“FUORI MODA” – la posta di Alessandro Gnocchi

I professionisti della Tradizione

Martedì 24 gennaio 2017

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Ho letto l’articolo con cui don Angelo Citati risponde dal sito della Fraternità Sacerdotale San Pio X alle mie recenti considerazioni sull’istituto di cui è divenuto da poco sacerdote (per leggere l’articolo clicca qui). Confesso che, se non fossi venuto a conoscenza dei retroscena riguardanti la pubblicazione dell’articolo, non avrei risposto. Non ve ne sarebbero state le condizioni perché la naturale simpatia che nutro per lo zelo di giovani virgulti come don Citati è inversamente proporzionale alla considerazione di cui dispongo per la loro produzione. Come si fa a non trovare simpatico un giovane sacerdote che, a nome della Fraternità San Pio X, arriva persino a perdonare volentieri la mia irruenza di incipiente sessantenne? “Perciò le perdoniamo volentieri questi ultimi articoli intempestivi”, mi dice così il giovane don Angelo Citati. Piccolino, ma chi cacchio credi essere, tu e i tuoi mandanti? Lo sai quanto me ne importa del perdono tuo e della FSSPX circa i miei articoli intempestivi? Guarda, lo passo a Paolo Deotto, che pubblica i miei scritti, caso mai ne senta il bisogno lui.

Raramente ho visto toccare vertici del ridicolo così alti e con simile facilità. Per riuscire a tanto Bergoglio, che è Bergoglio, si deve mettere il naso da clown e fare due capriole in piazza San Pietro, don Citati e chi per lui ci sono invece riusciti benissimo rimanendo seri. Non è un bel segno.

Adesso le solite anime belle si scandalizzeranno per il modo in cui tratto un sacerdote mostrando poco rispetto per la veste. Ma il sacerdote, se vuole tenere il suo sacerdozio al riparo da simili pericoli, dovrebbe avere la prudenza di non immischiarlo in pubbliche diatribe. Dal momento in cui lo fa, deve avere la virilità di togliersi la talare ed entrare nella mischia. Questo è il motivo per cui gli scritti di un religioso portano come firma solo il nome e il cognome senza il titolo dovuto alla consacrazione. Bisogna stare accorti, caro reverendo, e non mettere a repentaglio il “don” con questioni troppo spinose anche per il semplice Angelo Citati. Primo errore.

Ma torniamo al perdono concessomi “volentieri” a nome della FSSPX. Forse il povero don Citati non si rende conto della mostruosità che ha graziosamente enunciato: chi la pensa diversamente da lui e dalla Fraternità San Pio X ha bisogno di essere perdonato. Ma lei e la FSSPX, don Citati, chi cacchio credete di essere? La quarta persona della quaternità? Guardi che, come tutti gli uomini, anche io ho bisogno di essere perdonato solo se la penso diversamente da Nostro Signore: non se dissento da lei, da don Marco Nely, da monsignor Bernard Fellay e tanto meno da Bergoglio che vi attende a braccia aperte. Forse non se ne rende conto, ma lei ha trasformato in peccato una legittima differenza di opinione rispetto alla sua. Ne provo pena, e non ne sono per nulla felice, perché non si trova sulla soglia dell’attitudine totalitaria, ma c’è già dentro con tutti e due i piedi. Evidentemente, il morbo della misericordia bergogliana, checché ne dica nel suo articolo, ha già fatto il lavoro che doveva.

Ma, a beneficio dei lettori, torniamo all’inizio illustrando brevemente l’iter tribolato dell’articolo di don Citati: prima pubblicato sul sito della FSSPX, poi tolto dal sito della FSSPX perché aveva fatto imbufalire alcuni membri della FSSPX, e poi rimesso sul sito della FSSPX per esplicito imprimatur di don Marco Nely, proconsole di monsignor Fellay nel distretto italiano fino ad accordo ratificato. Dunque, pur redatta da un giovane virgulto così sprovveduto e neanche tanto simpatico, l’opinione di don Citati è quella della Fraternità. E, per questo, merita qualche puntualizzazione che, altrimenti, mi sarei risparmiato.

Per completezza di informazione, ritengo di non violare privacy alcuna, se dico che alle 16.47 di sabato 21 gennaio ho ricevuto una e-mail nella quale il succitato don Citati mi avvisava di aver pubblicato l’articolo in questione assicurandomi comunque tutta la sua stima, la totale assenza di intento polemico, eccetera eccetera. Secondo errore.

Non c’è atteggiamento capace di dare i conati al mio stomaco di vecchio professionista come quello di chi ti tira una sassata e poi ti avvisa. Il solito malcostume dell’attacco pubblico e delle scuse private. Quando si inizia una polemica, le persone perbene hanno una duplice possibilità: chiamano l’interessato prima di scrivere con l’intento di chiarirsi, oppure non dicono nulla, qualsiasi cosa possa avvenire in seguito. Chi scrive giustificandosi dopo aver lanciato il sasso lo fa per due possibili motivi: è scarsamente dotato di virilità e cerca di mettersi in qualche modo al riparo da eventuali reazioni, oppure è il solito furbetto del quartierino, in questo caso del distrettino, che pensa di averla fatta franca con un assegno postdatato sperando nessuno si accorga che è scoperto.

E adesso alcune considerazioni sull’articolo di don Citati, che rispecchia il pensiero ufficiale della Fraternità Sacerdotale San Pio X. Ma non prima di aver precisato che non ho nulla da rettificare nei passaggi del mio scritto precedente, così urticanti per tanti palati fini: non mi sono espresso male, non sono stato frainteso e non volevo dire altro. In un mondo dove tutti si affrettano a ritrattare anche l’opinione su un gol in fuorigioco, si apprezzi almeno questa franchezza.

Dunque, secondo don Citati e secondo la FSSPX, quello che si appresta ad andare in scena, non sarebbe un “accordo”, ma un riconoscimento canonico unilaterale senza controparte dottrinale. Ho spiegato più volte che è proprio questo “senza controparte dottrinale” a sancire definitivamente l’irrilevanza della dottrina con la complicità della FSSPX.

Ma non è questo il punto: ci stiamo prendendo per il sedere, don Citati? Terzo errore. Quando mai un atto “unilaterale” di simile portata viene compiuto senza l’accordo della parte destinataria del provvedimento? Bergoglio, spietato ed efficientissimo uomo di potere, e la macchina curiale plasmata a sua immagine e somiglianza rischierebbero di sentirsi dire da monsignor Fellay “Grazie preferisco di no, non ballo l’accordo col casquè” e di rimanere con le pive nel sacco? Tant’è vero che mai come di questi tempi le profane stanze di Santa Marta sono frequentate, in chiaro e in criptato, dai vertici e dagli emissari della FSSPX. Mi dica don Citati: lo hanno fatto per bere un fernandito in compagnia o per concordare le mosse prossime venture?

Veniamo poi all’elenco delle gentili dichiarazioni di monsignor Lefebvre su Roma redatto dal solerte don Citati in nome e per conto della FSSPX. Quarto errore. Come molti hanno già notato, il nostro baldo scrittore mostra di essere poco preparato o di avere una mente preoccupantemente selettiva per un giovane della sua età. Forse questo sacerdote conosce male la storia dell’istituto di cui fa parte perché, a proposito dei rapporti della Fraternità di monsignor Lefebvre con Roma, mostra decine di lacune e una vera e propria voragine. Eppure, per evitare figuracce, bastava consultare Wikipedia, che recita così: “Nonostante un’ammonizione formale (17 giugno), il 30 giugno 1988 Lefebvre ordinava quattro vescovi (uno in più di quanto aveva annunciato in precedenza) e compiva così un atto scismatico (a norma del canone 751 del  Codex iuris canonici), avendo egli apertamente rifiutato la sottomissione al Pontefice e la comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti. Di conseguenza sia Lefebvre, sia i vescovi da lui consacrati incorrevano ipso facto (cioè con lo stesso porre in essere l’atto) nella scomunica latae sententiae (“sentenza già data”, ovvero vi si incorre per lo stesso fatto di porre il gesto) il cui scioglimento è riservato alla Sede Apostolica”.

