Francescani dell’Immacolata. Lettera aperta al Papa – di Maurizio Mazzieri

Un ex frate francescano dell’Immacolata ci invia una lettera e apre il suo cuore al Santo Padre.

Uniamo alla sua supplica la nostra, quella di tanti laici e genitori di frati e suore. Santità, vi imploriamo, ascoltateli!

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 zzffi

 

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Ave Maria

Sono un ex frate francescano dell’Immacolata, studente di teologia. Mi chiamo Mazzieri Maurizio. Scrivo questa lettera aperta nella speranza che Vostra Santità possa leggerla.

Santo Padre, Vi supplico di porre fine a questo massacro di anime che si sta perpetuando nell’Istituto dei Frati Francescani dell’Immacolata. Vi supplico di esercitare la misericordia che Gesù ci ha insegnato. Vi supplico, Santo Padre, lasciateci liberi di vivere la vita religiosa secondo quanto ci ha insegnato il nostro serafico padre San Francesco e il nostro fondatore padre Stefano, con il riconoscimento del Diritto pontificio da parte di San Giovanni Paolo II nel 1998.

Noi che siamo usciti dall’Istituto – in molti! – veniamo continuamente chiamati scismatici, lefebvriani, eretici…, ci dicono continuamente che siamo contro il Papa e contro la Chiesa.

Ma, se fossimo contro il Papa e contro la Chiesa, non staremmo ancora a chiederVi aiuto, non staremmo ancora qui a cercare di mediare per trovare una soluzione pacifica, che non è quella di costringere i membri dell’istituto a rimanere per forza dentro! Se fossimo stati contro la Chiesa e contro il Papa saremmo sicuramente andati fuori della Chiesa come nella storia hanno fatto altri. Invece no, non vogliamo andare affatto fuori dalla Chiesa!

Io sono uscito dall’Istituto (come gli altri) non perché è stato commissariato o perché non abbia accettato il commissario, ma ho preso la mia decisione nel momento in cui ho visto ed ho toccato con mano che venivano perpetrate, in nome dell’autorità, ingiustizie e venivano proferite calunnie e maldicenze contro tutti quelli che erano fedeli a padre Stefano, il Fondatore, conosciuto e molto amato dal Papa Giovanni Paolo II.

Essere fedeli a padre Stefano non vuol dire affatto essere contro il Papa o contro qualcun altro. Essere fedeli a padre Stefano vuol dire seguire il suo esempio nelle virtù che ci ha mostrato nella sua vita. Virtù, io credo, eroiche, proprie dei santi che si fanno strumento nelle mani della SS Trinità e della Madonna per portare avanti le opere facendo la volontà di Dio.

E’ assolutamente falso quanto ha scritto il Commissario  nell’agosto scorso affermando che noi mettiamo p. Stefano al di sopra del Vangelo. Non c’è un’assurdità e una calunnia più grande di questa! Vogliamo seguire p. Stefano perché ci ha sempre insegnato e ci insegna, con le parole, con gli scritti e con la vita a seguire il Vangelo in modo radicale, senza compromessi. Ci insegna a seguire Cristo crocifisso, con una vita spesa nella contemplazione continua, nella carità perfetta e nell’azione apostolica e caritativa febbrile, come San Massimiliano Maria Kolbe. Seguiamo lui perché ci ha sempre insegnato ad amare e a dare anche la vita per la Chiesa, il Papato e il Papa.

Ci sono confratelli che ci accusano di essere stati ribelli e disobbedienti. Non ho la minima ombra di rancore. Però mi domando: ma come fanno a giudicare le nostre coscienze? Ho chiesto di uscire dall’Istituto per motivi gravi di coscienza. Perché devo vedere ora la mia coscienza violata o messa alla berlina? Vi assicuro che per me è stata una decisione dolorosissima quella di uscire dall’Istituto. Avevo passato anni veramente belli, fecondi di grazie, di approfondimenti della mia fede,soprattutto in seminario, anni di letizia francescana, insieme, grazie a Dio, a tante fatiche. In pochi giorni è stato tutto distrutto! Ora regna la desolazione, sotto ogni aspetto, per noi giovani vocazioni.

Non voglio mai polemizzare. Chiedo solo che Voi, Santità, possiate aiutarci, che possiate aiutare P. Stefano. Il Fondatore è stato accusato di autoritarismo. E’ stato accusato di averci imposto la forma straordinaria. Ma a noi seminaristi nessuno ha mai chiesto se era vero. Chi ha detto queste falsità?  È vero l’esatto contrario! Siamo stati sempre contenti della forma di vita e di preghiera del seminario, del noviziato e del postulandato. Abbiamo imparato ad amare la santa liturgia cattolica nelle due forme, come in pochissimi seminari del mondo si fa. Servivamo tutte le messe importanti del Vescovo di Fabriano dove era il seminario e del vescovo di Tarquinia dove è il noviziato, come servivamo i pontificali di cardinali e vescovi nella forma nuova e antica.  Tutto in armonia perfetta.

Santo Padre, sono qui a scrivere questa lettera per chiederVi di ascoltarci. Avete ascoltato i nostri ex-confratelli. Siamo contenti della loro nuova sistemazione. Ma, chiediamo di ascoltare anche noi. Siamo ancora “ricercati” da p. Alfonso Bruno, segretario dell’Istituto. Cosa vuole da noi ex frati? Perché deve sparlare di noi a tanti vescovi in Italia e all’estero dicendo che siamo “fuori della chiesa”? Non è forse una grave calunnia questa? Di sicuro  è un modo di fare per nulla “evangelico”.

