualche nota riassuntiva dell’ottimo Luciano Garibaldi, il quale possiede succose informazioni sull’ex Brigata nera, ex Parà, ex Milite della GNR, poi convertito sulla via “rossa” dell’Arte. Camerata Dario Fo! PRESENTE!

  10. Povera Italia,se incensa gente come Fo!
    Io voglio ricordare l’Italia migliore,voglio ricordare il Re Umberto II,che dall’esilio inviò un messaggio di cordoglio alla vedova Calabresi,così come inviò un mazzo di rose per ricordare l’Avv. Ambrosoli,eroe borghese.
    Pertini era al Quirinale,e non si fece vedere né sentire. A differenza del Re.
    Il ns. Paese sta marcendo perché si omaggiano i Fo ed i Pertini.
    Gente sopravvalutata.
    Peter 66.

  11. La vicenda dei grotteschi omaggi a Fo è l’ennesimo esempio di come il sinistrume in Italia sia duro a morire.
    Fateci caso:se ti dichiari di sinistra,hai l’impunità quasi garantita.
    Anche per questo motivo,oggi la nostra Patria è nei pasticci.
    Rivoglio l’Italia come era una volta:più umana,più viva,più rispettosa.
    Anche in strada,c’era molta più educazione.
    Insomma,rivoglio l’Italia con Casa Savoia al Quirinale!
    Basta con le repubbliche.
    Prima,seconda,o terza:tutte uguali e corrotte. Bastaaaa!!
    Corrado Pecci di S. Pancrazio

  12. Sig.ra Marzuoli,parole sante le Sue!
    Ma mi son piaciute anche le parole di Pietro.
    La nostra Italia da almeno 40/45 anni perde colpi.
    Debito pubblico,scandali a gogo,disoccupazione sempre troppo elevata.
    Ed una classe politica repubblicana vorace.
    Sapevate che per tutti i Savoia,appannaggi e manutenzione delle loro residenze si scendevano circa 65/70 milioni di Euro/anno (in cifre attuali)??
    Sapete quanto ci costa invece il Quirinale repubblicano?
    Tenetevi forte:ben 228 milioni di Euro l’anno!! Oltre 3 volte la cifra per i Re ed i Principi tutti.
    Si,occorre rivoltare l’Italia come un calzino.
    A partire dalla forma istituzionale.
    Occorre un nuovo referendum.
    Ma nel 1946 solo il Re voleva far decidere al Popolo.
    I partiti per la repubblica volevano tener fuori la gente da questo argomento.
    Perché? Per paura della volontà popolare.
    Il Re non ebbe mai queste paure,perché amava sinceramente il Popolo.
    Ed era un fervente Cattolico.
    L’Italia ha perso molto.
    Nino Bolla

  13. I miei complimenti al lettore Nino. Anche io ho letto molto sui Savoia,ed ho scoperto che stanno pagando colpe in gran parte di altri.
    Il fascismo piaceva al 90% degli italiani,e quindi che colpe avrebbe la Casa Reale? Se la gente voleva il regime,il Re non c’entrava un bel niente!
    Ma nel dopoguerra,la stragrande maggioranza degli storici e dei giornalisti voleva nascondere la propria adesione al duce. E sparare sui Savoia permetteva di salvare il proprio fondoschiena. Che schifo! W i Savoia,perciò. Ma soprattutto Viva l’Italia! Umberto

  14. Umberto,dici una cosa giusta. Questa Italia repubblicana è ipocrita al 1000%.
    Facciamo sì che tornino i Savoia al Quirinale. Dopotutto,a loro dobbiamo la Patria unita! Di sicuro,faranno molti meno danni di quelli che abbiamo avuto dagli anni ’70 ad oggi.
    Non bisogna demonizzare la monarchia,funziona bene in tanti Paesi.
    Anche da noi,funzionò bene fino ai brogli del referendum del 1946.
    Non scordiamocelo mai.

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