I diritti che non esistono. Lettera alle maestre di IV elementare – di Marco Manfredini

Gentili maestre, ho visto sul libro di letture di quarta elementare di mio figlio che ci sono un paio di paginette sui “diritti degli animali”, con riportati i principali articoli della “Dichiarazione universale dei diritti degli animali”. E’ spiegato che lo scopo di tale dichiarazione, firmata nel 1978, è quello di diffondere i buoni comportamenti che gli esseri umani dovrebbero riservare ai loro amici, e fin qui tutto bene, senonché, a voler essere rigorosi, c’è un piccolo problema: i diritti degli animali, semplicemente, non esistono.

Sì, avete letto bene, ma prima di allarmarvi aspettate un attimo che tento di spiegare.

..

Prima parte

(Per tutti).

Da che mondo è mondo può essere titolare di diritti solo colui a cui possono essere imputati dei doveri. Esempio: il bambino ha diritto di ricevere un’istruzione adeguata, ma ha anche il dovere, proporzionalmente all’età e alla maturità, di impegnarsi per apprendere senza far diventare i capelli dritti alla maestra. Concatenati ai diritti-doveri dello studente ci sono quelli dell’insegnante: la maestra ha il dovere di fare il suo lavoro istruendo la classe, ma ha anche il diritto di essere rispettata dalla stessa classe. Per dimostrarvi quanto sia dalla vostra parte, aggiungo che la maestra dovrebbe avere anche il diritto di farsi rispettare, se necessario con metodi “decisi”. Ma torniamo al punto.

Vi sentireste di dire che il gatto ha il dovere di tornare dal suo padrone? Spero di no. Il gatto ha l’istinto che lo porta a farlo, ma se un giorno non torna credo che nessuno sano di mente possa punirlo perché non ha compiuto il suo dovere. Ma nemmeno il cane in cortile ha il dovere di fare la guardia. Lo fa per istinto, o perché è stato addestrato a farlo, o perché intuisce che riceverà le crocchette se aspetta il padrone e scodinzola un po’ quando arriva. Non lo fa certo per senso del dovere, quindi, non per cattiveria umana, ma per logica, non può avere la titolarità di alcun diritto.

Non c’è il dovere della mucca di tirare l’aratro, come non ha il diritto di non essere abbattuta per nutrire l’uomo. E’ l’uomo che ha il dovere di trattare bene le bestie, avendo anche il diritto di servirsene tenendo conto che non sono oggetti, ma esseri viventi con una capacità di soffrire proporzionata alla loro complessità.

Il senso del dovere infatti è tipica caratteristica dell’essere umano, possibile grazie alla sua razionalità ed autocoscienza, e sono precisamente questi aspetti che gli danno sempre, e solo ad esso, la dignità di persona (da -9 mesi alla morte naturale).

Anche la responsabilità è un concetto applicabile unicamente all’uomo adulto. Non è che se il cane a guardia di casa non vede entrare i ladri, è responsabile di non aver svolto bene il suo compito; sarà semplicemente un cane poco utile perché dotato di scarso istinto. E se il cane azzanna mio figlio? Semplice, se riesco lo abbatto all’istante, prima che aggredisca qualcun altro. Non è che lo denuncio e gli si fa un processo con tanto di avvocato difensore; il legale non avrebbe nulla da difendere perché l’animale, come dicevo, non ha alcun diritto.

La Dichiarazione universale dei diritti degli animali, la cui iniziale dichiarazione in premessa è:

Considerato che ogni animale ha dei diritti;

si basa quindi su un errore giuridico-filosofico, ed è conseguentemente fondata sul nulla, è priva di corrispondenza con la realtà degli esseri viventi; a essere ottimisti possiamo vederla come uno strampalato artificio retorico per incentivare un certo comportamento.

Ciò significa che possiamo disporre degli animali come ci pare? Assolutamente no, come penso di aver già esposto sopra. Se il fine della dichiarazione fosse solo quello di evitare il maltrattamento animale, potremmo essere anche d’accordo, ma il problema si pone non appena iniziamo a scorrerne gli articoli:

Articolo 1: Tutti gli animali nascono uguali davanti alla vita e hanno gli stessi diritti all’esistenza.

Che sarebbe già discutibile di per sé, ma diventa totalmente inaccettabile se combinato con quest’altro che viene subito dopo:

Articolo 2b: l’uomo, in quanto specie animale, non può attribuirsi il diritto di sterminare gli altri animali o di sfruttarli violando questo diritto.

Rendendo esplicita l’appartenenza dell’uomo al regno animale (cosa che zoologicamente, storcendo un po’ il naso, possiamo anche accettare), si arriva rapidamente tramite sillogismo ad affermare che l’uomo e la zanzara hanno lo stesso diritto all’esistenza.

