Il problema della esistenza del gender. Le illuminanti parole della diocesi di Padova  –  di Patrizia Fermani

Abbiamo sentito il responsabile dell’Istruzione per la diocesi di Padova prendere addirittura la difesa della “buona scuola”, dichiarando del tutto infondato tanto allarme da parte dei genitori che vogliono costituire la scuola parentale, per due motivi: in primo luogo perché la teoria del gender non c’è, quanto meno nella scuola di Renzi. In secondo luogo, perché se ci fosse non sarebbe poi così male, e questo in perfetta sintonia con il quotidiano dei Vescovi…

di Patrizia Fermani

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zzzzcnglUna volta c’era il problema della prova della esistenza di Dio.  Ma il forte impegno speculativo, profuso sul tema da Sant’Anselmo e da tanti altri,  era stato brutalmente  vanificato da Voltaire che tagliando la testa al toro aveva sentenziato : se Dio non esistesse, bisognerebbe inventarlo. Poi la questione è stata riaperta incidentalmente da Bergoglio il quale ci ha assicurato in uno slancio di sincera autocritica non usuale di questi tempi in cui tutti, fino all’ultimo miscredente si professano cattolici, che Dio, se esiste, certamente non è cattolico.  Messa comunque da parte una questione un po’ fuori misura per i tempi che corrono, ultimamente è venuto in auge,  anche perché  più alla portata di tutti, anche dei pensatori diocesani , quello della esistenza del gender.

Anche  su tale questione si sono formate diverse scuole di pensiero, e tutte hanno preso a modo loro delle pieghe assai bizzarre: c’è chi, come le onorevoli Fedeli e Puppato (rimandiamo per questo ad un precedente articolo) hanno proclamato ufficialmente che, mentre esiste il genere, tanto da essere oggetto di violenza,   non esiste la teoria del genere. Per altri, come la ministra Giannini,  la teoria c’è ma non si vede nella buona scuola di Renzi, che si limita a sensibilizzare schiere di alunni contro la violenza di genere.

Infine, last but not least come dicono gli anglofili, è intervenuto il responsabile dell’Istruzione per la diocesi  di Padova, con l’intento dichiarato di placare l’allarme di quanti hanno compreso bene con quale forza d’urto e in che misura tutto l’armamentario ideologico che ruota attorno al “genere” incomba sulle scuole di ogni ordine e grado, tanto da suggerire l’idea del ricorso alla scuola parentale.

E così abbiamo sentito il responsabile dell’Istruzione per la diocesi di Padova prendere addirittura la difesa della “buona scuola”, dichiarando del tutto infondato tanto allarme per due motivi: in primo luogo perché la teoria del gender non c’è, quanto meno nella scuola di Renzi. In secondo luogo, perché se ci fosse non sarebbe poi così male, e questo in perfetta sintonia con il quotidiano dei Vescovi.

Abbiamo anticipato questa conclusione, non per distruggere sadicamente la suspense sull’illuminato pensiero diocesano, ma perché, come nei racconti di Hitchcock,  anche se si sa già come andrà a finire, quello che conta è come viene architettato il piano criminoso, che, mutatis mutandis,  nel nostro caso è l’impalcatura  in parte persino “teologica” della argomentazioni  utilizzate.

L’intervento, pubblicato anche sul Corriere, si presenta di volta in volta didascalico,  propositivo ,  teologico e alla fine, come si conviene ad un corretto discorso ecclesiastico, anche  parenetico. Esso inizia con una ammonizione  rivolta agli sprovveduti che pensano di trattare del gender come si trattasse di noccioline, quando di tratta di materia complessa sicché “per affrontare queste tematiche superando posizioni preconcette e barricate ideologiche, è indispensabile una educazione delle coscienze e un’apertura dell’intelligenza , attraverso una corretta informazione e formazione culturale in modo da potersi anche confrontare con chi propugna modelli interpretativi dell’uomo diversi da quelli che il vangelo propone”.  Il discorso è democraticamente inappuntabile perché la legge del pluralismo vuole che dati più modelli interpretativi dell’uomo, uno valga l’altro, compreso quello evangelico che, bisogna riconoscerlo,  ci avverte sommessamente il nostro, ha fatto il suo tempo. Per non parlare di San Paolo per il quale si sta studiando una mirata forma di negazionismo.

