52 anni fa ebbe una vasta risonanza il brano: “A whiter shade of pale” del gruppo inglese dei Procol Harum, al punto che numerose furono le cover di successo, tra cui quella degli italiani Dik Dik, che con Senza luce reinterpretarono nuovamente il testo senza particolari riferimenti all’originale.

La canzone fu scritta dal paroliere Keith Reid su sollecitazione del tastierista Gary Brooker, leader e vocalist della band, che alternò le strofe del testo a delle variazioni suggerite dalla Suite per orchestra di Johann Sebastian Bach, nota come Aria sulla quarta corda. Da questi riferimenti alla musica classica si avviò in Inghilterra quello che fu denominato “pop sinfonico”, che non fu solo quello dei Procol Harum, ma anche di altri gruppi di fine anni ’60, come ad esempio i Moody Blues o i Nice del celebre tastierista Keith Emerson, che successivamente fondò il celeberrimo trio Emerson, Lake &Palmer.

Prima di avventurarsi nel complesso testo della canzone, nel video proposto si vedono i componenti della band cantare davanti ad una cattedrale con una coppia di sposi allungare le rispettive braccia a suggellare l’unità delle fedi nuziali nel matrimonio. Queste immagini ci mostrano probabilmente l’intento originario della canzone con un omaggio classico al grande compositore tedesco, ma allo stesso tempo ci illustrano il quadro di cambiamento sociale e dei costumi avvenuto in quegli anni ’60, con tanto di minigonne, capelloni, rivoluzione sessuale. Il video dei Dik Dik infatti ripropone una caricatura di Johann Sebastian Bach intervallata da disegni sensuali e chiaramente erotici.

Ritornando al testo enigmatico della canzone, molteplici sono i riferimenti letterari contenuti, che vanno dal mugnaio di Chaucer alla Ballata del vecchio marinaio di Coleridge in un quadro alterato dall’allucinazione, probabilmente a causa dell’uso di droghe. Il soffitto che vola via ha a che fare con l’esaltazione sensuale, così come la danza ipnotica del fandango evocata all’inizio. L’ultima parte del testo, non compresa nei 3-4 minuti del 45 giri originale, fa un chiaro riferimento alla Dodicesima notte di Shakespeare.

Ecco il testo finale, mancante nella versione originale:

Lei disse, sono sulla riva ora
sebbene fossimo nel mare.
Quindi la presi dallo specchio
e la forzai ad accettare
dicendo: “Devi essere la sirena
che ha portato Nettuno a fare un giro”.
Ma lei sorrise così tristemente
che la mia rabbia morì direttamente.

Ed era così tardi
quando il mugnaio ci ha raccontato la sua storia
che la faccia di lei, a primo impatto spettrale,
si tramutò in un pallido biancore

Se la musica fosse il nutrimento all’amore
allora la risata sarebbe la sua regina
e d’altra parte se il dietro è di fronte,
allora lo sporco in verità è il pulito.
La mia bocca allora come un cartone
sembrava scivolare dritta per la mia testa
quindi ci immergemmo subito e velocemente
e attaccammo il letto dell’oceano

ed era così tardi
quando il mugnaio ci ha raccontato la sua storia
che la faccia di lei, a primo impatto spettrale
si tramutò in un pallido biancore.

A Whiter Shade Of Pale – Procol Harum

Un’ombra più bianca del pallido

“Ballammo con leggiadria il fandango
ruotavamo tutt’intorno nella stanza
io avevo una specie di mal di mare
ma la folla ne chiedeva ancora
nella stanza c’era un brusio crescente
mentre il soffitto volava via.

Quando ordinammo un altro giro
il cameriere portò un vassoio
e fu così che più tardi
mentre il Mugnaio faceva il suo racconto
che il suo viso, all’inizio appena spettrale
mutò in un’ombra più bianca del pallido.

Lei disse “Non c’è una ragione
e la verità è facile da vedere”
allora vagai tra le mie carte da gioco
non volevo che lei fosse
una delle sedici vestali vergini
che stavano partendo per la Costa.

E anche se i miei occhi erano aperti
avrebbero potuto benissimo essere chiusi
e fu così che più tardi
mentre il Mugnaio faceva il suo racconto
che il suo viso, all’inizio appena spettrale
mutò in un’ombra più bianca del pallido”.

4 commenti su “Il pop sinfonico dei Procol Harum”

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