“FUORI MODA” – la posta di Alessandro Gnocchi

Una volta innescato, il meccanismo della rivoluzione del culto procede inesorabilmente e non può stupire il progetto di ulteriori varianti al messale della riforma… L’accelerazione verso il baratro impressa dal pontificato bergogliano mira alla distruzione della fede cattolica, dunque deve necessariamente istituire una liturgia che ne sia lo strumento e la celebrazione. Nell’uomo, che è una creatura liturgica, la radice della fede può essere pervertita solo pervertendo l’atto supremo di culto stabilito da Dio una volta per sempre. Ecco perché l’opera iniziata con il Novus Ordo Missae di Paolo VI viene ora perfezionata e forse portata a compimento con quello che potremmo chiamare il Novissimus Ordo Missae di Bergoglio.

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Ogni settimana Alessandro Gnocchi risponde alle lettere degli amici lettori. Tutti possono scrivere, indirizzando le loro lettere a info@riscossacristiana.it , con oggetto: “la posta di Alessandro Gnocchi”. Chiediamo ai nostri amici lettere brevi, su argomenti che naturalmente siano di comune interesse. Ogni settimana sarà scelta una lettera per una risposta per esteso ed eventualmente si daranno ad altre lettere risposte brevi. Si cercherà, nei limiti del possibile, di dare risposte a tutti.

PD

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Giovedì 16 febbraio 2017

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E’ pervenuta in redazione:

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Carissimo Alessandro Gnocchi,

in questi giorni si fa un gran parlare di ulteriori cambiamenti nella Messa. Ma che cosa sta accadendo? Dopo tutto quello che hanno già fatto, che cosa possono ancora fare? Cosa c’è dietro tutto questo? Non le nascondo che sono veramente angosciata perché continuo a pensare a quella frase di padre Pio che lei ha citato varie volte: il mondo potrebbe reggersi anche senza il sole, ma non senza la Santa Messa. Mi chiedo, si reggerà ancora questo povero mondo?

Un carissimo saluto e grazie per tutto quello che fate. Riscossa Cristiana è rimasto l’unico posto in cui si ha il coraggio di chiamare le cose con il loro nome.

Fernanda Casassa

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Cara Fernanda,

ha tutte le ragioni per sentirsi angosciata perché la liturgia è il vero terreno su cui si sta combattendo la guerra tra Cristo e Anticristo. Ma, per poter spiegare chiaramente questo concetto, mi deve concedere una premessa.

Dopo la riforma liturgica seguita al Concilio Vaticano II, nel corso di soli cinquant’anni, si è fatto sempre più chiaro chi e che cosa sia andato aggregandosi attorno al Novus Ordo Missae e chi e che cosa sia rimasto aggregato attorno al Vetus Ordo Missae. Non si è trattato di una semplice scelta tra due forme dello stesso rito dettata da differenti “sensibilità liturgiche”. In realtà si è posta ai fedeli la necessità di decidere tra due diversi culti, tributati con due diversi riti a due diverse divinità: il culto dell’Uomo nella cosiddetta Messa nuova e il culto della Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, nella Messa antica.

Le illusioni di una impensabile “pace liturgica”, seguite a una guerra feroce contro il Vetus Ordo, hanno patito una frustrazione dietro l’altra. Chi ha tentato di ritirarsi su una striscia di territorio neutrale si è visto mancare progressivamente la terra sotto i piedi e ora si trova nel vuoto. Una volta innescato, il meccanismo della rivoluzione del culto procede inesorabilmente e non può stupire il progetto di ulteriori varianti al messale della riforma. Il progetto, direi la necessità, di modificare continuamente la liturgia è scritto fin dal principio nel Dna della Messa nuova. L’ordinamento liturgico promulgato da Paolo VI ha inventato un rito fatto apposta per essere violentato e profanato, come dimostrano decenni di progressivi abusi a cui l’autorità romana non ha voluto e, quando anche ha timidamente tentato, non ha saputo porre argine. Con il risultato che una Messa di appena cinquant’anni, nella sua forma tipica, è divenuta un reperto archeologico inoperante e completamente dimenticato. Mentre la Messa antica si presenta ancora viva e integra nella forma che aveva assunto definitivamente con San Gregorio Magno millequattrocento anni fa. Vorrà pur dire qualcosa, cara Fernanda, non le pare? Fine della premessa.

Ora veniamo alla questione che la angoscia tanto. In effetti, insediata da Bergoglio in una sorta di opera al nero, è al lavoro una riedizione del nefasto Consilium ad exaequendam Constitutionem de Sacra Liturgia che a suo tempo, guidato da Annibale Bugnini, inventò la Messa nuova. Tutto si tiene. L’accelerazione verso il baratro impressa dal pontificato bergogliano mira alla distruzione della fede cattolica, dunque deve necessariamente istituire una liturgia che ne sia lo strumento e la celebrazione. Nell’uomo, che è una creatura liturgica, la radice della fede può essere pervertita solo pervertendo l’atto supremo di culto stabilito da Dio una volta per sempre. Ecco perché l’opera iniziata con il Novus Ordo Missae di Paolo VI viene ora perfezionata e forse portata a compimento con quello che potremmo chiamare il Novissimus Ordo Missae di Bergoglio. Il quale, da provetto gesuita, sarà furbo e ambiguo abbastanza da incantare ancora una volta un discreto numero di gonzi.

