È morto un prete – di Giuseppe Fausto Balbo

Un agosto di alcuni anni fa, in vacanza in montagna tra tante chiese e messe, trovammo una Messa, era la X post Pentecosten De Pharisaeo & Publicano .

Qualche persona ‘fedele’; si rivolse a me un uomo, non italiano, che si era fatto un bel po’ di km per partecipare alla Messa e mi domandò di quale “obbedienza” fossi; lì per lì rimasi interdetto, nel silenzio e sotto il sole quella domanda ridava vita ad altre epoche e dopo un attimo gli risposi: seguo un Messale, non un prete!

Quel giorno, invece, il Signore mi fece incontrare un Prete.

La Messa incominciò, il prete era un uomo pieno di vigore.  Arrivò il momento della predica, come sempre spensi ogni connessione, stremato ormai dai discorsi clericali, ma… fu impossibile, le poche parole che disse erano piene di vita e mi catturarono: il pubblicano entra nel tempio al cospetto dell’Altissimo e subito si rende conto della maestà di Dio e del proprio nulla: non ho mai dimenticato.

Al termine della Messa ero incerto se andare a presentarmi: abitualmente giro alla larga dalle sacrestie: so come la categoria possa essere bizzarra…

Andai però e mi trovai di fronte un uomo sorridente e di una gentilezza autentica; curioso e rispettoso dell’altro, felice di incontrare qualcuno che condivideva la Fede. Una breve conversazione poi accennai la domanda: celebra in altre occasioni la Messa? Tutti i giorni, mi rispose, da quando fui ordinato nel 1954.

Quell’estate e le seguenti furono felici; alla domenica, nel paese dove abitava, celebrava al mattino molto presto e noi eravamo i soli fedeli (doveva lasciare la cappella libera per non disturbare la quiete pubblica…).

Gli domandai un giorno come avesse potuto passare indenne attraverso l’epoca del concilio e post, mi diede una risposta che divenne una pietra miliare nella mia vita: ho cercato di essere fedele alla Chiesa che mi aveva ordinato.  Un piccolo trattato di fede!

Mi raccontò che dopo l’ordinazione era stato alcuni anni in missione, ma era dovuto in seguito rientrare in Italia; il vescovo che lo aveva accolto gli disse che aveva più preti che parrocchie e non poteva provvedere anche a lui. Era laureato e così iniziò ad insegnare per mantenersi (“quanto mi ha aiutato questa libertà economica” mi ripeteva spesso: i motivi per non dare l’otto per mille sono più numerosi delle stelle del cielo!); non si era limitato a questo; ma aveva guidato un coro portandolo a un livello di conoscibilità internazionale; aveva fondato un gruppo giovanile che raccoglieva ferri vecchi il cui ricavato serviva per acquistare attrezzature ospedaliere; aveva fondato una radio libera da cui, fino alla fine, ogni giorno, annunciava il Vangelo e altro ancora.

In quelle estati mi confessavo da lui; ricordo che iniziava sempre la Confessione con la stessa frase sospesa: pesano i peccati. A me, nell’esame di coscienza, restava da porre la punteggiatura giusta e credo sia stato il miglior accompagnamento spirituale che abbia mai ricevuto.

Per Natale o per Pasqua facevo un salto per un breve incontro, poche parole, ma una lampada.

Come età poteva esser mio padre, ma non si permise mai di darmi del tu e di questo gli sono grato; nei suoi confronti nutrivo una grande pietas e molte lacrime mi sono scese avuta la notizia della sua morte.

Aveva delle debolezze e comprendeva che le vedevo, talvolta cercava di ripararle e sorridevo un po’ dentro di me, pensando alle mie… che erano palesemente sotto i suoi occhi.

Ci scambiammo delle confidenze come può accadere tra un padre e un figlio con un rapporto ormai consolidato.

Il 23 marzo è morto dopo una breve malattia: che possa essere lieve la purificazione che eventualmente lo attende, così come lieve diventava l’anima a coloro che ricevevano i Sacramenti attraverso il suo ministero.

Non stupisce né che gli siano state negate le esequie nel Rito Cattolico da lui desiderate e neppure che, due giorni dopo, nella messa crismale, non sia stato ricordato insieme agli altri preti ordinati nel suo stesso anno.

A-Dio don Walter, known but to God!

 

9 commenti su “È morto un prete – di Giuseppe Fausto Balbo”

  1. Luciano Pranzetti

    Comprendo l’emozione, la stessa che provo ogni volta – rara, peraltro – in cui incontro un sacerdote in abito talare. E credo che identica emozione provi lo stesso sacerdote, così come è accaduto martedì prima di Pasqua, allorché, salutatolo con LAUDETUR JESUS CHRISTUS, rispose con un aperto sorriso NUNC ET SEMPER! Era un prete, credo, statunitense.

  2. Non ho capito, anche perché non conosco (cioè non ho mai sentito parlare di) quel prete.
    Voi dite: “Non stupisce né che gli siano state negate le esequie nel Rito Cattolico da lui desiderate…”, invece io mi stupisco, proprio perché non ho capito.
    Ma date qualche ragguaglio?

    1. Caro Isidoro, credo si voglia intendere che essendo un prete per così dire “fuori moda” non era ben gradito in diocesi e fra i “colleghi”. Ecco perché gli hanno negato i funerali come lui desiderava (che anticaglie!…) e nemmeno lo hanno nominato nella messa crismale.

  3. Ho letto con piacere e mi sento meno solo, meno strano. Qualche giorno fa ho confidato ad un sacerdote che ho conosciuto da poco che mi sentivo come Diogene. Lui girava di notte con Una lampada accesa cercando l’uomo, io cerco allo stesso modo un prete. Quando lo trovo, pur se rarissimamente, e lo riconosco subito perché è facile individuarlo in mezzo a tanti suoi colleghi farlocchi, è per me gioia grande. Capisco perfettamente il sentimento dell’autore che ha perso un vero tesoro.

  4. Appena ne avrò l’occasione celebrerò volentieri una “Missa pro Defunctis” in Rito Antico per Don Walter; non sono le esequie che gli hanno negato, ma almeno sarà una Messa come quelle che lui ha sempre fedelmente celebrato. Che Dio lo abbia in gloria!

  5. Carla D'Agostino Ungaretti

    Mi ha confortato pensare che anche io rispondo come quel santo sacerdote quando mi chiedono perché non amo e non stimo la Chiesa del nostro tempo: ” Perché voglio rimanere fedele alla Chiesa che mi ha educato”.

  6. Articolo molto commovente. Anch’io sono fiero di affermare: “Voglio rimanere fedele alla Chiesa che mi ha educato”. Signore Gesù accogli tra le tue braccia il tuo fedele servitore don Walter!

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