I cristiani e la festa dell’Epifania – di Don Marcello Stanzione

di Don Marcello Stanzione

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Dodici giorni dopo la celebrazione del Natale, i cristiani celebrano il 6 gennaio la solennità dell’Epifania; è molto interessante vedere come è nata e poi si è sviluppata tale festa liturgica. Le origini della festa dell’Epifania vanno cercate in Egitto. Ci sono elementi importanti da tenere presenti che ci vengono presentati dal teologo Raymond Winling nel suo testo “Natale e il mistero dell’incarnazione”, edito da Queriniana.  Epifanio riferisce che nella notte tra il 5 il 6 gennaio, in diverse regioni dell’Egitto i pagani, a partire da una data remota, celebravano un culto destinato a festeggiare la piena del Nilo; durante la notte che precedeva la festa propriamente detta, aveva luogo una veglia alle luci donde il nome di “Festa delle Luci”. All’alba ci si recava in processione sulla riva del fiume dove si svolgeva una cerimonia solenne di benedizione dell’acqua, con preghiere ed offerte rituali, seguite dal rito che consisteva nell’attingere acqua dal Nilo e berla. Epifanio riferisce anche che nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, in diverse città dell’Egitto, i pagani celebravano una festa ad onore del dio del Sole Aion partorito dalla vergine Kòre. Questa festa aveva probabilmente dei collegamenti con il solstizio d’inverno, come il Natalis Solis invicti di Roma. Clemente di Alessandria parla della festa del battesimo del Cristo, celebrata il 6 gennaio dai basilidiani; ne parleremo più avanti. I cristiani avevano valide ragioni di cercare di cristianizzare questa festa dei basilidiani, la quale si basava su pratiche anteriori tanto popolari. La festa cristiana dell’Epifania è attestata dai canoni pseudo – atanasiani, redatti probabilmente sotto il patriarcato di Atanasio. Una menzione allusiva alla festa figura nella prima lettera festale di Pasqua di Atanasio (329). (Una testimonianza esplicita viene data solo da Cassiano, dopo il 420, nelle Collationes Patrum 10,2).

Nel corso della seconda metà del IV secolo, la festa dell’Epifania dall’Egitto si diffonde rapidamente nelle altre chiese d’Oriente e d’Occidente. Un fatto curioso è che, cronologicamente, la prima menzione dell’Epifania riguarda la Gallia. Stando alla testimonianza di Ammiano Marcellino, l’imperatore Giuliano, interiormente aderente al paganesimo, fa ancora professione esteriore di cristianesimo: nel 361 si reca nella chiesa di Vienne “nel giorno del mese di gennaio che i cristiani celebrano con il nome di Epifania”. Comunque stiano le cose, la festa è attestata per il 372 – 373 in Cappadocia da Gregorio di Nazianzo, ad Antiochia per il 386 da Giovanni Crisostomo, a Gerusalemme per il 380 stando al Diario di Eteria, ma i testi dimostrano che l’Epifania è più popolare, quindi più antica del Natale. L’Occidente adotta la festa più tardi: la Gallia fa eccezione. La Spagna conosce la festa nel 380, Leone Magno fornisce la prima testimonianza scritta per Roma. Nell’Africa del Nord, del tempo di Agostino, l’Epifania dà l’impressione di essere stata introdotta piuttosto recentemente. Le differenze sono relativamente grandi, non soltanto tra l’Occidente e l’Oriente, ma a volte da una regione all’altra. In Egitto essa commemora il battesimo di Cristo e celebra l’inizio dell’anno. Dal tempo di Atanasio, vi si aggiunge la commemorazione della nascita di Gesù e la sua nascita nella carne. Secondo Epifanio, il 6 gennaio è il giorno della nascita di Gesù e quello del miracolo di Cana. Dopo l’introduzione della festa di Natale (verso il 432), la nascita viene celebrata il 25 dicembre e il 6 gennaio è consacrato al battesimo del Cristo. Ad Antiochia e in Siria, l’Epifania serve dapprima a celebrare la nascita di Gesù. Dopo l’adozione della festa di Natale nel 386 – 388, oggetto della festa è il battesimo di Gesù. In Cappadocia e a Costantinopoli, il 6 gennaio è dapprima la festa della nascita di Gesù; ma, come in altri luoghi, dopo l’introduzione della festa del 25 dicembre, è il battesimo di Gesù che viene celebrato; a questo proposito si parla della “festa delle Luci”. Nelle omelie pronunciate in questa occasione, i tre Cappadoci mettono l’accento sulla dimensione trinitaria del battesimo.

