I vescovi italiani riabilitano Lutero – di Francesca de Villasmundo

di Francesca de Villasmundo

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Pubblicato sul sito Medias Presse_Info

Le immagini sono nostre

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«L’unità nella diversità», questa tesi ecumenica eterodossa così cara a Giovanni Paolo II e abbracciata da Francesco, guida da decenni la nuova Chiesa conciliare, uscita dal Vaticano II, sui cammini tenebrosi che conducono alla definitiva rovina della dottrina cattolica. Le anime sono immerse nelle tenebre dell’«apostasia silenziosa».

Con l’insediamento di Jorge Mario Bergoglio sul trono petrino, la pratica di questo ecumenismo relativista, evolutivo e ambiguo, fatta di incontri e di celebrazioni interconfessionali volti a giungere a questa unità visibile al di sopra dei problemi dottrinali, non è sconfessata; al contrario, Francesco la incoraggia risolutamente.
Tanto più in quest’anno anniversario dei 500 anni della Riforma protestante, occasione benvenuta per moltiplicare il ritrovarsi dei fratelli separati.
Insieme, regolarmente, sotto tutte le latitudini e anche nei palazzi apostolici, luterani e gerarchie conciliari, papa in testa, non finiscono di incensare la figura del monaco apostata, al cospetto dei media compiacenti e dei fedeli cattolici e protestanti chiamati ad onorare congiuntamente Martin Lutero (1483-1546), morto scomunicato, come fosse un santo.

Il Papa argentino invita tranquillamente il suo gregge ad abdicare alla propria fede in nome del principio dell’unità dei cristiani. Perché, nella realtà, la capitolazione avviene soprattutto dalla parte romana e non da quella protestante: in questo ecumenismo pratico è Lutero che risulta il grande vincitore.

La simbolica città di Trento, in questi ultimi giorni è stato teatro di questa vittoria postuma di Lutero.
Per concludere magistralmente questo 500esimo anniversario della Riforma, la Conferenza episcopale italiana e la Chiesa evangelica luterana d’Italia hanno scelto questa città, in cui si tenne nel XVI secolo il famoso Concilio di Trento che condannò solennemente le tesi luterane, per un colloquio di due ore sul tema: «Che cosa può e deve rimanere di Martin Lutero?»

Lo scopo di questo incontro, completato nella maestosa cattedrale romana con delle celebrazioni interconfessionali e con la reciproca lavanda dei piedi tra il vescovo cattolico e il «vescovo» luterano, secondo il Servizio di Informazione Religiosa (SIR) è stato «gettare uno sguardo avanti e per riflettere su come ora si possa e su debba proseguire il cammino», perché «non è possibile oggi rimanere indifferenti davanti all’appello all’unità dei cristiani

Le riflessioni teologiche sono state affidate a Don Angelo Maffeis, esperto della CEI nel dialogo ecumenico e componente della commissione mista luterano-cattolica, e al «vescovo» luterano Karl-Hinrich Manzke, della Chiesa luterana tedesca, che si occupa dei rapporti con i cattolici tedeschi.

I due hanno concordato su questa affermazione agghiacciante per ogni vero cattolico:

«le istanze più profonde di Lutero continuino a interrogare chiunque desideri seguire il Signore più da vicino e con maggior coerenza; perché Lutero altro non ha cercato se non di prendere in mano il Vangelo e viverlo con la maggiore intensità e autenticità possibile

In parole povere, per Don Maffeis, delegato dei vescovi italiani, Lutero è diventato un esempio di come «vivere il Vangelo». Alla luce di queste dichiarazioni si spiega la scelta stupefacente di Trento: che testimonia pubblicamente il desiderio della Chiesa ufficiale di rigettare il magistero tridentino e, per promuovere questa unità dei cristianiriabilitare il monaco apostata là stesso dove la sua dottrina eretica fu definitivamente anatemizzata.

Questa giustificazione post-mortem di Lutero da parte delle autorità cattoliche infedeli è un’impostura spudorata e un’ingiuria a Nostro Signore Gesù Cristo.
Basta ricordarsi delle dichiarazioni blasfeme di Lutero sulla Santa Messa per coglierne la gravità:

«Io dichiaro che tutti i postriboli, gli omicidi, i furti, gli assassini e gli adultèri sono meno malvagi di quella abominazione che è la Messa papista!» (Werke, t. XV, p. 774).