Come vede, cara Fernanda, in questa guerra liturgica c’è un salto di livello rispetto a tutti gli orrori che si possono celare in un’intera biblioteca di Amoris laetitia. Qui si arriva a oscurare ciò che, secondo padre Pio, regge il mondo. Per quanto bestiale sia, la somma di tutti gli atti morali contro la legge divina non potrà mai essere grave quanto l’inversione di un culto tributato all’Uomo invece che alla divina Trinità. Ne sono solo la conseguenza e per questo combatterli senza estirparne la radice può essere meritorio ma sarà sterile. Non è possibile battersi contro il culto dell’Uomo che si manifesta in Amoris laetitia senza schierarsi esclusivamente e definitivamente per il vero culto di Dio.

Ma la necessità di una scelta fondata sull’evangelico “sì sì no no” si rende ineludibile ora che l’intento di rendere definitivamente gradito ai protestanti il messale di Paolo VI è stato scoperto. E lei, cara Fernanda, si chiede che cosa possano fare che già non abbiano fatto. Cerco di spiegarglielo con le parole pacate ma inesorabili del teologo benedettino Ghislain Lafont. Il 4 luglio dello scorso, sulla rivista online del Centro Editoriale Deohniano “Settimana News”, in vista del sacrilego viaggio svedese di Bergoglio, padre Lafont pubblicava un articolo eloquentemente intitolato “2017: pensiamo l’intercomunione”. Questi i passi più importanti di cui ho nerettato due parti:

Un celebre padre del deserto, Evagrio Pontico, dava questo consiglio: “Se hai un problema con un fratello, invitalo a pranzo”. Facendo così, in effetti, ci si dispone al perdono, che facilita la riconciliazione. Dapprima si tratta la persona in modo onorevole, la si “riconosce” perché la si invita; poi le si offre del cibo e quindi – almeno per questo pasto – le si dona la vita, le si dice con questo gesto che la sua vita è preziosa. Se il fratello accetta l’invito, significa che egli ritiene un incontro, per quanto poco sia, una possibile tappa nella relazione. Il contesto che in questo modo verrà a definirsi aiuterà a scambiarsi alcune parole con una certa dolcezza. Si potrà percepire che non è necessario essere d’accordo su tutto e che si possono permettere reciprocamente divergenze di valutazione o di condotta, restando tuttavia in comunione.

Non possiamo trovare in questo consiglio che attinge alla saggezza dei Padri un suggerimento che riguardi l’unità delle Chiese? L’intercomunione attualmente è considerata e applicata come un fine: ci si comunicherà insieme quando si troverà l’accordo sull’espressione della fede, dei costumi, dell’istituzione della Chiesa e quando si sarà venuti a capo dei contenziosi che ingombrano la memoria delle Chiese e gravano sul loro presente. Ma è un buon metodo questo? (…) Ci si può domandare se il processo inverso non sarebbe, a medio o lungo termine, più efficace: anzitutto perché coinvolgerebbe persone reali in comunità concrete, poi perché creerebbe opportunamente un clima di comunione che permetterebbe dialoghi e perdoni impossibili finché si resta sulle proprie posizioni.

Questa sequenza (comunione prima, discussione dopo) è forse impossibile attualmente con le Chiese d’Oriente. (…) Ma non è lo stesso con le comunità nate dalla Riforma: esse appartengono allo stesso universo storico e culturale delle comunità cattoliche, quello in definitiva dell’Europa. (…)

Per questo mi domando se la commemorazione del V centenario della Riforma non debba centrarsi sull’interrogativo: come fare la comunione insieme nel 2017? (…)

Una volta di più, non penso che la risposta a questi interrogativi debba comportare un accordo completo sui dissidi, ma solo il minimo indispensabile a una comunione liturgica autentica. E in cosa consiste questo minimo? Siamo tutti d’accordo sull’obbedienza alla Scrittura: questa ci racconta l’ultima cena di Gesù con i suoi discepoli e il suo comandamento di ripeterla (Mc 14,22-24 e par.); d’altra parte, essa attesta l’obbedienza della prima generazione cristiana a tale comandamento (1Cor 10,16-17 e 11,17-34). Dunque, celebrando così ci poniamo insieme sulle orme di Gesù, e soprattutto egli si pone sulle nostre.

La mitezza del linguaggio di padre Lafont non deve ingannare circa la violenza del messaggio contenuto nel suo articolo. L’inversione del metodo, che prevede prima la comunione eucaristica e solo dopo la condivisione della fede, sarebbe già sacrilega se fosse conservato da parte cattolica il contenuto teologico dell’eucaristia. Ma, in realtà, per arrivare all’intercomunione, bisogna spingersi ben oltre il sacrilegio. Bisogna giungere fino alla negazione della Presenza Reale e della natura sacrificale della Messa, così soavemente dimenticate nello scritto di padre Lafont. Come insegna il teologo benedettino, ci si deve ridurre a quel “minimo indispensabile” di “obbedienza alla Scrittura”, la quale “ci racconta l’ultima cena di Gesù con i suoi discepoli e il suo comandamento di ripeterla (Mc 14,22-24 e par.); d’altra parte, essa attesta l’obbedienza della prima generazione cristiana a tale comandamento (1Cor 10,16-17 e 11,17-34)”.

A questo punto, cara Fernanda, tutto è compiuto, l’inversione è avvenuta. Non a caso, padre Lafont spiega che non è più l’uomo a porsi sulle orme di Gesù, ma Gesù a porsi sulle orme dell’uomo. Di cattolico non è rimasto più nulla, nemmeno i paramenti, che molti anglicani e persino certo luterani hanno conservato con cura mentre i figli degeneri di Santa Romana Chiesa hanno da tempo gettato alle ortiche.

