I Novissimi, più nuovi del nuovo – di Léon Bertoletti

di Léon Bertoletti

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Un’amica mi sconsiglia, m’invita a lasciar perdere. «Che t’importa, dai…». Aggiunge, non senza un po’ di logica: «Con il vento che tira, se qualcuno ti definisce cattolico va a finire che lo quereli per diffamazione, no?». Tuttavia, nel marasma generale, sento necessario ogni contributo alla chiarezza. E siccome gira voce (infondata e smentita, anche da molte visioni) che l’Inferno sia vuoto, che il Purgatorio attenda soltanto il direttore Deotto e me, che il Paradiso sia più affollato delle spiagge a Ferragosto e ci si possa imbattere in Martini (il quasipapa) che sbevazza aperitivi con Nietzsche e Freud, che il Limbo non esista, che l’Estrema Unzione non valga più come estrema, che le Messe di suffragio risuonino superflue e infatti sono diventate un’ammucchiata nominativa, che… che… che… Insomma, il pezzo è facile, esplicativo; non ho che da copiare da un foglio ingiallito addormentato qui sullo scrittoio. Attenzione: contiene materiale scottante, attualmente classificato “Top Secret”. Il popolo non deve sapere! Datato 1957, quando ancora la dottrina era maneggiata con serietà, reca la firma di Dom Gregorio Manise, OSB, professore di Teologia dogmatica nell’Abbazia di Affligen, Hekelgem, Belgio. Il titolo è una parola: Novissimi. Il vaticanosecondo deve averla cancellata, in qualche comma che non trovo, perché non si usa più. Eppure questi Novissimi appaiono sempre più nuovi del nuovo, riguardando quello «che tocca all’uomo, in fine di vita: cioè la morte, il giudizio, e il Paradiso o l’Inferno».

La Sacra Scrittura, è l’autorevole benedettino a parlare, «ammonisce di tenere sempre presenti alla mente i Novissimi, perché ciò facendo non si peccherà mai; il pensiero ai Novissimi sprona anche alla perfezione». Dunque, si sa, «dallo stato dell’anima nostra, al momento della morte, dipende la nostra sorte eterna. Alla morte segue immediatamente il giudizio particolare, col quale verrà irrevocabilmente determinata la nostra sorte per tutta l’eternità. Non vi è pensiero, parola, azione o omissione che rimarrà nascosta al Giudice Divino. Il giudizio particolare verrà pubblicamente confermato nel giudizio universale». Nel dettaglio: «L’anima che passa all’altra vita in stato di grazia, se non è gravata da nessun peccato veniale e se non ha più da espiare alcuna pena per i peccati rimessi, va direttamente in cielo, dove vede per sempre Dio, uno in natura e trino nelle persone, faccia a faccia, ossia senza che vi sia tra Dio e l’intelletto umano la minima ombra di un’idea creata, e dove ama Dio con un amore perfettissimo. Il possesso di Dio, sommamente amato, con la contemplazione delle sue infinite perfezioni, appaga pienamente ogni indigenza dell’uomo, e produce nell’anima una intensissima gioia. Il grado della visione di Dio e del gaudio che ne segue è proporzionato al grado di grazia dell’anima: tutti però sono pienamente felici, perché tutti sono per sempre in possesso del Sommo Bene, e non hanno da temere nessun male. Le anime beate fruiscono anche dell’amabile compagnia dell’umanità santissima di Cristo, di Maria Santissima, degli Angeli e dei Santi. Dopo il giudizio finale, il corpo, di nuovo unito all’anima e dotato di qualità speciali, parteciperà alla beatitudine dell’anima. La felicità dei Santi oltrepassa di gran lunga tutto ciò che possiamo figurarci».

Diversamente, illustra Dom Manise, «se l’anima, separatasi dal corpo in stato di grazia, è ancor gravata da qualche peccato veniale, o ha ancor da espiare qualche pena per i peccati già rimessi, prima di poter andare in Paradiso deve sostare nel Purgatorio, dove è priva della visione beatifica, e deve sostenere alcune gravi pene. La durata e la gravità delle pene del Purgatorio dipendono dallo stato dell’anima. Questa durata può essere abbreviata, e le pene mitigate, dai suffragi dei vivi. Il Purgatorio è uno stato transitorio».