In ogni caso, e questo è il cuore del discorso, “la questione  del gender non può essere ridotta all’ideologia gender e la prima porta con sé alcune istanze che meritano di essere seriamente considerate”.  Secondo il nostro  la cosa  richiede adeguata preparazione teorica e approfondimento come ebbe a dire in un giro di conferenze tenute presso  istituti religiosi sul valore dell’affettività, l’esperto diocesano di studi psicopedagogici. E siccome il fatto è serio, come diceva Figaro, e col gender non si scherza, bisogna non solo avere studiato ma  soprattutto capito che il mondo va avanti, e che, mentre il Vangelo è rimasto indietro,  la Chiesa ha sostituito per tempo all’essere il divenire. Così per non parlare a vanvera,  secondo Don Celi, è indispensabile allargare la mente con  letture edificanti come quella di Aristide Fumagalli, che con lungimiranza ha visto nei rapporti stabili omosessuali una risorsa morale preziosa per il bene comune, e nella procreazione un dato solo occasionale e trascurabile della sessualità. Questo teologo “di spessore” ha studiato a fondo anche l’eros di Cristo, ma qui è bene fermarci per rispetto verso i lettori.

Se Fumagalli non bastasse a chiarire le idee, l’autore propone altre illuminanti pubblicazioni sempre “di spessore”, poi presto ci saranno i  convegni organizzati dalla diocesi e c’è il pensiero di Chiara Giaccardi.  Senza dimenticare, suggeriamo noi, che  una occasione di adeguata preparazione è già stata offerta a suo tempo  a nome della  facoltà teologica del Triveneto dalla previdente suor Chiara Vighesso, che ha invitato ad illustrare i contenuti positivi della teoria del gender una stella di prima grandezza televisiva e scalfariana come Recalcati.

Così, assodato che il gender non fa male ed è pure cristiano, il nostro entra nel cuore della vexata quaestio se il suo insegnamento sia previsto  o meno nella buona scuola di Renzi, non senza lamentare tanta diffusa  e irragionevole  sfiducia nelle istituzioni laiche (con un omaggio signorile alla serietà della concorrenza), che non risparmia per ovvi motivi neppure quelle “cattoliche”.  Sfiducia ovviamente infondata dal nuovo punto di vista diocesano, per il motivo aristotelico che se le scuole laiche sono ispirate alla difesa del genere e la difesa del genere è cosa buona, perché Chiara Giaccardi ne ha scoperto finalmente anche la cattolicità,  a maggior ragione le scuole  cattoliche sono sicuramente in grado di offrire quella completa formazione offerta dalla scuola pubblica meritevole per questo di ogni rispettoso ossequio. Tuttavia, poiché ora  bisogna placare gli animi, e sfatare la leggenda del gender nei programmi scolastici, l’autore ha passato  la parola direttamente alla  Giannini, che ha negato energicamente  la cosa. Anzi,  la ministra dice che, ad arricchire la offerta formativa della scuola pubblica, è stato approvato il “Piano di azione straordinario contro la violenza  sessuale e di genere”.  Il piano è redatto minuziosamente dal Ministero delle pari opportunità, dove sono di casa i gai componenti delle associazioni arcobaleno. Esso, approvato  a maggio, è entrato felicemente a far parte della “buona scuola” di Renzi, in perfetta sintonia con gli standard educativi dell’UE o con la dovuta obbedienza alle sue Raccomandazioni, come quella formulata dal Comitato dei Ministri del marzo 2010, di cui si consiglia la sconfortante ma istruttiva lettura. Ora, se non ci fossero  il testo e gli allegati  a parlare, basterebbe il titolo del Piano a mostrare come  il discorso ministeriale si faccia  surreale, senza che la stessa autrice si senta  minimamente imbarazzata.  Infatti  dovrebbe risultare evidente  che se c’è un “ Piano contro la violenza sessuale e di genere”,  la prima è qualcosa di diverso dalla seconda, e siccome la prima riguarda motivi legati al sesso, la seconda deve riguardare qualcosa che esce dallo schema di  quello che da sempre viene considerato il sesso dei comuni mortali. Eppure, dice ancora la ministra, non è prevista nessuna educazione al genere, anche se è prevista la prevenzione della violenza di genere . D’altra parte anche  Don Celi, che pure è fermamente convinto della compatibilità cristiana del genere, conviene con la Giannini che esso non abita nella buona scuola. Forse la ministra non sa cosa sia il genere ex gender nel contesto normativo.  Del resto nessuno ha mai preteso troppo dai nostri ministri, che hanno dato quello che hanno potuto. Da Pecoraro Scanio alla Carfagna, passando per Pollastrini e Kyenge. Invece cos’è il genere lo sa il reverendo addetto all’istruzione, che ha studiato a fondo Fumagalli e la sua bibliografia. Comunque,  a giustificare l’apparente rompicapo del genere negato sta la necessità che si è presentata di  parare l’allarme scattato pur con ritardo su tutta questa faccenda. Il  genere anche in versione italiana, viene ora relegato strategicamente in sordina dietro al paravento vistoso e variopinto di tutte le nefandezze di cui sono vittime ancora oggi le donne. Nonostante i fiumi di parole, il mare dei  diritti, le garanzie, tutele, la democrazia, la  frenetica attività umanitaria degli organismi sovranazionali, nonostante tutto, la donna è ancora l’essere inferiore discriminato, sottovalutato, emarginato, bistrattato, disonorato che tutti sappiamo, una realtà lacerante di fronte alla quale è bene che tutti, dall’asilo, siano tenuti a commuoversi, e ad essere adeguatamente istruiti. Poi la commozione di estenderà a tutte le possibili varianti “sessuali”. Intanto il genere rimane in dissolvenza, mentre la famosa teoria che lo riguarda, come ci  hanno spiegato Fedeli e Puppato, non esiste.  Fermo restando che sulla scelta di genere come  libertà  di disancorare le proprie pulsioni erotiche dagli schemi sessuali previsti dalla natura, e  sui vantaggi, non solo individuali, dell’operazione, possiamo sempre ricevere lumi da Fumagalli.

