I primi insegnamenti ricevuti in seminario – di Mons. Marcel Lefèbvre

I primi insegnamenti ricevuti in seminario: il Sacerdozio e la Regalità di Gesù Cristo

di Mons. Marcel Lefèbvre

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In seminario una figura fondamentale è quella del direttore spirituale. […] Del nostro direttore spirituale, al Seminario «Santa Chiara» di Roma, ricordo che si segnalava per la voce grave e il profondo spirito di fede. Ci conquistava, a volte anche con affermazioni paradossali e molto nette. Ma, al tempo stesso, che ineffabile dolcezza che aveva, che speciale dono comunicare, di farci percepire Gesù e la Chiesa!

Il suo insegnamento era semplice: ci parlava sostanzialmente della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo. E del fine assoluto ed unico del Sacerdozio: il Sacrificio del sacerdote per il Regno di Gesù Cristo. Ogni cosa veniva valutata alla luce di questo.

Una sola cosa vi chiedo: amare Gesù

«Miei cari amici», soleva ripetere, «per quanto mi riguarda, una cosa sola vi chiedo: amate Nostro Signore Gesù Cristo!». Oppure: «Miei cari amici, predicate Nostro Signore con tutto il cuore!». Una testimonianza collettiva, firmata da dodici seminaristi […], affermava riguardo a lui: “È per merito suo che abbiamo imparato a vedere in Gesù il Re, il centro di tutto, la soluzione a ogni problema, il nutrimento della mente e della vita. Insomma… tutto. È questo sentimento che egli ha inteso scolpire nel nostro animo… e durerà per sempre!”.

Ricordo con gioia le sue conferenze spirituali, così semplici, modellate sulle parole delle Sacre Scritture, che ci rivelavano Nostro Signore. Questo ci ha veramente segnato per tutta la vita.

Gesù dev’essere la regola del nostro pensiero

In effetti, non si mediterà mai abbastanza su Nostro Signore Gesù Cristo. Per noi rimane fondamentalmente un mistero: mistero della creazione e quindi della natura; mistero della grazia, mistero della nostra fede. Noi dovremmo fare in modo da non poter più giudicare le cose di quaggiù senza pensare a Lui, senza che Lui sia la regola del nostro pensiero. «Come giudicherebbe Gesù questo o quel fatto, quel pensiero, quell’azione?», dovrebbe essere il nostro pensiero fisso […].

È Lui la regola del pensiero, il modello della nostra santità, la causa stessa della nostra santità e della nostra grazia.  È Lui il nostro Creatore, perché è nel Verbo che tutto è stato fatto: per quem omnia facta sunt, «per mezzo di Lui tutto è stato fatto», recitiamo nel Credo, e sine ipso factum est nihil, «niente è stato fatto senza di Lui», dice l’evangelista san Giovanni nel Prologo. Niente, veramente niente è stato fatto senza il Verbo e, dunque, senza Gesù Cristo. Perciò i nostri pensieri, le nostre meditazioni, la nostra contemplazione devono essere sempre orientati verso Gesù. È questo che trasforma la vita!

[…] Poiché Egli vive nella gloria, dobbiamo imparare a conoscerLo attraverso gli studi come vero Dio e vero Uomo. Ma non dobbiamo accontentarci di una conoscenza puramente speculativa e libresca. Dobbiamo, amandoLo, imitarLo, vivere di Gesù: il solo Dio, il solo Salvatore, il solo Sommo Sacerdote.

Bisogna proclamare la Divinità di Nostro Signore in tutta la sua realtà, in tutta la sua estensione. È qualcosa di grande e di decisivo per ogni uomo che nasce su questa terra. Per ciascun essere dotato di anima spirituale Nostro Signore è il Re, il Salvatore, il Sacerdote. Dalla sua Divinità deriva la sua Regalità; dal suo Sacrificio, la nostra Redenzione; dalla sua Offerta, il suo Sacerdozio. Se riflettiamo su queste premesse, come possiamo non vederne l’importanza?

Abbiamo il dovere di essere missionari

[…] E se crediamo che Nostro Signore è il Salvatore, dobbiamo anche essere missionari. Se è vero che nessuno può salvarsi se non nel nome di Gesù Cristo, che non vi è altro nome dato agli uomini in cui ci si possa salvare*, ne consegue l’obbligo, per tutti noi, di essere missionari.

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 * Cfr. At 4,12: Non est in alio aliquo salus. Nec enim aliud nomen est sub cælo datum hominibus, in quo oporteat nos salvos fieri, «non c’è salvezza in nessun altro, e sotto il cielo non è stato dato agli uomini altro nome nel quale ci si debba salvare».

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fonte: Mons. Marcel Lefèbvre, Itinerario spirituale, Editrice Ichthys, Albano Laziale, 2000

3 commenti su “I primi insegnamenti ricevuti in seminario – di Mons. Marcel Lefèbvre”

  1. Che meraviglia!
    “Amare, imitare, vivere di Gesù… Il solo Dio, il solo Salvatore, il solo Sommo Sacerdote…”
    “Se è vero che nessuno può salvarsi se non nel nome di Gesù Cristo, che non vi è altro nome dato agli uomini in cui ci si possa salvare, ne consegue l’obbligo, per tutti noi, di essere missionari.”

    parole in netto contrasto con la propaganda sincretica bergogliana e lo spirito di Assisi (o meglio lo spirito dell’Anticristo!)
    Mi viene in mente la profezia de La Salette … Roma perderà la fede e diventerà il seggio dell’Anticristo!

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