Gnocchi e Palmaro, “Gospa Nostra” e l’obbedienza a intermittenza alla Chiesa di Padre Livio Fanzaga – di Don Ariel S. Levi di Gualdo

di Don Ariel S. Levi di Gualdo

 

lgrmCaro Confratello.

non entro nel merito della decisione che hai adottato verso i professori Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, da te definiti non in armonia con la linea editoriale di Radio Maria di cui sei direttore [qui, qui, qui].

I due studiosi sono stati dichiarati non graditi poiché “rei” di avere commentato in maniera molto devota e garbata discorsi e atteggiamenti rigorosamente informali del Sommo Pontefice che nulla hanno a che fare col sacro deposito della fede e con l’infallibile magistero petrino che come sappiamo — benché molti lo ignorino — è legato all’annuncio delle verità di fede e ad alcuni precisi atti solenni del supremo magistero, non certo alle interviste a La Repubblica o a La Civiltà Cattolica.

Purtroppo però, la Chiesa di oggi, vive un dramma sconvolgente: dopo avere distrutta l’autorità fondata sulla rivelazione, il deposito della fede, il ministero petrino, la dogmatica sacramentaria e il diritto canonico, al suo posto si sono andati sostituendo a mano a mano gli autoritarismi più arbitrarî, ove assumono rango di legge indiscutibile gli umori e i capricci di molti ecclesiastici, autoritari nella misura in cui sono privi di evangelica e di pastorale autorevolezza.

Essendo direttore editoriale di una collana teologica capisco ciò che ha mosso il tuo agire verso i due dottori in questione. Posso infatti affermare che se Vito Mancuso mi presentasse la bozza di uno dei suoi libelli con distillate all’interno tutte le principali eresie dei primi otto secoli di vita della Chiesa; o se l’associazione “Don Andrea Gallo santo subito” mi presentasse un libro nel quale spiega come questo “prete di base” e di “rottura” fumasse provocatoriamente spinelli in pubblico o come più volte abbia dichiarato di avere accompagnato prostitute al consultorio per abortire, manifestando in ciò l’apoteosi della più perfetta “carità cristiana”, mentre in realtà incorreva ipso facto in scomunica latae sententiae, col suo pio vescovo che fingeva però di non accorgersene … ebbene rifiuterei la proposta di pubblicazione rispondendo con estremo garbo che quella da me diretta è una collana teologia a servizio della sana e ortodossa dottrina cattolica e che testi del genere non sono in armonia con la nostra linea editoriale.

Comunque non ci sarebbero problemi né per l’uno né per l’altro autore, i cui libri sono da sempre esposti e venduti nelle librerie della Società San Paolo, che non è propriamente la laica catena della Società Feltrinelli, bensì una catena di librerie facenti capo a una congregazione religiosa, la Pia Società San Paolo, che oggi come oggi, di pio …

Ciò che mi preoccupa e sotto certi aspetti m’inquieta è la tua devota obbedienza a intermittenza alla Chiesa e al Papato [qui]. Mi spiego senza possibile pena di fraintendimento: non solo la Chiesa non ha mai riconosciuto il fenomeno delle apparizioni mariane di Medjugorie, tutt’altro! Esistono esortazioni e decreti della Conferenza Episcopale della ex Jugoslavia approvati dalla Congregazione per la Dottrina della Fede [qui] che proibiscono i pellegrinaggi presso quel sedicente santuario — che tra l’altro santuario non è — e che proibiscono ai sacerdoti secolari e regolari che credano alla autenticità di tali apparizioni e messaggi logorroico-banali-apocalittici, di celebrare la Santa Messa e di amministrare le confessioni presso la Chiesa Parrocchiale San Giacomo di Medjugorie [qui, traduzione italiana qui]. Tutto ciò che avviene nella Parrocchia di Medjugorie si celebra dunque in aperta disubbidienza al Vescovo della Diocesi, ai Vescovi della Conferenza Episcopale di quel Paese e alla Santa Sede, che equivale a dire: agire in tutto e per tutto fuori dalla comunione della Chiesa.

Orbene, essendo tu una delle più efficaci casse di risonanza di quel fenomeno ribattezzato da diversi fedeli cattolici come “Associazione Gospa Nostra” [qui], legato a fenomenologie pseudo mistiche attorno alle quali circolano non ultimo anche cifre esorbitanti di denaro, non pensi che, in tua qualità di devoto sacerdote, pronto all’occorrenza a prendere come verbum Dei persino una intervista di discutibile opportunità rilasciata dal Santo Padre a Eugenio Scalfari e per questo rispettosamente contestata dai dottori Gnocchi e Palmaro, con altrettanta coerenza dovresti prendere le pubbliche distanze dall’ambiguo e pericoloso equivoco medjugoriano e da tutti i fanatici e nocivi Paolo Brosio che lo corollano e lo diffondono nel peggiore dei modi? Se la soprannaturalità della presunta Gospa e dei suoi sedicenti veggenti fosse sconfessata dall’autorità ecclesiastica — che a ciò sta creando con graduale lentezza tutte le premesse — tu ubbidirai e chiuderai “Radio Gospa International”? Perché la luce dell’obbedienza è legata strettamente a quella verità che ci farà liberi [cf. Gv. 8, 32] e che come tale non si accende a intervallo come le luci dell’albero di Natale. Brilla sempre e illumina le nostre vite di sacerdoti a servizio della Chiesa di Cristo e delle verità di fede da essa annunciate al mondo e a tutti gli uomini di buona volontà.