Ed ecco cosa scriveva a Melantone sul peccato:

«Se tu sei predicatore della grazia, non predichi una grazia fittizia, ma vera. Se essa è vera, tu devi portare un peccato vero e non immaginario. Dio non salva i falsi peccatori. Sii dunque peccatore e pecca audacemente, ma confida e gioisci più audacemente in Cristo, che è il vincitore del peccato, della morte e di questo mondo. Il peccato non ci separerà da lui neanche se mille volte al giorno noi commettessimo la fornicazione e l’omicidio. Le anime pie che fanno il bene per guadagnare il Regno dei Cieli, non solo non vi perverranno mai, ma bisogna annoverarle tra gli empi. E’ più urgente prevenirsi contro le buone opere che contro il peccato. Il cristiano battezzato, anche se lo volesse, non potrebbe perdere la sua salvezza, per quanto grande sia il peccato che commette, a meno che egli non rigetti la fede. Poiché nessun peccato può perderla, se non l’incredulità. Tutti gli altri, se la fede nella promessa divina fatta dal battezzato rimane o rinasce, sono annientati in un attimo».

Ed è l’autore di queste espressioni abominevoli che la Chiesa ufficiale, per bocca dei vescovi italiani, offre ai cattolici come esempio.

Mons. Lefebvre, già il 4 ottobre 1987, constatava che Roma sprofondava nell’apostasia:

«Roma ha perduto la fede. Roma è nell’apostasia. Non è un modo di dire, non sono parole gettate in aria che vi dico. E’ la verità! Roma è nell’apostasia. Non si può più avere fiducia in loro, essi hanno lasciato la Chiesa, essi hanno abbandonato la Chiesa, essi lasciano la Chiesa; è sicuro, sicuro, sicuro».

[si veda la registrazione su youtube:  https://www.youtube.com/watch?v=0MrUVYtaHCk]

Trent’anni dopo, la Roma conciliare è più neo-protestante che mai!

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fonte: UnaVox  

21 commenti su “I vescovi italiani riabilitano Lutero – di Francesca de Villasmundo”

  1. Mi fa troppo male vedere queste foto, soprattutto l’ultima, dove si spezza un pane che speriamo non sia il Pane Eucaristico, ché se lo fosse, sarebbe documentato fotograficamente un sacrilegio che davvero grida vendetta al cospetto di Dio. Ha un ghigno di soddisfazione il tizio sulla destra, come a voler dire: “Ce l’abbiamo fatta, siete caduti nella trappola e avete capitolato!”.
    Condivisibile pienamente lo sdegno che traspare in questo articolo dove, in un climax crescente è illustrata la resa del cattolicesimo all’eresia luterana con annesso sberleffo (vedi la scelta della località) al Santo Concilio di Trento. Sante parole quelle di Mons. Lefebvre. Tutto si sta avverando. Ma non prevalebunt!

  2. Carla D'Agostino Ungaretti

    Allora è vero che “gli omicidi, i postriboli, gli omicidi e gli adulteri sono meno malvagi ed abominevoli della messa papista”! Allora è vero che il papa è un “lurido porco”! Lo ha detto Lutero!
    Signore, siamo impazziti noi, o è impazzito il papa? Signore, salvaci da questo pantano la cui melma ci soffoca!

  3. Chi non riconosce di vivere negli ultimi tempi, sanciti anche dal CCC al n°675-676, ha un problema di vista, l’ultimo “muro” da abbattere è la “Sacra Eucarestia”, su questo la commissione catto-luterana sembra che abbia finito, caduta la Santa Eucarestia, caduta la chiesa, rimarrà il “Piccolo Resto”, la “Piccola Chiesa”, da ricercare nelle nuove………….catacombe.

  4. ma chissenefreg—di questi qui! Poveretti che si divertono a imbastire queste pagliacciate! Da un pezzo vogliono ammannirci arrosto il “Porco di Sassonia”! Con acuta preveggenza hanno voluto inserirlo da principio nella salsa della nova messa cattolica! Ricordiamo sempre il Montini beato tra i 5 pastori protestanti, suggeritori della sua messa …. ecumenica. Roba vecchia ormai e sempre rimescolata! (I bambini fanno giochi più intelligenti di questi qui….)

