Francescani dell’Immacolata. Il crudele allontanamento di “Fra’ Sorriso” – di Pucci Cipriani

La notizia ha sconvolto i molti fedeli di  Firenze che lo amano, i genitori che lo apprezzano come grande catechista: ordine di trasferimento per “Fra’ Sorriso” (così lo chiamano), ossia p. Leopoldo Maria dei Francescani dell’Immacolata, affetto da tubercolosi ossea. Un ordine immotivato e crudele, che impedisce a p. Leopoldo di proseguire le cure per la sua gravissima malattia e di portare alla S. Cresima i giovani che istruiva da un triennio.

di Pucci Cipriani

 .

ffi2Lo chiamano fra’ Sorriso a Firenze il p. Leopoldo Maria dei Francescani dell’Immacolata rimasti devoti al Carisma dei padri fondatori  che i fedeli, che ancora frequentano la chiesa di Ognissanti, quando la salute glielo permetta, possono trovare nella chiesa di Ognissanti, accanto al confessionale, il più delle volte impegnato a “smacchiare” l’animo dei penitenti… è un giovane frate , sempre con il sorriso sul volto, un sorriso buono, incoraggiante, che nasconde le sue sofferenze: questo giovane frate, originario delle Filippine, è affetto , da anni, da una grave forma di dolorosissima tubercolosi ossea e, più e più volte, è stato ricoverato presso l’ospedale di Careggi dove, attualmente, è in cura dai medici dello stesso nosocomio.

Fra’ Sorriso non si curava del suo male perché doveva pensare agli altri: ai suoi penitenti e ai vecchi e ai malati ai quali, diuturnamente, andava a portare il Viatico, ovvero quell’Ostia con Gesù presente, perché potesse dar loro la forza per affrontare il male e per percorrere l’ultimo, affannoso tratto, del loro pellegrinaggio terreno… E poi la domenica via a celebrare la S. Messa nel rito romano antico, la Messa di sempre e di tutti, che la maggioranza dei frati del suo Ordine aveva scelto dopo l’emanazione del “Motu proprio Summorum Pontificum” voluto da Benedetto XVI che, appunto, dava la facoltà a ciascun sacerdote, in qualsiasi parte del mondo, di celebrare quel rito dei Martiri e dei Santi , senza bisogno di nessuna richiesta. E il suo lavoro non finiva lì: via, dopo la “recita delle ore”, a fare il catechismo ai ragazzi che aveva “preso in consegna” ormai da tre anni e che, a giugno, avrebbero dovuto coronare il triennio di catechesi con la S. Cresima… e di questo ne andava orgoglioso il nostro frate filippino e, una volta tanto, alla sua contentezza si aggiungeva quella dei ragazzi e degli stessi genitori. Quei genitori, che l’altra sera, allarmati, sono riversati nella sala parrocchiale di Ognissanti per avere “lumi” dal rettore su questo allontanamento che aveva – e conserva tuttavia – l’apparenza di qualcosa di “punitivo” se non di un “regolamento di conti”, fatto alle spalle di un povero frate estraneo a camarille e conventicole che, ora, sembrano avvelenare l’Ordine dei francescani dell’Immacolata, da quando, lo scorso luglio, inaspettatamente, con un decreto della Congregazione del clero, veniva commissariato quest’Ordine dei francescani dell’Immacolata con Case (conventi, scuole, seminari, chiese, case missionarie, lebbrosari, conventi di suore) in tutto il mondo, l’unico Ordine della Chiesa che, a differenza degli altri, che stanno chiudendo da tutte le parti (a Firenze San Marco docet), aveva un continuo fiorire di vocazioni (negli ultimi anni il duecento per cento) e non conosceva crisi vocazionali: tanto per la cronaca, nel Seminario fiorentino quest’anno è entrato un solo seminarista…

E proprio i genitori ,facendosi anche portavoce dei loro ragazzi e di altri fedeli , hanno pregato il nuovo rettore di Ognissanti – un frate chiamato a questo ufficio di Ognissanti a Firenze, dopo l’estromissione  degli oltre duecento confratelli legati ai Carismi dei fondatori e la carcerazione di p. Stefano M. Manelli, il Superiore, figlio diletto di San P. Pio da Pietrelcina – di farsi, a sua volta, portavoce verso i nuovi “superiori” del loro malumore. Come si può esiliare un ottimo e pio sacerdote, affetto da un gravissimo morbo, impedendogli di poter continuare a curarsi dai medici  dell’Ospedale fiorentino di Careggi, e questo interrompendo, in maniera traumatica, una catechesi che durava da tre anni, con piena soddisfazione dei discenti che avrebbero dovuto ricevere tra pochi mesi il Sacramento della Cresima?