Temo che tu abbia tentato — Dio non voglia per piaggeria mediatica — di individuare una pagliuzza negli occhi di Gnocchi e Palmaro, mentre dalla tua emittente radio seguiti a giocare con le travi diffondendo un fenomeno non riconosciuto che è oggetto di turbamento e di divisioni all’interno della Chiesa, oltre che di profondo imbarazzo e preoccupazione per l’autorità ecclesiastica [qui]. Motivo per il quale, volendo, potresti essere tu “dichiarato non in linea” e reso semmai anche oggetto di sanzioni canoniche, per questo tuo reiterato e indomito agire. Ma come ti dicevo poc’anzi, nella Chiesa alla deriva del post concilio dei teologi egomenici e dei clericali che hanno distrutto il Concilio Vaticano II celebrato dai Padri della Chiesa, all’autorità si è sostituito l’arbitrio umorale e fuorilegge dell’autoritarismo, ed a questa manovra tu corri il rischio di partecipare attivamente, persino in nome di una equivoca devozione a una Gospa tutta quanta da chiarire …

Ti saluto con profonda devozione sacerdotale e prego che la autentica Beata Vergine Maria Madre di Dio ti illumini nel tuo cammino.

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da don arl

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(TRADUZIONE ITALIANA)

Nunziatura Apostolica

Stati Uniti d’America

21 Ottobre 2013

Reverendo Monsignor Jenkins.

Scrivo come richiesto da Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Gerhard Ludwig Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il quale chiede che i vescovi degli Stati Uniti siano avvisati, ancora una volta, della seguente (cf. mia lettera del 27 febbraio 2013, dello stesso numero di protocollo). Così, Sua Eccellenza desidera informare i vescovi che uno dei cosiddetti veggenti di Medjugorje, il signor Ivan Dragicevic, ha programmato di compiere visite in alcune parrocchie in giro per la nazione, durante le quali presenterà il fenomeno Medjugorje. E’ stato anticipato, inoltre, che il signor Dragicevic riceverà apparizioni durante queste visite programmate.

Come è ben consapevole, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha in atto un processo di investigazione circa gli aspetti dottrinali e disciplinari del fenomeno Medjugorje. Per questa ragione, la Congregazione ha affermato che, a riguardo della credibilità delle “apparizioni” in questione, tutti dovrebbero accettare la dichiarazione, datata 10 Aprile 1991, dai Vescovi della ex Repubblica di Jugoslavia, che asserisce: “Sulla base delle ricerche compiute, non è possibile affermare che si tratti di apparizioni o rivelazioni sovrannaturali”. Ne segue, pertanto, che il clero e i fedeli non hanno il permesso di partecipare ad incontri, conferenze o pubbliche celebrazioni nelle quali la credibilità di tali “apparizioni” venisse considerata come garantita.

Con l’intento, pertanto, di evitare scandalo e confusione, l’Arcivescovo Müller chiede che i Vescovi siano informati sull’argomento il prima possibile.

Prendo questa opportunità per presentarvi i miei sentimenti di profonda stima, e disposizione.

Sinceramente Suo in Cristo,

+ Carlo Maria Viganò

Nunzio Apostolico

29 commenti su “Gnocchi e Palmaro, “Gospa Nostra” e l’obbedienza a intermittenza alla Chiesa di Padre Livio Fanzaga – di Don Ariel S. Levi di Gualdo”

  1. … sono stato a Medjugorje, ho visto con i miei occhi e con il mio cuore la Verità. La mia vita è radicalmente cambiata, prima di allora nessun sacerdote, nessuna parrocchia, nessun discorso morale ed intellettuale di teologo o esperto in materia era riuscito a creare in me quella condizione per avviare una conversione del cuore come quella avvenuta a Medjugorje. Oggi opero come posso, con quel cuore avviato verso una conversione totale all’Amore di Dio, nella mia parrocchia e sono in tanti che mi chiedono come si avvenuto… Io non rispondo, prego e affido, poi vengo a sapere tempo dopo che anche quelli che mi chiedevano quelle informazioni sono stati a Medjugorje e vedo nel loro sorriso una familiar espressione che sa di pace e gioia… ma la cosa più bella è la loro preghiera che non è più la stessa. Giustamente Papa Giovanni Paolo II definiva Medjugorje “centro della cristianità e il confessionale del mondo!” Chi è stato ha vissuto ciò che non posso descrivere perché va solo sperimentato. Ah quanto vorrei raccontarVi le miei esperienze… vi rimando alle numerose e profonde testimonianze delle comunità dei giovani di suor Elvira… non aggiungo altro anche se tanto vorrei raccontarvi, credetemi è meglio ritornare come bambini, con il oro cuore, e… ringraziare Padre Livio per il suo operato… Grazie Livio! E grazie a voi per l’attenzione.
    Pace e gioia…

  2. Sì però un attimo, Don Ariel. Sono un sostenitore di Radio Maria, non di “Radio Gospa International” e non sono un medjugoriano. Rispedisco quindi al mittente questo eccentrico appellativo di “Radio Gospa International”. Per favore adesso non facciamo passare il messaggio che Radio Maria, assieme a tutti i suoi ascoltatori e sostenitori, sia una specie di setta eretica. Incidentalmente, le posso peraltro dire (ma credo che lei lo sappia già) che ci sono apparizioni, come Ghiaie di Bonate, dove davvero, per quanto la Chiesa si sia pronunciata con un “non consta” è davvero difficile pensare che la Madonna non sia realmente apparsa alla veggente. E ci sono fior di insigni Mariologi, fedelissimi all’ortodossia cattolica più di tutti i Sacerdoti che ho conosciuto in vita mia messi insieme, che hanno studiato Ghiaia di Bonate e ne hanno tratto, per il tramite delle loro trasmissioni ed i loro scritti sull’argomento, insegnamenti edificanti per tutto il popolo cattolico. Idem dicasi per le apparizioni della Madonna della Rivelazione a Roma. Credo che la Chiesa non le abbia (ancora) riconosciute, ma a rigor di stretto buon senso è estremamente difficile dire che qualcosa di soprannaturale non sia accaduto a Roma in quel frangente. Ma non è questo il punto, lasciamo perdere Medjugorie e tutto il resto.. Io non so se Lei abbia mai avuto occasione di ascoltare Radio Maria, caro Don Ariel, ma le dico che essa è un patrimonio per la cattolicità, con le sue belle trasmissioni (forse ultimamente un pò impoverite, posso riconoscerlo..) con le sue Preghiere, con il conforto e la compagnia in Cristo che essa dà a tante persone, con la semplicità, dedizione e bravura di tutti i suoi conduttori, alcuni dei quali (per quello che vale il mio modestissimo parere) davvero di altissima statura. Quindi Don Ariel, nessuna “Radio Gospa International”. Radio Maria è davvero una Grazia e non è temerario pensare che la Madonna davvero abbia voluto quest’opera, pur con tutti i limiti delle persone (in primis il sottoscritto suo sostenitore). Glielo assicura un “non-fanatico” di Medjugorie.