Terzo caso: «Colui che muore in stato di peccato mortale scende subito nell’Inferno, dove avrà da patire nell’anima e, dopo il giudizio universale, anche nel corpo. Il dannato rimane per sempre privo della visione di Dio e di tutti i beni congiunti con questa visione. Lo stato di privazione, per propria colpa, del Sommo Bene, e di avversione dal suo vero fine, in cui per sempre si trova il dannato, gli causano un acerrimo tormento. A questo patimento si aggiungono altre sofferenze: il tormento di un fuoco reale che non consuma, le tenebre, la compagnia dei demoni e degli altri dannati. La privazione del Sommo Bene è necessariamente la medesima per tutti i dannati; le pene positive però differiscono a seconda del numero e della gravità delle colpe».

Infine, «coloro che muoiono col solo peccato originale (bambini morti senza Battesimo, prima dell’uso della ragione) rimangono per sempre privati della visione di Dio, ma non provano dolore per questa privazione, né soffrono alcun’altra pena positiva; godono di una conoscenza naturale di Dio, che amano sopra ogni altra cosa, con amore naturale, e godono anche di altri beni naturali, cioè stanno nel Limbo».

Questa era la Fede prima del capovolgimento.

16 commenti su “I Novissimi, più nuovi del nuovo – di Léon Bertoletti”

  1. Questa era la fede ed è la fede a cui sono saldamente attaccata. Una fede che mi fa anche
    temere considerando i peccati della mia fragilità, ma che mi fa sperare chiedendo sempre al Signore le grazie necessarie per accrescerla. “Signore, accresci la mia fede” consigliavano di ripetere spesso un tempo i buoni preti. ” Ch’io non resti confuso in eterno” recita l”atto di Speranza. Terribile, a pensarci, il pensiero dei Novissimi.
    Il cristianesimo, cari amici, è una cosa davvero seria: ne va della nostra vita per l’eternità!

  2. bellissimo articolo, ci ricorda cosa significa credere in NSGC.
    Camminiamo dritti verso la meta, non facciamo imbambolare dai falsi profeti, di cui in questa “nuova Chiesa” è stracolma!
    Ricordandoci che mirabile agli occhi di Dio è la morte dei giusti.
    Il giusto vive costantemente nell’ora della morte, se la prefigura come il dolce abbraccio della Sposa allo Sposo.
    Che il Signore ci dia fede e forza nell’avvenire…

  3. Veramente, l’unico novissimo rimasto è la Morte ( il Paradiso infatti che altro è se non il Regno di coloro che hanno rifiutato il Diavolo? Ma se il diabolo non c’è, non c’è il rifiuto, quindi nemmeno il luogo che premia il rifiuto: manca la destinazione d’ uso…)….

    Diamo pur tempo al Bergoglio e ai suoi successori e vediamo se riescono ad eliminare anche l’ultimo sopravissuto dei nuovissimi… Intanto pare che Bergoglio, purtroppo, stia cominciando a riuscirci: con tutti i suoi acciacchi – come dicono – non smette di rompere e scassare….

  4. Certamente era la fede della Chiesa, purtroppo ormai dimenticata ma che vale la pena sempre di tenere bene ferma nel cuore.
    Ma a me personalmente lascia molto perplessa questa affermazione:
    “Infine, «coloro che muoiono col solo peccato originale (bambini morti senza Battesimo, prima dell’uso della ragione) rimangono per sempre privati della visione di Dio, ma non provano dolore per questa privazione, né soffrono alcun’altra pena positiva; godono di una conoscenza naturale di Dio, che amano sopra ogni altra cosa, con amore naturale, e godono anche di altri beni naturali, cioè stanno nel Limbo».
    Da dove arrivi precisamente questa convinzione e perché questi innocenti siano privati della visione di Dio, solo perché non sono stati battezzati (mi vengono in mente i milioni di bambini abortiti) mi piacerebbe saperlo.

    1. “Se uno non sarà rinato nell’acqua e nello Spirito Santo, non potrà entrare nel Regno di Dio” – Gv 3,5
      “Chi crederà e si battezzerà sarà salvo” – Mc 16,16
      “I bambini morti senza Battesimo vanno al Limbo, dove non è premio soprannaturale né pena; perché, avendo il peccato originale, e quello solo, non meritano il Paradiso, ma neppure l’Inferno e il Purgatorio” – Catechismo di Pio X

    2. San Tomaso nella Summa, la Scolastica, il Catechismo . . . Per non dimenticare Dante e l’arte . . . Ma a furia di rompere le scatole, questi hanno rotto anche . . . l’escatologia!