Ma nessun impegno ha voluto assumersi il p. Rosario G. Sammarco – questo il nome del nuovo rettore di Ognissanti – che si è mantenuto nel vago: “Vuolsi così lassù dove si puote ciò che si vuole\ e più non dimandare…”  Ma intanto apprendiamo che è sulla strada dell’ “esilio” ( altri la chiamano “deportazione”) anche il sagrestano, un altro frate delle Filippine, il simpatico fra’ Ghilleo, tanto benvoluto dalla popolazione, esempio di francescana semplicità, operosità e serenità…”Chi sa”, mi dice un amico che, ancora frequenta  Ognissanti, “forse il buon sagrestano se ne tornerà nelle Filippine tanto è addolorato e angosciato dalla situazione in cui si trova quest’Ordine dei francescani dell’Immacolata…ora tribolato…”

Già, da quel luglio del 2013 molte cose sono cambiate. L’ Ordine dei francescani dell’Immacolata, nonostante le vocazioni, nonostante la serietà della vita religiosa, nonostante le molte simpatie e benevolenze che sapeva attirarsi, nonostante il richiamo a una vita di povertà e di rinunzia tanto simile alla predicazione di papa Francesco, porta in sé un peccato originale agli occhi dei neomodernisti: è un ordine tradizionale di fronte a molti che oggi rifiutano la Tradizione della Chiesa (ovvero la “continuità”), quel “tradidi quod et accepi”, e non si rifanno più alla fedeltà alla Chiesa di Cristo ma alla fedeltà al Concilio (il Vaticano II) e – abbiamo sentito ultimamente anche questa- “ai papi del Concilio”.

Da qui l’ordine -alcuni imputano la ferocia di questa “distruzione” al Presidente della Congregazione dei Religiosi Card. Braz de Avril, protettore della liturgia circense e forzaiola dei “Focolarini”, non pentito seguace della così detta Teologia della Liberazione e della guerriglia armata nell’America latina, condannata vigorosamente dal Beato Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI – neogiacobino del divieto della celebrazione del Vetus Ordo (una “rottura tra il papato di Francesco e quello di Benedetto XVI” secondo Sandro Magister), l’esilio e la “deportazione” ai quattro angoli della terra dei frati, oltre trecento, rimasti fedeli all’Ordine (i  “ribelli” erano, in principio, quattro o cinque), chiusura dei seminari, poi degli ordini laici (i terziari e le terziarie francescane), delle Case dove si celebra la Messa in rito romano antico, la chiusura delle riviste e delle Case editrici come “La Voce di Padre Pio” o “Fides Catholica”, gli attacchi giornalieri violentissimi su “Mediatrice.net” a coloro che hanno osato o osano portare alla luce la vicenda, a cominciare da f.b. da cui vengono “cancellati” (da luglio ad ora) tutti coloro che osano porre degli interrogativi. Cominciò proprio l’attuale Rettore di Ognissanti, peraltro da nessuno autorizzato e, fino al giorno prima, pedissequo seguace di p. Manelli, a lanciare gridi di guerra scrivendo sul portale dei Frati dell’Immacolata, di fronte a centinaia e centinaia di persone che esprimevano la loro solidarietà con l’Ordine Commissariato:

 “Premesso che ringrazio tutti coloro che hanno espresso al nostro Istituto Religioso la vicinanza nella preghiera (e nell’evitare chiacchiere idiote), a giudicare dalle mail che stanno arrivando mi sono fatto la convinzione che tre cose hanno fatto svirgolare di brutto certi cervelli:

1) le dimissioni di papa Benedetto;

2) l’elezione di papa Francesco;

3) Il nostro commissariamento.