Ora, io credo che nessuno dotato di un minimo di intelletto possa prendere sul serio questa affermazione, ma è ciò a cui giungiamo prendendo alla lettera la nostra Dichiarazione. Dirò di più, care maestre: chi di voi durante le afose serate di luglio non ha mai desiderato sterminare tutte le zanzare del giardino di casa, o almeno quella mezza dozzina che vi sta girando intorno? Dovrebbero accusarvi di zanzaricidio? Gli spray che utilizzate per liberarvene sono da considerare armi di distruzione di massa?

Suvvia, siamo seri.

Anche senza arrivare a questa paradossale estremizzazione, non possiamo accettare nemmeno che non vi sia differenza tra l’esistenza dell’uomo e quella del suo migliore amico, il cane di cui si diceva pocanzi. Oppure tra l’uomo e la mucca, il cavallo, il maiale (quest’ultimo, tra l’altro, è a mio modesto avviso il vero miglior amico dell’uomo. Provate voi ad assaggiare una braciola di cane…).

La Dichiarazione avrà anche buone intenzioni, ma contiene alcune equiparazioni fra uomo e animale erronee e che si prestano a pericolose derive. Si parla ad esempio di biocidio come delitto contro la vita, reato in cui si incorrerà evidentemente ogni volta che si calpesterà involontariamente una formica. Il termine genocidio è invece utilizzato in relazione all’uccisione di “tanti animali selvaggi”, con il medesimo effetto di elevare i piccioni al rango di umani, o se preferite di abbassare gli umani al livello di piccioni. Dal Treccani:

genocìdio (raro genicìdio) s. m. [comp. del gr. γένος «stirpe» e -cidio: voce coniata in forma ingl.(genocide) dal giurista polacco R. Lemkin nel 1944 e pubblicamente usata nel processo di Norimberga (1946)]. – Grave crimine, di cui possono rendersi colpevoli singoli individui oppure organismi statali, consistente nella metodica distruzione di un gruppo etnico, razziale o religioso, compiuta attraverso lo sterminio degli individui, la dissociazione e dispersione dei gruppi familiari, l’imposizione della sterilizzazione e della prevenzione delle nascite, lo scardinamento di tutte le istituzioni sociali, politiche, religiose, culturali, la distruzione di monumenti storici e di documenti d’archivio, ecc.

Dove risulta tristemente ovvio, viste le origini del termine, che si parla di esseri umani.

L’articolo seguente, anche se non è tra quelli riportati nel libro di testo, raggiunge livelli di involontaria comicità:

Articolo 7: Ogni animale che lavora ha diritto a ragionevoli limitazioni di durata e intensità di lavoro, ad un’alimentazione adeguata e al riposo.

E il minimo salariale dov’è? I permessi, le ferie, i congedi parentali? Sarà istituito un CCNL dei lavoratori non umani? Sono domande retorico-satiriche, ma neanche tanto a dire il vero. In questi tempi dove le leggi e i tribunali affermano che due persone del medesimo sesso possono avere un figlio, possiamo aspettarci questo ed altro.

In realtà non c’è neanche tanto da aspettare, perché già dagli anni ’90 è attivo il Progetto Grande Scimmia, un movimento culturale e “scientifico” di livello internazionale che si propone di estendere per legge ai maggiori Primati (Scimpanzé, Orango, Gorilla, e altri) i principali diritti propri degli esseri umani, a partire dal diritto alla vita e la tutela della libertà individuale. Qualcuno l’ha anche messo in pratica, come il famigerato ex premier spagnolo Luis Zapatero, sostenuto ovviamente dai partiti di sinistra, che quando si tratta di legiferare contro natura non si tirano mai indietro.

Tra i principali sostenitori di queste tesi, troviamo i seguenti, che elenco con telegrafico curriculum:

  • L’influente filosofo Peter Singer, sostenitore che alcune scimmie siano persone mentre alcuni bambini già nati no, e coerentemente con questo, promotore dell’infanticidio e di alcune altre cosucce come il poliamore, la necrofilia, la zoofilia, l’eutanasia, e qualsiasi altra cosa orribile che finisce in -ia.
  • Il biologo Richard Dawkins, abortista, genocida di nascituri affetti da sindrome di down, sostenitore che “un feto è meno umano di un maiale adulto”, evoluzionista con paraocchi.
  • Il defunto dottore Umberto Veronesi, abortista, eutanasista, sostenitore della superiorità del cosiddetto “amore omosessuale” rispetto a quello normale, super relativista e individualista, utero-affittista.
  • La defunta astrofisica Margherita Hack, abortista, eutanasista, ateista, scientista nichilista, che aveva fatto della ragione una dea, al punto da perderla.

Cosa hanno in comune tutti costoro a parte la celebrità e le idee malsane? Sono fondamentalisti atei e rigorosamente anticristiani.