Non male come atto di ossequio alla Roma apostata e modernista. E si badi bene che non sono certo io a ritenerlo un atto da biasimare. Anzi, penso che sia una di quelle scelte che, nel corso della storia, hanno contribuito a salvare la Chiesa e di cui a monsignor Lefebvre sarà reso merito. Ma tutto questo don Citati non lo sa. O, se lo sa, mostra di aver fatto propria l’attitudine totalitaria di modificare il passato per deformare a proprio piacimento il presente e il futuro, così ben descritta da George Orwell nel suo 1984. Ciò mi induce a pensare che l’opera di reinterpretazione del pensiero del fondatore sia già in atto anche nella FSSPX e dunque urga la rieducazione degli eventuali dissidenti. Perché è evidente che il povero don Citati non è stato mandato a convincere me, visto che non me ne può fregare di meno di quanto dice, ma i suoi confratelli poco convinti della piega presa in questi ultimi tempi dall’istituto. Con quale risultato, lo vedremo.

Per concludere, una considerazione sull’equivalenza truffaldina con cui si fa coincidere la Tradizione con la FSSPX, alimentata con sempre maggior vigore dalla Fraternità stessa. Quinto errore. In questo caso serve una breve ma intensa lezione di giornalismo, che potrebbe servire al baldo don Citati se mai dovesse tornare a imbracciare la penna, ma da vecchio professionista gli consiglierei di no.

Il 10 gennaio 1987, Leonardo Sciascia, uno dei maggiori galantuomini tra gli intellettuali italiani del Novecento, scrisse per il Corriere della Sera un articolo che si intitolava “I professionisti dell’antimafia”. Andando in perfetta solitudine contro il malcostume di un potere politico fondato su veri e presunti meriti nella lotta alla mafia diceva: “Sicché se ne può concludere che l’antimafia è stata allora strumento di una fazione, internamente al fascismo, per il raggiungimento di un potere incontrastato e incontrastabile. E incontrastabile non perché assiomaticamente incontrastabile era il regime o non solo: ma perché talmente innegabile appariva la restituzione all’ordine pubblico che il dissenso, per qualsiasi ragione e sotto qualsiasi forma, poteva essere facilmente etichettato come ‘mafioso’. Morale che possiamo estrarre, per così dire, dalla favola (documentatissima) che Duggan ci racconta. E da tener presente: l’antimafia come strumento di potere. Che può benissimo accadere anche in un sistema democratico, retorica aiutando e spirito critico mancando. E ne abbiamo qualche sintomo, qualche avvisaglia. Prendiamo, per esempio, un sindaco che per sentimento o per calcolo cominci ad esibirsi in interviste televisive e scolastiche, in convegni, conferenze e cortei come antimafioso: anche se dedicherà tutto il suo tempo a queste esibizioni e non ne troverà mai per occuparsi dei problemi del paese o della città che amministra (che sono tanti, in ogni paese, in ogni città: dall’acqua che manca all’immondizia che abbonda), si può considerare come in una botte di ferro. Magari qualcuno, molto timidamente, oserà rimproverargli lo scarso impegno amministrativo: e dal di fuori. Ma dal di dentro, nel consiglio comunale e nel suo partito, chi mai oserà promuovere un voto di sfiducia, un’azione che lo metta in minoranza e ne provochi la sostituzione? Può darsi che, alla fine, qualcuno ci sia: ma correndo il rischio di essere marchiato come mafioso, e con lui tutti quelli che lo seguiranno”.

La FSSPX ormai vive, anzi sopravvive, grazie a un meccanismo simile. Si è autoidentificata con la Tradizione e, di conseguenza, chiunque la critichi viene bollato come eresiarca antitradizionale. È vero che tale identificazione è avvenuta anche per oggettivi meriti storici, ma ciò non toglie che l’equivalenza sia falsa e sia sempre stata falsa. Chi critica la FSSPX critica soltanto la FSSPX e non attacca la Tradizione o la Chiesa cattolica. Per questo non ci si deve scandalizzare se qualcuno dice che non gliene può fregare di meno di quale strada prenda questa singola istituzione. Anzi, il concetto andrebbe ribadito per togliere alla FSSPX un monopolio che si è arrogata indebitamente trasformandolo in puro strumento di potere.

Ora, presentandosi come depositari unici del marchio tradizionale, Fellay&C trovano in Bergoglio l’interlocutore perfetto per far fruttare una tale rendita. Omaggiano il sovrano, ne riconoscono la perfida signoria e lui concede un feudo persino ai bislacchi nostalgici della Messa in latino con la possibilità di farci quello che vogliono. Basta che gli garantiscano l’ordine, la disciplina e il riconoscimento della supremazia. Dal canto loro, i bislacchi nostalgici della Messa in latino spacceranno l’obiettivo raggiunto come la dimostrazione che la Chiesa sta finalmente guarendo, anzi è ormai guarita perché ha accolto anche loro. Quindi, basta mugugni perché il sovrano va lasciato in pace. Diranno che ci si può rilassare, che non è più necessario mettere le sentinelle a difesa della fede e, in pochi anni, finiranno a celebrare la messa nuova in sostituzione dei parroci in vacanza alle Maldive: meglio noi, spiegheranno con sussiego agli eventuali dubbiosi, piuttosto che le ministre straordinarie dell’Eucaristia.

Alcuni osservatori sostengono che, tempo tre mesi dall’accordo o riconoscimento unilaterale che dir si voglia, anche la FSSPX verrà commissariata, come è accaduto ad altri istituti. Ma si sbagliano, la FSSPX è già commissariata dal più inflessibile dei kommissari: il suo superiore generale, chiunque sia, se non si inverte la rotta.

Alessandro Gnocchi

Sia lodato Gesù Cristo

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Ringrazio l’amico Alessandro che, in fondo al primo capoverso, mi passa il perdono che gli è stato concesso. Il pensiero è cortese, però – e così chiudiamo il giro – prendo il perdono e lo rispedisco al perdonante; neanch’io ne sento il bisogno, avendo pubblicato articoli che esprimono legittime opinioni che, tra l’altro, condivido pienamente.

Paolo Deotto

83 commenti su ““FUORI MODA” – la posta di Alessandro Gnocchi”

  1. Tutto condivisibile; soprattutto le considerazioni finali dell’articolo che evidenzia il morale attuale, che non credo sia solo di Gnocchi.
    Se le cose stanno così, bye-bye ex-gloriosa e ora deludente FSSPX; fatemo a meno anche di voi… andate purecad alimentare il feroce e vorace bertogliosauro!

    1. Meglio pochi ma buoni, in compagnia di persone coraggiose e integerrime come il bravo Alessandro Gnocchi. Forse faremo la fine dei “quattro amici al bar” di quella vecchi canzone (che volevano cambiare il mondo), e certamente non saremo noi a cambiare il mondo, ma almeno nuttiamo la speranza, anzi la certezza, che Qualcuno lo cambierà, e non nel senso gradito a Bergoglio e soci (vecchi e nuovi). Quindi sursum corda !