A Gerusalemme, prima dell’introduzione della festa di Natale il 25 dicembre, l’Epifania aveva il carattere di una solennità con ottava. Dom A. Renoux è riuscito a ricostruire la struttura della celebrazione del 6 gennaio grazie a dei lezionari armeni, dipendenti anch’essi dall’ordine liturgico di Gerusalemme, anteriori al 440: in questo modo egli è riuscito a colmare le lacune del manoscritto del Diario di Eteria. I dati relativi al nostro argomento sono i seguenti. Nella notte dal 5 al 6 gennaio, il clero e il popolo cristiano di Gerusalemme si recano in processione a Betlemme e si uniscono al clero e ai fedeli di Betlemme. Dopo una stazione nel luogo detto dei Pastori , il luogo presunto dell’annuncio ai pastori, tutti si riuniscono nella basilica della Natività per una veglia notturna che termina con la celebrazione dell’Eucarestia. Dopo di ciò, la comunità di Gerusalemme torna nella città santa. Al mattino del 6 gennaio, ha luogo una seconda celebrazione dell’Eucarestia. I testi conservati nel lezionari armeni forniscono preziose informazioni sull’oggetto della festa. Da una parte, risulta che i testi letti riguardano la nascita di Gesù e alcune circostanze che l’accompagnano. Il racconto della nascita e dell’annuncio ai pastori, l’annuncio dell’angelo a Giuseppe, l’adorazione dei Magi. La scelta dei salmi e delle prime letture (Tt 2,11-15; Eb 1,1-12; Gal 4,1-7) era fatta per annunciare l’evento della nascita di Cristo, che manifestava la grazia divina con la sua incarnazione. D’altra parte, i lezionari armeni dimostrano che durante l’ottava della festa venivano letti dei brani evangelici riguardanti la Vergine Maria, vale a dire, il racconto dell’annunciazione, il quarto giorno, e il racconto della vestizione, il quinto giorno. Ma non c’era ancora una festa per questi due eventi, si possono vedere i contrassegni dello sviluppo della pietà mariana in seguito al concilio di Efeso (431). Comunque sia, le letture che sembrano proporre dei temi un poco diversi da quello della natività sono tutte collegate all’evento centrale della nascita di Gesù.

Nella Gallia, si celebrava la nascita di Gesù dapprima il 6 gennaio, giorno dell’Epifania: abbiamo preso poco fa in considerazione la testimonianza di Ammiano Marcellino sull’anno 360. ma a partire dal momento in cui si introduce la consuetudine di celebrare la natività il 25 dicembre, la festa dell’Epifania cambia di contenuto: d’ora in poi, il suo oggetto sarà l’adorazione dei Magi, il battesimo di Gesù e le nozze di Cana. A Roma, l’adorazione della celebrazione dell’Epifania il 6 gennaio si spiega probabilmente con un prestito. Dom B. Botte formula l’ipotesi che la liturgia romana dell’Epifania potrebbe essere stata introdotta per influenza della Spagna, a sua volta influenzata dall’Africa del Nord. Ad ogni modo, l’adozione dell’Epifania provocò la dissociazione tra la natività e l’adorazione dei magi, celebrate fino ad allora il 25 dicembre, e lo spostamento dell’adorazione dei magi al 6 gennaio. Le testimonianze di questa ridefinizione sono i sermoni di Leone Magno sul Natale e l’Epifania. L’Africa ha svolto forse un ruolo importante nell’introduzione dell’Epifania in Occidente. In effetti, le relazioni culturali tra questa regione e le regioni orientali hanno potuto fare dell’Africa una sorta di trasmittente dell’usanza orientale. Come per Roma, la solennità del 6 gennaio è, in Africa, l’occasione di celebrare l’adorazione dei Magi. I sermoni di Sant’ Agostino confermano questi dati. Il battesimo di Cristo e le nozze di Cana vennero incorporati più tardi alla liturgia africana, ma non ebbero l’importanza dell’adorazione dei Magi. Nell’Italia settentrionale la situazione è chiara per la celebrazione della Natività il 25 dicembre; per quanto riguarda l’Epifania, le tradizioni sono a volte divergenti: alcune chiese festeggiano unicamente l’adorazione dei Magi, altre commemorano anche Cana o il battesimo: ma l’adorazione dei Magi è sempre l’oggetto principale. Per la chiesa di Ravenna e di Torino, i sermoni di Pietro Crisologo e  di Massimo di Torino parlano dei tre eventi commemorati, l’adorazione dei magi, il Battesimo di Gesù , le nozze di Cana. Comunque gradualmente l’adorazione dei Re Magi al Cristo divenne centrale nella festa dell’Epifania.

2 commenti su “I cristiani e la festa dell’Epifania – di Don Marcello Stanzione”

  1. I Re Magi, veri Uomini di Dio, si prostrano innanzi a Cristo fattosi Bambino,consapevoli che Egli è il Salvatore.
    Il loro peregrinare…non è stato vano, una stella cometa Li ha guidati sulla la “retta via”.
    W Cristo Gesù,nostro Salvatore

  2. Ggrazie!
    Per me; ignorantissimo; questa illustrazione è una novità che che capovolge le mie convinzioni.
    Ho sempre pensato, secondo quanto lessi in passato e diversi apologeti cristiani, erano stati la mia fonte informativa, anche assai recente, che il Santo Natale, al tempo dei Severi, fosse stata coperta dalla festa del ‘Sol Invictus’, per soffocare la dirompente diffusione a Roma e nell’Impero.
    Sarebbe molto più che opportuno che il dotto estensore dell’articolo, riprendesse l’argomento dai Santi Evengeli, con ricco corredo di testi, date, ed eventualmente, di reperti storici, probati.
    Grazie.

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