E’ incredibile dover constatare quanti malati di testa ci siano a piede libero. E anche il dover constatare che se il problema delle braccia levate all’agricoltura (cui accennavo ieri) è un problema italiano, quello dei matti  piede libero è un problema internazionale”.

p. Rosario G. Sammarco, F.I.”

E infatti il giorno prima aveva dichiarato che tutti quegli “intellettuali” (che scrivevano a favore dell’Ordine di p. Manelli n.p.c.) sarebbero dovuti andare a lavorare nei campi (soluzione Pol Pot) , gli altri, che scrivevano anche dall’estero, andavano mandati in manicomio (soluzione Stalin).

E comunque per avere un quadro chiaro di questi avvenimenti si legga un libro estremamente documentato a cura di Carlo Manetti : “Un caso che fa discutere: i francescani dell’Immacolata” (fede e Cultura).

Ecco ora, a Firenze, questo frate delle Filippine, Fra’ Sorriso, quest’ uomo di Dio, che nonostante la malattia e le atroci sofferenze, era il conforto dei poveri tribolati è nelle mani pietose di p. Rosario G. Sammarco, divenuto, con il Commissariamento, un “pezzo da novanta” atto a dirigere “manicomi rieducativi” o il lavoro nei “campi di rieducazione” perché, si sa, “il lavoro (rieducativo) rende liberi” come potevano leggere infatti all’ingresso dei campi di sterminio nazisti i poveri prigionieri con il vestito a strisce la cui colpa era quella di esser nati “ebrei”.

13 commenti su “Francescani dell’Immacolata. Il crudele allontanamento di “Fra’ Sorriso” – di Pucci Cipriani”

  1. forse disturbava il fatto che tale carisma di matrice TRADIZIONALISTA fosse espletato in parrocchie e all’esterno in attività diocesane. Distruggeva il lavoro fatto in 50 anni di demolizione della messa vera tradizionale e della continuità santa e imperitura della vera Chiesa Cattolica Apostolica… Eravate troppo pericolosi per la nuova chiesa conciliare vaticansecondista. O meglio, pericolosa per la controchiesa dei contraltari, del rivolgersi contro oriente, dei tabernacoli rimossi e fatti sparire in cappelle laterali, inginocchiatoi scomparsi (un esempio per tutti? Basilica di Loreto gestita da frati Cappuccini) e messe desacralizzate… 50 anni per far dimenticare la potenza di una messa Tridentina. E voi avete avuto l’ardire (giusto perchè riconosciuto da papa B16) di rompere le loro uova nel paniere. L’ inferno tutto si è scatenato a questo vostro santo programma!

  2. La situazione è drammatica. Ciò che fa pensare è che questi personaggi, il ‘commissario, il ‘rettore’ ecc. stanno attuando scelte di inusitata gravità e totalmente prive di misericordia come se fossero certi di non doverne rendere conto ad alcuno. Papa Francesco lo sa? Difficile pensare che ne sia all’oscuro visto tutto quello che è successo e la raccolta di firme per i FI. Possiamo concludere che è d’accordo con chi vuole distruggere questo Ordine?