Alla fine la appassionata difesa diocesana della scuola di Stato, contro un allarme infondato, volta anche  scoraggiare la scuola parentale, ci illumina impietosamente sulle ragioni del silenzio tenuto finora da uomini di chiesa di ogni ordine e grado sulla questione decisiva dell’educazione quando questa è caduta negli ingranaggi della  macchina omosessista insediata saldamente nelle istituzioni repubblicane. Una questione che avrebbe dovuto vederli   immediatamente e in prima fila accanto alle famiglie nello sforzo  di sottrarre i piccoli ad una devastazione morale di dimensioni mai viste. Da un silenzio come questo era già  emersa la falsa chiesa che quegli uomini  rappresentano. Ora trovano  nello Stato l’alleato migliore per poter portare ufficialmente anche nelle scuole paritarie la cultura omosessista.

Nello slancio finale  della perorazione di Don Celi, apprendiamo che “la Comunità ecclesiale vigila e si prodiga per promuovere sempre più la ‘novità’ della persona umana che Cristo ci ha rivelato”; segue un pezzo di ecclesialese da manuale, in cui ciascuno può leggere quello che vuole, fino alla citazione dell’incolpevole Pietro 1 – 3,16. L’importante è che qualunque cosa la si faccia “con dolcezza e con rispetto” e non mai contro qualcuno, e  sempre per il bene di tutti. Proprio  come insegna Fumagalli. In questo quadro, ammonisce perentorio Don Celi, che nessuno prenda iniziative parrocchiali volte ad alimentare allarme sulla questione del gender senza il vaglio delle autorità diocesane.

In conclusione questo disinibito intervento del rappresentante diocesano ha avuto il merito di rompere una cortina fumogena, ha mostrato le cose per quelle che sono, e dissipato  qualche  dubbio residuo, se qualcuno ancora ne avesse avuto, sul cammino intrapreso dalla chiesa “ locale”… e su quella  universale?

25 commenti su “Il problema della esistenza del gender. Le illuminanti parole della diocesi di Padova  –  di Patrizia Fermani”

  1. Cadono le braccia a questo calar le braghe della chiesa, ormai cattolica solo di nome. Per essere gay correct si dicono le stesse cose della teoria gender ma con parole diverse. Alle volte mi chiedo se questo incessante parlar di diritti, di aperture al nuovo, di gender ecc, sia un segno di demenza collettiva o magari il tentativo di distrarre la gente da problemi veri quali la crisi economica, la politica estera occidentale fallimentare, la mancanza di una visione di lungo termine dell’Europa, i rapporti est-ovest…Si potrebbe proseguire, ma e’ triste vedere che non si levi nessuna voce di spessore a contrastare il pensiero unico di una classe politica che,per inadeguatezza o per cinismo, e’ sempre piu’ lontana dalla realta’.

