IL CASO DEI FRANCESCANI DELL’IMMACOLATA. IL DOLORE A CUI NON CI SI ABITUA – di Massimo Viglione

di Massimo Viglione

fonte: Il Giudizio Cattolico

 

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ADERIAMO ALL’INIZIATIVA DI CORRISPONDENZA ROMANA, IN SOSTEGNO DEI FRANCESCANI DELL’IMMACOLATA E DELLA MESSA TRADIZIONALE


Il 1° agosto la Chiesa ricorda sant’Alfonso Maria de’ Liguori, fondatore dei Redentoristi. Egli fu vilmente calunniato, e quindi perseguitato dagli uomini di Chiesa: gli fu tolto in pratica l’Ordine che aveva fondato, esattamente come sta accadendo oggi a padre Stefano Manelli, fondatore e generale dell’Ordine dei Francescani dell’Immacolata.

Il 2 agosto la Chiesa celebra la perdonanza di Assisi. Vittima di intrighi interni all’Ordine da lui fondato fu anche san Francesco stesso, patriarca dell’intera famiglia francescana, e quindi di san Pio da Pietrelcina come di padre Manelli.


Il commissariamento dei Francescani dell’Immacolata è soprattutto e anzitutto, e al di là delle motivazioni ufficiali e non, il “commissariamento” del fondatore e generale dell’Ordine, padre Stefano Manelli. Padre Manelli, come tutti sanno, è figlio di due figli spirituali di san Pio da Pietrelcina, per i quali la Chiesa ha aperto un processo di beatificazione. Egli stesso è stato da ragazzo figlio spirituale di Padre Pio, e lo è rimasto per tutta la vita. Come Padre Pio oggi egli è vittima ora di calunnie e persecuzione. Che non vengono dallo Stato, non dai comunisti o dai nazisti, non dai massoni o dagli atei dell’UAAR, ma dall’interno di quella Chiesa a cui egli ha dedicato tutta la vita. Esattamente come accadde più volte con Padre Pio.

Nel caso di Padre Pio, il riferimento ultimo delle sue persecuzioni fu il Papa – oggi in attesa di canonizzazione a quanto pare – che tutti al mondo ricordano come il “Papa buono”. Colpisce non poco che nel caso di Padre Manelli, il mandato esecutivo al suo commissariamento sia stato ordinato direttamente dal “Papa della tenerezza”, come oggi viene universalmente presentato l’attuale pontefice. Il quale, per di più, ha voluto prendere il nome di Francesco.

Al di là però di ciò, credo sia necessario inquadrare quanto sta avvenendo nel contesto più generale della drammatica crisi che sta vivendo la Chiesa Cattolica.

I FI sono nati al fine della riscoperta dell’originale spirito francescano, conducono vita di forte penitenza e ascesi, sono sempre stati obbedientissimi al Papa (ad esempio, hanno iniziato a celebrare il rito antico solo dopo il Motu Proprio), producono un altissimo numero di ordinazioni maschili e femminili (caso più unico che raro oggi), sono ammirati e stimati universalmente per la loro vita di preghiera e di carità verso il prossimo.

E oggi sono commissariati.

È necessario fare l’elenco di quante centinaia di preti e suore blasfemi e ribelli danno quotidiano scandalo con le loro idee eretiche e sovversive e con i loro atteggiamenti immorali o indegni? Vogliamo solo ricordare le suore americane che predicano aborto libero, amore libero, libera omosessualità, sacerdozio femminile, ecc ecc.? O vogliamo ricordare gli onori concessi a un individuo come don Gallo? È inutile, anche perché di questi casi ve ne sono a centinaia, a migliaia, e hanno caratterizzato la storia del postconcilio. Tutti costoro, che sono legione (“preti operai”, vescovi abortisti, clero con il mitra in mano a folleggiare di teologia della liberazione, preti che celebrano “matrimoni” fra omosessuali, tutto il mondo assolutamente eretico e ribelle di “noi siamo chiesa”, e chi più ne ha più ne metta), chi li ha mai puniti? Chi li ha commissariati o sospesi a divinis? Chi ha mai chiuso le tante riviste “cattoliche” che da decenni propagano errori esattamente antitetici a tutto quanto insegnato dal Magistero universale, a partire dal settimanale più diffuso in Italia? Chi ha mai in qualche modo interdetto preti buffoni e sacrileghi, che profanano ogni domenica la liturgia cattolica? E quelle suore che in Brasile amministrano i sacramenti e dicono messa, chi le ha mai interdette? E i vescovi disobbedienti al papa (che sono legione), chi li ha mai almeno rimproverati?