    1. Momento. Su Medjugorie il giudizio non può che essere ancora sospeso, e forse esagera qui Don Ariel, ma anche a me da subito era sembrato stonato il fatto che P.Livio, che pure stimo, fosse così risoluto a scaricare G&P mentre ignora la prudenza sul non dare per vera (e, nel caso di Radio Maria, per assolutamente basilare) una apparizione continuata che l’autorità ecclesiastica vieta ai preti di dare per assodata e di sostenere con pellegrinaggi e celebrazioni.
      Quindi siamo su di un terreno minato.

      Ma sulle Ghiaie di Bonate!
      Sulle Ghiaie di Bonate ormai il giudizio è un no!
      Non è una apparizione autentica, punto!
      E due volte si è pronunciato il Sant’Uffizio.
      Quante volte ancora si può fare il gioco del sordo per sperare che la Chiesa cambi giudizio?
      Oh, certo, la “veggente” avrà avuto le migliori intenzioni, una certa capacità di scrivere e di dire cose edificanti, persino capaci di ispirare. Ma questo non può essere confuso con un autentico evento soprannaturale.
      Basta leggere cosa scrisse sull’origine dell’uomo e le scimmie, per capire, penosamente, come la prospettiva della donna fosse pateticamente ristretta.

      1. Dal sito ghiaie.org: “Le apparizioni della Santa Famiglia ed i messaggi della Madonna a Ghiaie di Bonate (BG) – Italia, avvenute nel maggio del 1944, non sono ancora approvate dalla Chiesa ed hanno solo ottenuto il giudizio di carattere sospensivo “non consta” nel 1948. Per tali apparizioni i fedeli sono liberi di interpretare, secondo il proprio discernimento, quanto in pura verità esposto in queste pagine. Secondo le disposizioni conciliari di nostra Santa Romana Chiesa Cattolica Apostolica, il culto privato è libero. La Santa Famiglia di Nazareth, così come apparsa a Ghiaie, è sempre degna di amorevole devozione. ”

        È tanto difficile capire che “non consta” vuol dire “non è sicuro” – e NON vuol dire “è sicuro che non” vengano da Dio?

    2. Ariel S. Levi di Gualdo

      Caro Leo.

      Come potrà vedere dalle risposte che ho dato avanti ad altri amici, la qualità (invero ottima) e il servizio dato da Radio Maria è fuori da ogni discussione. Non a caso ho usato un altro epiteto, quello di “Radio Gospa”, proprio per distinguere e scingere la Radio e il suo prezioso servizio, dalle posizioni a volte esageratamente eccessive che il suo direttore ha sul fenomeno di Medjugorie.
      Dai microfoni di Radio Maria abbiamo udito spesso conferenze molto interessanti di teologi, ecclesiologi, storici, sociologi, ecc .. che hanno offerto nel corso degli anni e che continuano a offrire grandi contributi.
      Poi, all’interno di Radio Maria, c’è la “Radio Gospa” del Padre Livio.
      Questo intendevo dire e questo intendevo ben distinguere.

  3. Seguo don Ariel da tempo, e’ molto bravo ha un buonissimo curriculum di studi, dirige una collana teologica, scrive libri, ma spesso capita alle persone intelligenti come lui di credere che tutti gli altri siano impreparati. In questa lettera ad esempio cerca di far passare Radio Maria e il suo fondatore per quello che non sono. Se si vedono sul sito della Radio la storia, le finalità e i principi ispiratori si capisce che essi sono legati solo alla diffusione della Fede Cattolica e non a Medjugorje http://www.radiomaria.it/origini-e-storia.aspx e sempre nel sito di Radio Maria c’è un chiarissima spiegazione della posizione della Chiesa Cattolica rispetto a Medjugorie, che fa un esplicito riferimento alla decisione dei vescovi della ex Repubblica Jugoslava del 1991, riportata anche nella lettera del Nunzio Vigano’ , coma da richiesta del Prefetto Müller , http://www.radiomaria.it/la-posizione-della-chiesa-su-medjugorje.aspx . Quindi? L’intelligenza non basta, bisogna informarsi meglio prima di sentenziare sugli altri, consiglio? Ascoltare le omelie sulla umiltà di Papa Francesco, eccone una che mi sembra molto adatta http://www.vatican.va/holy_father/francesco/cotidie/2013/it/papa-francesco-cotidie_20130614_umilta-cristiana_it.html

    1. Ariel S. Levi di Gualdo

      Cara amica.