Come tale disegno verrà realizzato non è ancora dato sapere. È facile ipotizzare che si farà attraverso le traduzioni del messale in lingua volgare e con l’adozione di un linguaggio mimetico capace di ingannare i più distratti e i più ignoranti, specialmente tra i sacerdoti. Ma è certo che un tale progetto può realizzarsi solo tramite l’attacco alla formula della consacrazione. Ormai, non rimane più altro da aggredire e il Nemico fiuta che i tempi sono maturi.

Si concretizzerebbe così l’incubo descritto da Sant’Ireneo di Lione nel trattato Contro le eresie. “E per questo motivo Daniele dice ancora: ‘Il santuario sarà desolato: è stato offerto il peccato al posto del sacrificio e la giustizia è stata gettata a terra. Lo ha fatto e ha avuto successo’. L’angelo Gabriele (…) poi, intendendo indicare anche la durata della tirannide, durante il cui tempo saranno messi in fuga i santi che offrono a Dio un sacrificio puro, afferma: ‘E a metà della settimana verranno soppressi il sacrificio e la libagione e nel tempio si verificherà l’abominio della desolazione e sino alla fine del tempo sarà dato compimento alla desolazione’. (…) le cose (…) profetizzate da Daniele riguardo alla fine dei tempi sono state comprovate dal Signore, là dove dice ‘Quando vedrete l’abominio della desolazione annunciata dal profeta Daniele’”.

L’abominio della desolazione profetizzato da Daniele, comprovato da Nostro Signore ed evocato da Sant’Ireneo è, inequivocabilmente, un mondo senza Messa, peggio ancora: un mondo oscurato da una messa falsa. A tale proposito, è di inquietante suggestione quanto dom Guéranger scriveva nel XIX secolo nelle sue Conferenze sul Santo Sacrificio: “Nel Communicantes, come nel Confiteor, non si menziona San Giuseppe, perché la devozione a questo Santo benedetto era riservata ai tempi ultimi”. Non può sfuggire che il nome di San Giuseppe è stato inserito nel Canone sotto il pontificato di Giovanni XXIII con il decreto De S. Ioseph nomine Canone Missae inserendo del 13 novembre 1962.

“Senza dubbio” scrive ancora dom Guéranger “se ci fosse stato concesso solamente di poter adorare il Signore, presente in mezzo a noi, sarebbe stato già molto, ma c’è stato dato molto di più nella Comunione. Tuttavia, il Sacrificio rimane ben al di sopra di questi due primi benefici. Infatti, attraverso il Sacrificio possiamo agire su Dio stesso, senza che Egli abbia il diritto d’esser indifferente ad esso, poiché, altrimenti, attenterebbe alla sua stessa gloria. E siccome Dio ha fatto tutto per la sua gloria, presta attenzione al Sacrificio della Messa e accorda, in un modo o nell’altro, ciò che gli viene domandato. Così neppure una sola Messa si celebra senza che si compiano i quattro fini del gran Sacrificio: l’adorazione, il ringraziamento, la propiziazione e l’impetrazione; e ciò perché Dio vi si è obbligato. Quando Nostro Signore, insegnandoci a pregare diceva: santificetur nomen tuum, era già molto, e questa domanda riguarda grandemente la gloria di Dio. Ma nella Santa Messa abbiamo molto di più: possiamo dire a Dio che non ha il diritto d’ignorare il Sacrificio, perché in esso è Gesù Cristo che si offre, e non può fare a meno d’ascoltare, perché è Gesù Cristo che prega”.

Capisce, cara Fernanda, che cosa è in gioco? E tenga presente che, senza Sacrificio, non c’è sacerdozio. E come sia un mondo senza Sacrificio e senza sacerdozio lo spiega ancora dom Guéranger: “Dai termini che adopera la Chiesa comprendiamo quanto la Santa Messa s’allontani dalle devozioni private. Deve dunque venire prima di tutte, e le sue intenzioni devono essere rispettate. Così la Chiesa fa partecipe di questo grande Sacrificio tutti i suoi membri; questo fa sì che, se il Santo Sacrificio della Messa cessasse, non tarderemmo a ricadere nell’abisso di depravazione in cui si trovavano i pagani, e questa sarà l’opera dell’Anticristo. Questi metterà in pratica tutti i mezzi possibili per impedire la celebrazione della Santa Messa, affinché questo grande contrappeso sia abbattuto, e così Dio metta fine a tutte le cose, non avendo più ragione di farle sussistere”.

Alessandro Gnocchi

Sia lodato Gesù Cristo

47 commenti su ““FUORI MODA” – la posta di Alessandro Gnocchi”

  1. Il subdolo attacco della “nuova chiesa” bergogliana è nei confronti dell’Eucaristia, perchè in Essa avviena la Transustanziazione. Il Cardinal Bergoglio non si inginocchia mai, dico MAI, durante la Consacrazione!!! Traete voi le conclusioni tenete presente il detto “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”! Gli eventi precipiteranno e presto saremo chiamati a schierarci. Non c’è più posto per la “zona neutra”… Di qua la Spada di San Michele Arcangelo, di là l’artiglio di Satana, per i suoi adepti e per gli allocchi sue vittime… loro malgrado.

