Il piovano di Borgo porta l’Inferno nel Mugello – di Pucci Cipriani

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Per leggere “Le mani della massoneria satanista americana sulla città di Firenze”, clicca qui

di Pucci Cipriani

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zlcndnCi siamo già soffermati sulla proiezione a Firenze del film “L’Inferno” (nomen omen) tratto dal romanzo di Dan Brown, per di più girato nei luoghi più belli della città di Firenze, tra cui il Battistero, il “Bel San Giovanni”, chiuso per giorni ai fedeli e concesso, attraverso l’alto volere del “coperto” Mons. Timothy Verdon, alla “banda” massonica del regista Ron Howard che ha potuto festeggiare, con l’agognato “placet” dei cattolici, la sua pellicola satanista (clicca qui per leggere “la stretta relazione tra Massoneria, Dan Brown e Vangeli apocrifi”) in un festino sontuoso, stile rinascimentale, presso il Museo dell’Opera del Duomo di Firenze….nonostante l’ ispiratore del film, Dan Brown, appunto – come abbiamo in precedenza documentato –  sia stato, più e più volte, bacchettato dalla Chiesa a cominciare da Benedetto XVI che, addirittura, durante un Angelus condannò, ad abundantiam, le idee anticristiane e massonico – sataniste di Don Brown, per non parlare dell’Osservatore Romano che, già anni fa, aveva letteralmente fatto a pezzi il romanzo “L’Inferno” (clicca qui: “TEMPI” – l’Osservatore Romano fa a pezzi “L’Inferno” di Dan Brown).

Ma a Firenze, nella città della Massoneria ove perfino i delitti del mostro e le vicende del gulag rosso del donmilanmeuccista “Il Forteto”  hanno preso la strada dell’esoterismo, nella città dalle mille logge, non valgono i pareri “romani” né tantomeno le parole del Papa (specialmente se a parlare è stato il precedente Papa, ovvero l’odiato Ratzinger), figuriamoci le “tirate di orecchi” di “Toscana Oggi”, ovvero del settimanale dei vescovi toscani diretto da Andrea Fagioli, che sul polpettone esoterico satanista L’Inferno è stato chiaro e, infatti, ha condannato, senza mezzi termini, la “filosofia” di Dan Brown quando si parla della sovrappopolazione mondiale e

“della possibilità di frenare la crescita demografica attraverso la manipolazione genetica (per cui) – scrive ancora Toscana Oggi – è curioso che la filosofia che muove il personaggio (il protagonista del film – n.p.c.) si chiami ‘transumanesimo’  (la deformazione evidente di “Transustanziazione – n.p.c.): una corrente di pensiero che immagina un’emancipazione dell’umanità attraverso l’applicazione di ragione, scienza, tecnologia, ingegneria genetica. Ambientare questo romanzo nella città in cui è nato l’Umanesimo sembra allora quasi una sfida: mostrare come quel grande movimento di pensiero e di cultura nato nella Firenze medievale abbia dato la spinta a teorie che attribuiscono all’uomo qualsiasi potere sulla vita. L’esatto contrario di quanto la Chiesa Italiana ha voluto ribadire quando nel novembre del 2015 si è riunita a Firenze (…) per parlare di un nuovo Umanesimo”.

Figuriamoci il Verdon, il potente “monsignore al cui cospetto si piegano le ginocchia nelle “Cappelle” e nelle “Logge” , il monsignore di cui, come i personaggi della “Fattoria degli animali” di Orwell, rispetto a tutti gli altri preti, si può dire: “Tutti gli animali della Fattoria sono uguali, ma ce ne sono alcuni che sono più uguali degli altri”…ad esempio il prete americano, forse in quanto sessantenne, per cui “l’anzianità fa grado”, si poteva permettere di vivere fuori dal seminario e di fare la “boheme”, salvo andare, qualche volta, a “dare gli esami” (si fa per dire) sapendo bene che anche il professore più severo di fronte ai “capelli bianchi” o alla “pelata” lascia correre….

Non sarà dunque colto, il Verdon, non conoscerà San Tommaso d’Aquino (tutta robuccia mandata in soffitta con il nuovo “corso ecclesiale”), non conoscerà la consecutio temporum o la perifrastica passiva, penserà che Orazio e Catullo siano i garzoni del fornaio e che Lucano sia il figlio del lattaio, ma in compenso conosce a menadito l’arte dell’ “entrismo” (specie di quello loggiatico) e te lo ritrovi, come i lumaconi, durante la pioggia, in un campo d’insalata, viscido in ogni luogo…senza saper da dove balzi fuori.