Al massimo vi sono state rare condanne formali, come nel caso insostenibile della teologia della liberazione, da parte dell’allora cardinale Ratzinger, prefetto della Congregazione della Santa Fede.

Già, Ratzinger. Lo stesso uomo, poi divenuto Benedetto XVI, che ha concesso la libertà di culto a tutti coloro che si sentono vicini al Rito Romano Antico. E questo solo sei anni or sono. Ma Ratzinger non è né “buono” né “tenero”, come non lo era il predecessore del Papa buono. Perfino al beato Giovanni Paolo II non sono stati riservati tali titoli di bontà e tenerezza: eppure sotto il suo pontificato sono nati, cresciuti e divenuti un Ordine vero e santo, i Francescani dell’Immacolata.

Al di là di tutto questo, il dramma profondo risiede nel fatto che perfino nella Chiesa, oggi, chi è fedele alla tradizione del magistero viene punito, mentre chi si vende al mondo viene premiato. E più si piace al mondo, più ci si impegna per piacere al mondo, più si viene premiati. E più si viene premiati, più ci si vende al mondo, meno lo si combatte, meno si ricevono fastidi.

Gli attributi di “buono” e “tenero” non se li sono dati i due pontefici da soli. Sono stati loro attribuiti dal mondo. Perché il mondo li sente propri, vicini, “adatti”. Questo dovrebbe preoccupare Papa Francesco più di ogni altra cosa, più dello IOR, di Padre Manelli, ecc. Il mondo ti avvinghia e ti plasma. Se tu lasci fare, poi ti ritrovi prigioniero. E se poi ti ribelli, sarai distrutto da quel mondo che ti applaudiva, che ti chiamava “buono” o “tenero”.

E il mondo non è solo quello fuori dalla Chiesa o contrario alla Chiesa. Il mondo è anche nella Chiesa stessa. È costituito da tutti coloro – ecclesiastici e ancor più laici – che per l’appunto, per vendersi al mondo esterno al fine del proprio interesse personale, vogliono distruggere quello di Cristo e odiano coloro che invece ancora vivono secondo Cristo e difendono il suo mondo, pronti anche al martirio per questo.

Proprio mentre – solo per parlare dell’Italia – ci si appresta a varare una legge liberticida, anticostituzione e soprattutto anticattolica e antinaturale come è quella sull’“omofobia”, cosa si fa anziché chiamare tutti a raccolta per difendere la civiltà, il bene, i bambini, l’amore puro e naturale? Si commissaria uno degli ordini religiosi più puri, integerrimi e tradizionali che vi siano.

Ciò che fa più male in tutta questa storia è proprio il dolore che viene da dentro: quello che viene da fuori in fondo è “naturale”, fa “parte del gioco”, un gioco iniziato con una mela che non doveva essere mangiata e che finirà con un trionfo eterno sul male. Ma il dolore causato dalla parte dei buoni… quello spezza dentro e provoca urla del cuore. Non ci si abitua mai. Neanche con il passar degli anni. Dei decenni. Neanche invecchiando e trascorrendo tutta la propria vita in tale situazione. Come sta capitando a tutti noi, specie a chi giovane non è più.

Non ci si abitua, grazie a Dio. Perché invece proprio coloro che, piano piano, poco alla volta, vi si abituano, giustificano, comprendono, trovano motivazioni, sono coloro che finiscono poi per piacere al mondo, che apre loro le porte dei grandi giornali, dei partiti, della fama, del potere.

Il nostro amore per la Chiesa, per il Papato, per la verità e la giustizia, per il Bene e la bellezza, hanno fatto sì che fino ad ora, non ci abituassimo. Ringraziamo Dio per questa immensa grazia e preghiamolo ogni giorno affinché nessuno vi si abitui mai.

È l’amore alla Chiesa che fa soffrire per le ingiustizie commesse dagli uomini di Chiesa. Per questo siamo con Padre Manelli oggi, come saremmo stati con Padre Pio ieri, con sant’Alfonso l’altro ieri,o magari con i gesuiti, sciolti nel 1773 da un pontefice debole che ha preferito assecondare il mondo e con tutte le vittime di coloro che hanno anteposto il mondo a Cristo, dentro e fuori la Chiesa.

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