  2. Gnocchi rinfaccia alla Fraternità di essersi identificata con la Tradizione e, al contempo, non vuol sentire parlare del Tradizione fuori della Fraternità (Schneider, Burke e gli altri). Se c’è una ragione al mondo per pensare, non dico: l’accordo, ma almeno la possibilità dell’accordo è proprio il fatto che dopo il SP la circonferenza della Tradizione ha iniziato a eccedere quella della FSSPX. Diceva Machiavelli che le repubbliche si fanno con gli amici (e in questo caso l’antimachiavellismo non è un argomento!).
    Ora il vecchio Giornalista dovrebbe fornire ai suoi vecchi e nuovi lettori le coordinate precise della sua Chiesa, del suo Monastro, della sua Grotta, della sua Montagnola, o almeno della spoglia radura dell’attesa senza opere (e alla lunga senza sacramenti) indicata nella sua precedente lettera “Fuori Moda”. Se non lo farà, sarà meglio non parlarne più.

    1. Egregio signor Sandri, non sapevo avesse scritto lei la “brevissima chiosa”, e non avevo certo intenzione di commentare perchè non ritenevo ne valesse la pena…ma ora che la ritrovo qui non posso esimermi dal dire che risulta un po’duro di comprendonio chi non ha ancora capito che la Chiesa del “vecchio Giornalista” è l’unica, santa Chiesa Cattolica di sempre… ma repetita iuvant e perciò forse ora lo avrà assimilato anche l’autore della “brevissima chiosa”…

        1. Egregio signor Sandri, certo non posso vantare una prosa come la sua, ma quanto ai contenuti forse avrebbe fatto meglio ad usare più puntini in luogo delle castronate che ha scritto (anche questa parola, non proprio elegante, fa parte della mia povera prosa, ma illustra bene i contenuti della sua)

      1. “la Chiesa del “vecchio Giornalista” è l’unica, santa Chiesa Cattolica di sempre”…. la stessa dove si dà a Bergoglio, riconosciuto Vicario di Cristo, del demolitore della Dottrina o, ancora più simpaticamente, del tizzone d’inferno? Forse in questa “chiesa” di cui parla c’è qualche problemino, lei non crede?

        1. Caro signor Alessandro, temo di doverle in qualche modo dar ragione: il “vecchio Giornalista” usa in questo caso un termine troppo generico e riduttivo. Forse sarebbe meglio usare il termine “falso profeta”, ma poichè il “vecchio Giornalista” è giustamente prudente, fino a che il “tizzone d’inferno” non verrà del tutto allo soperto, meglio limitarsi ad un termine più generico ed assolutamente comprovato.

          1. Gentile Annalisa, sull’utilizzo dei termini”falso profeta”posso essere d’accordo con lei, ma che mi dice di Ratzinger,Wojtyla,Luciani,Montini eRoncalli: tutti agnellini storditi dai lupi?Ha mai sentito parlare della Tesi di Cassiciacum?Ha mai preso in considerazione che la SedeApostolica possa purtroppo essere vacante almeno dalla promulgazione degli eretici documenti “conciliari”?Oppure le sta bene e crede sia possibile che Cristo possa essersi lasciato rappresentare allora dai soggetti summenzionati, dei cui pontificati Bergoglio è frutto, più che maturo,direi marcio e nauseabondo?SIg.ra Annalisa, non crede che prima ancora che Bergoglio,il problema nella Chiesa oggi e dopo PioXII abbia riguardato e tutt’ora riguardi in generale l’Autorità?Non pensa che la strategia del “riconosci & resisti” adottata dallaFSSPX,nel lungo periodo,avrebbe fisiologicamente portato agli sconquassi e alla confusione oggi imperante anche in quel contesto,solo in apparenza sano ma in realtà ormai vittima dei letali equivoci sui quali ha fino ad ora “prosperato”?Se le ponga queste domande…

          2. la tesi di cassiciacum???????? un’altra frottola …….ne abbiamo a sufficienza di frottole e sofismi

    2. La Tradizione non abbisogna di identificazioni personali, c’è già la SS.ma Trinità con le Sue tre Persone.

      Continuare a ragionare come se nella Chiesa vi fossero partiti e parlamenti con tanti di stemmi, voti e schieramenti è penoso.

      Ci dica piuttosto il Citati, o Lei Sandri o chiunque altro possa identificarsi con la Tradizione (magari Fellay) perchè
      la FSSPX non ha dichiarato nulla di nulla riguardo i Dubia? Lei ad esempio che cosa immagina? Che spiegazione darebbe?

      Io sono convinto che comportarsi da politicanti dell’ultima ora non aiuta, specie in un momento grave come quello presente e non è certo richiamandosi all’esempio di Mons. Lefebvre che si riesce a nascondersi dietro il dito.

      Le coordinate della chiesa di Gnocchi non interessano a nessuno (e a Gnocchi non fregano per primo), quà si tratta di restare cattolici oppure cedere al modernismo più becero travestondosi con pizzi e merletti.

    3. Di solito quando leggo gli articoli del professor Sandri, alle prime due frasi penso che sia un genio, poi cambio sempre idea perché non si capisce più niente. Qui invece si cambia idea subito alla prima riga. Ma chi l’ha detto Che Burke, Schneider e soci sono la Tradizione Cattolica? Lo dice lei professor Sandri? E con quale autorità? E poi quell’intimazione a non parlare se non si rispetta l’agenda dei suoi dubia? Come diceva il vechio Totò: “Ma mi faccia il piacere…”
      Elettra

      1. Il problema è che il professor Sandri ha bisogno di almeno due lenzuolate per cominciare ad abbozzare il suo pensiero e qui è stato costretto a comprimere tutto in poche righe. Ma serve anche lui perché, quando si è capito cosa voleva dire, si va subito dall’altra parte sicuri di non sbagliare.

  3. Ma dove andremo a finire?
    La mancanza di virilità di Don Citati è atta ad entrare meglio nella Santa Marta di Mons. Battista Ricca?
    Non per ischerzo: non è che per normalizzare la FSSPX il Vaticano omo-massone troverà subito anche tra gli Econiani un bello scandaletto a base di sodomismo? Dico sodomismo ma penso anche peggio: del resto basta il fango. I vari Fellay, Nelay, Duchalard e via francofonando dovrebbero sapere che scendendo nella palude qualche schizzo di fango può capitare. E a quel punto, chi erediterà la Chiesa di Pietro?

  4. Aggiungo che a pensarci bene i vari Fellay, Nelay, Duchalard sono un nuovo capitolo dell’attacco francigeno all’Italia. Da Bolloré a Fellay, da Xavier Niel a Nelay. La FSSPX italiana come Mediaset, Telecom, Generali.

  5. Caro Alessandro, spero che lei sia smentito da fatti venturi riguardo agli accordi non accordi e so che lo spera pure lei, anche se dice di fregarsene, perchè so che lei è un buon cattolico e come me sa che la FSSPX non è fatta solo di 1 vescovo e 2 aiutanti( delle cui decisioni si potrebbe pure non essere interessati), ma di tanti sacerdoti che da anni corrono a destra e a manca non per una poltrona, potere o gloria e nemmeno per soldi, ma per dare alle anime ciò che purtroppo troppi ministri di Dio non danno più. Pertanto a me importa la fine che faranno tali sacerdoti, perchè oggi, non è che se ne trovino molti di buoni in giro ed ogni sacerdote che vuole il bene delle anime e lavora per questo e per la gloria di Dio è un tesoro inestimabile che si spera di non perdere. Noi certo non possiamo fare altro che pregare e fare il nostro dovere, perchè il buon Dio ce li preservi e ce ne dia sempre, che siano essi della FSSPX o no. Siamo nelle mani del buon Dio e accadrà solo ciò che lui permetterà che accada. Certo non è una passeggiata, ma pazienza!