E allora Timothy Verdon, il Potente, ha pensato bene di mandare al diavolo l’Osservatore Romano, benedetto XVI e, naturalmente, i vescovi Toscani e il loro settimanale, per lui, uomo di mondo abituato ai salotti Volterriani, noioso e antiquato….Ha aperto, manu militari, le porte del Museo dell’opera del Duomo di cui è Direttore (quarantamila euro annuali che si aggiungono alla congrua e allo stipendio dell’Università americana) immettendovi, con tanto di fanfara, tutta la “processione laica”- bianchi, rossi e VERDINI – proveniente dall’Inferno (e dalla Gran Loggia) e, quindi, si è reso irreperibile, tanto che un sacerdote di origine napoletana pare abbia esclamato : “Chillo ha iettato discredito e  scuorno su tutti noi…e chi lo piglia chiù?”  

Già, ma la notizia del colpo di mano della Gran Loggia che ha preso di contropiede tutti, per cui Mons. Verdon, papale, papale, ha “sdoganato” il Satanismo, Dan Brown “L’Inferno” e simile spazzatura, è giunta ai quattro punti cardinali e, figuriamoci, se non abbia influenzato il “cervello” di don Maurizio (“Mohamed”) Tagliaferri, il discusso parroco – imam di Borgo San Lorenzo con, un tempo, alle spalle, anche lui un grande protettore, anzi due, ai cui nomi non solo si piegavano le ginocchia nella chiese e nelle Logge, ma ti prendeva un sudore freddo di nausea, di disgusto, di angoscia. Mi riferisco a don Lelio Cantini e a Mons. Claudio Maniago … e, per amore della Chiesa fiorentina, a cui mi sento intimamente legato, evito ora di mettere il “clicca qui” che ripercorrerebbe tutte le tappe della penosa vicenda di don Cantini (condannato, per volere di Benedetto XVI, all’ergastolo, dal Tribunale Ecclesiastico per stupro di ragazzine e plagio) e di Mons. Claudio Maniago, accusato di non aver ascoltato le “vittime” e aver coperto don Cantini oltre ad altre cose, per cui, per il momento, stendo un velo pietoso sui due personaggi… Quindi le mie critiche le farò soltanto alle “idee” dei due potenti “protettori e Maestri” di don Maurizio Tagliaferri che, baldanzoso, sbarcò a Borgo San Lorenzo, insieme al Maniago, mandando tutti negli “angoli”, al seguito di un codazzo un codazzo di compari che giunsero con due pullman come “claque” del nuovo parroco. L’idea di don Lelio e di Maniago – spero che il professor Vinicio Catturelli, salute permettendo, che è in possesso dei diari della “veggente”-maitresse Rosanna Severi, voglia pubblicarli per dimostrare il tentativo di questa gente di fondare una chiesa gnostica parallela! – era, appunto, quella di mettere nei posti nevralgici personaggi fedeli alla “setta”.

Palestrato,imbellettato e improfumato, arrogante, privo di calore e di carisma e, soprattutto di umanità, di “pietas” e di misericordia,il Tagliaferri, fin dall’inizio si vide alienare le simpatie dei fedeli e, soprattutto non reggendo al confronto col parroco precedente, che fu davvero un “personaggio” che, come si suol dire in paese non lasciò, in venti anni, né chiacchiere né “vedove”, si pose come una sorta di Robespierre – coadiuvato da “Donna Giovanna” dei Miracoli, una ex sciampista, fulminata sulla via di Damasco, anzi di piazza S. Jacopino, che ai fedeli che si rivolgono chiedendo del pievano risponde, linguacciuta, “Prego, dica a me, posso fare io…”, spiegando anche i decreti del Concilio, immagino del Vaticano II  – una specie di “Giustiziere” che gode nel fare piccole o grandi cattiverie come quella di vendicarsi, post mortem, del vecchio Cardinal Bartolucci – anche se, per la verità, il Presule non lo considerava neanche -, il più grande compositore del secolo, che faceva ombra, a lui, povero  strimpellatore di mandolino e di chitarrina che, mi dicono, imbracci come si imbraccerebbe una falciatrice elettrica. Quando il grande Maestro Bartolucci scomparve – da notare che il Cardinale, illustre figlio di Borgo, in vita non aveva mai celebrato la Messa “riformata” rimanendo fedele al rito romano antico e al canto gregoriano – don Mohamed ricevette il feretro in maniche di camicia e celebrò, per spregio, la “nuova messa” cantando quelle oscene e idiote canzoncine che parlano di “grappoli d’amore e cestini di dolore”….una vendetta meschina che appaga gli animi meschini.