  5. Grazie ancora per la stupenda lezione di catechismo. Ma cosa possiamo aspettarci dalla Chiesa contemporanea, la quale sostiene che vabbè, Gesù è Gesù ma in fondo le religioni sono tutte buone ugualmente, che accetta l’istituzionalizzazione dell’adulterio (divorzio) come dato ormai di fatto, che ammicca benevolmente all’omosessualismo, che giustifica ladri e violenti in quanto “emarginati” e quant’altro? Gli unici candidati all’inferno diventano quegli “ipocriti” che, sforzandosi di osservare la dottrina di sempre, di conformare la propria vita al catechismo e di ascoltare il Gesù di Mt5, 17-19 (il tutto a costo di sforzo e rinnegamento di sé) vogliono “apparire” migliori degli altri. In una parola, noi.

  6. Marina Alberghini

    Francamente non credo che un Dio di Amore e Giustizia condanni così dei bambini che non hanno commesso alcuna colpa ma hanno solo avuto la disgrazia di morire prima di essere battezzati.Dovrebbero essere amati più degli altri!

    1. Carissima, non so da dove ha dedotto che sono “condannati”. “Rimangono per sempre privati della visione di Dio, ma non provano dolore per questa privazione, né soffrono alcun’altra pena positiva; godono di una conoscenza naturale di Dio, che amano sopra ogni altra cosa, con amore naturale, e godono anche di altri beni naturali”. Un popolo allevato nell’ignoranza (delle verità di fede, e non solo) non può essere un popolo libero. Né si possono salvare le anime con i penso, ritengo e le opinioni personali. Le verità di fede non non sono opinabili, non si rivedono, non si aggiornano, non seguono le mode. Si credono oppure no.

  7. Ho perso tre bimbi per cause naturali e, lottando contro la cultura della morte e la burocrazia, ho ottenuto di partorire i corpicini e farli seppellire in cimitero con un breve rito. Il mio padre spirituale mi ha suggerito di fare celebrare per tutti e tre una S. Messa con la specifica intenzione del BATTESIMO DI DESIDERIO e mi ha assicurato che i miei piccoli Maria, Simone e Cristiano sono in Paradiso a intercedere per mamma, papà e la sorellina e il fratellino maggiori.

  8. grazie per averci rinfrescato la memoria, anche e soprattutto da parte di chi questa memoria l’ha persa o ne è stato privato. Tale memoria non dovrebbe, a mio modesto modo di vedere, generare paura, bensì Timor di Dio, quel timore sacro ed edificante che solo un Discernimento vero (ossia una presenza a sé stessi in cuore e Ragione) per ogni momento della vita può portarci alla Salvezza, perché attraverso l’utilizzo della Nostra libertà (bene supremo donatoci dal Creatore) e non dal suo asservimento alle logiche del mondo, davvero ciascuno di noi può sentire dentro di sé che niente può separarci dall’amore di Dio.

  9. Grazie della bellissima lezione di catechismo sui Novissimi :è certamente necessario tenerli bene a mente. Per quanto riguarda i bambini morti senza Battesimo, in particolare quelli uccisi con l’aborto, ecco, il papa Giovanni Paolo II, nell’enciclica Evangelium Vitae del 1995, al n° 99, si rivolge alle donne che hanno fatto ricorso all’aborto e, dopo avere loro confermato che “quello che è successo è stato e rimane profondamente ingiusto”, le incoraggia con parole commuoventi di consolazione a rivolgersi al Signore con il sacramento della Riconciliazione : ” … il Padre di ogni misericordia vi aspetta per offrirvi il suo perdono e la sua pace nel sacramento della Riconciliazione. Vi accorgerete che nulla è perduto e potrete chiedere perdono anche al vostro bambino, che ora vive nel Signore. (…) ” Mi soffermo su queste parole “che ora vive nel Signore” e mi domando : ‘La Chiesa il 28 dicembre fa memoria dei Santi Martiri innocenti, i piccoli uccisi a Betlemme in odio al Bambino Gesù, allora penso che questi piccoli uccisi in odio alla vita ,

  10. penso che questi piccoli uccisi in odio alla vita, dal momento che il Signore si è identificato con la vita quando ha detto ‘Io sono la via, la verità, la vita’, non potremmo pensarli in Paradiso insieme ai piccoli Santi Martiri innocenti di Betlemme ?
    Per la madre che ha abortito e, dopo essersi pentita del gravissimo peccato commesso, ha sperimentato il perdono del Signore col sacramento della Riconciliazione … ecco, pensare che le parole del S. Padre Giovanni Paolo II stanno a significare che il suo bambino “ORA VIVE NEL SIGNORE” nel Paradiso, insieme ai piccoli Santi Martiri innocenti di Betlemme … ecco, sarebbe una cosa molto grande !!!

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