Festa di Maria Assunta. I ricordi del “Mondo di cento case” – di Pucci Cipriani

di Pucci Cipriani

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Sì, anche quest’anno per l’Assunzione – da noi si dice per la Santa Maria –  non potrò andare a Rimini, al Priorato  “Madonna di Loreto” della Fraternità San Pio X, per quella bella processione serale della SS. Vergine per le vie di Spadarolo accompagnata dai bei canti mariani che ti confortano promettendoti il cielo:

 .

Andrò a vederla un dì

in cielo, patria mia,

andrò a veder Maria,

mia gioia e mio amor.

 .

zzlbrgvn2…l’ultima volta …ma lasciamo perdere…in questi giorni di esodo e di gioiosa solitudine mi assalgono i ricordi…che son tutti belli perché ti fanno rivivere la beata gioventù e la vita trascorsa, che non c’è più…quella parte della tua vita che è partita, insieme ai tuoi cari, ai tuoi amici, alle persone che hai conosciuto…e ogni angolo del tuo paese, della tua città, diventa “mitico” pregno di memorie

Avrebbe avuto cent’anni, oggi, Amilcare Giovannini, un caro amico, nonostante la differenza d’età, un “personaggio” del paese della Toscana dove son nato.

Fu Amilcare a darmi la possibilità di scrivere, per la prima volta, su un giornale. Anzi sul giornale per antonomasia, su “La Nazione”. I giovani d’oggi abituati alla notizia in tempo reale, con la televisione e il computer, non immaginano nemmeno cosa fosse allora un quotidiano.

Amilcare Giovannini era il corrispondente de “La Nazione” e , allora, essere corrispondenti de “La Nazione” era una cosa importante perché non c’era avvenimento di cronaca (dall’incidente della strada al furto di galline, dal suicidio alla partita calcistica della “Fortis” – la squadra del mio paese – alla corsa ciclistica ) che non passasse sotto gli occhi e sotto le dita ,che battevano velocissime sopra i tasti della macchina per scrivere, dell'”Avvocatino” come veniva chiamato il nostro eroe, che, dopo aver inviato al giornale il “Fuori sacco” della giornata, ogni tanto, il sabato, mi chiamava al telefono: “Oh Pucci domani c’è da fare la cronaca per la Coppa dei Caduti di Senni…io ho la partita…mi ci andresti tu sulla “capitana” della Giuria…”

Capperi se ci andavo! Per il piacere di seguire la corsa e per le cinquemila lire che, con precisione, mi arrivavano il lunedì…una cifra enorme…e Amilcare era un generoso, contento, che mi beccassi io quel bel lenzuolo verdognolo…

Lui era tecnico  di radiologia alla Misericordia e io alla Misericordia ci andavo ogni giorno per le opere di carità…oggi si dice volontariato. Amilcare era nella sua “stanza” con la pipa o il sigaro toscano a scrivere i suoi “pezzi”…e non era solo un valido e attento cronista ma anche uno scrittore con una vena di toscanità nel suo sangue: come non ricordare la sua commedia “guareschiana”, il suo “cavallo di battaglia”, ovvero “Le Candele dello Stecco” che gli valsero la cittadinanza onoraria di Firenzuola dove la commedia, divertentissima e piena di umanità, fu rappresentata per dieci sere consecutive? E poi l’altra sua commedia brillante : “La Parentesi: ovvero l’Onestà ha i capelli bianchi”…e le sue novelle e i suoi bei racconti toscani che la Daniela Pini recitava alle “Madielle”, le sue poesie toccanti …

E io volevo bene ad Amilcare Giovannini perché , come me, amava la Tradizione – avevamo in comune tanti amici come Piero Magi, che fu Direttore de “La Nazione”, don Luigi Stefani, don Luigi Migliorini  e don Bresci, e Nando Vitali, “il Biondino”, autore di un’infinità di commedie e operette in vernacolo tra cui : “Il Gatto in Cantina”, anche lui cronista de “La Nazione”… mi torna ancora alla mente quando nella Pieve borghigiana , subito dopo il Concilio, fu celebrata(?) la prima Messa beat e noi la contestammo (invano) inviando una lettera di protesta al vescovo Florit, con le firme di trecento cittadini borghigiani e quando in Comune invitammo a parlare il mio amico prof. Franco Cardini, con una sua eccezionale conferenza su “La Luce del Medio Evo”, insomma una conferenza controcorrente che faceva strage degli idioti luoghi comuni sul  Medio Evo, appunto il periodo più bello della nostra storia che oggi gli ignoranti chiamano “Secoli bui”…E  allo scalpore per l’incontro, fatto nella Sala del Consiglio Comunale, si aggiunse lo scandalo e gli strazianti lai dei tanti “cazzerellini tutto pepe e sale” (Carducci)  …poi i tempi sono cambiati, e con i tempi anche le persone…ma noi non cambiammo.

Il capolavoro di Amilcare Giovannini rimane un aureo libretto, stampato nel 1954 (avevo allora sei anni) dalla Tipografia Borghigiana  Mazzocchi, “Un Mondo di cento case” e quest’anno, nel centenario della nascita del giornalista e scrittore fiorentino, il regista Marco Paoli ha voluto presentare proprio nella piazza di Castelvecchio (dove con Amilcare quarantacinque anni fa rappresentammo “L’Ascensione” di Augusto Novelli proprio nei giorni delle “Feriae Augustae” ) la sceneggiatura di questo capolavoro in due affollatissime rappresentazioni.

E anch’io mi sono perso tra i vecchi fantasmi e ho ritrovato le memorie e i cari ricordi di un tempo in cui la gente sapeva parlare al cervello e anche al cuore e che mi sembravano scomparsi per sempre. Faccio mio l’expedit del caro Amilcare Giovannini, e ciascuno di noi rivivrà o comunque conoscerà quel nostro mondo delle cento case:

“Sono andato solitario nel mio mondo, nascosto nell’antica bellezza del buio delle sue strade. Ho trovato due ragazzi che facevano all’amore, e vicino a loro un cane alle prese con un grosso osso.

Tutt’intorno silenzio, tranne le voci querule delle mamme che addormentavano i figlioli.

E’ suonata la campanina delle monache di clausura, ed il lumicino è passato dalle celle alla chiesina, mandando tenui riverberi.

In questo mondo, in questo mio mondo, col ricordo dei suoi eroi, ho ritrovato la pace.

Son tornato un ragazzo, e gli affanni sono scomparsi, vinti da una contentezza immediata e vergine”.

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clicca sulle immagini per ingrandirle

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 Il frontespizio del libretto “Un mondo di Cento Case” di Amilcare Giovannini, edito nel 1954 dalla Tipografia Mazzocchi

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Lo scrittore Amilcare Giovannini ( 1914-1982)

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Il regista Marco Paoli ha fatto rivivere oggi (2014) gli “eroi” del libro di Amilcare Giovannini: “Un mondo di cento case”

2 commenti su “Festa di Maria Assunta. I ricordi del “Mondo di cento case” – di Pucci Cipriani”

  1. Aldo Giovannini

    A nome mio, di mio fratello Renzo e delle nostre famiglie, ringrazio sentitamente l’amico carissimo Pucci Cipriani, per la bella e significativa recensione sulla figura di mio babbo Amilcare.

    Grazie e cari saluti,
    Aldo

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