      1. Grazie Annarita, mi ha tolto le parole di bocca. In questa vicenda sono preoccupatissima per loro, i sacerdoti che non hanno dimenticato il sacerdozio come lo vuole Cristo e come Lefebvre non si stancava di raccomandare nelle sue omelie. Pensiamo alla loro sofferenza. Che Dio ce li preservi e ce ne lasci in circolazione almeno qualcuno, sennò la vita diventerà impossibile.

  6. Caro dott. Gnocchi,

    mi permetta di farle tanto di cappello (romano). Non tanto e non solo per le argomentazioni, quando soprattutto per la verve della Sua penna. Erano anni, anzi decenni, che non leggevo uno scritto dotato di tale sfoggio di attributi.

    La castrazione morale che rimproveriamo agli eunuchi dell’androceo romano ha finito per contagiare anche le schiere opposte, portandole a ritenere che la carità cristiana debba declinarsi secondo un formulario più consono alle Dame di San Vincenzo che a dei soldati di Cristo. Così abbiamo sentito replicare alle enormità più inaudite dei novatori con una puntigliosità da badesse, più che con il gladius ancipitis che si confà al Cristiano.

    E pur non potendo far mie le colorite espressioni che Ella, in quanto laico, può permettersi di usare; nondimeno mi godo con estremo piacere la santa collera di un Cattolico, di un uomo e di un professionista dinanzi alla petulanza saputella di un giovane levita mandato allo sbaraglio dai Superiori. [sequitur]

  7. [sequitur] sui quali – mi sia concesso – grava la responsabilità di aver dato briglia sciolta all’inesperienza dell’incauto levita, con un risultato a dir poco patetico.

    Inutile ripetere ad nauseam quanto da più parti si è detto a proposito della pax lefebvriana. Qui a Roma, fin nei corridoi delle Romane Congregazioni, sappiamo benissimo che la querelle porterà solo ad un ulteriore selezione nelle file della Tradizione. Di preti con gli attributi ce ne son rimasti pochi, e quei pochi parteggiano chiaramente per i refrattari. Di abatini in saturnio con velleità liturgiche, che si baloccano con turiboli e cappemagne in giro per le Basiliche romane ce ne sono già abbastanza: servono sacerdoti eruditi, di profonda spiritualità, animati di zelo apostolico, capaci di convertire i peccatori e di ammonire chi in Roma dà quotidiano scandalo. Nuovi Savonarola, insomma.

    http://opportuneimportune.blogspot.it/2017/01/non-voglio-cappelli-non-voglio-mitrie.html

  8. Quando ero ragazzino, nell’immediato dopoguerra, abitavo in una vecchia casa nella quale, nottetempo, si faceva sentire di tanto in tanto qualche topolino. Allora, per liberarcene, mio padre preparava la piccola trappola di legno che aveva acquistato e vi metteva un pezzettino di formaggio.
    Immancabilmente, la mattina successiva vi trovavamo l’indesiderato ospite morto.
    Ecco, da un po’ di tempo anche per la FSSPX è stata preparata una trappola : si aspetta solo che il topolino abbocchi all’esca e resti stecchito.
    Bravo, dott. Gnocchi. Sono perfettamente d’accordo con lei.

    1. Complimenti, caro Antonio, non avrei saputo descrivere più realisticamente la trappola che stanno preparando ai santi sacerdoti della FSSPX, con l’aiuto di collaborazionisti dello stampo di Fellay e di questo tal Citati. Non per niente hanno già sbattuto fuori mons. Williamson, e forse presto se ne andrà anche don Petrucci, checché ne dicano i normalisti dipingendo la sua cacciata come un normale avvicendamento. I resistenti dovranno prendere presto una decisione, e io spero tanto che confluiscano tutti nell’Unione Sacerdotale Mons. Léfèbvre di mons. Willimson. Alla larga dai traditori di Cristo, vecchi e nuovi !

    2. A proposito di trappole, è da fare quanto meno una piccola e semplice considerazione: sembra strano, anzi, contraddittorio che una Chiesa che allegramente e in pompa magna sta rinnegando la dottrina di sempre, incitata in quest’opera demolitrice dal trascinatore che ben conosciamo, una chiesa del genere, che commissaria i Frati dell’Immacolata e li disperde, noncurante delle loro numerosissime vocazioni, voglia con tanta benevolenza e amabilità accogliere nel suo seno la FSSPX assicurandole pace e prosperità. Pur confidando nella Provvidenza, bisogna pur sempre essere accorti e come esorta il Vangelo, davvero astuti come serpenti e puri come colombe.
      Cara FSSPX, il suicidio è un peccato mortale e non è bello finire nel circo- oltre tutto volontariamente- fra le fauci dei leoni.

  9. Non entro nel merito della disputa perché non ne ho la competenza. Mi piace moltissimo la schiettezza e la “faziosa” professione di fede del dott. Gnocchi che , al contrario di troppi, non si nasconde dietro cerchiobottistici distinguo. Mi pare che egli abbia spiegato in altre circostanze come la deriva modernista sia inarrestabile oltre che disastrosa. Complimenti per il coraggio non comune.

  10. Concordo pienamente. In questo momento così drammatico per la Chiesa, in cui c’è la deliberata, scientifica e metodica volontà di distruggere la Fede, accettare accordi significa venire a compromessi e non avere capacità di vero discernimento dei tempi che stiamo vivendo. Del resto devo dire che conoscendo di persona alcuni sacerdoti della fraternità, purtroppo, questo non mi sorprende affatto.

  11. luciano pranzetti

    Considerato lo stuolo dei sostenitori di Alessandro, sarebbe il caso che dichiari, a nome di tutti, che neanche noi sentiamo di dover essere perdonati. L’uscita di don Citati mi fa tanto ricordare la battuta di quel comico che, rivolto ala “spalla” gli diceva: “Entra tu, che a mme me vie’ da ride”. Bischerello! se l’è scelto proprio bene il tipo con cui polemizzare. E se questa è la prima fila dei “tradizionalisti – novatori” pensate un po’ che cosa siano le seconde, terze. . .

  12. Pur non essendo io destinataria del “perdono” elargito da don Citati a nome della FSSPX, (neanche riciclato) ma temendolo virtualmente (in quanto condivido in toto quanto ottimamente espresso da Alessandro Gnocchi in questo articolo e nel precedente) mi associo alla rispedizione del medesimo effettuata dal direttore Deotto.

  13. In relazione al commento del Sig. Andrea Sardi: siamo tutti nella Chiesa Cattolica con il papa Francesco anche se non condividiamo il suo modo di fare e spesso di dire. Pertanto la Chiesa è sempre quella ma se ci alimentiamo nel solco del Magistero Perenne siamo noi stessi Chiesa anche se i Pastori, persino il Papa, non dovessero seguire correttamente la Dottrina in nome della fantomatica pastorale. Pertanto il Dott. Gnocchi è nella Chiesa e se critica papa Bergoglio lo fa a ragione in nome del Magistero di sempre, della Sacra Scrittura e della Tradizione. Perché se papa Francesco dice qualcosa che contrasta con il Magistero sarebbe sempre papa ma noi non lo seguiamo in quell’errore che ha detto o fatto, a meno che dei cardinali gli oppongano una eresia formale e ne chiedano la decadenza dal Ministero Petrino… ma qui ci sarebbero molti altri problemi. Pertanto siamo nella Chiesa Cattolica sotto il pontificato di Francesco, ma tutti noi come fedeli abbiamo la libertà, ma anche il dovere di dire quando un papa sbaglia sempre che lo facciamo in base al Magistero di sempre.