I cappellani e i collaboratori – comandati a bacchetta da donna Giovanna dei Miracoli, che non lasciava ad essi un minuto di libertà, controllandoli anche durante i pasti – se ne sono andati tutti, un po’ alla volta,in questi anni, non sopportando il matriarcato…questo ultimo giovanotto si è adeguato all’andazzo in tutto e per tutto…e, forse, va capito!

Per quanto riguarda la dottrina non ci sono problemi, ben vengano i divorziati, compresi quelli che vivono “more uxorio”, a insegnare catechismo, in particolare l’importanza del matrimonio indissolubile e dell’unicità della famiglia…tutto fa brodo, comprese le “Sublimi Maestre Perfette”, ovvero quelle fanciullone invecchiate e inacidite che, la domenica, in bianca camicia da notte, profanano l’Eucarestia e la danno in mano ai fedeli come fosse il “Merendeiro”…E la festa di Halloween…la recrudescenza del paganesimo? Questi per don Mohamed non sono problemi, infatti negli anni precedenti ha aperto le porte, nella serata delle “zucche vuote”, della canonica di Olmi dove le giovani coppie sono andate, con i loro bambini, vestiti da fantasmi, da lupi mannari, da vampiri, da scheletri, a festeggiare “La notte delle streghe”, alla faccia dei giorni che la Chiesa dedica ai defunti…infatti la profanazione della morte sembra sia una delle specialità del Tagliaferri.

E’ capitato che abbia aggredito vergognosamente e violentemente,durante l’esequie,  profanando così la morte (e se qualcuno osasse metterlo  in dubbio darò pubblica testimonianza, insieme ad almeno altre tre persone…. ) in odio alla Tradizione – con atto degno di quelle imprese , un tempo appannaggio della squadraccia fascista borghigiana della “Sette Gatti” – il sacerdote, peraltro autorizzato dal pievano stesso, che si accingeva a celebrare la S. Messa in rito romano antico che lo stesso Tagliaferri non aveva potuto celebrare in quanto – parole sue – “Lo farei volentieri ma non conosco il latino…non la so celebrare.” E invece di ringraziare il confratello che gli tolse le castagne dal fuoco, dette la stura a quello che non si può definire se non furore ideologico e pazza bestialità, lanciandosi all’arrembaggio e rispondendo a chi, pacatamente, gli suggeriva di avere rispetto per la morte e per il luogo sacro : “Sono in casa mia no? E allora posso fare icché voglio, capito?”. Capito? In casa sua!

Insensibile a tutto, ignorante (nel senso letterario del termine, da “ignorare”, ovvero non conoscere) per quanto riguarda la Dottrina (immaginate cosa mai avrà appreso da don Lelio Cantini), non manca di prosopopea facendo omelie surreali e, non appena finita la celebrazione, catapultandosi, in fondo alla chiesa, come fanno i pastori delle chiese protestanti, a ricevere l’omaggio e il tributo dei parrocchiani rimasti. Non sapendo il latino – come lui rivendica con ostentazione a ogni piè sospinto – i Padri della Chiesa sembra li abbia letti in arabo, imparato alla “Madrassa” della affollatissima moschea, dove andò a “officiare”, in pompa magna, insieme all’imam (clicca qui per leggere a “Borgo San Lorenzo, ecumenismo a gogò…”)…moschea affollatissima, a differenza delle chiese borghigiane desolatamente vuote, nonostante il dimezzamento delle SS. Messe.