  2. E’ evidente ormai a tanti che la Chiesa sotto il pontificato di Bergoglio sta arrivando all’apice di una crisi che è partita dal Concilio Vaticano II. Cosa c’è ora di peggiore che può avvenire? Ebbene la trasformazione della Messa Cattolica con una celebrazione ecumenica e cioè l’abolizione del Santo Sacrificio. Io penso che il Katecon che ferma l’avvento dell’anticristo sia proprio il Santo Sacrificio Eucaristico. Una volta abolito Questo, con la liturgia ecumenica che Bergoglio aspirerà a fare, si toglierà ciò che trattiene il mistero di iniquità.

    1. e Ratzinger h avuto il coraggio di scrivere che si sente protetto da Bergoglio, che è in perfetta sintonia con il suo operato; ha saltato il fosso, passando dalla fasulla ermeneutica della continuità ad un aperto elogio dell’apostasia e del tradimento di Cristo da parte di gente che dovrebbe dare la vita per Lui. Poveri preti, vescovi, cardinali, e poveri i due papi; ben ha visto la beata Emmerick a proposito della china che avrebbe preso la gerarchia ecclesiastica all’epoca dei due papi, cioè ai giorni nostri. Un tradimento senza precedenti. L’inferno sta sbarcando sulla terra, e i papolatri ridono e godono, ma cambieranno presto umore, questo è sicuro. Che Dio li illumini prima che cadano nell’abisso infernale. Amen !

      1. Io non credo che Ratzinger sia libero di scrivere quel che vuole. L’ultimo libro è zeppo di contraddizioni, in parte maldestri copia-incolla di robe vecchie, in parte cose scritte da altri, con un linguaggio che non è il suo.
        Non ha saltato il fosso, ce l’han buttato dentro, è diverso.
        Quanto al resto… ebbene preghiamo che non tocchino il Canone. La Emmerick vide i due papi e il disastro, ma disse anche che Dio aveva altri piani. Confidiamo in Dio.

        1. Ormai pare certo che Benedetto fu costretto a dimettersi da un complotto massonico che intendeva mettere come papa un loro esponente che
          distruggesse la chiesa cattolica,dato che Ratzinger si sarebbe rifiutato di fare simili “riforme” eretiche.Pare persino che Obama abbia giocato un suo ruolo nelle dimissioni di Benedetto.Anche attualmente Ratzinger è come se fosse prigioniero in Vaticano,ostaggio della massoneria che lo controlla ogni momento;non è libero di dire il suo vero pensiero e quindi ciò che dice e che scrive non corrisponde alle sue idee,poiché vive in uno stato di coercizione perpetua;forse Dio lo tiene ancora in vita,nonostante la tarda età,affinché la Sua Santa Chiesa abbia comunque un VERO PAPA presente in contrapposizione all’antipapa.Ricordate la terza parte dei segreti di Fatima:un vescovo vestito di bianco viene ucciso colpito dai soldati mentre attraversa Roma cosparsa di cadaveri di preti…..che si tratti proprio di Papa Benedetto avviato al martirio?Avevano tentato di farci credere che si trattasse dell’attentato a Wojtila ma è evidente che non era così.

  3. Lo spettacolo che ci si presenta è una società pagana e pare che molte delle messe siano invalide perché non credono più alla transustanziazione, i miei sacerdoti (miei?) non ci credono e lo scrivono anche, quindi queste sono ancora messe? Temo di no . La Chiesa non può estinguersi e non si estinguerà ma non per questo clero non clero, a destra o sinistra che si guardi si vede solo recite o pagliacciate. E il frutto pagano si vede bene e quindi l’albero è già stato piantato e portato a maturazione. Da tanto tempo.

  4. Non bisogna meravigliarsi. La persecuzione di questa Chiesa, degno risultato dell’ermeneutica del dopo Concilio e del transidealismo ecumenista e sincretista, è la conseguenza della mondanizzazione. Burke spedito in ‘Siberia’, Monsignor Negri al ‘confino’…tutto si tiene. Non disperiamo e non perdiamo il coraggio della testimonianza. Padre Pio disse che provava invidia per coloro che avrebbero vissuto questo momento storico. Questo è il periodo della Donna, di Colei che distrugge ogni eresia e che ha chiesto un esercito di valorosi guerrieri. Facciamo giuramento di fedeltà alla Donna e impugnamo le armi per Lei.

  5. Noi cattolici ci accingiamo a vivere la Passione di Nostro Signore, il più grande onore che potessimo avere. Questa nuova Chiesa svolge il ruolo di quel Prefetto sannita, molto propenso alla spada e alle vie di fatto, come tutti i sanniti, ma poco incline alla politica che al cospetto del Verbo chiese: “quid est veritas”. Rallegriamoci, non vi è nulla di più grande che testimoniare la Verità, resistendo in faccia ai Pilato di oggi.

  6. E’ con sgomento e angoscia che siamo costretti a constatare che manca davvero pochissimo all’abominio della desolazione. Una domanda per lei, dott. Gnocchi: che valore potranno avere le Messe seppur celebrate V.O. se chi le celebrerà avrà aderito in qualche modo alla neo chiesa anticristica? Come potrà il celebrante avere davvero l’intenzione di consacrare se non si sarà opposto alla “comunione”anticristica?