Santità, noi chiediamo di poter continuare ad essere sempre quel primo gruppo dei Francescani dell’Immacolatariconosciuti già di Diritto Pontificio da San Giovanni Paolo II (nel 1998), con il nostro “Libro della santificazione”, con l’intatta Povertà francescana “comunitaria” e con quella nostra “Normativa liturgica” per il “Novus” e il “Vetus Ordo”, approvata da Ecclesia Dei (a. 2011) come corrispondente alla “mens” del Papa Benedetto XVI. Il Capitolo generale apporterà poi tutti i dovuti miglioramenti.

 Preghiamo ogni giorno per Voi, Santità, e vi affidiamo alla Madonna per il vostro difficile ministero. Vogliate benedirci.

13 luglio 2014

Maurizio Mazzieri

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fonte: allchristian.it

7 commenti su “Francescani dell’Immacolata. Lettera aperta al Papa – di Maurizio Mazzieri”

  1. Purtroppo, carissimo, l’unica accusa che è in piedi contro di voi – quella di non “sentire cum Ecclesia” – è vera.
    O meglio, essa è vera nella accezione sociologica : la meravigliosa impostazione data ai nascenti Ordini (maschile e femminile) dai Fondatori, e assai più dalla Beata Vergine, per loro tramite, è sicuramente lontana da quella numericamente prevalente negli odierni ambienti di Chiesa (nel mondo “occidentale”).
    Ma non è questo il significato autentico dell’espressione “sentire cum Ecclesia”, che vuol dire invece “essere in sintonia con il Cuore del Corpo Mistico, con naturalezza e con forza”.

    San Pio da Pietrelcina “sentiva cum Ecclesia” ?
    Anche se non direttamente calunniato e attaccato (vedasi il noto esempio di padre Gemelli), era tenuto decisamente ai margini del “normale” funzionamento dell’apparato ecclesiale: lo si rimproverava di essere “medievale” (e meridionale…senza dirlo), e sostanzialmente si rimproverava il Signore di agire miracolosamente per suo mezzo. I miracoli -qualunque miracolo- erano considerati un intralcio: inutili per dei “credenti adulti”, figli dei Tempi Moderni

  2. natale del grande

    Di certo questa è una triste, tristissima storia, così come è triste leggere che giovani Frati, dopo anni, dico ANNI di vita religiosa siano costrtti ad uscire dall’Ordine e..tornare a casa. Ma ci si rende conto di quello che vuol dire “tornare a casa” ? O meglio, se ne rendono conto coloro che hanno responsabilità, chiunque essi siano? Si sono mai messi al posto di coloro che, seguendo la loro vocazione e abbandonando la loro vita precedente hanno magari lasciato un lavoro, hanno lasciato i loro affetti piu’ cari, pur sublimandoli nella preghiera ma comunque lasciandoli, hanno rinunciato a seguire la naturale tendenza al crearsi una famiglia, ad avere la gioia della presenza dei figli, ad attenderne la nascita prima e giungere felicemente, poi, a vederli, abbracciarli, amarli ?? Mi verrebbe da chieder loro pur senza risentimento : “Ma dove avete il cuore?? “. Ma avete proprio dimenticato tutto?? ..anche le lacrime dei vostri genitori che vi hanno visto “andar via” , perchè anche voi l’avete fatto,per seguire la vostra vocazione? ..la loro solitudine sofferta, pur se piena di Fede?? Non sim lascia “tutto” per niente ma si lascia tutto per ” il Tutto”, e questo Tutto prevede Amore, Misericordia vera e non “a “blister”, prevede ascolto e non sordità , “tenerezza”nella correzione, se serve quest’ultima, e non cinismo e chiusura. Prevede dialogo, ascolto sincero delle ragioni di tutti, soprattutto degli accusati e delle loro convinzioni e, comunque,….PROVE , PROVE e ancora PROVE delle accuse. …Maria, l’Immacolata, non abbandona mai, come fa l’uomo, ma sostiene e …provvede e questa Fede aiuti tutti quelli che soffrono e che sanno attendere.

  3. Caro fra’ Maurizio, anche nostro Signore fu calunniato, diffamato , offeso. Gli dissero perfino che lui faceva i miracoli con il dito del diavolo . Fu tradito dai suoi , che non solo capivano poco o nulla dacchè la loro umanità sovrastava lo spirito , ma anche scapparono spaventati e convinti che tutto sarebbe finito con la morte di Gesù . Pietro anche lui più di una volta tradì il suo Signore; e che dire di Giuda ? Mi sono spesso chiesta cosa lo avesse spinto a tradire il suo Maestro , quali e quanti pensieri avrà rimuginato nella sua testa. ( oltre a quello che i Santi Vangeli ci rivelano ) Gelosie ? Tipo : – ma perchè ama Giovanni più di me ? – Invidie ? Odio ? . Oltre ad essere un ladro era anche un carnale , Povero e miserabile Giuda , quante volte Gesù lo aveva avvisato, ma non scoltò mai. Noi , conosciamo bene tanti dei frati che stanno crocifiggendo l’ ordine e ti possiamo assicurare che quello che stanno facendo viene da molto lontano, sono tanti anni che questi accumulano sulla loro testa l’ ira di Dio con le invidie , le gelosia , le bugie e anche l’ odio . Però tutto quello che sta succedendo all’ ordine è sotto gli occhi di Dio , da tutto questo male Egli trarrà tanto bene. Rimaniamo uniti nella preghiera e non facciamoci prendere dallo sconforto. Il serafico padre S. Francesco diceva : – tanto è il bene che mi aspetto, che ogni pena mi è diletto. Tutto per la Gloria di Dio, con l’ aiuto dell’ Immacolata Concezione la testa di satana sarà schiacciata

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