  3. Ricordo le parole di San Pio X, grande papa, difensore della Tradizione Cattolica “I veri amici del popolo non sono né rivoluzionari né novatori, ma tradizionalisti”. La sua battaglia contro il Modernismo all’interno della Chiesa Cattolica è stata meritoria, anche se non definitiva. Egli considerava il modernismo “la sintesi di tutte le eresie”; una sua riflessione, in proposito, rivelatasi profetica, è la seguente: “A trasformare la Chiesa in senso modernista si rischia che chi è fuori non entri, e che chi è dentro esca fuori”.
    Purtroppo dopo la sua morte il fuoco ha ripreso vigore, sotto la cenere, e alcuni decenni più tardi è nuovamente scoppiato l’incendio. Fuor di metafora, i modernisti, divenuti neomodernisti o progressisti (hanno cambiato nome ma non sostanza) hanno riguadagnato posizioni, fino a conquistare il ponte di comando della barca di Pietro con il Concilio Vaticano II.
    Così la profezia di papa Sarto si è avverata: è sotto gli occhi di tutti cosa è successo dopo il C.V.II, quali sono stati i suoi frutti:
    le chiese si sono svuotate, i seminari si sono svuotati, i conventi si sono svuotati, un’intera generazione ha perduto completamente la fede: i giovani non si sposano più, non mettono più al mondo figli, pretendono di vedere riconosciuto come comportamento virtuoso l’omosessualità, e addirittura di veder attribuito valore legale alle unioni omosessuali, che dovrebbero divenire matrimoni a tutti gli effetti, con possibilità di adottare bambini. Vogliono veder riconosciuta per legge la giustezza di questo loro comportamento, comminando il carcere a chiunque osi dissentire, o manifestare comunque un pensiero diverso dal loro. A tale scopo stanno già cercando di indottrinare i bambini fin dalla scuola materna, violando la loro innocenza e creando in loro gravi turbe psichiche, foriere di alterazioni irreversibili della loro personalità; ciò oltre a voler indottrinare, minacciando, gli insegnanti, i genitori, i giornalisti, i sacerdoti, i medici, insomma, la società nel suo complesso. Altri frutti del glorioso C.V.II: quei pochi che vanno ancora in chiesa non si confessano più e accedono al sacramento della comunione in stato di peccato (la comunione viene data perfino a pubblici peccatori impenitenti, addirittura dal Presidente dei Vescovi italiani); eminenti teologi ed intere chiese nazionali premono affinché siano ufficialmente ammesse alla comunione le persone divorziate e risposate, cosa impensabile in passato, quando la Chiesa condannava apertamente il divorzio.
    Quelli che continuano a frequentare la chiesa non sanno quasi più niente del catechismo, non si ricordano, o non sono mai state insegnate loro, le verità fondamentali della fede (i dieci comandamenti, le virtù cardinali e teologali, i vizi capitali, i doni dello Spirito Santo, le opere di misericordia corporale e spirituale, ecc.), e questo perché i preti postconciliari gli hanno imbottito la testa con discorsi fumosi ed astrusi, cervellotici e incomprensibili (in genere a carattere socio umanitario, contestatario, sessantottino), dei quali non è rimasto niente nella loro memoria.
    La chiesa conciliare, infatti, è maestra negli sproloqui chilometrici, cervellotici, incomprensibili ai più, testi che nessuno legge; ha abbandonato definitivamente lo stile sintetico ed apodittico del catechismo di San Pio X, l’apologetica, l’agiografia (non si può far a meno, qui, di rinviare il lettore al bellissimo libro di Gnocchi e Palmaro “La bella addormentata”). Così le cose che noi anziani, catechizzati prima del C.V.II con il Catechismo di San Pio X, ancora ricordiamo a memoria, le generazioni successive non le hanno mai udite; niente di tutto quello che molti di noi ancor oggi ricordano con chiarezza è stato loro insegnato. L’analfabetismo religioso è dilagante, anche ai livelli più alti dell’istruzione civile.
    E con tutto questo disastro, con chi se la prende il papa misericordioso? ma con i cattolici tradizionalisti, ovviamente, amanti della Chiesa dei tempi andati, con l’unica congregazione religiosa che stava andando contro corrente, con grande successo di vocazioni, e per ridurli al silenzio non va tanto per il sottile: se non basta il dileggio, la derisione, il disprezzo pubblico, allora arrivano i commissariamenti, le epurazioni, le emarginazioni dal mondo della cultura e del dibattito religioso.
    “Non so più a chi credere…” canta Biagio Antonacci in una sua canzone, ma noi sì che sappiamo a chi credere, a tutto quello che ha detto e testimoniato, ad esempio, Mons. Marcel Léfebvre, pagandolo a caro prezzo in prima persona, a quello che ci hanno insegnato papi Come Pio XIII, Pio X, , Leone XII, Pio IX, Pio V e tanti santi del passato (San Giovanni Bosco, la beata Katerina Emmerick, San Luigi Maria Grignon de Monfort, ecc.).