    1. Domanda più drammatica è: se le Messe N.O. tutto sommato sono ancora valide perché nonostante la forma contengono la loro essenza (Consacrazione e Comunione con specie transustanziata), qualora questo nocciolo venga de-formato come faranno tanti (penso la maggioranza) che non potranno accedere alle Messe V.O.? Certo, in caso di impossibilità non ne avranno colpa, ma resteranno senza Messa!
      Per quanto riguarda la domanda della Signora Annalisa, non sono un esperto ma credo non ci siano problemi: primo, perché non penso che l’eventuale “adesione alla neochiesa” comporterà un atto formale (non converrebbe neanche al suo inventore), ma comunque il prete che dovesse celebrare la Messa V.O. evidentemente non vi aderirebbe in coscienza (sarebbe un controsenso). Ma (secondo) anche qualora vi aderisse, l’esercizio dei sacramenti da parte sua non perderebbero la loro validità perché la sacra ordinazione ha un carattere permanente: lui personalmente potrebbe peccare nell’amministrarli (e forse anche commettere un sacrilegio), ma gli effetti resterebbero validi.
      [segue]

      1. Mi sembra che il seguente articolo:

        http://www.toscanaoggi.it/Rubriche/Risponde-il-teologo/Un-prete-spretato-puo-amministrare-i-sacramenti

        al di là del titolo che è riduttivo, spieghi bene la cosa: perfino un prete spretato, o sospeso “a divinis” conserverebbe il carattere della sacra ordinazione; quindi i sacramenti da lui celebrati sarebbero illegittimi ma non invalidi.
        C’è da notare infine che la sospensione “a divinis”, lo “spretamento”, ecc., e la conseguente illegittimità (ma non invalidità) degli atti del soggetto, sono sanzioni di carattere amministrativo riguardanti la disciplina della Chiesa, e sono comminati dalla Gerarchia.

        1. Infatti l’ordinazione sacerdotale è un sacramento e come tale è indissolubile: “Sacerdos in aeternos”….perfino i preti indegni che finiscono all’inferno, se pur dannati, rimangono sacerdoti per sempre e quindi la loro pena è ancora peggiore per aver tradito il loro mandato sacerdotale. Ciò nonostante, anche la Messa celebrata da un prete in stato di peccato mortale è valida ed anche i sacramenti da lui amministrati sono validi, poiché lui è solo un tramite con N.S.G.C. e poi i fedeli in buona fede non possono conoscere lo stato dell’anima del prete che hanno davanti. Anche il prete ridotto allo stato laicale può, in caso di emergenza, amministrare i sacramenti (ad esempio confessare un moribondo quando non ci fossero altri preti disponibili).

  7. Ci ritroveremo, come i primi cristiani perseguitati, nelle catacombe attorno a uno dei pochi sacerdoti rimasti a celebrare il Vero Sacrificio clandestinamente. Voglia Dio essere tra questi!!

    1. Sconcertato dalla imperversante pazzia demolitrice della fede cattolica, io sempre più di frequente sto cercando di seguire siti internet come questo, di cui prima di 2-3 anni fa mai mi ero interessato, per farmi un’idea su quanti condividano il mio sconcerto, su che cosa poter fare (oltre a pregare come Abramo per Sodoma), ecc.

      Mentre da una parte vedo diffondersi commenti di persone che prevedono persecuzioni e crescenti difficoltà pratiche per chi cercherà di continuare ad avere i validi sacramenti, sono sorpreso dal fatto che molti sembrano aspettarsi che la crisi durerà poco.

      IL Padreterno farà quello che Lui vuole e speriamo che per intercessione della B.V. e di tutti i santi e angeli voglia abbreviare i tempi della apostasia nella sua Chiesa:
      però per quello che umanamente si può dedurre, alla luce anche di crisi della Chiesa in passato, io suggerisco di considerare che noi che ora leggiamo e scriviamo qui potremmo tutti morire e le tenebre potrebbero continuare a regnare ANCORA PER GENERAZIONI sulla grandissima parte di quella che in precedenza era la Chiesa di Gesù.

  8. Anche io ho già il libro di Effedieffe, splendido. Mi permetto di dire, che R. Burke è già atterrato, dopo previo strategico decollo, in soggiorno obbligato, nelle Isole di Guam, a 12.000 km dal Vaticano, mandato da Papa Francesco I, per risolvere una difficile missione su un caso di pedofilia, visto che lui, grande esperto in diritto canonico, si è permesso di opporsi alla linea riformista, scrivendo una lettera a sua Santità, per chiedere delucidazioni su certi “dubia”, sfidarlo su presunti errori dottrinali, minacciarlo…Quest’isola fa parte dell’Arcipelago delle Marianne, scoperta da Magallanes, nel 1521. Sembra che li ci sia un tal Antony Apuron, che abusò di quattro adolescenti chierichetti, ed uno lo abbia denunciato: la missione per Burke è difficile, forse non sarà presente per il G7 a Taormina, quando Trump, o prima o dopo, incontrerà Papa Francesco. Burke è vicino a Bannon, la ” coscienza di Trump” .

    1. Come in tono scherzoso ho fatto notare in un altro blog, quei poveri diavoli di curiali vaticani non sono stai nemmeno capaci di scegliere un efficace (dal punto di vista del Diavolo) luogo di soggiorno obbligato.

      A Guam Burke è in pratica a casa sua: l’isola è degli USA, con tutti moderni servizi di comunicazione e voli frequenti per tornare comodamente a Roma o a Washington in meno di 24 ore.