    1. Ammesso che mai fosse stato cattolico, cosa molto improbabile, con le sue eresie conclamate, Bergoglio stesso si è posto fuori della Chiesa. La chiesa che egli capeggia è una contro chiesa. La situazione del povero pretino fa tanta pena. Mi spiace tanto per lui. Sono del medesimo parere del Dott. Gnocchi, e prego che il Signore lo mantenga sempre Fortes in fide.

    2. CHI ASCOLTA VOI ASCOLTA ME, dice Gesù Cristo. Chi parla da lupo ora, ci ricorda che “le mie pecore conoscono la MIA VOCE . Petrus ha dimenticato che il FEDELE DEVE giudicare se uno è o non è nella RELIGIONE di CRISTO dagli atti pubblici (non dico ex cathedra)? E qui quello che il fedele VEDE è CONTRO Cristo? Ha dimenticato SPaolo “chi vi PREDICA un altro Vangelo sia ANATEMA”? Mi dica Petrus lei preferisce l’uomo a Dio? “si deve ubbidire a Dio piuttosto che a uomini”, SPietro docet. E qui ubbidire a Dio significa scendere nell’arena e combattere CONTRO i falsi cristi o vice….E NON RICONOSCERLI per ciò che non sono.

  14. Per quanto riguarda gli argomenti mi trovo pienamente d’accordo con don Citati ed in totale disaccordo col dottor Gnocchi che, in merito all’episodio del 1988, invito a leggere l’omelia fatta da Monsignor Lefebvre in occasione della consacrazione dei quattro vescovi. Il tono e le espressioni usate dal dottor Gnocchi in quest’ultima risposta, poi, mi lasciano deluso ed amareggiato; non sono degni di un cattolico che ama Nostro Signore Gesù Cristo e vuole seguire il Suo esempio ed insegnamento. Ricordo che la FSSPX, a parte il riconoscimento ufficiale, fa ed ha sempre fatto parte pienamente della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, riconosce Bergoglio come Papa, riconosce la sua autorità e quella del Vaticano, come ha sempre fatto, salvo dissociarsi da tutti gli errori e non ubbidire ai comandi in contrasto con la Tradizione. Se fatto alle giuste condizioni, pertanto, un riconoscimento ufficiale della FSSPX da parte della Santa Sede, a mio parere, farebbe molto bene alla Chiesa e potrebbe essere uno strumento di Dio per ripararla. Non dimentichiamo che Dio non smette mai di occuparsene.

    1. Se ne ha sempre fatto parte, allora perchè non continua a farne parte se non si accorda con Bergoglio?

      Lasci stare le attestazioni riguardo la sequela di Cristo, che non è Lei che le rilascia e ci dica in cosa il suo parere è più cattolico (o anche solo più autorevole) rispetto a quello di Gnocchi.

      Su una cosa però ha ragione: riconoscere Bergoglio come papa è incoerente, ed è per questo che a via di rinviare
      il problema ora i nodi giungono al pettine e la Fraternità si divide.

      Questa scissione è un concreto passo avanti e rappresenta la vera novità positiva di tutta questa triste vicenda.

      Presto la questione dei Dubia arriverà a maturazione e Bergoglio (che cattolico non vuole essere) non potrà più essere definito cattolico neppure a voler tenere chiusi occhi naso e orecchi.

      1. Essere sedevacantisti o scismatici è un grave errore. Per stare nella Chiesa occorre turarsi il naso ed accettare che Bergoglio occupa il posto di Romano Pontefice e come tale va riconosciuto, finché Dio lo permetterà, per quanto deprecabile possa essere la sua condotta pastorale ed eretiche le sue idee. Toni ed espressioni non in linea col Vangelo, penso di saperle riconoscere. Naturalmente la Fraternità, anche senza alcun accordo, continuerebbe ad essere parte effettiva della Chiesa, ma, ripeto, un riconoscimento ufficiale, fatto alle dovute condizioni, che certamente Monsignor Fellay non trascurerà affatto, potrebbe portare solo un enorme beneficio. La Fraternità potrebbe uscirne rafforzata e potrebbe prendere corpo un solido processo di riparazione della Chiesa, di rinnovamento nella Tradizione, di purificazione. Di questo sono sicurissimo. La questione non è accordarsi con Bergoglio, che non è eterno e, come Papa, passerà, la questione è lavorare per la restaurazione della Chiesa, per la correzione degli errori del Concilio e del Postconcilio. Confido in Dio, Lui farà ordine.

        1. Ingegnere lo dica a Lefevbre che ha sbagliato dall’inizio…… lo sto iniziando a pensare anch’io, siamo in 2 a dirglielo semmai quindi. Fuoco fuochino, pian piano la verità si fa chiara. Manovra di ingabbiamento della tradizione, “ci penso io ai resistenti” disse il nemico e ci pensò…. ma Dio aveva altri paini.

        2. Essere sedevacantisti non significa niente, quando il papa manca i cattolici sono sedevantisti per forza no?
          Essere scismatici riguarda invece gli ortodossi o i protestanti che non riconoscono la potestà del papa, ergo sono due questioni del tutto inattinenti. Riguardo l’evangelicità dei toni la trovo fuori luogo.

          Per stare nella chiesa occorre essere fedeli a Cristo e non è certo con idee o affermazioni eretiche che si dimostra fedeltà a Cristo.Questo vale per tutti, compreso Bergoglio. Fuori della Chiesa ci finisce chi è eretico e chi lo segue, non certo chi denuncia e combatte l’eresia. La Fraternità non sarà affatto rafforzata, subirà invece una scissione e gli accordisti faranno la fine di qualunque altra ganga ecclesiale post conciliare, un’altra voce nel menù della pastorale ristorazione religiosa postconciliare.

          La Sua sicurezza su cosa la basa? E riguardo la fede in Dio, anche io confido in Lui e se la Fraternità ha fatto il suo tempo, non resteremo certo orfani di Cristo, vera sicurezza per ogni cattolico, con altre sicurezze campate per aria non si approda a…

  15. Applauso in piedi a Gnocchi, con sventolìo di drappi

    La Fraternità per come è stata fino ad oggi ha fatto il suo tempo. Cosa avverrà lo sa Domine Dio, ma è certo che dopo l’accordo la maggior parte dei fedeli non avrà più ragione alcuna per rivolgersi ai vari Citati e compagnia accordista, tanto vale rivolgersi alla parrocchia diocesana, ammesso che non si riesca a raggiungere un refrattario tra quelli che fuoriusciranno e si riorganizzeranno.

    Ritengo probabile infatti che dopo la ratificazione dell’accordo molti refrattari non cederanno e avverrà una nuova scissione nella Fraternità stessa.

    La nuova prelatura di Fellay (che non potrà mai essere quella Fraternità fondata da Lefebvre) resterà senza fedeli o quasi (quante saranno le anime belle???), ma in Italia avrà il sostenatamento del clero by 8 x 1000, in Germania andrà anche meglio e disporrà di assai più talleri. Inaugureremo una nuova burocrazia clericale con la divisa pizzi e merletti di cui non c’era davvero bisogno alcuno.

    Buon viaggio….