  4. Scusate gli errori: volevo dire Pio XII e Leone XIII, buona notte e…sia lodato Gesù Cristo (lo dico anche anche per chi si ostina a non dirlo)

    1. Ariel S. Levi di Gualdo

      Non hai di che scusarti, carissimo.
      Perchè tutto sommato, coi tempi che corrono, un Pio XIII somigliante al suo predecessore Pio XII, non sarebbe affatto male.

  5. massimo trevia

    ma è semplice:si vuole colpire chi non è cristiano nel modo in cui è stato deciso!altro metodo: invitare tutto il terzo mondo qui(lampedusa….),per obbligare i cristiani ad accogliere a prescindere dalla loro volontà;chi vuole pregare come la chiesa permette(vedi il motu proprio) ma non corrisponde a tutto questo è un fariseo! ma i farisei erano proprio quelli che mettevano pesi sulle spalle altrui….e io non temo neanche il papa:gli ho anche scritto!ovviamente,con deferenza.ma da cristiano che prima ci mette Gesù Cristo! magari sarò scomunicato….

  6. Roberto Donati

    Cari amici, i passaggi drammatici nella storia della Chiesa sono più facili da ricordare o da immaginare che da vivere. Quella che stiamo vivendo è l’abominazione della desolazione. Il Signore ci ha lasciati tutti in balia dei nostri peccati e, come in un Venerdì Santo che si ripresenta, l’innocente è condannato a morte e consegnato nelle mani dei pagani dagli scribi e dai farisei, dal suo popolo.
    L’innocente è abbandonato da tutti, Giuda lo ha già tradito, Pietro lo ha rinnegato per paura e per paura del mondo tutti i suoi amici sono fuggiti. Sotto la croce ci sono soltanto la Madre Immacolata e il Discepolo Prediletto. Dobbiamo stare con loro ora che tutti si sono dileguati. E’ il momento in cui il mondo canta e balla nel sabba di satana e ride sguaiato con la bocca spalancata e la bazza protesa nel ghigno. Mettiamoci accanto a Maria con il Prediletto. Il Pastore è stato percosso a morte e il gregge è disperso. Nel cortile di Pilato, nel cortile dei gentili tutti hanno gridato: Barabba!

    1. rolando da montecatini

      Ma ,dato il bisogno dicure di p. Leopoldo, non si profilano gli estremi di reato nei confronti del carceriere. Sammarco?

  7. Penso che questi allontanamenti sono dovuti, sempre per i frati francescani che non accettano il concilio vaticano II e sono rimasti nella vera fede, cattolica, apostolica e romana, che c’e’ sempre stata per 2 mila anni, quindi anche al catechismo di sempre, quello di San Pio X, Gesu’ ce lo ha lasciato detto: quello che hanno fatto a me, lo faranno anche a voi, prima c’era la crocifissione del corpo e dello spirito, adesso ci crocifiggono nell’ anima, e purtroppo per Fra’ sorriso anche nel corpo, che dovrebbe avere le cure necessarie, chi ha fatto questo atto ignobile, un giorno dovra’ espiare tutte le colpe, e anche tutti i debiti.
    SEMPRE SIA LODATO GESU’

  8. L’ho già detto e lo ripeto, invitando altri a seguirmi: i frati che desiderino fare “punto e a capo” chiedendo licenza di lasciare il campo di concentramento e ritornare a vivere il carisma approvato dalla SS.Sede possono e devono essere accolti almeno pro tempore in luoghi dove iniziare una presenza secondo il loro stile. Tanti cristiani, tanti giovani hanno sete di autenticità e accoglierebbero a braccia aperte la loro fede, carità e speranza testimoniate fino in fondo. L’obbedienza è un voto ma non obbedire a chi si comporta da lupo nel gregge. Autorizzo il moderatore a fornire la mia mail ai religiosi FFI che siano interessati.

  9. La santità e la virtù rendono furiosi quelli che non l’hanno e pertanto cercano di eliminare tutti quelli che fanno rimordere le coscienze. Purtroppo quando si è assoldati da Mammona, non si ha pace e dunque non avendo pace, la pace dei giusti disturba. Ma alla fine ognuno avrà il suo premio.

  10. Piero Vassallo

    Carissimo Pucci, Marozia è ritornata a Roma. Consoliamoci: il secolo buio non è mai eterno… >Affettuosi saluti, piero

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