      Se il Cardinal Burke volesse continuare a rendersi parte attiva nella correzione fraterna dei pervicaci e truffaldini attentati ai pilastri principali della Chiesa (Comandamenti, Ipsissima Verba Christi e presenza reale eucaristica di NSGC) per scongiurare il Papa Francesco di fermarsi prima di mostrasi eretico così platealmente che i pochi vescovi che ancora credono nella Reale Presenza e nelle immutabili verità evangeliche dogmatizzate dalla Chiesa non potrebbero più evitare formali disobbedienze agli errori papali, lo potrebbe fare anche da Guam.

  9. Ma se il Signore ha promesso: “Sarò con voi fino alla fine del mondo”, teniamo pur sempre in alto i cuori. Egli stesso è il motivo di ogni nostra speranza.

    1. E tenendo presente, cara signora, che la forza di questo regime è ” L’occhio del vertice della Piramide ti vede e ti fulmina ” – la tranquillità nostra è “Noi non siamo egizi – né di Vertice né di base. Non dipendiamo dal Museo Egizio di Torino, né dall’obelisco di Place de la Concorde, né dall’obelisco (fasullo) di Washington, né dall’obelisco (fasullo) di Buenos Aires. Noi non siamo gnostici, né orientali né atlantici: siamo Romani. Cives Romani sumus”

    2. Grazie Tonietta che ci ricorda le parole di NSGC, ma è così dura la realtà, che a volte prende lo sgomento, sopratutto vedendo che nessun prelato di un certo rango alza la voce e smaschera Bergoglio e i suoi giannizzeri. Speravamo in Burke , nella sua promessa di ammonire pubblicamente l’eretico biancovestito dopo l’Epifania, invece niente; il tiranno l’ha spedito all’altro capo del mondo e lui tace e acconsente. Mi sembra di essere uno dei pellegrini di Emmaus, con la differenza, però, che non capisco se questo tradimento di tutta la gerarchia (inclusi i cd conservatori vaticansecontisti) era previsto nelle Sacre Scritture o meno. Si levano solo voci dal basso clero, sporadiche e subito messe a tacere (vedi don Pusceddu, don Minutella, quell’altro sacerdote padovano di cui adesso mi sfugge il nome, ecc.) e poi..un assordante silenzio ! Mio dio vieni a salvarci / Signore, vieni presto in mio aiuto !

      1. Caro amico Catholicus, andavano ragionando di ciò che era successo e forse di cosa ne sarebbe scaturito (e possiamo immaginarne lo stato d’animo) i due discepoli di Emmaus, ma tutti presi dalla loro angoscia, non si erano accorti di Gesù che camminava al loro fianco. L’aveva promesso e l’avrebbe fatto, visibile in persona(per grazia straordinaria) e riconoscibile per fede in tutte le Ostie consacrate che ancora si custodiscono nei tabernacoli. Se capissimo appieno il Mistero e l”abbondanza di grazie che lì si nascondono!
        Ma siamo così piccoli…

  10. I luterani invitiamoli pure a pranzo come dice Evagrio il Pontico, .ma se non riconoscono la Presenza Reale e Fisica di Cristo nell’ Eucarestoa non possono riceverla degnamente.
    Oltretutto non basta “non essere in peccato mortale “, occorre sapere e pensare cioe riconoscere Chi si riceve per non commettere sacrilegio.
    S.Tommaso dice che l’atteggiamento più contrario alla ricezione della Comunione e ‘il non riconoscere la Presenza Reale di Cristo,.

    S.Teresa d’Avila nella Vita cap 32.6 dice :

    “Da questa visione (dell’Inferno…) mi venne una grandissima pena per la perdita di tante anime, specialmente di luterani, che per il Battesimo erano già membri della Chiesa e desideri grandemente di lavorare per la loro salute….pronta a sopportare mille morti pur di liberarne una sola da quei terribili supplizi.”

    “…ebbi notizia dei danni e delle stragi che i luterani (…gli Ugonotti ..a Nimes, Bearn, San Sever….) facevano in Francia e all’incremento che andava prendendo quella setta malaugurata “.
    (Cammino di perfezione cap 1).

    E S.Teresa di Gesù…

  11. Le stragi di cattolici compiute nel Sud della Francia inizialmente e poi ovunque dagli Ugonotti , quelle di 75.000 cattolici in Inghilterra , Scozia e Irlanda oltre a quelle di Oliver Cromwell il secolo successivo, le stragi di cattolici per diffondere la Riforma in Svezia e i martiri di Gorcun in Olanda che non rinunciare o a dire che l’Eucarestia era la Presenza Reale di Cristo…questa roba sarebbe “medicina per la Chiesa” prescritta dal dr.Lutero?

    La medicina contro la corruzione della Chiesa in quei secoli non era Lutero, ma il Servo di Dio Fra Girolamo Savonarola che pago’di persona col rogo il suo vero amore alla Chiesa
    (mentre Lutero passo’ la vita in orge e ubriachezze al punto che Bora si lamentava perché andava a letto anche con altre ex monache).
    Fra Girolamo Savonarola sarà la nostra medicina per i tempi futuri perché combatteva contro la corruzione della Chiesa senza alterarne la dottrina.
    Oggi la corruzione e e’nelle menti più che sotto l’ombelico come nel secolo XV..

  12. Papa Adriano VI , olandese, contemporaneo di Lutero , disse che i Papi potevano sbagliare anche in materia di fede (se non parlano ex cathedra, ma tanto da Paolo VI in poi i Papi post conciliari non parlano mai ex cathedra).
    E a proposito della corruzione nella Chiesa di Roma disse : “Da qui e’venuta la rovina ,ma solo da qui può venire la salvezza “.