      Anche nello statuto, nella Costituzione della Repubblica Italiana è scritto: “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro” ma nonostante ciò pare che abbiamo al momento oltre tre milioni di disoccupati.
      Se è vero come lei dice che sono intelligente – e se ciò fosse è grazia di Dio e non merito mio – a ciò va aggiunto che sicuramente non sono neppure ingenuo, pertanto le pongo, cara amica, una domanda che forse lei non si è posta: mica per caso, questi documenti da lei citati, il direttore di Radio Maria è stato obbligato a pubblicarli su richiesta dell’autorità ecclesiastica? Salvo poi fare – come da anni seguita a fare – l’esatto contrario di ciò che quei documenti dichiarano e indicano?
      Per quanto riguarda l’umiltà predicata dal nostro amato e augusto pontefice, sinceramente, più che ispirarmi alle parole delle sue omelie, cercherò, come il Signore mi insegna, di ispirarmi con filiale e sacerdotale devozione al suo esempio, visto che per essere umili non basta né una croce argentata né una vecchia Renault bianca degli anni Settanta.
      Io mi ispiro alle opere e soprattutto ai frutti quando devo prendere esempio, il resto lo lascio tutto quanto ai giornalisti, più o meno atei devoti.

  4. Condivido quanto dice Leo. Don Ariel, che attribuisce a p. Livio uno stile autoritario – d’altro canto quando dirigi una radio tanto grande, un po’ di personalità devi averla, altrimenti … -, bene, don Ariel, sotto uno stile che vuol esprimere centilezza e fraternità, esprime altrettanto autoritarismo.
    Perché, prima di scrivere e mettere questi pensieri sotto gli occhi di tutti, non utilizzare i consigli di Cristo, e cioè la via della correzione fraterna. Poi, se il fratello avvvertito in segreto, non si converte, possiamo dirlo all’assemblea. Ma siamo poi così sicuri che sia proprio p. Livio il reprobo da convertire? Solo un dialogo rispettoso e non buttato in faccia a tutti, può portare al chiarimento e alla pace fraterna.
    Quanta strada dobbiamo fare per essere davvero evangelici! Lo dico per tutti, ovviamente!

    1. Ariel S. Levi di Gualdo

      Carissimo Claudio.

      In questa risposta ricordo a lei e a tutti gli altri che io non ho espresso alcun giudizio sulla emittente radio e sulla sua opera in buona parte anche meritoria ma solo sulla ostinazione di Padre Livio a fungere da tamburo battente della peggiore mariolatria medjugoriana, cosa questa che è un fatto provato, documentato, registrato e ripetutamente filmanto nel corso degli anni, sino alle più recenti conferenze pubbliche di questo presbitero. Sinceramente non capisco perché non se ne sia occupata ancora la Congregazione per la Dottrina della Fede.
      “Ah, ma io, a Medjugorie, ho riacquistato la fede!” Affermano a ineccepibile prova della autenticità di quelle manifestazioni “assolutamente soprannaturali” numerose persone.
      Or bene: anch’io, trovandomi molti anni fa a Siracusa in soggiorno, improvvisamente non solo riacquistai la fede assopita mentre giocavo a fare il giovanotto spensierato, ma scoprii subito dopo la vocazione al sacerdozio. Però, fino a quando la Chiesa, attraverso le sue figure pastorali, non ha riconosciuto la mia vocazione, a poco sarebbe valso, anzi proprio a nulla sarebbe valso affermare: io ho ricevuto una vocazione al sacerdozio.
      Mi spiego?
      Questo vale, tale e quale, per tutti coloro che, avendo riacquistato la fede o essendosi convertiti o ri-convertiti, pretendono su questa base tutta quanta emotivo-soggettiva di conferire soprannaturalità autentica al fenomeno di Medjugorie.
      Alla Messa domenicale del 10 c.m. ho predicato il Vangelo dei sette fratelli che sposano uno dietro l’altro una vedova [Lc. 20,27-38]. I sadducei rivolgono al Signore quella domanda, ponendo quello pseudo caso per così dire accademico, per banalizzare e per negare infine la risurrezione dei morti, alla quale costoro non credevano.
      Ebbene le cose stanno in questo modo, sia chiaro, sempre parlando per esempio: se io, in modo deciso, annuncio e ribadisco la fede nella risurrezione dei morti, annuncio una verità rivelata dal Verbo Incarnato scritta nel deposito della nostra fede, professata e insegnata dalla Chiesa. Perché casomai Cristo non fosse veramente risorto, vana sarebbe la nostra fede e vana la nostra speranza, afferma l’Apostolo Paolo.
      Se altri – e ribadisco ancora che sto portando solo un esempio – con altrettanta decisione negano la risurrezione dei morti, il risultato è il seguente: io che in modo deciso annuncio le verità del deposito della fede, sono nel giusto e in perfetta comunione con la Chiesa, chi invece in modo deciso nega o adultera questa verità – e sia beninteso è libero di farlo – è nell’errore e con il suo errore si taglia liberamente fuori dalla comunione della Chiesa, specie poi quando afferma che “Dinanzi alla Madonna non c’è vescovo che tenga, non c’è papa che tenga”. Sino a giungere a espressioni di autentica eterodossia o forse più semplicemente di … follia: “La Madonna lo ha canonizzato lei, personalmente!”. Vedere e udire: http://www.youtube.com/watch?v=diC1ZhRyzB4%5D
      Non è questione di autoritarismo, si tratta solo di dire si quando è sì e no quando è no, in questa Chiesa nella quale si dice un po’ si e un po’ no, dicendo infine forse “ni”, in un clima di imperante e inquietante ambiguità come mai s’era visto prima. Tanto che, se poniamo all’autorità ecclesiastica quesiti precisi che richiedono risposte precise, il massimo della risposta spesso è: vedremo … ci penseremo … valuteremo …
      Se poi, con domande o con affermazioni ragionevoli, l’autorità ecclesiastica la prendi in fallo, ecco a quel punto la sua immancabile reazione: ah … che superbia! Che arroganza!
      Riguardo la correzione fraterna, teniamo conto di una cosa: all’occorrenza Gesù usa parole profondamente insultanti verso scribi e farisei, entra come una furia nel cortile interno del tempio e facendo una vera e propria piazzata rovescia i banchi dei venditori di colombe e dei cambia valute e comincia a menarli a colpi di frusta. E così facendo esprime e quindi ci ammaestra anche all’esercizio di questa forma di carità perfetta, che oggi più che mai dovrebbe essere usata, in questa Chiesa sempre più smidollata e de-virilizzata.
      Ecco perché talvolta, caro Claudio, sono irruento. E lo sono pur essendo uno che si commuove di fronte all’esecuzione di una fuga di Bach o che trattiene il pianto a stento quando un angioletto di 7/8 anni, all’altare, mi porge l’acqua e il purificatoio per l’abluzione delle mani durante i riti di offertorio, o quando le ginocchia mi tremano mentre mi genufletto durante la Preghiera Eucaristica dinanzi al miracolo del Corpo e Sangue di Cristo, memoriale vivo e santo. Per il resto, però, quando il caso lo richiede non esito a menare frustrate. E di questi tempi ritengo giusto farlo. E lo faccio per carità, solo per cristiana carità, perfettamente consapevole dello stato di incredibile decadenza alla quale ci ha condotti nel corso degli ultimi cinquant’anni quella falsa carità e quella falsa misericordia frutto del peggiore spirito clericale e non certo frutto del Vangelo predicato e praticato.
      Spero di essere riuscito a spiegare perché, a volte, procedo più o meno a testa d’ariete.

