Il lamento dell’abate Faria sulla Scala Santa oscurata dal mega cartellone pubblicitario. Nulla è più sacro?  –  di Marco Tosatti

Ci ha scritto l’abate Faria, turbato da ciò che ha visto in una sua recente visita alla Scala Santa, a Roma. Ma lasciamo a lui la parola, per esprimere tutta il suo sconcerto…

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Mi recavo spesso nella zona del Laterano. Da buon peccatore ero consapevole di aver bisogno di tanta penitenza e quale modo migliore che implorare misericordia sulla scalinata della Scala Santa, uno dei luoghi più sacri di Roma? Un tempo, già alla vista di questo santo edificio, mi sentivo il cuore tormentarsi nella consapevolezza delle sue mancanze. Ma questa volta ho avuto una sorpresa.

Dopo aver guadagnato gli ultimi metri di via Merulana e svoltato verso la piazza, mi sembrò che la Scala Santa fosse come svanita. Il suo posto era stato occupato totalmente da un cartellone pubblicitario gigante che ne copriva interamente la facciata. Lo slogan pubblicitario di una nota compagnia energetica mi diceva: ora l’energia è tua.

Ma non mi sembrava si riferisse all’energia spirituale che andavo cercando e per cui luoghi come la Scala Santa dovrebbero essere deputati. Allora mi chiedevo: perché usare uno degli edifici religiosi più sacri di Roma per veicolare un brand pubblicitario?

Esiste un limite a ciò che può essere venduto? Pur se la causa di quei soldi fosse la più nobile, svendendo la sacralità di quel luogo non si perde più di quello che si guadagna?

Papa Francesco nel 2013 disse che “il denaro deve servire, non governare”. Allora quale sarà il limite? Durante la benedizione urbi et orbi un Monsignore potrà annunciare dal balcone papale: questa benedizione è offerta da…? Il Papa indosserà abiti liturgici con lo sponsor? Certo che il Papa non accetterebbe mai questo, pur se i soldi servissero per una causa nobilissima.

Questo perché egli sa che se riduciamo quanto è sacro a servo del capitale, se comunichiamo alla gente che tutto, ma proprio tutto, può essere ridotto ad una merce di scambio, allora il messaggio è che nulla è sacro. E questo, come vediamo intorno a noi, creerà una fame nell’animo così profonda, che nessuna energia profana potrà mai saziare.

Abate Faria

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fonte: Sito dell’Autore 

20 commenti su “Il lamento dell’abate Faria sulla Scala Santa oscurata dal mega cartellone pubblicitario. Nulla è più sacro?  –  di Marco Tosatti”

  1. Luciano Pranzetti

    Caro abate, non illuderti e non illudere: uno che, appena eletto, saluta l’ecumene cattolico con un blasfemo “buona sera” sarebbe capace, eccoome, di indossare abiti liturgici siglati GENIUS – ENI.Sei rimasto all’oscuro, nella cella del castello d’If, mentre il mondo cominciava a girare al contrario

  2. Forse possiamo ancora sperare che a tanto questo Papa non arrivi, ma non credo per cognizione di ciò che è sacro, probabilmente più per timore d’essere considerato uno “speculatore”. Nulla vieta, evidentemente, che altri (fra i suoi) “gestiscano”, “offrano” e “regolamentino” questi spazi… e chissà quali gesti!

  3. quale papa, questo???? questo ha svenduto la Chiesa per il solo gusto di farlo, e si è tenuto anche la Banca…

    Quanto alla consapevolezza delle mancanze del cuore, che bisogno c’ è di tormentarsi, se Dio ci ama comunque per quello che siamo e per quello che vogliamo restare, indipendentemente dalla sua Volontà? E quindi che farsene della Scala Santa: finita la sua funzione di ammonimento!

    Ora l’ Energia è quella che ci diamo NOI ( anche coi soldi della pubblicità)! Dio viene a rimorchio…

  4. Anche a Milano,da anni,su un lato del Duomo e mega cartelloni e mega schermo video.
    Fossero stati cartelloni Pro-Life !
    Ma non stupiamoci piu’ di tanto : fa sempre parte del piano massonico per desacralizzare le chiese cattoliche.

  5. E’ uno scempio, sono d’accordo. Rapido torna alla mente un simile cartellone pubblicitario che vedevo appeso sulle mura del transetto di sinistra del Duomo di Milano (mi pare dotato di megaschermo luminoso) mesi fa. Certo, non aveva l’ostentata arroganza dell’esempio sopra descritto, anche perchè (vado sempre a memoria) su un lato vi era riprodotto, stilizzato, il profilo delle vetrate temporaneamente occultate dai lavori di restauro, ma la presenza dell’imbarazzante megaschermo luminoso è ahimé segnale doloroso della Perdita del senso del Sacro che serpeggia nelle nostre diocesi.
    Siamo quasi alla frutta…

    1. Caro Ivan,
      Siamo all’ammazzacaffe’. Ma non c’e’ da preoccuparsi: tra poco passa l’Oste a presentare il conto, e sara’ salato, cosi’ salato che non basteranno i soldi della pubblicita’ a pagarlo…

  6. Se le gerarchie cattoliche hanno messo al posto del papa uno come Bergoglio, non vedo perchè non si possa mettere una pubblicità
    al posto della scala santa.