    Mori presto, nel 1523, ma fu lui il vero ispiratore del Concilio di Trento.
    Cioè con quella frase voleva dire che noi cattolici non abbiamo bisogno di medicine esterne.
    Abbiamo già le nostre : fra Girolamo Savonarola e la grazia dello Spirito Santo.

    I luterani furono invitati al Concilio di Trento ,ma pretendevano che il Papa rinunciasse alla sua autorità perché volevano condurlo loro.

    Vediamo cosa succederà in futuro..

  13. Brava Tonietta, sappiamo che il più grande conforto viene dalla preghiera, e Cristo nostro Signore, di certo NON ci abbandona!
    Affidiamoci dunque a Gesù, perchè chi spera nel Signore,non resta deluso.
    Che grande cosa la Fede!

  14. Che Dio ci aiuti! Saranno prove dure eppure, più il moto si fa veloce, prima verrà la fine e la salvezza. Teniamoci stretti intorno alle guide che La Provvidenza ci da. Grazie!

  15. A proposito del progetto di cambiamento della Messa, per realizzare l’intercomunione con luterani ed anglicani, mi piace rispondere a Bergoglio con le parole della bella canzone “Il triangolo” di Renato Zero :
    – a proposito del fedelissimo cardinale da Bergoglio a capo della commissione cardinalizia di supporto alle sue c.d. “riforme” :
    “Lui chi è? (Marradiaga) Come mai l’hai portato con te? Il suo ruolo mi spieghi qual’è? Già è difficile farlo con te… (tradire NSGC) Mollalo!;”
    – e a proposito del nuovo rito della Messa, il “Novissimum Ordo Missae” :
    “Il triangolo no, non l’avevo consideratoooo (Cattolici, luterani, anglicani) D’accordo, ci proverò…”
    – e, infine, a proposito degli altri fedelissimi della Junta bergogliana :
    “Ehi, a loro! Dico loro… Chi sono ? (Kasper, Braz de Aviz, Carballo, Cocccopalmerio, ecc.)”

  16. In un articolo come questo (grazie sempre, Alessandro Gnocchi) vengono esposte verità ormai perfettamente evidenti, non più nascoste nemmeno da un velo di falso pudore. Sono verità gravissime, di vitale interesse per chi ha fede (e secondo me anche per chiunque altro, anche per un ateo che sia dotato di un cervello e di un cuore). Quale effetto avrà dire pubblicamente la verità che sta sotto il naso di tutti? Come sempre negli ultimi tempi, nessuno: come pungere con uno spillo un pachiderma in coma. E’ proprio vero: Riscossa Cristiana è forse l’unico spazio dove ancora si possono sentire le cose chiamate con il loro nome. A voi onore e grazie.

    1. Mah! Vede Signora, avrei voluto un po’ rasserenarla, ma non vorrei che la risposta possa essere scambiata per una polemica.
      E’ vero che per la validità del Sacramento ci deve essere l’intenzione del sacerdote di celebrarlo «secondo la “mens” di Gesù Cristo», ma noi non possiamo fare il processo alle intenzioni, altrimenti anche adesso basta assistere a tante Messe N.O. per avere un tale timore. Tutto sommato anche se tanti preti sono deviati preferisco credere che, “secondo loro” (ed è questo che importa riguardo all’intenzione, visto che l’intenzione è soggettiva), la celebrano correttamente.
      Ma poi scusi, lei teme per la Messa V.O. E chi è (o sarà) quel prete che, qualora giunga il momento in cui alla Messa N.O. venisse tolto quel residuo di sacralità che ancora la rende valida, addirittura dovesse decidere di celebrare la Messa V.O.? Se ciò accadrà, a mio parere, pur non opponendosi alla Gerarchia del “nuovo corso”, (“Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare” – don Abbondio docet) quel prete lo farà con le migliori intenzioni.
      http://www

  17. Lette le parole di tale Ghislain Lafont, vedo che ora anche chi dovrebbe essere “teologo” confonde (deliberatamente, è chiaro) il Sacramento della Comunione con una cenetta fra amici, ove non una sorta di pranzo d’affari per appianare qualche divergenza secondaria. “Comunione prima, discussione dopo” significa in buona sostanza degradare la Comunione a mezzo per andare (forse) un po’ più d’accordo. E con chi, poi? proprio con quelli che da 500 anni, se non sbaglio, non credono che il pane e il vino diventino davvero il corpo e il sangue di Cristo, e non risulta abbiano intenzione di ripensarci. Che per loro ci sia solo l’aspetto umano (la “cena”) è anche logico; ma che certi cattolici siano disposti a trattare in questo modo il corpo di Gesù e il Suo sacrificio, e che addirittura propongano essi stessi questa modalità di approccio, fa veramente scandalo. E comunque: ma non si rendono conto che partiranno per riconvertire i luterani, e torneranno (nella migliore delle ipotesi) più luterani di loro?