    Grande Gnocchi…. (ancora sono in piedi ad applaudire e sventolare…

    1. Si sbaglia se pensa che i fedeli laici che seguono la fraternità dopo l’accordo la abbandoneranno. Stanno troppo bene al calduccio sotto l’ala rassicurante della fraternità che li fa sentire a posto perché si sentono protetti da una comunità e possono partecipare alle Messe in latino. Secondo lei abbandoneranno tutto questo perché magari cambierà lo spirito e la sostanza che anima la fraternità? Ma già ora la gente si accontenta della forma esteriore ineccepibile e non guarda la sostanza che c’è sotto!

      1. Si figuri che bel calduccio in parrocchia….. ahahahahah e con esborsi monetari assai più
        lievi, dia tempo al tempo e vedrà.

  16. uno sguardo al cielo

    I sacerdoti che fanno il loro lavoro non si può mai dire che abbiano fatto il loro tempo e nella FSSPX ci sono molti sacerdoti che fanno il loro dovere. Mi pare la facciate troppo semplice, come se si potesse disporre di chi sa quali buoni sacerdoti tradizionalisti in giro per l’Italia. Come diceva qualcuno più sopra non sono le vesti con pizzi e i tricorni con pon pon o le mantelle all’ultimo grido tradizionalista a fare i tradizionalisti sono la coerenza di vita, l’umile lavoro fatto giornalmente senza chissà quale gloria mondana. Se qualcuno nella FSSPX ha preso un abbaglio non significa che tutti siano messi così, anzi. E poi non stiamo forse facendo la crociata di rosari chiesta da Mons. Fellay, dite che le preghiere non saranno ascoltate, che è inutile pregare?

  17. Mi pare che il signor Andrea Sandri, con la sua intimidazione a non parlare più, mostri che Alessandro Gnocchi ha proprio messo il dito nella piaga. Egregio signor Sandri, se lei è lo stesso Andrea Sandri del sito Vigiliae Alexandrinae, quello per intenderci dove non si capisce un acca a causa della troppa intelligenza dello scrittore, forse è meglio che continui a scrivere lì. Ma se si sente troppo solo venga pure tra noi, ma prima si pulisca il veleno che le cola dalla bocca. Aveva già fatto una pessima figura con lo sproloquio della settimana scorsa, si vede che non ne aveva abbastanza.
    Luciana

    1. Cara Luciana,
      è proprio quel Sandri che dice lei. Lo lasci pure sfogare, almeno su Riscossa Cristiana ha qualche lettore. Tanto che male fa?

    2. Signora Luciana,
      si presenti con nome e cognome e poi ne parliamo.
      Questo è esattamente il mio vantaggio su di lei.
      Non sono un vigliacco.

      P.s.: Non era regola della Redazione non pubblicare post insultanti? O il dottor Deotto ha sguinzagliato i molossi?

  18. Il Dottor Gnocchi è sempre puntuale e infinitamente bravo. Sono davvero rapito dal suo modo di scrivere e di argomentare, sempre piacevole, caustico ma con un’umiltà degna solo dei grandi uomini. Si avverte la tensione di un uomo sempre sulla linea di guerra, sempre pronto al suo compito, per amore e fedeltà a Cristo Gesù e alla sua Chiesa, di informare tutti noi, raminghi nelle terre selvagge del mondo tradizionale sempre più disgregato. Si avverte una profonda amarezza dalle sue parole, amarezza che proviamo anche noi tutti, o almeno credo.
    Ovvio è che la strategia bergogliana nei confronti della FSSPX sta andando a buon fine: ora anche l’ultimo ostacolo, quello più ostico, della Tradizione ha la via spianata.
    Grazie Dottor Gnocchi.

  19. I toni del reverendo Citati erano spocchiosi e oltremodo inopportuni, tuttavia quelli del dott. Gnocchi, a prescindere dal contenuto, restano oggettivamente inaccettabili. Si può dire tutto, con ironia, con sarcasmo, lanciando frecciatine, con adamantina schiettezza ma sempre con educazione, quella che è, purtroppo, mancata a Gnocchi e che rischia di farlo proverbialmente passare dalla parte del torto!

    1. Non direi, caro Alessandro, siamo in guerra, come va ripetendo lo stesso Beregoglio, ma la vera guerra quella di satana contro Cristo e la Sua Chiesa, della quale l’ultima battaglia è iniziata nel 1958 (cfr “The final devil’s battle” del Reverendo Paul Kramer); la guerra di satana ora è quasi completamente vinta dai modernisti traditori di Cristo. “A’ la guerre comme à la guerre”, dicono i francesi, il fine giustifica i mezzi, in questi casi. Il nemico deve essere battuto, costi quel che costi, troppo enormi sono i danni che sta recando al gregge di Cristo, e Gnocchi è un valoroso combattente : uniamoci a lui, invece di criticarlo. l’ Immacolata ha bisogno che i suoi “Cavalieri” escano allo scoperto negli ultimi tempi, e questi lo sono (cfr San Luigi Maria Grignon e Monofrt “Trattato della vera devozione a Maria SS.ma”).

    2. A Lei Alessandro Gnocchi risulta maleducato? per i miei gusti è stato educatissimo e molto caritatevole, perchè la migliore carità che si può riservare a qualunque clericalista di ogni tempo è quella della verità.

      Certo si puo dire la verità in tanti modi, Gnocchi ha scelto il suo che io trovo rispettoso e moderatissimo, se avessi dovuto rispondere io molto probabilmente scattava la querela, ma non per ineducazione o amaro zelo, bensì per ansia di carità.

      Io da ieri stò ancora applaudendo Gnocchi…… figuriamoci…

      …Mi torna in mende San Pier Damiani che dopo aver definito Papa Bendetto X asino, ignorante, diavolo travestito etc..
      lo scomunicò e lo fece deporre dal sinodo di Sutri…. lui si che fu “maleducato”…. tanto è vero che è Santo e Dottore della Chiesa

      1. “Papa Bendetto X”

        NON più Papa(o addirittura già Antipapa),sa com’è, fa la differenza poiché la PimaSede non è giudicabile e un Papa non può essere deposto a meno che non si sia constatato,secondo le regole dellaChiesa,che abbia già perso il Pontificato.In tal caso si procederebbe a liberare unaSede occupata ormai solo materialmente da colui che venne a suo tempo designato dal Conclave! Nell’elezione del Vicario di Cristo vi sono elementi materiali che consistono in atti umani: designazione da parte del Conclave e accettazione,secondo le intenzioni di Cristo,del designato; e un elemento formale(la consegna da parte di Cristo stesso delleChiavi a colui che,canonicamente eletto, accetta con l’intenzione di esserePapa secondo la Volontà diCristo,ossia per il Bene OGGETTIVO(non soggettivo)della Chiesa.Una volta che Cristo ha conferito pieni poteri all’eletto, costui,fintanto che li manterrà, è inamovibile perché UNO CON CRISTO! Il problema di Gnocchi e della FSSPX è che entrambi ostinano ad accettare un,secondo loro,legittimoPapa,SOLO A PAROLE:ciò non è possibile!

  20. Sono rimasta sorpresa dai toni usati dal Dottor Gnocchi che raramente perde la pazienza e usa sempre arguzia e bravura, poi mi son messa a leggere la lettera e i miei timori che da mesi mi tormentano, son diventati ancora più forti. La Fraternità sta cercando un accordo con Roma e lo avrà e la sola possibilità di sopravvivere, una volta dentro, sarà quello di fare la fine della fraternità san pietro … e sarà un guaio per tutti. Però è da un paio d’anni che sacerdoti all’interno della Fraternità San Pio X mostrano i loro timori per la palese intenzione di Mons. Fellay di trovare a tutti i costi un accordo che li giustifichi all’interno della Chiesa e per questo sono stati espulsi o tacitati.
    Non credo che Monsignore sarebbe d’accordo con questa linea di condotta del suo successore, benché tutti si affannino a citarne le parole.
    Grazie ad Alessandro Gnocchi per l’onestà intellettuale, la pazienza e la professionalità .