      1. Caro Padre Ariel
        Grazie per questa risposta chiara e stupenda. Oggi sento profondamente la mancanza di uomini Cattolici, consacrati e non, capaci di essere virilmente e coraggiosamente non smidollati buonisti e melliflui, buoni per ogni stagione. Nel sito curo insieme ad un raro esemplare di Prete virile e coraggioso, sottolineo come la star di questo ecumenico smidollato e de virilizzato pseudo-cristianesimo umanizzante ed ecumenico sia oggi sempre più dominante e potente. Parlo di Bianchi Enzo da bose e del suo mondo. I suoi figli spirituali e il copioso verbo errato ed errante che ha sparso in quasi 50 anni di iper-attività sono quei ben espresse, nel commento soave ed evangelico di Claudio, ma parimenti per fortuna e grazie a Dio ottimamente argomentati da Lei. Che DIO la benedica e la conservi e prosegua in ciò che di così utile necessario sta facendo.

      2. Caro Don Ariel, che fatica leggere alcune risposte al suo articolo…a quanta pazienza cristiana ha lei.
        Gesù parlava chiarissimo ai suoi eppure doveva poi dire “chi ha orecchi per….ecc”, vuol dire che se hai voglia di contraddire e di non capire prendi una sola frase, la estrapoli dal contesto e ci ricami sopra tutta una montatura che è tua, ma la attribuisci all’altro (per screditarlo di solito).
        Chi vuol capire (io) ha capito benissimo che lei intendeva dire che Padre Livio (che non ascolto più) è in contraddizione lui stesso quando pretende obbedienza assoluta al Papa dagli altri, mentre lui fa quello che vuole perché dà per scontato che lui (padre Livio) ne sa
        di più del Papa e dei vescovi iugoslavi su Medjugorie e sopravanza loro dimenticando che Gesù disse a Pietro (che voleva “guidarlo) “stai dietro di me Satana”. Caro padre sono tornata a casa, alla Chiesa ormai 5 anni fa, ho più di sessant’anni, preghi per me: leggo, studio, ascolto e medito la Parola…ma che fatica stare attaccati alla Chiesa, anche perché mi chiedo spesso quale Chiesa sto seguendo. Ho bisogno che lo Spirito Santo mi illumini, stavo meglio prima, in un certo senso essere atea mi permetteva di non essere schierata. Non ho paura di schierarmi, mi capisca, è che non so chi sto seguendo, quale Gesù, quale Maria, di chi questi Gesù e Marie sono la proiezione? Forse mi conviene non leggere più nulla, chiudere con tutti questi siti, non ascoltare nessuna radio….quanti litigi….
        Che Dio la benedica.

  5. padre Livio crede forse un pò troppo in Medjugorie, ed usa poca prudenza in apparizioni ancora non riconosciute.
    Per il resto a me appare, radio Maria, un’emittente benemerita, per l’annuncio che propaga, in linea col Magistero.
    Certo Gnocchi e Palmaro sono un pò troppo spicci nel disprezzare gli atteggiamenti del papa che và onorato come un padre.
    Padre Livio è figlio devoto del papa e non poteva non difenderlo dagli attacchi.

    1. Mi sento in dovere di fare delle precisazioni: Gnocchi e Palmaro non sono stati assolutamente “spicci”. E’ vero il contrario. Il loro primo articolo sul “Foglio” è uscito dopo lunghe e sofferte riflessioni. Se qualcuno è stato troppo “spiccio”, questi è proprio il direttore di Radio Maria, che ha estromesso nell’arco di un paio d’ore dalla pubblicazione dell’articolo su Foglio due collaboratori che per anni avevano condotto trasmissioni molto seguite e apprezzate. Non ha avuto nemmeno la delicatezza di concedere loro “l’ultimo microfono” per salutare un pubblico che da tanti anni li seguiva fedelmente.
      Ergo, per favore parliamoci chiaro, come si usa tra uomini: Padre Livio è stato ingrato e scorretto.
      Inoltre contesto nel modo più assoluto che Gnocchi e Palmaro abbiano “disprezzato” gli atteggiamenti del Papa. Hanno criticato, non hanno usato toni che non fossero rispettosi, e hanno ben motivato le loro critiche.
      Guardiamo ai fatti, per favore, e diamo i giusti riconoscimenti a chi li merita.