    1. “Comunione con tutti e a tutti” significa “La Chiesa è COSA NOSTRA — Noi abbiamo deciso di fare Circolo di conversazione e di Ricerca con tutti. Fuori i “fossili” che pensano che Dio sia un Ente Personale (Tripersonale) che ha fatto e fa l’impossibile per noi, perché noi siamo in pericolo. In pericolo di Morte”. E la Presenza di Dio nei Sacramenti? è Vecchiume – non ci serve per il nostro volo interstellare.
      Questo è l’opposto della Fede (Fede Sponsale della Chiesa a Cristo, Dio Incarnato). Questo è New Age: “the Aquarian Conspiration”, cioè il formare un cerchio magico per far nascere l’Era della Pace Assoluta, sotto il segno dell’Acquario.

      P.S. E noi perdiamo tempo con questa gente ?

  18. Cesaremaria Glori

    Ritengo necessario precisare alcuni concetti. Si sta facendo un po’ di confusione sulla Messa e sul culto delle chiese della Riforma Protestante. La chiesa luterana e quella anglicana riconoscono la presenza del Corpo e del sangue di N.S. Gesù Cristo, differenziandosi però dalla Chiesa cattolica sostenendo la Consustanziazione anziché la Transustanziazione. A respingere la presenza di Cristo nell’ Eucaristia sostenendo una semplice ricordanza e, quindi, negando la concretezza del ricordo del sacrificio cruento del Messia, il cui corpo e sangue non sono quindi presenti sono le Chiese svizzere di Zwingli, Anche Calvino ammette la presenza reale del corpo di Cristo ma lo fa in un maniera assai diplomatica da intermediario fra la posizione di Zwuingli e quella di Lutero. Per lui con le parole del canone della Messa viene data al credente la certezza che veramente nel pane e nel vino ci sono il corpo e il sangue del Messia sparso per la nostra salvezza. Parola e segno in Calvino sono un tutt’uno tanto da oscurare la ripetizione commemorativa del Sacrificio nella santa Messa e, di…

    1. Grazie della precisazione delle fedi delle diverse (sedicenti)chiese eretiche storiche sulla eventuale presenza di N.S.G.S. nelle specie eucaristiche.

      Vorrei far considerare in aggiunta il fatto che quanto sopra, per un cattolico, ha oramai solo un interesse storico/accademico.
      Infatti da oltre 400 anni (salvo i rarissimi casi di sacerdoti ancora viventi cattolici o di chiese scismatiche orientali apostati che poi sono diventati ministri di quelle comunità riformate) sono morti i sacerdoti apostati che seguirono Lutero, Zwingli, Calvino, ecc. nelle loro “chiese”: il pane e il vino (sempre che adoperino il vero vino … ad esempio alcuni usano succhi di frutta varia, e il vero pane) che usano nei loro riti rimango comunque solamente pane e vino (salvo miracoli che l’Altissimo voglia straordinariamente fare: però io non ho mai sentito di miracoli eucaristici avvenuti durante culti protestanti) dato che quei culti sono celebrati da semplici battezzati, senza alcuna ordinazione.

  19. Cesaremaria Glori

    conseguenza, vengono a mancare i benefici immediati che da quel rito si riversano sul mondo della Chiesa, sia per il mondo dei viventi che per la Chiesa purgante. Riterrei opportuno che il dott. Gnocchi impegnasse un suo intervento per spiegare le differenze sostanziali e i punti di separazione ancora troppo grandi fra Chiese riformate e Chiesa Cattolica, ammesso che una unica e ancora integra Chiesa Cattolica esista, affinché si abbia una idea precisa sui quel che ci divide e che non è poco come si vorrebbe con troppo affrettata superficialità far credere.

  20. A proposito di quanto dice il Signore. Gloria la differenza nella concezione dell’Eucarestia e ‘ tra segno e sacramento.
    Per i protestanti e’ solo segno =indica che da qualche parte esiste Gesù Cristo. A noi cercarLo. Non credono alla Presenza Reale nel pane consacrato,li’ed ora, ma in una presenza reale di Cristo che sara” da qualche parte … e di cui il pane consacrato e’solo segno, come è un segnale stradale . Cristo c’e’…cercalo…

    Per cattolici e ortodossi,copti ecc..e’ sacramento ovvero e ‘ segno e Presenza nello stesso tempo.
    E’li’ e ora , e’ come incontrare Cristo in Palestina 2000 anni fa dice il catechismo di S.Pio X.

    E’come se fuori da un negozio di orologi ci fosse un grosso orologio come insegna : e” un segno, indica che se uno vuole sapere l’ora deve andare li’ e comprare un orologio…ma se quell’orologio stesso funziona e segna l’ora esatta e’ segno e nello stesso tempo anche “orario presente” , non solo segno.

  21. Paolo VI in Mysterium Fidei specificata che la comunita cristiana era presenza reale di Cristo (“dove due o tre…”) , ma l’Eucarestia era presenza reale e Fisica di Cristo.
    Cioe’e’ lo stesso Cristo incontrabile per le strade della Palestina a 2000 anni fa.

  22. Per i protestanti l’Eucarestia e’solo un segno (ma non una Presenza), per cattolici ,ortodossi e copti e’ un segno efficace , cioè una Presenza, cioè un sacramento.

  23. La differenza tra segno e Sacramento e’ cruciale: se e’solo un segno che indica che Cristo esiste da quale parte , ognuno deve cercarseLo… ognuno può cercare Cristo come vuole e dire di averlo trovato qua e la’….soggettivismo puro…

    Se e’ Presente sacramentalmente con tutta realtà comunitaria che gli ruota attorno e’una Presenza oggettiva , non ce la si può inventare …il soggettivismo eliminato alla radice : accettare Cristo implica accettare l’oggettivita della sua Presenza umana .

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