  21. http://www.exsurgatdeus.org/?s=lienart
    Gradirei che qualcuno mi chiarisse s e questo è contestabile o meno. Perché se vero le cose sono iniziate con Lefevbre-Lienart.
    Inoltre un’osservazione leggendo i bei litigi fraternità-don Ricossa-don Paladino-don Nitoglia -vaticanocattolico-osservatore cattolico…..ecc.(mentre la casa va a fuoco si guarda se la mia finestra è centrale o laterale?) ne derivo un’osservazione aggiuntiva alla sua, la FSSPIOX non è la tradizione, ma neppure lo è l’IMBC, Vaticano Cattolico ecc……. queste sono opinioni spacciate OGNUNA per UNICA verità onde attrarre adepti, questo NON è CATTOLICO in quanto la vera religione RIVELATA è UNA. O sbaglio?

  22. son in lerfetta sintonia con Catholicus, nel senso che è meglio perdere i vari fellaybegogliodipendenti. Ma allora per seguire Mons. Williamson si dovvrebbe, secondo me, incominciare a raccogliere i Sacerdoti espulsi dalla quasi defunta fsspx. Il più grave errore di Mons. Lefebvre è stato quello di nominare vescovo quell’individuo che risponde al nome di fellay.

    1. Grazie del suo “endorsement”, caro Mirco. Qualunque decisione prendano i cd “resistenti” della Fraternità (inlcuso il bravo don Petrucci) andrà bene, purché non si facciano abbindolare dalle sirene vaticane e dai loro collaboratori, come Fellay e Citati (come noterà, ad ogni ecclesiastico che si accorda con gli apostati del Vaticano non metto più alcun titolo di cariche religiose). Un caro saluto.

  23. Osservando i fatti, la successione apostolica di Lefebvre non è stata benedetta dal Cielo e condividendo gran parte il pensiero di Alessandro Gnocchi , questo pensiero( penso che sia una di quelle scelte che, nel corso della storia, hanno contribuito a salvare la Chiesa e di cui a monsignor Lefebvre sarà reso merito) è una contraddizione nel suo discorso perché i veri santi sono come padre Pio che lottano nella chiesa magari vengono pure scomunicati ma si guadano bene dall’ incorrervi con atti arbitrari di rottura come la scomunica latae sententiae per un atto contro la tradizione per fondare che successione? Caro Alessandro se la comunità finisce così per me è la degna fine di quell’atto, tutt’altro che benedetto dal cielo con questo non voglio togliere le molte ragioni di preoccupazione e i meriti che indiscutibilmente ha monsignor Lefebvre, ma quell’atto temerario del consacrare vescovi arbitrariamente se la comunità si dissolverà così come lei giustamente prevede, per me dice dopo neanche 30 anni(una generazione) che quell’ atto non è stato secondo fede e quindi non…

    1. concordo con lei, non è stato secondo fede ma secondo utilità, utilità di smantellamento TOTALE una cum il distruttore Paolo Vi

      1. Io penso che ormai la Chiesa la salva solo Cristo stesso ,come dice la Emmerich umanamente la chiesa è un’altra chiesa da quella che vuole Dio. Lefebvre intuì quasi tutti i pericoli in cui la chiesa stava per entrare,come gli sapeva Padre Pio che affermò a chi gli domandava cosa si aspettasse dopo il concilio:”tutte tenebre”.ma perseguitato restò in obbedienza nella chiesa. Lefebvre per me manco di fede che la chiesa fosse di Cristo e fece un’atto non dettato dalla fede scomunicandosi da solo nominando i vescovi.Si possono trovare tutte le giustificazioni possibili ma se la sede è vacante dal papa successivo papa Pio XII su che si basa la successione apostolica senza interruzioni e su cosa dobbiamo basare il sacerdozio dei preti ordinati dopo. La chiesa ha perso la fede e per me Lefebvre non ha salvato un bel niente come dimostra la successione a cui lui diede vita che adesso flerta con il vescovo vestito di bianco(Fatima) e verranno tempi e con questo sono d’accordo con Gnocchi in cui bisognerà conservare caro il seme per ripiantarlo dopo l’oscurità dei tempi che si…

  24. Se tutti i preti e vescovi conciliari non correggono il vescovo di Roma riguardo soprattutto all’incontro ecumenico prima coi valdesi e poi coi luterani dove oramai lutero é stato onorato e santificato;
    allora: se anche noi seguissimo bergoglio e la sua chiesa, dovremmo riconoscere che lutero aveva ragione quando disse:
    « Un semplice laico armato con le Scritture è più grande del più coraggioso Papa senza essa »..
    E con questo ,tutti i preti e vescovi conciliari si sono sistemati e suicidati da soli, perciò possono fare armi e bagagli ed andare finalmente a lavorare.

  25. Ho visto la risposta stizzita e inelegante di Andrea Sandri alla signora Annalisa B. Mi sembra la reazione di una vecchia zitella inacidita dal disinteresse generale per le sue doti, in questo caso intellettuali (?). Il problema del mondo tradizionale è che è affollato da queste vecchie zitelle che lo devirilizzano. Per forza poi Bergoglio ha buon gioco. Basta che faccia bau bau e la vecchia zitella, specialmente quando si presenta sotto spoglie maschili, corre subito a sottomettersi. Caro professore, non ho messo i puntini di sospensione. Apprezzi almeno i punti e le virgole, in tutto sono 11.
    Michele

  26. da il “senso della chiesa” e il “senso del soprannaturale” – di Giovanni Servodio[..]la considerazione che l’attuale non sia in realtà un vero papa cattolico non è cosa che nasce da una profonda riflessione teologica, ma vive nelle menti, nei cuori e nelle bocche di migliaia di fedeli cattolici che si sentono mossi a tanto proprio da quel “senso della Chiesa” che possiedono come veri cattolici.[..]il “senso del soprannaturale” non è tale solo se corrisponde alle aspettative dei capi della fraternità; esso è tale di per sé, fraternità o no, riconoscimento canonico o no, ed è tale da indurre il fedele a rivolgersi alla Divina Provvidenza perché accorci il più possibile questo tempo di tribolazione per la Chiesa Cattolica e per i suoi fedeli[..]e’ sicuramente molto più fruttuosa, quindi, la preghiera fatta dai fedeli, chierici e laici, che rimangono appartati e distanti dalla chiesa ufficiale – nella propria stanza -, di quella fatta dai fedeli, chierici e laici, che condividono le stanze vaticane e convivono e pregano in esse, credendo di trovarsi nel posto migliore e più gradito a Dio

  27. uno sguardo al cielo

    A ben guardare Davide si potrebbe dire che il buon Dio ultimamente non benedica più nessuno, perchè se non benedì l’azione di mons. Lefebvre, allora si può dire che non benedì nemmeno l’azione di quelli che si discostarono dal gesto di monsignore e aprirono l’Istituto Buon Pastore o La Fraternità sacerdotale S.Pietro o altri istituti tradizionalisti,, perchè non mi pare abbiano fatto chissà che per ristabilire la Verità nella Chiesa, anzi hanno accettato la messa nuova, il che è come dire abbiano accettato che le anime si possano tranquillamente avvelenare. Vuol vedere che dopo tanti decenni di lotta per la tradizione dobbiamo scoprire che il modernismo è ciò che piace al buon Dio, visto che ha proliferato in tutto il mondo?
    Vede, a volte il buon Dio lascia lavorare i cattivi che paiono aver successo mica perchè ne apprezza il lavoro e a volte pare abbandonare i buoni, mica perchè non benedice le loro opere, ma perchè ai buoni a volte chiede di portare la croce per la salvezza delle anime. Si ha da tribolare caro Davide e chi tribola per la gloria di Dio è certamente benedetto.