      Grazie.

      Paolo Deotto

      1. …mi permetta sig. Deotto, sull’ingratitudine di Padre Livio ognuno può sostenere la tesi che vuole, ma le ricordo che è stato proprio quest’ultimo ad offrire la possibilità a Gnocchi e Spadaro di utilizzare radio Maria e non viceversa, o pensa forse che solo loro fossero in grado di sostenere quel preziosissimo ruolo?
        Sul piano della scorrettezza possiamo parlarne ad oltranza, per me non è scorretto Padre Livio al quale grava tutta la responsabilità di una Radio ascoltata e sostenuta da milioni di fedeli che per prudenza sceglie di allontanare dai suoi microfoni le due persone che nemmeno lo preavvisano delle loro posizioni di critica nei confronti del santo Padre… Almeno lo avessero avvisato..
        Pace e bene

        1. Poi non intervengo più, per non abusare. Voglio solo precisare: Gnocchi e Palmaro, che prestavano gratuitamente la loro opera a Radio Maria, non avevano certo “bisogno” di quella tribuna per essere conosciuti. Veda il gran numero di pubblicazioni e articoli da loro prodotti, con diversi editori e testate. Inoltre con la mia piccola esperienza di direttore di un organo di informazione (non certo dell’importanza di Radio Maria, lo so bene) posso dire che un direttore non può combinare nulla se non ha validi collaboratori, che tengano alto il prestigio della testata. Magari P. Livio troverà altri collaboratori altrettanto validi, è possibile, ma comunque nei confronti di Gnocchi e Palmaro “il modo ancor m’offende”.

          cordialmente, Paolo Deotto

          1. gentile Deotto, non metto in dubbio le capacità di Gnocchi e Palmaro, anzi, in cuor mio spero possano al più presto ritornare a pubblicare su Radio Maria le loro fatiche e non per far contento solo Padre Livio ma i numerosissimi ascoltatori. Per contro, devo però affermare che nemmeno Radio Maria aveva l’assoluto bisogno dei due, credo convinto che senza le loro programmazioni il risultato non sarebbe cambiato. Il continuo propagarsi dell’efficacia della Radio lo si deve sicuramente a ben altra cosa… il nome stesso della radio in questione è già tutto un programma mi creda. Non s’offenda è inutile e dannoso alla salute spirituale.
            Pace… e bene.
            ps.. riguardo alle persone che nutrono una certa “ostilità” nei confronti di Medjugorje (non mi rivolgo a lei Direttore) auguro che possano trovare un momento tutto per loro e verificare di persona quali frutti sta già dando questo straordinario avvenimento. Prudenza sì ma, già in precedenza abbiamo visto come la lentezza della Chiesa non è stata di molto aiuto alle persone bisognose di cambiare la propria vita. Grazie a Medjuorje anch’io sono cambiato credetemi, molte parrocchie oggi ri-vivono una spiritualità rinnovata nella sua massima semplicità senza stravolgere la tradizione ma anzi, riassaporando “il vecchio pane pazientemente spezzato…” Sono numerosissime le persone che possono testimoniare quanto dico e non solo in Europa, ho il sospetto che chi contrasta questa Grazia non abbia a cuore i destini della Chiesa Cattolica e non m’interessa conoscere il parer opposto non cambierebbe l’inarrestabile conseguenza dell’Amore che vivo dopo l’esperienza medjugoriana… sono irrecuperabile. Posso solo sperare che anche altri possano Conoscere quanto io sto vivendo…

  6. Mi permetto di dire che anche io, da frequente ascoltatore di Radio Maria e da pellegrino che è stato a Medjugorje, ho vissuto con tristezza il benservito che è stato dato a Mario Palmaro e Alessandro Gnocchi.La competenza dei due è una vera perdita per la Radio.Ciononostante ritengo che riflettere e sollevare alcune questioni e critiche su questo Pontefice non sia peccato,anzi mi pare che prima quando molti criticavano e criticano tutt’oggi il Magistero di Benedetto XVI nessuno sia stato censurato o cacciato,e pure a Ratzinger ne hanno dette di tutti i colori.Preghiamo per tutti: per la Chiesa,il Santo Padre, Radio Maria, padre Livio, Gnocchi e Palmaro.Tutti ne hanno bisogno

  7. Vinicio Catturelli

    TUTTI I NODI VENGONO AL PETTINE: guarda un po’ i paladini di Bergoglio e gratta il cattolico vi troverai il new age…come volevasi dimostrare. Ma p. Livio Fanzaga si guarderà bene di rispendere a don Ariel Levi di Gualdo, in quanto i suoi riferimenti ormai sono: Paolo Brosio e il Giornale dei Misteri, la Valtorta, Antonio Socci e il Direttore dell’Agenzia di stampa del quotidiano della Massonera Italiana Andrea Fornelli
    !

  8. Vinicio Catturelli

    Che tristezza il mondo new age: con le false apparizioni di Medijugorie, il Giornale dei Misteri, Antonio Socci, Andrea Fornelli, Paolo Brosio, i teorici della cooperativa rossa toscana “il Froceto”, p.Giuda Bruno degli Iscariotiti…

  9. Un solo appunto critico inoltro all’articolo: la definizione “logorroico-banali-apocalittici” dei messaggi. A leggerli tutti, ritengo che la corretta sequenza temporale sia apocalittici-banali-logorroici, con l’apocalittico che concerne i primi anni delle “apparizioni” (1981-1983/84). “Del segno visibile” che precederà gli avvenimenti terribili nei quali “coloro che resteranno in vita avranno poco tempo per la conversione “, dei segreti e “del castigo per i peccati del mondo” non ho trovato più traccia, nei messaggi degli ultimi anni. Eppure il mio parroco li fotocopia e li distribuisce in chiesa, mettendoli su una panca accanto ai “foglietti” della Messa!