  2. Non c’è bisogno di nessun permesso delle autorità diocesane per combattere il male, ogni cattolico è tenuto a farlo, guai a lui se non lo facesse…stiano piuttosto attente quelle autorità a non rendersene complici: pagheranno amaramente per ogni scandalo che dovesse avvenire a causa loro!
    Leggere ciò che scrive don Celi mi fa venire in mente il sale che perde il suo sapore!
    I genitori cattolici di tutta padova si ricorderanno di lui e chissà come lo ringrazieranno (se e) quando ai loro figli verranno insegnate le peggiori nefandezze e immoralità!

  3. mah … Gentile Signora, io l’ho letto questo Suo contributo, con interesse e con sentimenti di condivisione, ma più semplicemente penso che ci sia un argomento più forte di tutti che incredibilmente oppone i vescovi d’Italia addirittura ai propri pochi parroci che ancora nella loro missione ci credono davvero e che vogliono evitare di essere corresponsabili nell’affondamento della Chiesa (ovvio: quella terrena, l’Altra, quella celeste, è inaffondabile) e si riassume in due concettini semplici semplici: a) 8 per mille e b) IMU. Tutto qua. I vescovi d’Italia han paura di svegliare il can che dorme – il quale in realtà non dorme affatto ma ringhia, e abbaia, e morde – con un’eventuale revisione del Concordato che abolisca l’uno e imponga il pagamento dell’altra. Che l’ufficio scuola d’una diocesi scriva il panegirico della scuola di stato, mi sembra proprio che esuli dai suoi compiti e cosa che non stia in cielo nè in terra. Per cui pare evidente l’ordine di scuderia: ‘Quieta non movere’,

      1. Caro Lotario, è molto vero quello che scrive, ma costoro non si ricordano che ad allearsi col demonio ci si rimette sempre? Così alla fine: “cornuti e mazziati”!

  4. La diocesi di Padova fu “molto cattolica” anche nella persecuzione contro il Santo Padre Pio. Giusti i commenti precedenti. La Chiesa cattolica non è questa, perchè la cattolica è tutta un’ altra cosa. Questo prendere di posizione contro la Verità e la tradizione non sono che la dimostrazione di una Chiesa che non è di Dio, ma di qualche altro padrone.

  5. alberto ferrari

    Ottimo. Adesso che Don Celi si è abbondantemente speso nella propaganda in favore del fallimentare modello educativo sessantottino (del quale magari egli stesso illuminante prodotto), vorrebbe usarci la cortesia di indicare quale norma dell’ordinamento italiano vieta ai genitori di organizzare scuole parentali? Perché se questa norma non esiste, allora forse bisogna riconoscere ai suddetti genitori un minimo di libertà di scelta su come educare i figli. Non siamo ancora in Unione Sovietica, anche se le direttive UE e la solerzia delle curie sembrano voler avvicinare a siffatto modello.

    1. Chi l’avrebbe detto che la Chiesa un giorno sarebbe diventata un Politburò,, come in Urss, dove tutti battevano le mani a qualsiasi cosa dicesse il compagno al timone e, ovviamente, non ammettevano dissenso alcuno;. eventuali dissenzienti finivano in manicomio, o in Siberia. E’ un po’ quel che capita agli ecclesiastici che cantano fuori dal coro: vedi i FF I, i cardd. Burke, Piacenza, Mons. Livières (RIP). Con i laici, per ora, si cerca il consenso, con sorrisi a 32 denti, frasi ambigue, inversione del senso delle parole, capovolgimento del bene e del male; se poi non bastasse, allora ci sono sempre le maniere forti, il deferimento al “braccio secolare” (l’inciucio Galantino-Renzi sule leggi razziali, pardon anticatotliche, cioè l’antiomofobia, il filogender, ecc.) Meditate gente, meditate, direbbe il bravo Renzo Arbore. Laudetur Jesus Cristus

  6. don Giovanni Ferrara

    Sento il dovere di ringraziare Patrizia Fermani per il suo contributo lucido e coraggioso e chiedo a tutti coloro che leggono di pregare per la nostra Diocesi di Padova, in primis per me. Senza la Grazia di Dio non si va da nessuna parte.