  5. “ Eccomi qua, senza pensieri e appesantito nell’ ozio, o disperazione ! Ho smesso di pregare e di curarmi della Chiesa di Dio, poiché la mia carne brucia indomabilmente con un fuoco irresistibile. In breve, dovrebbe ardere il mio spirito, ma invece è la mia carne che brucia nella libidine nell’ ozio, nell’ inattività e e nell’ indolenza” (Lettera Melantone).
    “ Sto mangiando come un Boemo e bevendo come un Tedesco, che Dio sia lodato!” Lettera a Catherine,1540( Burkardt, Dr. M. Luther,). 

    “ Io qui mi passo il tempo nella pigrizia e a ubriacarmi”( De Wette ).
    Quando giunse a Erfurt il 19 Ottobre del 1522, il riformatore non faceva altro che “ bere e gridare. Come suo solito” scriveva Melantone , che era presente come testimone. La mattina dopo che Lutero MORI’, fu trovato sul pavimento con lo stomaco gonfio per l’ eccesso di cibo e di bevute. La notte precedente il riformatore si era alzato da una tavola piena di vini forestieri e di cibi esotici”. ( Paulus, Luthers Lebensende).


    -Quando si dice vivere il Vangelo con la massima intensità e autenticità! Davvero!

  6. E come la mettono questi giocherelloni della pace del dialogo e dell’incontro, dell’amore per i poveri sfruttati delle terra “succhiati del loro sangue” (senti il Bergoglio loro ), con il rapporto di ammirazione per Lutero, assunto a nuovo modello di appassionato del Vangelo, che a proposito dei contadini in rivolta contro lo sfruttamento da parte dei signori, i ‘Nobili’ , come lui li chiama, invita costoro a sterminarli senza pietà alcuna , anzi sicuri di fare cosa gradita a Dio? Sentiamolo:
    “Chiunque lo può deve colpire, scannare, massacrare in pubblico o in segreto, perché nulla può esistere di più velenoso, nocivo e diabolico di un sedizioso, giusto come si deve accoppare un cane arrabbiato, perché se non lo ammazzi, esso ammazzerà te e con te tutto il paese”.
    E se anche” ciò facendo troverai la morte, te felice, morte più felice giammai potresti incontrare, perché muori in obbedienza alla parola e al volere di Dio” .
    “Così strani e stupefacenti sono i tempi, che un principe spargendo sangue [ il ‘sangue’ dei contadini rivoltosi] può guadagnarsi il Cielo meglio che pregando”.

  7. Mons. Lefebvre aveva capito tutto. Lui è stato l’unico ad avere il coraggio di dire che il “re è nudo”.
    Gesù vieni presto in nostro aiuto altrimenti tra non molto diventeremo tutti e proprio tutti peggio delle bestie !!!

  8. da: “Perché Gesù parlava in parabole”, di Carlo M. Martini, EDB-EMI, 1985, p183-84:

    ” (…) ” “Questo perché non siamo più come fanciulli sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina.” ” (Ef 4,14).

    Qualche volta il “falso vento di dottrina” è una falsa idea di unità, per cui come fanciulli ci appigliamo a un ideale che poi non si riscontra nella realtà e allora non sappiamo più da che parte muoverci. ” ” Secondo l’inganno degli uomini, con quella loro astuzia che tende a trarre nell’errore” “; ci sono astuzie e inganni anche in certi appelli all’unità. ” ” Al contrario, vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa” ” [anche nell’unità] ” ” verso di lui che è il capo, Cristo” “. (Ef 4,14-15).

  9. e ora abbiamo l’immancabile Galantino a rassicurarci che lo Spirito Santo era con Lutero ! Sì, anche quando Lutero crepava negli STRAVIZI suoi? Anche quando Lutero chiamava i Principi a accoppare i contadini come cani arrabbiati? Chissà se anche Galantino non si senta egli stesso mosso dallo Spirito Santo! Opera dello Spirito Santo l’opera di Lutero, quella che ha “scatenato sulla terra tutti i diavoli dell’inferno ( G. Jung)! Certo, dopo che hanno fatto intendere, e ci sono riusciti, che anche le elezioni di ‘questi’ papi sono opera dello Spirito Santo, che cosa volete che sia far passare Lutero come agente dello stesso Spirito! BUFFONI e BLASFEMI!