  10. Caro Don Ariel,
    anch’io, da ascoltatore di Radio Maria e devoto alla Madre di Dio pur non essendo “medjugoriano” (per ora), sono stato amareggiato dalla decisione del direttore di licenziare in tronco i due validissimi collaboratori. E dopo tanto e vario argomentare in tutte le salse sono tuttora convinto di questo.
    Tuttavia, al di la’ degi argomenti portati a supporto di un possibile utilizzo di due pesi e due misure da parte del direttore di Radio Maria, mi pare davvero che l’articolo semplifichi oltre ogni misura l’essenza stessa di questa emittente, che, mi creda, è davvero un patrimonio per tutti i cattolici.

    1. Ariel S. Levi di Gualdo

      Caro Luigi.

      Non è in discussione l’opera indubbiamente benemerita di Radio Maria, ciò che mi lascia e che dovrebbe lasciare perplessi, sono molte posizioni dottrinalmente ed ecclesialmente inaccettabili del suo direttore sullo specifico argomento legato a Medjugorie, specie considerando che con la sua voce raggiunge milioni di persone e specie considerando che a parlare non è un laico ma un ministro in sacris.
      Come avrà infatti notato, nel mio articolo, è solo ed esclusivamente del fenomeno di Medjugorie che parlo, non della Radio in sé o della Radio in generale.

  11. Sgomberiamo subito il campo. Dopo oltre vent’ anni di vita atea e materialistica, a seguito di un occasionale viaggio a Medjugorje avvenuto nel 1999, sono tornato alla fede e divenuto un assiduo ascoltatore-sostenitore di Radio Maria e del suo Direttore Padre Livio. Chiunque può immaginare lo sgomento che provoca negli ambienti di vita corrente un tale evento. Per non dire del combattimento teso a serbare intatto il segno della conversione che più di una volta fa spavento e lascia senza fiato.
    Ciò chiarito, vorrei provare a formulare qualche pensiero in ordine alla lettera che Don Ariel S. Levi di Gualdo ha scritto a Padre Livio circa la decisione adottata verso i professori Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro. Per questo provo di avvalermi dell’aiuto di don Giuseppe De Luca, prete, letterato, erudito e del suo ultimo libro, Bailamme, uscito postumo nel 1963 dalla Morcelliana (Don De Luca, amico di Roncalli – fatto raro, anzi unico per quei tempi, Giovanni XXIII uscì dai confini vaticani per recarsi al capezzale di un semplice prete che stava morendo nell’ospedale sull’Isola Tiberina). Cominciamo con una celebrazione dal forte taglio provocatorio se si considera che ci troviamo in periodo preconciliare. È proprio glorificando il dovere cristiano della polemica che il prete lucano se la prende con l’irenismo imperante, con l’«arcadia del buon cuore», con i discorsetti melliflui del clero, con la Chiesa ridotta a scuola deamicisiana, con l’amore liquoroso sempre in bocca nelle prediche. Magnificava l’«arte militare» di Agostino nella guerra santa del Padre delle Chiesa contro i nemici di Roma, ricordava che l’amore sa e deve essere intollerante, esortava al dovere di condannare l’errante. E ancora: “I dissensi, non li si deve amare. Se non che a volte nascono per carità o provano la carità. Non si trova tanto facilmente uno il quale pigli in pace d’essere ricoverato. E dov’è quel saggio in cui sta scritto: ‘Rimprovera il saggio, e te ne vorrà bene’ (Proverbi, 9, 8)? Forse che per questo noi non dobbiamo più riprendere né rimproverare un fratello, affinché non si avvii sbadatamente alla morte? […]”.
    E allora mi chiedo: “perché Don Ariel S. Levi di Gualdo dovrebbe detergere “la dissoluzione spirituale, le ambiguità, la confusione che non hanno risparmiato di intaccare anche il corpo mistico di Cristo nella sua parte umana descritta senza mancare di rispetto al Santo Padre da Gnocchi e Palmaro ?
    Forse Padre Livio Fanzaga potrebbe rispondere alla bella lettera aperta che Marco Bongi ha inviato in data 09/11/2013.

  12. Ringrazio di cuore Don Ariel. Condivido tutto il contenuto del suo articolo. Non voglio commentare la faccenda di Medjugiori in quanto la considero un circo… Incoraggio Don Arial, Gnocchi, Palmaro, Bongi e tutte quelle care persone che hanno il coraggio di denunciare il re nudo. Voglio solo dire che trovo strano che nessuno dei post abbia fatto menzione alle “apparizioni” programmate negli USA e del linguaggio che i “veggenti” vorrebbero farci credere provenga dalla Madonna dove e quando vogliano loro. A Radio Maria hanno persino inventato la Mariatona che Bergoglio stesso ha incoraggiato con una lettera ove egli stesso utilizza questo orrendo applellativo per la Madre di Dio.

  13. Comunque la si pensi su questi avvenimenti, una cosa è certa: se le apparizioni di Medjugorje sono davvero opera di Maria, non sarà certo l’azione umana a fermarla. Qualsiasi azione umana, anche la più alta.

  14. Nell’articolo di don Ariel non si discetta, (come invece sembra facciano intendere alcuni dei commenti sopra) sul fatto se Medjugorje (a cui, io, privatamente credo) sia un evento soprannaturale o meno (questo ci penserà la Chiesa a stabilirlo), ma, solo, si spiega, a rigor di logica, e il discorso mi sembra non faccia una piega, che P. Livio non può usare “due pesi e due” misure, ubbidire a “intermittenza”, come ben dice don Ariel, soprattutto se si considera il grande ruolo di responsabilità e l’ influenza che esercita sul grande pubblico, in quanto direttore di “Radio Maria”. Inoltre, ci tengo a sottolineare, che è capitato anche a me di trovare libri di don Gallo in librerie non laiche e questo non fa per niente piacere!