    1. Per Lei, Reverendo Padre, affinchè Nostro Signore, Le dia la grazia della perseveranza ed ogni consolizione spirituale ed umana; per il vescovo di Padova e i di lui collaboratori, affinchè … beh, sffinché si convertano e credano.

  7. Brava davvero la diocesi di Padova! Si vede che ha a cuore l’educazione dei giovani. Come la ministra Giannini che difende la “buona scuola” sostenendo che non è vero che introdurrebbe surrettiziamente nel sistema scolastico italiano i principi fondativi della “teoria del gender”; no, per carità, ché la scuola è la scuola e «la “teoria del gender”è tutta un’altra cosa; nella scuola piuttosto si contrastano la violenza, la discriminazione, poi, nel caso, la violenza legata all’omofobia, alla discriminazione sessuale che con il gender non c’entrano niente. La scuola promuove l’umana sensibilità, mica poco e ha ragione la diocesi a impegnarsi a promuovere una scuola così e non altre, così chiuse e ristrette che imprigionerebbero i bambini in circoletti che non li fanno crescere. E che diamine, siamo obiettivi e i genitori stessi si decidano a crescere! E quanto è caro don Lorenzo Celi e come è sollecito a organizzare eventuali dibattiti e a fornire “un’adeguata informazione/formazione, senza creare inutili, se non nocivi, allarmismi”!… Che il Signore lo ricompensi.

  8. La bomba atomica, il cianuro, l’arsenico nascosti in queste vicende, non sta tanto nell’enormità del comportamento di persone di chiesa (intesa come burocrazia ecclesiastica), ma nel collegare il titolo di Cattolico alle loro nefandezze. Questo, oltre che blasfemo, è un attentato violento e diretto alla conoscenza e alla diffusione del messaggio divino, se non addirittura alla sua salvaguardia nel mondo e nel tempo.

  9. Sono veramente sconcertato dalle parole del rappresentante diocesano, e in particolare dal totale appiattimento all’ideologia oggi dominante. Del resto, anche la mia diocesi di Milano aveva già dato sulle tematiche educative ampia prova del suo coraggio punendo l’insegnante di religione che aveva osato proiettare in classe un video antiaborto. Non sia mai, in questo pluralismo a senso unico! Mi complimento con l’autrice è sottoscrivo in pieno ogni parola dell’articolo

    1. Che desolazione,!
      Sentire un prelato parlare in questo modo,
      ti fa perdere ogni speranza.

      Banda di apostati…o addirittura idolatri.
      Come si puo` essere cosi` ingannevoli!
      Preghiamo il Signore che dia forza e mezzi e tanta fermezza a don Giovanni.

      1. Che desolazione,!
        Sentire un prelato parlare in questo modo,
        ti fa perdere ogni speranza.

        Banda di apostati…o addirittura idolatri.
        Come si puo` essere cosi` ingannevoli!
        Preghiamo il Signore che dia forza e mezzi e tanta fermezza a don Giovanni

        Ottimo articolo.

  10. Povera diocesi di Padova cosi` preoccupata di allinearsi al pensiero mondano, grazie a don Giovanni che e` e rimane un pastore di anime, incurante dei poteri che cercano di distruggerci, e` sempre e solo con la grazia di Dio che si procede. Le avversita` servono a chiarire e irrobustire il pensiero e la volonta`. Lucia Ravenna

  11. È cosi perchè è una sorta di autoassoluzione da parte dei sacerdoti. Grazie al vento conciliare I seminari si sono riempiti di omosessuali e questi sono I risultati. Chi paga, come spesso accade, sono I più indifesi: bambini (come con l’aborto) e ragazzi.

  12. questa pedagogia antidiscriminatoria è ipocrita. A me è accaduto sovente di essere discriminata, perché cattolica, tradizionalista, borghese e conservatrice, ecc. Non è prevista nel mio caso nessuna tutela, a parte l’angelo custode, credo.