Sapete chi è annoverato tra i più famosi animalisti del XX secolo, nonché precursore nel riconoscere per via legislativa i “diritti degli animali”? Il Führer, proprio lui, Adolf Hitler, e tutti sappiamo che considerazione avesse degli esseri umani. Non c’è grossa differenza tra ciò che faceva lui e ciò che sostengono i personaggi sopraelencati, in merito alla dignità umana.

Cosa voglio dire con ciò? Che quando si perde di vista che persone ed animali si trovano su due piani ontologici distinti e si inizia a confondere questi piani, può succedere, e state certe che succederà, di tutto. Di certo, il riconoscimento di falsi diritti, andrà a discapito dei veri diritti.

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Seconda parte

(Facoltativa, da leggere solo se siete cattolici, pensate di esserlo, o non lo siete ma vi interessa ciò che insegna la Chiesa).

Fin qua abbiamo ragionato in modo aconfessionale, ma se io fossi ateo, e dovessi avere questi come maestri di pensiero (gente che vuole uccidere gli uomini e salvare gli animali), mi convertirei seduta stante all’unica religione che difende l’uomo, sostenendo da sempre l’esatto opposto di ciò che proclamano questi signori. Parlo ovviamente del cattolicesimo.

Per evitare ulteriori rischi, andrei subito a vedere cosa insegna la Chiesa Cattolica in materia di animali, e scoprirei cose di assoluto buon senso, in perfetta consonanza con la sensata e pratica visione della realtà dell’uomo comune a cui non è stato ancora riempita la scatola cranica di disumane teorie animaliste.

Una rapida rassegna.

Il Catechismo Tridentino del 1563, documento sempre attuale come antidoto alla follia dell’uomo moderno, e comunque molto più fresco e comprensibile della maggior parte dei documenti usciti dopo il 1962, laddove istruisce sul quinto comandamento, ci tiene a specificare quanto segue:

Enunciata la Legge che vieta di uccidere, il parroco dovrà subito indicare le uccisioni che non sono proibite. Non è infatti vietato uccidere animali. Se Dio ha concesso agli uomini di nutrirsene, deve essere lecito ucciderli. In proposito dice sant’Agostino: “Non dobbiamo applicare la formula non ammazzare ai vegetali, cui manca ogni facoltà sensibile, né agli animali irragionevoli, che non sono collegati a noi da alcuna virtù razionale” (De civit. Dei, 1, 20).

Nel Catechismo di San Bellarmino, il termine compare due volte, sempre associato a “bruti”:

Quale è la ragione, per cui non è possibile insegnare ai bruti una verità? Prendi un animale, un cavallo per esempio, o un nibbio. Provati, se sei capace, di persuaderli di qualche verità. Non ci riuscirai, anche se vi adoperassi tutta la dialettica e tutta la retorica.

Mancano del lume naturale della intelligenza. Allo stesso modo tutte le nostre prediche, e non solo le prediche, ma tutti i nostri prodigiosi miracoli non sono sufficienti a persuadere i pagani e gli eretici della nostra fede, se non viene Dio stesso come maestro, e illumini la loro mente con questo divino lume.

Addirittura “i pagani e gli eretici”, cioè gli uomini non credenti nel Dio rivelato, pur rimanendo recuperabili sono paragonati per scarsità di intelligenza agli animali. Roba da denuncia, oggi che accade il contrario (gli animali vengono considerati intelligenti come gli uomini).

San Pio X, nel suo celebre Catechismo, parla di animali una sola volta, per giunta in appendice, al secondo punto del sunto relativo alla creazione:

Con ordine maraviglioso le creature furon prodotte una dopo l’altra: luce, firmamento ed astri, terra e mare, vegetali e animali; e ultimo, quasi corona della creazione, l’uomo;

Né si vede la necessità di menzionarne oltre, essendo questi stati creati in funzione dell’uomo, ed essendo il Catechismo destinato solo all’uomo.

Nel compendio di Benedetto XVI se ne parla con qualche riguardo in più, ma sempre in linea con il tradizionale insegnamento:

L’uomo deve trattare gli animali, creature di Dio, con benevolenza, evitando sia l’eccessivo amore nei loro confronti, sia il loro uso indiscriminato, soprattutto per sperimentazioni scientifiche effettuate al di fuori di limiti ragionevoli e con inutili sofferenze per gli animali stessi. 

Non si parla da nessuna parte di diritti degli animali, in quanto Ratzinger, che oltre ad essere all’epoca cardinale era anche erudito filosofo, quando redasse il compendio sapeva bene che non esistevano.

Vorrei che fossero chiare infine un paio di cose:

  • Non torcerei mai un pelo nemmeno al mio gatto, a meno che non fosse questione di sopravvivenza. Si sa che, soprattutto da queste parti, un qualche gatto in pentola c’è finito, ai tempi della carestia.
  • Per comprendere queste cose, come tutte quelle di buon senso, non occorre essere cattolici, però…
    …però aiuta!