  10. Non Metuens Verbum

    La sua idea del peccare fortemente, è un’idiozia eretica. I veri santi, i grandi santi, come Santa Caterina da Siena ma anche chiunque atro, avevano (hanno?) una fortissima coscienza di essere peccatori, ma perché ? Sul piano materiale, sanno benissimo di non essere ladri, assassini, adulteri, fornicatori, mendaci, e ogni altro peccato materialmente compiuto. Sarebbero deficienti se dicessero il contrario. Ma sul piano spirituale, hanno la viva coscienza (frutto di grazia), di essere un nulla davanti all’infinito Tutto di Dio, e questa sensibilità estrema fa loro riconoscere quello che essi sono e quello che Dio è.
    Una consapevolezza che a parole possiamo affermare tutti, ma che nella realtà profonda si deve essere santi per averla. Ecco perché io non sono santo, perché nel momento stesso in cui affermo di voler essere umile davanti a Dio, in realtà umile non sono. L’umiltà è una virtù impossibile, appena pensi di averla vuol dire che non ce l’hai.
    Di tutto questo discorso (che non è mio, ma mi è stato insegnato) Lutero non aveva capito nulla. Dannato (ci sembra) o salvo…

  11. Non solo non dobbiamo gettare le Cose Sante ai Porci, ma nemmeno lasciar dobbiamo che i Porci trattino delle Cose Sante. E Lutero fu un Porco ( e assassino), e chi è con Lutero uguale a lui è: un ‘porco’ (p.e. in ‘immunditia’ LGTB ), e un assassinio (che sulla coscienza ha tutta la tragedia delle migrazioni e dei suoi effetti sui popoli).

  12. Scusate se insisto, ma vorrei concludere così:

    -quindi, abbiamo una chiesa cattolica – ora – che si conforma alle chiesa protestante (nei suoi mille aspetti) e dice di essere la stessa chiesa cattolica che la chiesa protestante aveva dannato. Prodigio dell’ ermeneutica della continuità (ricordiamo Razingere in pellegrinaggio a Erfurt da Lutero) e prodigio dell’aggiornamento (o evoluzione o progresso della verità ) in nome dell’ incontro ( come si usa oggi); per cui, quello che era falso ieri diventa vero oggi e quello che vero ieri oggi diventa falso. E la trupppa segue: AUGURI! ma non siamo tutti babbei, per fortuna! Lasciamo a questi, e ai super-intelligenti, la visione della sede ‘plena’- certo, da correggere, ‘filialmente’ poi, ci mancherebbe, e blà blà blà…)

  13. Questa riabilitazione di Lutero da parte dei vescovi e pure di Bergoglio nasconde la volontà del clero cattolico di cancellare la figura del papa come capo della Chiesa, e cancellare pure il clero vaticano in modo che le Chiese locali diventino autonome come lo sono le migliaia di chiese protestanti.

  14. Melantone che diceva “Pecca fortiter sed crede fortius” non si era accorto delle contraddizioni che conteneva questa affermazione. Più peccatori dei papi e della curia romana non esistevano a detta del suo capo Martino, ma costoro furono anche quelli che credettero “fortius” perché in materia di fede non mollarono una sillaba.

  15. Quanta sofferenza mi stanno provocando questo articolo e quelle foto. Lo leggo e lo rileggo ed ogni volta mi fa più male. La SS Trinità illumini e ci doni qualche vero Sacerdote, perchè ne abbiamo davvero tanto bisogno.

  16. Provo una profonda tristezza nel leggere di queste iniziative dei vescovi, con l’avvallo del Papa. Sembrano facciano di tutto per allontanare dalla Fede. Ho 61 anni e, ogni giorno più, vedo Pastori che portano a S. Chiesa lontano da sé stessa. Sembra che adesso più o meno tutto vada bene, l’importante sia essere piacevoli al mondo e alle ultime culture. Ma non è quello che vuole Dio. Io vedo le cose in maniera molto diversa, semplicemente come mi è stato insegnato a vederle da bambino, quando ho imparato a trovare nella Fede cattolica, nei canti del mio Popolo, nell’esempio e negli insegnamenti dei genitori e del parroco qualcosa di grande, che mi elevava a Dio; queste nuove cose no, m’inquietano e piuttosto allontanano dal fervore religioso. Prego pertanto Dio per la conversione di questi vescovi e del Papa stesso, perché siano più sensibili alle esigenze spirituali di chi ha avuto la formazione tradizionale (e tra essi ci sono anche molti giovani).

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