  15. L’obbedienza intermittente è una moda della Chiesa da un bel po’ di anni, ahimè. Quelli che ora pretendono la sottomissione assoluta a Papa Francesco, molto spesso son proprio gli stessi che la negavano a Papa Benedetto XVI o a Papa Giovanni Paolo II. Basti vedere come sono stati trattati i fedeli cattolici che chiedevano di pregare secondo il venerato messale precedente la riforma liturgica: quanti Vescovi hanno negato l’applicazione dell’indulto e poi del motu proprio, pretendendendo l’obbedienza dai loro preti e dai loro fedeli mentre loro per primi disobbedivano al Papa? Mah …
    Al di là di questo, l’articolo del Padre Ariel S. Levi di Gualdo è di una logica ferrea. Non vedo come sia contestabile. Io lo ringrazio.

  16. Leggendo tutti questi commenti risuonano in me le parole di S.Paolo quando riprende i Cristiani che dicono “io sono di Paolo”, “io sono di Apollo, io sono di Cefa”. Quando ci si affeziona troppo alle persone, alle Radio, alle Apparizioni, si finisce per tradire la vera ricerca della verità e dunque di Cristo. Credo che questo abbia voluto sottolineare Don Ariel che approvo nella sua “sferzata”. Quando entro in un confessionale per parlare del mio turbamento di fronte ai discorsi di Papa Francesco, ricevo risposte elusive, giustificazioni inconsistenti e solo quando sono io a ricordare ai sacerdoti (Dio mi perdoni se mi arrogo un diritto di correzione che non dovrei esercitare) che hanno una grande responsabilità nel negare che esiste un “problema” serio in atto e che dovranno rendere conto a Dio per le anime che si perdono per la mancata correzione di certe “avventurose” affermazioni di Papa Francesco, solo allora qualcuno comincia ad agitarsi sulla sedia e a dire che sicuramente certe cose non vanno avvallate etc. Faccio presente che dopo le affermazioni di Papa Francesco sulla “coscienza” numerose persone hanno pensato bene di tornare a Messa si, ma prendendo l’Eucarestia senza passare per il confessionale e dunque bay-passando chi li avrebbe dovuti fermare dal fare un tale sacrilegio. Considerando quello che dice S.Paolo che “chi mangia il Corpo del Signore indegnamente mangia la propria condanna ed è per questo che molti di voi sono malati” (1Cor 11,29), chi sarà responsabile di tutto questo? Solo Papa Bergoglio? io vi dico di no, lo saranno anche i sacerdoti che non faranno quello che sta facendo Don Ariel richiamando ad avere maggior “Santa Affezione a Cristo e alla Verità” piuttosto che a qualunque cosa abbia potuto anche giovare (come Radio Maria e Madjugorje) ma non sia la Verità e Cristo in persona. Oltre tutto nulla impedisce che pur essendo iniziato bene il fenomeno Madjugorje abbia potuto deviare nell’umano o altro, per fragilità delle creature e la disobbedienza che può avere contaminato le apparizioni. Una cosa è certa: in questo momento Madjugorje, i veggenti, la Madonna e Padre Livio stanno facendo un silenzio “assordante”, proprio quando c’è in atto uno scisma come mai prima: Lefebriani che si sono definitivamente allontanati, Bizzantini che hanno anatemizzato Bergoglio, Evangelici e Pastori Usa critici anche loro, Cattolici divisi, ecumenismo condiviso con i Mussulmani! Se la Madonna tace e chiede preghiera per i sacerdoti credo che ce ne sia il motivo, che parli bene del Papa ai veggenti….confesso di avere qualche dubbio, non fosse altro per i “frutti” discutibili che sta dando la nuova Evangelizzazione di Bergoglio, ma proprio per questo mi stupisco che lo facciano i Vegenti. Palmaro e Gnocchi hanno dunque onestamente e coraggiosamente sollevato un problema che esiste ed è grave. Chi ne è stato oggetto, e non solo da parte loro perché le “lettere aperte” al Papa si sprecano, non ha mai,”umilmente” chiarito gli eventuali equivoci ma anzi ha rincarato la dose bacchettando chi lo aveva male interpretato dicendo addirittura di essere stato tratto in inganno dai giornalisti quando a ridefinire le domande e tergiversare sulle stesse è stato lui traendo in inganno i giornalisti che le ponevano. Gli era stato chiesto cosa pensasse dell’omosessualità ovvero del comportamento omosessuale, non della persona che lo pratica (lo sanno anche più ignoranti che il giudizio sulla persona spetta a Dio, ma quello sull’azione spetta anche a noi perché ci viene dato dalla Parola di Dio e come conferma S.Paolo), Come mai ha “deviato” la domanda in questo modo? per Carità verso gli omosessuali? aprire speranze su un tema che non ne ha, insinuare il dubbio, far sentire in colpa chi ha sempre pensato che l’omosessualità fosse peccato pur non avendo mai giudicato un omosessuale, non credo che lo sia e non credo che per una minoranza “omofoba” debbano essere disprezzati i tanti Cattolici che pregano, che studiano il Catechismo della Chiesa Cattolica o che vanno ogni giorno a Messa attribuendo loro il farlo per abitudine (“Cattolici da pasticceria”)! Cosa succede? gli omosessuali non vanno giudicati, i Cattolici invece si? Questa non è Carità ma soprattutto ….. non è Umiltà! L’Umiltà, quella vera, segue altre regole perché non fa parlare di se e non distoglie così da Cristo l’attenzione, che invece viene tutta rivolta alla creatura, anche se Papa. Solo Papa Benedetto XVI ne ha fatto vera scuola!

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