  13. Sono veramente addolorata e sconcertata dal comunicato della Diocesi di Padova così attento a compiacere il potere dominante e completamente accecato sulla realtà dei fatti.
    Inoltre trovo arrogante l’invito a “informarsi”: si è letto il rappresentante diocesano gli Standard per l’educazione sessuale raccomandati dall’OMS che la ministro Fornero ha sottoscritto, a governo Monti scaduto, e che ha dato la volata all’UNAAR per stilare i famosi libretti con tanto di particolari agghiaccianti da far provare ai bambini fin dall’asilo e via via fino alle superiori?
    Non fosse stata per la pronta reazione di tanti genitori, Giuristi per Vita in primis, avrebbero introdotto fin dallo scorso anno nella scuola con la benedizione del Ministero per le Pari Opportunità in silenzio e alla chetichella la distruzione della coscienza dei piccoli e della famiglia.
    Perghiamo tanto davvero come chiede la Madonna per i sacerdoti, e più ancora per i pastori come don Giovanni che hanno cura delle anime loro affidate.

  14. Tra non molto la diocesi di Padova la smetterà di imporre il gender nelle scuole. Un lettore di Padova de Il Giornale,versione on line di oggi, ha detto riguardo la fuga della 19enne marocchina di Padova arruolatasi nell’Isis, che dove abita lui di fronte alla scuola frequentata dalla ragazza la maggioranza delle mamme porta il velo e che nel prossimo anno scolastico i ragazzi/e musulmani alle primarie saranno maggioranza. Ed allora finirà come a Trieste . Anche lì nelle scuole hanno provato ad imporre il gender, massacrando gli ITALIANI che protestavano. Solo che un islamico od italiano convertito all’islam ,ha presentato una interrogazione al provveditorato agli studi se non sbaglio. Bene nell’interrogazione si diceva che nell’islam tali porcherie non erano presenti e che loro non gradivano. Sapete come é finita ? Il GENDER a Trieste é MORTO lì. A Padova sarà la stessa cosa. Perché sono VIGLIACCHI, arroganti con i deboli (gli Italiani) e deboli con gli arroganti(gli islamici).

    1. Splendido commento, che condivido in pieno!
      Comunque è triste pensare che quasi tutti i genitori cattolici siano meno capaci di un genitore musulmano nel difendere i propri figli dalle perversioni: il quieto vivere e il buonismo hanno fatto danni enormi, coloro che vogliono pervertire i bambini e gli insegnanti compiacenti dovrebbero avere paura anche solo ad avvicinarsi a dei genitori cattolici e dovrebbero vivere col timore di ricevere qualche loro visita, magari proprio in classe durante le loro “lezioni”…invece sono i genitori cattolici (non tutti per fortuna) che hanno paura di loro!

    2. “Perché sono VIGLIACCHI, arroganti con i deboli (gli Italiani) e deboli
      con gli arroganti(gli islamici).”

      Ritratto perfetto e quindi molto preoccupante: sotto l’aspetto cattolico, gli
      italiani sono assolutamente succubi, e quello islamico, loro sono sempre
      più invadenti e sempre meno succubi..
      Umanamente non ci sono speranze.
      SOLO IN LUI E NELLA NOSTRA FERMA INTENZIONE DI AGIRE
      SECONDO LA “SUA VOLONTA’ “.

  15. Piccolo aggiornamento. Questo discorso vale anche per noi LAICI specie per i politici. Esempio :Gaetano Quagliariello Ncd. “Vengo da una famiglia di tradizioni liberali e CATTOLICHE ” si legge nel suo sito Internet. Poi oggi ha dichiarato che si poteva fare un ragionevole COMPROMESSO concedendo diritti alle coppie conviventi(etero/omo) MA NON L’UTERO In AFFITTO. Capito? Compromesso come la Bindi che votò una legge compromesso sui DICO se non erro. Ovvero non si può essere RIGOROSI nella vita , bisogna trovare “il giusto compromesso”. Se la Madonna insiste continuamente a Medjugorje (ed in tutte le apparizioni credibili nel mondo) di pregare per la Chiesa ed i Suoi Ministri ,una ragione ci sarà….Quindi dico io,manifestiamo in tutti i modi nei confronti della Chiesa che non segue il Magistero e preghiamo per i Sacerdoti che seguono il mondo e per quelli santi che sono perseguitati.

  16. Provo vergogna che la chiesa di Padova non lotti contro queste teorie o ideologie che sono contro natura e contro i comandamenti di Dio. Vergognatevi ipocriti.

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