E ti pareva che un tipo tanto ameno stesse lì, mani nelle mani, mentre a Firenze si sdoganava un film satanista al cui confronto le serate di Halloween sono roba da provinciali? Eccotelo il prode Orlando, don Mohamed, sfoderare il suo spadone e al grido di “Satana lo vuole” sfidare gli anatemi (si fa per dire) curiali e lanciarsi nell’agone iniziatico e, per massimo sbrego, presentare il film “L’Inferno” proprio a Borgo San Lorenzo, nientemeno che al cinema teatro Don Bosco (da lui gestito), il locale dove, da generazioni, trovano posto i ragazzi dell’oratorio e le loro famiglie, quel locale che nel lessico familiare vien chiamato “il cinema dei salesiani”, dove i nostri ragazzi andavano sicuri, sotto l’attenta sorveglianza dei salesiani, prima, quindi di quella dei padri di don Orione e, dopo, sotto la vigile regia del precedente pievano che, incurante del guadagno prospettato, e del biglietto da rimborsare, fece interrompere la visione di un film immorale e, papale, papale, con le “pizze” sotto il braccio lasciò la gente a bocca asciutta: “Questo è un locale cattolico, che si rifà all’azione di don  Bosco, non posso presentare questa schifezza” …ottenendo il rispetto di tutti, tanto che fece esclamare : “Questo è un uomo!”

Sì, la pellicola dell’Inferno, presa dall’immondizia di Dan Brown, la pellicola che è un inno a Satana – nonostante produca  noia che costringe il pubblico a dormire, sbanca, fa fare il pieno…e, si sa i quattrini fanno ballare i burattini. Tanto che un poeta improvvisato ha attaccato un tazebao con la scritta: “Ormai lo sanno tutti, lo sa anche un bambino, che il Geova di Maurizio, è il dio quattrino”. E allora il furbo parroco di Borgo, dantescamente, alla maniera di Vanni Fucci, “fa fiche al cielo” e manda a quel paese i redattori di Toscana Oggi e, con loro, tutta la Curia, romana e fiorentina e avrebbe risposto – se solo avesse saputo il latino – a quella mamma che, angosciata, domandava il perché della proiezione in un locale cattolico di quella pellicola che puzza di zolfo: “Pecunia non olet”… Non conoscendo il latino si limita a dire beffardo: “Io sono in casa mia, no? E allora fo icché mi pare…” Parola di don Mohamed, anzi…di Satanasso!

3 commenti su “Il piovano di Borgo porta l’Inferno nel Mugello – di Pucci Cipriani”

  1. Siete messi bene a Firenze!!!
    Usate molta acqua benedetta, olio benedetto, la Medaglia ed il Crocifisso Medaglia di San Benedetto.
    La sera del 31 ottobre mettete ad ardere dei ceri benedetti ed esorcizzati sui davanzali delle finestre per tutta la notte.
    Queste cose comunque dovremmo farle tutti.

  2. Sono degli abusivi che si piazzano a casa d’altri, anzi di Un Altro, è srtillano i propri “DIRITTI”, caro Pucci.
    Come sa meglio di me, la Massoneria ha la propria “ragione sociale” non nell’ignorare la Chiesa, ma nello scimmiottarLa, nell’ infiltrarLa (= “riformarLa”), nel rovesciarLa.

    Da Nord-Ovest, come sempre, viene l’ondata “storica” di melma autocelebrante, poi la valida risposta otto-novecentesca (San G. Bosco, San L. Orione), poi l’attuale ondata granghignolesca. Quest’ultima agisce tramite i papaveri che “vanno un attimo nella Vecchia Europa a portare il Verbo” e tramite le papere -con rispetto parlando- che, nella Vecchia Europa, pensano “siamo proprio vecchi”.
    Per diventare “giovani e scattanti”, perciò, celebrano la Notte delle Streghe. Anche qui devo citare don Leonardo di Latina, che da anni organizza la “Sera dei Santi”, con bambini vestiti ognuno come il proprio Santo.

    Saluti a Lucano, il figlio del lattaio!

  3. Sono d’accordo con entrambi!! Dan Brown per scrivere idiozie storicamente false è proprio in gamba… meno male che per il momento c’è stato un esperto su Dante Alighieri che ha fatto barba e capelli a questo pagliaccio !!! Se qualcuno osasse scrivere qualche romanzo che denigra il laicismo guai ma la Chiesa va assolutamente denigrata e accusata di orribili delitti… peccato che la Chiesa istituita da Cristo sia santa mentre la massoneria niente affatto! Forse Dan Brown dovrebbe ristudiarsi la storia dalle origini al 2016… quella vera ed oggettivamente comprovata con i documenti: non si può andare in giro a dire balle !!!! I più fessi poi sono i pecoroni asini che comprano i suoi libri senza badare ai contenuti… poveri illusi se tornassero a scuola come minimo ripeterebbero la quinta elementare perché neppure i bambini sono così stupidi e in malafede da studiare nozioni insensate e prive di fondamento! No comment…

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