    In fondo fa molto meno danni…. sarebbe assai meglio un papa vero con lo sponsor sulle scarpe e sulla valigia che un impostore marxista e sudamericano
    travestito da papa con le scarpe sfonde.. e la valigia pure.

  7. Carla D'Agostino Ungaretti

    Ho sempre sostenuto che per la mia amata Roma non è stato un buon affare diventare capitale di quello “stato” laicista e massone che aveva solo mire imperialistiche su tutta la penisola e l’ha scelta come capitale solo per la sua posizione geografica. Già dopo il 1870 i “Padri della Patria” l’hanno imbruttita alterando la fisionomia di rioni, come l’Esquilino, secondo lo stile delle città del nord, stile bello, certo, ma non adatto a Roma che, per il suo ineguagliabile clima, non ha bisogno di portici come quelli di Piazza Vittorio per passeggiare quando piove. Garibaldi, tanto amato dai socialisti nostrani, avrebbe voluto addirittura deviare il corso del Tevere per sommergere il Vaticano e i “preti”. Grazie a Dio non ci è riuscito ma ora non possiamo meravigliarci se la pubblica amministrazione (incompetente e ignorante) consente di deturpare la facciata della Scala Santa con la pubblicità nel silenzio di un Vescovo che non sembra amare Roma. A tutti gli amici che hanno ancora un briciolo di ammirazione per la nostra negletta capitale consiglio di leggere un bellissimo…

  8. Carla D'Agostino Ungaretti

    libro di Roberto Dragosei, architetto, pittore, romanista: IL PAPA & L’ARCHITETTO, Gangemi Editore, International Publishing (www.gangemieditore.it), Vi si narra l’opera di due grandi personaggi, non romani, che hanno veramente amato Roma e fatto moltissimo per essa rispettandone in pieno la sua missione universale e cristiana: il Papa Sisto V, piceno, e l’architetto Domenico Fontana, ticinese.

    1. Io non me la sento di seguire il suo consiglio:.

      “Nessun maggior dolore
      che ricordarsi del tempo felice
      ne la miseria”.

      Siamo finiti e fottuti. The End.

      1. anzi, mi dispiace che insieme ai popoli che spariscono per la loro dabbenaggine- gli italiani di Garibaldi e Mazzini e della Resistenza, per esempio – non spariscano anche le opere delle quali erano diventati eredi indegni, e alle genti che subentrano, non resti che una tabula rasa ad accoglierli: ricomincino loro, alla loro maniera – che se è quella che hanno lasciata, ci sarà da divertirsi, per loro…. A me veramente fa male, per stare al caso qui citato, che la Roma dei Papi debba essere così atrocemente offesa da chi in essa vive e in essa a orde da fuori arriva e luridamente vi si accampa. Il giorno che un missile, come si vocifera, spazzerà via la Cupola di san Pietro, sarà un gran giorno di purificazione….

  9. Andrea Griseri

    Le nostre città nel corso degli ultimi decenni sono state colpite da un’ondata forsennata di speculazione edilizia. Per fortuna è stata progettata qualche nuova piazza , con panchine e giochi per i bimbi nei luoghi precedentemente occupati da fatiscenti ruderi industriali.Ma nei secoli passati quali erano gli edifici che fungevano da perno aggregativo? Non solo e non tanto i palazzi civici: erano Chiese e Cattedrali. Le persone si incontravano, stabilivano rapporti “orizzontali” ma il significato profondo dell’aggregazione si risolveva in senso “ascensionale” di fronte al Dio che spalanca le porte della sua casa terrena. Oggi quale casa presidia le nuove piazze? Ma è naturale! Un bel supermercato!

  10. Se non è più sacro il nostro Paese figuriamoci le Chiese. Continuo a NON meravigliarmi più. È già tanto se non è diventata moschea la Scala Santa. I SINISTROIDI vogliono accelerare il colpo di grazia all’Italiahttp://www.ilgiornale.it/news/politica/ius-soli-martina-approvazione-pausa-estiva-1415100.html

  11. Arrivo in ritardo su questa discussione chiedo venia, ma vorrei precisare una cosa che forse non sapete.
    Guardando la foto, salvo errori, ho visto le colonne fasciate in vista di probabili lavori di restauro e/o consolidamento.
    Orbene, per avere la possibilità di fare lavori e quindi utilizzare protezioni, (obbigatorie) occorrono i permessi dei comuni, i quali hanno il DIRITTO di utilizzare tali protezioni cantieristiche vendendo le superfici ad uso pubblicitario.
    Se quello che ho intravisto fosse vero, ebbene l’obiettivo sarebbe (ma guarda un po’) la “solita” sindachessa Virginia (mai nome più inappropriato) Raggi (non di sole, semmai di sòle, detto alla moda dei suoi amministrati)

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