  28. Nel suo articolo, Angelo Citati dice che il linguaggio di Alessandro Gnocchi ricorda “quello dei sedevacantisti” e ha poi esplicitato la sua posizione a questo riguardo (secondo lui Francesco è davvero successore di Pietro). Avrei tanto desiderato che Alessandro Gnocchi rispondesse su quel punto. Quando il sacerdote durante la Messa dice “in unione con il nostro papa Francesco” cosa dobbiamo pensare? Personalmente ho molti, pesanti, confusi interrogativi su questo punto.

  29. L’albero si giudica dai frutti. L’aver prestato credito a Bergoglio è un frutto marcio, ma il discorso sulla mafia e il fascismo è fuori posto.

  30. Personalmente ho qualcosa in comune con Fonzie di Happy Days: lui non riusciva a dire “ho sbagliato”, io non riesco a chiamare “papa” Omissis.

  31. Intanto il Gran Maestro dell’Ordine di Malta si è dimesso a seguito delle pressanti richieste di Bergoglio il quale, con fare padronale, ha ficcato il naso negli affari di un Ordine Sovrano. Continua la politica di stampo sovietico di “Che” Bergoglio, una politica repressiva, totalitaria e terrorista, degna dei regimi argentini. Tutto in nome della misericordia, ovviamente, così come le folli politiche dei nostri governi vengono fatte in nome della democrazia. Una vera e propria ‘misericordia democratica’!
    Aveva ragione il dottor Gnocchi: ‘alla misericordia non si sfugge’! Pensate cosa accadrà alla FSSPX quando rientrerà in seno alla Chiesa di Bergoglio: un’Istruttoria per ognuno di loro!

  32. Mentre ringrazio i molti lettori che con i loro commenti partecipano a una comune discussione, utile per tutti, devo notare con rammarico che il prof. Andrea Sandri ha utilizzato più volte lo spazio dei commenti non per portare argomentazioni e/o chiarimenti, bensì solo per rispondere in modo stizzito ad altri commentatori. Tra l’altro, ha pensato bene di citare anche il sottoscritto, chiedendosi se io abbia “sguinzagliato i molossi” (vedi commento delle ore 17.34 – un concetto per me troppo profondo. Direi abissale. Cosa poi voglia dire, non lo so).
    Poichè i commenti non servono per gli sfoghi personali e comunque vengono pubblicati a giudizio insindacabile del sottoscritto direttore, non verranno più pubblicati ulteriori commenti a firma Andrea Sandri.
    Paolo Deotto – direttore

  33. Povero Mons Lefebvre, ha fatto di tutto per salvare la Chiesa Cattolica dai modernisti super eretici, ha avuto dagli stessi eretici la scomunica, il che dimostra che Egli è rimasto Cattolico. Cosa combinano i Suoi eredi vanno a braccetto con il CEO di Santa Marta, che di tutti quelli chr hanno usurpato il Trono di San Pietro dopo Pio X, è il più grande incantatore di serpenti. Riescono a Sospendere a Divinis anche i preti modernisti che si rifiutano di dare la comunione e divorziati risposati civilmente. SOPPORTARE CON TROPPA PAZIENZA LE INGIURIE FATTE A DIO È COSA EMPIA. SAN TOMMASO D’AQUINO

  34. Grazie Alessandro,
    questo suo parlar chiaro (si-si, no-no), apparentemente duro, per nulla politichese e indisponibile al compromesso, è autentico parlare cristiano.
    Non c’è bisogno di avere il marchio/etichetta di cattolicità ufficialmente approvato. La via da seguire è ben chiara, per chi chiara la vuole vedere. Certamente è in salita ed è molto disagevole.
    A noi la volontà e la fatica per seguirla. Contando sul solo aiuto di Chi Solo ci puo’ aiutare.

  35. Come cattolico fondamentalista / integralista / oltranzista / massimalista non posso che concordare con il bravissimo Alessandro Gnocchi, non solo sotto il profilo del contenuto ma anche sotto quello della forma (che più icastica non si può ! ). Al tempo stesso, tuttavia, sono angosciato nel dover constatare che se anche la FSSPX si rende complice del diabolico “Papostata” (ogni riferimento al suo mandante NON è puramente casuale) e della sua infame corte di lecchini e porgitori di terga, a noi poveri “sorpassati” non rimangono più alternative se non quello che per il momento è solo un sogno: lo scisma. Ma da dove spunterà un altro Lefebvre? Possiamo illuderci sulla pazienza, costanza e perseveranza dei 4+2 dei “dubia” ?

  36. Si compie la profezia della Chiesa con due Papi e della confusione dottrinale. La domanda più urgente che nella Fraternità dovrebbero porsi è quale Papa sia veramente quello da pronunciare nell’una cum, quello che si è ritirato in contemplazione restando emerito o quello che si fa vedere (in tutti i sensi) ma che vorrebbe apparire solo vescovo per non rispondere a nessuno. E ora la FSSPX, che ha fatto della difesa della dottrina Cattolica la sua ragion d’essere, nei colloqui per il riconoscimento canonico ha di fronte l’abominio della desolazione di una Chiesa con due Papi che per primi hanno fatto della novità la loro ragion d’essere. Il Papa teologo Ratzinger che ritirandosi ha dato l’input per la nouvelle teologie del Papa pragmatico Bergoglio che, accettando di essere eletto, ha scardinato le fondamenta già nella forma, a partire dal famoso “buonasera” della sua prima uscita. Il primo dunque apparentemente conservatore ha determinato con il suo ritiro la più grande innovazione, che però non è contemplata (suo malgrado) nella Rivelazione di NSGC. Il secondo invece…

  37. apparentemente rivoluzionario cerca invece pedissequamente di essere portavoce di chi ha sempre combattuto la Chiesa di Cristo (da Lutero a Scalfari). Vorrei chiedere al superiore della Fraternità se pensa sia opportuno, proprio in questo momento di confusione, di intrattenere colloqui e con quali rappresentanti della Chiesa che ha gia’ tanti problemi da risolvere al suo interno prima di pensare alla FSSPX.

  38. Caro Gnocchi, le seguo del mio buon ritiro dopo una vita passata tra guerra i chiese. Molte veci ho io incluso pensato dopo di Paolo VI in una chiesa del anticristo. Lo che passa è che dopo quarenta anni, non so si questo anticristo è una institucione que se dice chiesa ossia non lo è e si presenta sotto le figure di molti anticristi ossia i papi o egli è lo stesso Francisco come resultato finale de un proceso iniziato con el Concilio. Me piaceria conocere lo que pensa lei e gli amici qui. Attentamente, Xavier.

  39. Articolo illuminante
    1. sulla deriva settaria in atto da lungo tempo nella FSSPX, in cui confonde Dio con sacerdoti, catechisti laici e guru vari.
    2. Sulla deriva scismatica e protestante di chi, come Gallicani e Vecchi Cattolici, si separa dalla Chiesa per poi dividersi all’infinito in migliaia di conventicole.
    Ma la Chiesa di Bergoglio non è la Chiesa di cristo (come dicono i protestanti ancor oggi). Bene, allora dov’è? Chi ne è il Papa? Anche qui la risposta rischia di coincidere con quella protestante: Chiesa è dove si adora Dio in Verità. E il cerchio è chiuso.

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