Un credente non maltratterà mai gli animali, ma non perché hanno particolari diritti, bensì perché è suo dovere non infliggere sofferenze inutili ed avere cura del creato.

Un caro saluto a tutte, e buon lavoro.

Marco Manfredini

11 commenti su “I diritti che non esistono. Lettera alle maestre di IV elementare – di Marco Manfredini”

  1. Se negli articoli 1 e 2b si sostituisse la parola ‘animali’ con le parole uomo o bambino, sarebbe davvero una gran conquista. Ma in una società come quella attuale in cui ogni valore è capovolto e all’animale si attribuiscono satanicamente i diritti dovuti all’uomo, tutto precipita inesorabilmente, come d’altronde stiamo sperimentando.
    Il grido dei bimbi fatti a pezzi e squartati nel seno delle loro madri, però, non può restare inascoltato. Aspettiamoci giorni terribili.

  2. “Articolo 1: Tutti gli animali nascono uguali davanti alla vita e hanno gli stessi diritti all’esistenza.”
    A quando il tribunale per difendere la gazzella sbranata dal leone?
    Quando andavo a scuola io, tempi in cui si studiava……., i maestri insegnavano e la mia, ORRORE!, apriva le lezioni e le chiudeva con la preghiera…. Per fortuna che mio figlio ha finito le scuole da un pezzo. Oggi mandare un bambino a scuola significa sic et simpliciter diseducarlo e indottrinarlo.
    Speriamo che questo periodo passi presto.

  3. Purtroppo stiamo vivendo anni in cui è in atto in maniera sistematica e scientifica la distruzione della nostra civiltà e della nostra identità proprio nella scuola pubblica italiana. Le nostre maestre sono incardinate in un sistema educativo che li sta stritolando.Fra breve non ci saranno più “maestre”, nel senso dell’insegnamento dell’abc e del saper far di conto e delle poesie del Pascoli, ma “educatrici”, di non so che cosa, o forse si comprende troppo bene. Ci sono scuole in Italia, come Sesto San Giovanni ad esempio, dove i bambini sono in maggioranza non italiani, e a questi bambini fa riferimento la non-scuola di domani partorita dalla “Buona Scuola”. Alle stesse maestre della scuola pubblica italiana oggi si impone dal Miur di rivolgersi ai bambini in lingua inglese. Come è stato abolito l’insegnamento del latino dalla scuola media, così domani sarà abolito l’insegnamento dell’italiano dalle nostre scuole. Cordiali saluti

    1. “ma “educatrici”, di non so che cosa, o forse si comprende troppo bene.”. GIA’!!!!!! E con i soldi dei contribuenti…… ed in beffa alle persone serie che cercano un lavoro, ma non lo trovano, perchè NON ALLINEATE al sistema. Siamo, dunque, giunti al marchio 666…….

  4. si etiam omnes

    Articolo perfetto, da incorniciare, da appendere nelle aule scolastiche, da diffondere in ogni dove, per l’equilibrio, il buon senso, le argomentazioni ineccepibili. Aggiungo una macabra e sinistra notizia, che, per ovvie ragioni, potrà richiamare il già citato animalista Adolf. Nella Spagna di Zapatero, ed anche ora, non esistono canili, bensì perreras, luoghi orribili in cui vengono ammassati cani e gatti trovati vaganti. Vengono stipati in luridi gabbioni con pochissimo cibo e zero cure veterinarie per massimo 15 giorni, allo scadere dei quali, in assenza di una formale richiesta di adozione, vengono uccisi tramite gas. Sì, gasati. Ad ognuno le ovvie considerazioni.

  5. La dottrina morale della Chiesa discende da principi di ragione che un tempo anche i laici e gli atei condividevano e che ancor oggi sono professati dalla grande maggioranza dell’umanità, composta da cristiani ortodossi, mussulmani, buddisti, scintoisti e atei. Soltanto l’Occidente sedicente cristiano (cattolico o prtestante) se n’è allontanato in nome di una perversione etica antiumanistica che si declina nell’animalismo, nell’omosessualismo e nellìeutanasia.

  6. complimenti! Questo si chiama “mettere le cose a posto”. La chiave infatti è questa: “E’ l’uomo che ha il dovere di trattare bene le bestie, avendo anche il diritto di servirsene tenendo conto che non sono oggetti, ma esseri viventi con una capacità di soffrire proporzionata alla loro complessità.” Spetta all’uomo la custodia del creato per volere di Dio e fra i doveri del primo, vi è anche quello efficacemente sintetizzato dall’autore dell’articolo, punto. Tutto il resto sono ridicole fandonie usate come ariete per scardinare satanicamente le fondamenta del Creato.

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